• Non ci sono risultati.

Il termine “connettivo” deriva da [con‐net‐tì‐vo] aggettivo “che unisce”, in biologia “tessuto che congiunge, protegge altri tessuti avendo con essi anche scambi nutritivi”. Tale significato suggeri‐ sce la valenza che si può attribuire agli spazi connettivi (corridoi di passaggio o spazi di servizio) che sono concepiti come vuoto e senza vita, separati dalle aule chiuse; una valenza che li può confi‐ gurare oggi, invece, come luoghi di spazio educativo informale e di relax (Borrelli, 2016).

Embodied cognition design: una sfida culturale per la scuola

Corridoi, sale di disimpegno e antisale possono essere utilizzati per lo scambio di informazioni che avverrebbe in modo non strutturato, per le relazioni informali, per consentire agli studenti di poter studiare da soli o in piccoli gruppi, approfondire alcuni argomenti con un inse‐ gnante, ripassare, rilassarsi. Gli insegnanti vi possono svolgere attività di recupero o approfondimento con uno o alcuni studenti, possono utilizzarli come alternativa alla sala insegnanti come luoghi di seduta, conversazione o colloquio con i genitori (Buondonno, 2017).

Sono luoghi di approfondimento, lavoro informale, relax, ma sono anche la naturale estensione delle aule e degli atelier.

Seppur condivisi, gli spazi connettivi possono essere anche luogo di spazio individuale, separato dall’aula e dai contesti di incontro sociale in cui lo studente può organizzare i propri contenuti e pianificare le proprie attività in autonomia al di fuori delle attività didattiche sup‐ portate dal docente (Gomez Paloma & Calò, 2016).

Negli spazi connettivi possono, dunque essere organizzati (vedi Fig. 6 a fianco):

• angoli relax e di lettura;

• mini‐laboratori dedicati a specifiche tematiche della disciplina; • angoli per il recupero e il potenziamento di conoscenze, abilità

e competenze.

Molto utile è la comunicazione visiva esterna alle aule, in partico‐ lare devono essere esposti il planning delle attività settimanali e men‐ sili della disciplina. Lungo i corridoi si possono dislocare gli armadi che contengono i libri della biblioteca, studiando una modalità che consenta un’effettiva fruizione dei testi. Ogni aula e spazio connettivo

84

Capitolo 4

organizzato dovrà essere dotato di una pannellistica che consenta: la comunicazione permanente del planning settimanale e mensile, degli eventi e delle iniziative delle singole classi e della scuola intera;

l’esposizione di lavori degli studenti;

la pubblicazione di regolamenti e modalità d’uso degli strumenti e degli angoli di lavoro.

Ogni docente può progettare gli spazi e farne comunicazione attra‐ verso la pannellistica. Un arredo funzionale dota gli spazi connettivi di suppellettili e contenitori tali da consentire lo svolgimento delle attività pianificate e sviluppare un approccio didattico che risponda ai nuovi principi neuroscientifici dell’ECD (Robinson & Pallasmaa, 2015).

Bibliografia

Barsalou, L. W., (2008), Grounded Cognition. Annu. Rev. Psychol, 59, 617–645.

Borrelli M. (2016). Nuove forme di abitare la scuola, In G. Farina, R. Russo (Eds.), Comporre con la natura: progetti di architettura e giardini. Il caso

studio delle scuole di Melito di Napoli. Napoli: Doppiavoce.

Buondonno E., (2017), Comporre con la natura: progetti di architettura e

giardini. Il caso studio delle scuole di Melito di Napoli, Napoli: Editore

Doppiavoce.

Caruana F., Borghi A. M. (2013), Embodied Cognition: una nuova psicolo-

gia, Giornale Italiano di Psicologia, DOI: 10.1421/73973.

Cerini G. & Spinosi M., (2015), Una mappa per la riforma. Viaggio tra 212

commi della legge 107/2015, Roma: Tecnodid.

Comoglio M., (1996), Verso una definizione del cooperative learning, Ani‐ mazione Sociale n. 4.

Cornoldi C. & Cazzola C., (2003), AC-MT 11-14. Test di valutazione delle

abilità di calcolo e problem solving dagli 11 ai 14 anni, Trento: Edizioni

Centro Studi Erickson.

D’Alonzo L., (2017), La differenziazione didattica per l’inclusione. Metodi,

strategie, attività, Trento: Edizioni Centro Studi Erickson.

Dewey, J., (1949), Esperienza e educazione, Firenze: La Nuova Italia Fiorillo C., (2014). Corpo reale e corpo virtuale nel progetto di architettura,

Embodied cognition design: una sfida culturale per la scuola

Heliopolis Culture Civiltà Politica, XII, 2, 87‐101.

Fischer, M.H., (2012), A hierarchical view of grounded, embodied, and situa-

ted numerical cognition, Cogn. Process;13 Suppl 1: S161‐4.

Gomez Paloma F. (Ed.) (2017). Embodied Cognition. Theories and Applica-

tion in Education Science. New York: Nova Publisher Edition.

Gomez Paloma F., Calò M., (2016). Embodied Cognition Design. Relazione presentata al Convegno School Design and Universal Design in dia-

logo, 10, 11 e 12 novembre 2016 – Orto Botanico, Padova.

Gomez Paloma F., Calò M., Borrelli M. & Tafuri D., (2017), Embodied

Cognition Design. La pedagogia sperimentale tra cognizione corporea e spazio architettonico, Giornale Italiano della Ricerca Didattica -

Italian Journal of Educational Research, Lecce, Pensa MultiMedia Editore.

Gomez Paloma, F., Damiani, P., (2015), Cognizione corporea, competenze inte-

grate e formazione dei docenti. I tre volti dell’Embodied Cognitive Science per una scuola inclusiva, Trento: Edizioni Centro Studi Erickson.

Ianes D. (2006). La speciale normalità. Strategie di integrazione e inclusione

per le disabilità e i Bisogni Educativi Speciali. Trento: Edizioni Centro

Studi Erickson.

Ianes D., Cramerotti S., (2013), Alunni con BES. Bisogni Educativi Speciali.

Indicazioni operative per promuovere l’inclusione scolastica sulla base della D.M. 27/12/2012 e della C.M. n.8 del 06/03/2013, Trento: Edi‐

zioni Centro Studi Erickson.

Johnson D.W., Johnson R.T., Holubec E.J., (2015), Apprendimento coopera-

tivo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento, Marinelli L.

(trad.), Trento: Edizioni Centro Studi Erickson.

Kelley P. & Whatson T., (2013), Making long-term memories in minutes:

a spaced learning pattern from memory research in education, Front.

Hum. Neurosci., 25 September.

Merleau‐Ponty M., (1945), Phénoménologie de la perception. Paris: Libra‐ rie Gallimard. Tr. Ita, Fenomenologia della percezione, Milano: Bom‐ piani, trad. 2003.

Monti F., Farné R., Crudeli F., Agostini F., Minelli M. & Ceciliani A., (2017), The role of Outdoor Education in child development in Ita-

lian nursery schools, Early Child Development and Care, DOI: 10.1

86

Capitolo 4

Rivoltella P.C., (2012), Neurodidattica. Insegnare al cervello che apprende, Milano: Cortina.

Rivoltella P.C., (2013), Fare didattica con gli EAS. Episodi di Apprendimento

Situato, Brescia: La Scuola.

Robinson S. & Pallasmaa J. (eds.) (2015). Mind in Architecture: Neuro-

science, Embodiment and the future of Design. USA, Cambridge: MIT

Press.

Rossi G., P., (2011), Didattica Enattiva. Complessità, teorie dell’azione, profes-

sionalità docente, Milano: Franco Angeli Editore

Sibilio M., (2002), Il laboratorio come percorso formativo, Napoli: Ellissi Editore Simone.

Sibilio M., (2015), Simplex didactics: A non-linear trajectory for research in

education, M. Rev synth, 136: 477. Springer‐Verlag France, https://

doi.org/10.1007/s11873‐015‐0284‐4

Siegel D., (2001). La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interper-

sonale, Milano: Raffaello Cortina

Trisciuzzi L., (2001), Dizionario di didattica, Pisa: ETS.

Tucker B., (2012), The flipped classroom: online instruction at home frees class

time for learning, Education Next 12.1, Hooverpress.

Weyland B., Attia S., (2015). Progettare scuole tra Pedagoia e Architettura. Milano: Guerini Scientifica.

4.2 – La riqualificazione degli spazi educativi