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6. RISULTATI II: SIMULAZIONI E DISCUSSIONE

6.4 Considerazioni conclusive

Vale la pena ripetere che le simulazioni condotte in questo capitolo hanno solo scopo di esempio, mostrando come potrebbero essere utilizzati i due modelli proposti (Gordon- Schaefer e Modello 2) se si disponessero di informazioni adeguate e complete sul sistema bioeconomico della pesca dei piccoli pelagici nel Mar Adriatico.

Il livello di incertezza di molte informazioni e l’elevato numero di ipotesi impediscono di dare ai modelli un carattere normativo.

La lista degli elementi di incertezza è considerevolmente lunga e include fattori ambientali, biologici, tecnologici ed economici.

66 Diversa ripartizione dell’offerta fra Italia e Croazia ci sarebbe ammettendo prezzi diversi sui due lati

A livello ambientale è indispensabile sottolineare quanto importanti (sebbene poco conosciuti) per la crescita e riproduzione degli stock siano fattori quali la temperatura, la salinità, l’apporto di sostanze nutritive da parte dei fiumi. Tutti questi fattori sono in grado di cambiare nel corso del tempo ed influire in maniera significativa sullo sviluppo di acciughe e sardine. Le funzioni di crescita estremamente semplici usate nella modellizzazione cercano in qualche modo di ricostruire un comportamento medio degli stock che però può presentare una varianza molto elevata condizionando i risultati finali. Si prenda il caso del Modello 2, in cui la crescita è stata posta costante (g) e indipendente dallo stock; si è visto che data questa caratteristica lo stock di sardine non si estingue mai; d’altra parte se invece di considerare solo la media della crescita g (modello deterministico) considerassimo anche la sua varianza (modello stocastico), vi sarebbe una certa probabilità, più o meno alta, che lo stock si estingua per una serie ripetuta di crescite (reclutamento + sviluppo dei pesci adulti) inferiori alla media.

A livello biologico-ambientale un altro elemento andrebbe tenuto in conto e investigato meglio: nell’ultimo decennio mentre le catture di sardine in Italia diminuivano, in Croazia aumentavano; questa situazione potrebbe non dipendere esclusivamente dallo sforzo di pesca (probabilmente cresciuto in Croazia) ma da una diversa distribuzione (e forse uno spostamento) dello stock più vicino alle coste croate67. In questo caso non sarebbe più lecito trasferire anche alla Croazia alcune delle previsioni negative (specie con il modello di Gordon-Schaefer) derivanti dai cattivi risultati (catture per unità di sforzo) della flotta italiana.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici ed economici si è già chiarito che i dati relativi alla flotta croata sono praticamente nulli e che le simulazioni si sono basate esclusivamente su ipotesi. Il prossimo ingresso della Croazia nell’Unione Europea dovrebbe favorire la pubblicazione e visibilità di queste informazioni.

67 Tale del resto sarebbero le conclusioni da trarre analizzando gli ultimi rapporti del gruppo di lavoro di

7. CONCLUSIONI

La ricerca ha evidenziato la complessità che c’è nello studio e definizione di un sistema bieconomico, anche in condizioni relativamente semplici come quelle che caratterizzano la pesca dei piccoli pelagici nell’Adriatico. Le si è definite relativamente semplici perché ad esempio, rispetto alla pesca delle specie demersali, si ha a che fare con solo due specie (contro le decine dell’ambiente demersale) e due tecnologie di pesca (alla pesca demersale si dedicano i battelli a strascico e quelli definiti di “piccola pesca” che fanno uso in realtà di un complesso eterogeneo e variegato di attrezzi). Inoltre la risorsa è suddivisa solo fra due nazioni, quando in altri contesti le nazioni coinvolte possono essere più numerose e virtualmente infinite per la pesca negli oceani.

D’altra parte anche se la pesca dei pelagici è rivolta esclusivamente a due specie, le relazioni biologiche che determinano la crescita e lo sviluppo di questi stock coinvolgono tutte le specie presenti nel mare, da qui il crescente interesse per l’approccio ecosistemico nella formulazione dei modelli bioeconomici. Acciughe e sardine non possono essere separate da quanto accade ai loro predatori e alle loro prede (plancton), né si possono ignorare alcuni aspetti ambientali (temperatura, salinità) che condizionano in senso negativo o positivo lo sviluppo degli stock. Tali componenti ambientali potrebbero anche essere alla base di una differente distribuzione spaziale delle specie all’interno dell’Adriatico.

Infine va ricordato che la componente di modellistica biologica, cioè la funzione di crescita, usata in questa ricerca è estremamente elementare, considerando gli stock nel loro complesso, senza distinguere gli individui per classi di età come previsto in modelli più articolati.

È giusto sottolineare peraltro che neppure le ricerche, molto più sofisticate, condotte dai biologi sono giunte a risultati definitivi e comunemente accettati. Abbiamo visto che vi

sono differenze nella stima degli stock (soprattutto acciughe) e nell’impatto che la pesca ha su di essi.

Come se non fosse sufficiente la complessità del sistema biologico, la ricerca si è scontrata con una mancanza di informazioni tecniche ed economiche relativamente alla flotta croata. Gli unici dati che si dispongono in questo senso sono le catture, mentre non si è neppure certi di quante imbarcazioni si dedichino alla pesca dei pelagici, con quale intensità, e quali siano le loro caratteristiche (stazza, potenza del motore). Non è stato neppure possibile reperire informazioni sul prezzo di acciughe e sardine nei mercati croati e sui costi sostenuti dalla flotta.

Ciò ha in pratica impedito di stimare una funzione di produzione e una funzione di domanda per la flotta e il mercato croato, e non ha permesso di avere dati circa i risultati economici del settore. In altre parole mancano tutte le informazioni su un’intera metà del sistema in esame.

Stando così le cose non è stato possibile costruire un modello numerico che consenta di prevedere l’evoluzione del sistema, di simulare gli effetti di particolari interventi ed eventualmente di ottimizzare le politiche di gestione.

L’obiettivo è stato comunque portato a termine da un punto di vista teorico, sono state predisposte le equazioni e gli algoritmi che regolano il sistema ed alcune prove sono state condotte assumendo ipotesi il più possibile realistiche circa la situazione della pesca in Croazia.

Da quanto detto finora emerge che alcuni dei risultati ottenuti nel corso di questa ricerca, in particolare i risultati specifici del contesto italiano, possono essere considerati definitivi e soddisfacenti; altri, comprese tutte le simulazioni e discussioni, vanno intesi come un esercizio di ricostruire il sistema in assenza di informazioni, testando i risultati del modello teorico nella prospettiva futura di poter inserire dati affidabili e corretti.

Di seguito ripercorreremo i risultati salienti dello studio iniziando da quelli specifici del contesto italiano che possiamo ritenere definitivi.