2. IL CONTESTO BIOLOGICO, SOCIO ECONOMICO, ISTITUZIONALE
2.6 Il mercato di acciughe e sardine
Il Mar Adriatico si caratterizza per l’elevato numero di porti o punti di sbarco. Solo in Croazia ne vengono riconosciuti 148, 3 in Slovenia e 89 in Italia. Per quanto riguarda i mercati ittici non esiste una contabilità nelle due repubbliche dell’ex Jugoslavia; in Italia se ne contano 29 (Database Adriamed). Fra questi alcuni hanno una grande importanza, altri sono marginali. Molto dipende dall’organizzazione dei produttori (cooperative e vere e proprie OP); in talune zone infatti le OP gestiscono anche i mercati o comunque ritengono favorevole servirsi di essi per la vendita del proprio prodotto; in altre zone i mercati sono invece aggirati e si preferisce avere rapporti diretti con i compratori. In una stessa località i pescatori possono servirsi del mercato ittico per la vendita del pesce bianco ma non per il pesce azzurro (sardine e acciughe) o viceversa. Tali preferenze possono evolversi nel tempo.
La tabella sottostante sintetizza in cifre alcuni dei comportamenti sopraindicati. Si può notare che in porti importanti (per numero di flotta e sbarchi) quali Porto Garibaldi e Rimini, le quantità di pesce azzurro che transitano nei corrispondenti mercati sono pressoché nulle. Il contrario sembra avvenire a Goro, un porto di modesta importanza il cui mercato però attira produzione dalle zone circostanti. I due mercati di riferimento sono senza dubbio Chioggia e Ancona.
Tabella 2.Sbarchi per porto e transiti nei corrissondenti mercati ittici (media 2007-2008)
Acciughe Sardine Porto/
Mercato Sbarchi (kg) Mercato (kg) % Mercato/ Sbarchi Sbarchi (kg) Mercato (kg) % Mercato/ Sbarchi
Chioggia 9.453.444 4.397.006 47% 1.226.639 1.539.669 126% P.Garibaldi 4.303.898 305 0% 213.745 210 0% Ancona 3.777.986 4.715.360 125% 463.975 501.114 108% Rimini 2.136.137 180.553 8% 551.448 21.809 4% Cesenatico 1.142.110 453.767 40% 245.505 151.897 62% Cattolica 668.323 695.946 104% 88.298 105.250 119% Goro 381.329 896.159 235% 1.967 2.321 118% Trieste 284.666 336.880 118% 326.547 155.240 48%
Fonte: rielaborazione su dati ISMAR (sbarchi) e dei singoli mercati ittici.
Istat (fino a metà degli anni novanta) e attualmente IREPA pubblicano i prezzi medi regionali delle principali specie pescate. Mentre i dati raccolti da Istat si riferivano ai prezzi registrati nei mercati ittici, Irepa si basa oggi su questionari distribuiti a un campione di produttori, per cui il risultato è una media di quanto passa dentro e fuori dal mercato. È ragionevole pensare che il prezzo formatosi nei mercati funga da riferimento per le transazioni che avvengono fuori da essi, per cui le due serie storiche dovrebbero essere confrontabili. Ciò di cui invece non si tiene conto nelle statistiche sono la qualità e la pezzatura del prodotto.
I grafici di Figura 11 mostrano l’evoluzione dei prezzi per le cinque regioni adriatiche della GSA 17 secondo la serie storica combinata Istat-IREPA dal 1974 al 2009; i prezzi sono stati rivalutati su base 2009 utilizzando l’indice dei prezzi al consumo (FOI) fornito da Istat. È facile constatare che in tutto il periodo in esame i prezzi medi delle cinque regioni hanno registrato un andamento essenzialmente parallelo, segno di forze di mercato comuni che regolano la domanda (e quindi il prezzo).
Differenze di prezzo a livello territoriale si devono principalmente alla qualità e pezzatura del pesce. Sardine e acciughe pescate con il sistema a circuizione (in Friuli e Abruzzo) ricevono minori pressioni, risultano generalmente di miglior aspetto e possono dunque spuntare un prezzo migliore; inoltre le acciughe del medio Adriatico (Marche e Abruzzo) risultano di solito di maggior pezzatura, poiché il ciclo biologico di questa specie porta gli individui più adulti verso queste zone più profonde del mare (dove le lampare sono più efficaci) (Cingolani et al., 1996). Altre ragioni per le variazioni di prezzo possono eventualmente essere ricercate nelle preferenze della cucina regionale (le
sardine sono particolarmente apprezzare in Veneto) o nell’esistenza di particolari circuiti commerciali destinati all’esportazione e alla trasformazione.
Figura 11. Prezzo medio annuale di acciughe (sinistra) e sardine (destra).
Fonte: Istat fino al 1995, IREPA dal 1998.
Le catture nel Mar Adriatico di sardine e soprattutto acciughe costituiscono una parte importante della produzione italiana. Utilizzando i dati IREPA risulta che la produzione delle regioni adriatiche (Puglia inclusa) ha rappresentato nel periodo dal 2005 al 2009 l’80% della produzione nazionale per le acciughe e il 37% per le sardine.
La produzione di queste due specie sembra comunque eccedente rispetto i fabbisogni nazionali, almeno per quanto riguarda il consumo fresco (mentre importiamo prodotti trasformati). Una importante quantità delle catture è infatti destinata all’esportazione. Sempre nel periodo 2005-2009 la propensione all’export italiana di acciughe e sardine fresche e congelate (rapporto fra export e produzione) è stata rispettivamente del 27 e del 52%.
La maggior parte delle nostre esportazioni è diretta in Spagna. La situazione del mercato spagnolo merita di essere osservata con attenzione per l’influenza che può avere sul commercio italiano. Infatti la Spagna è stata fino alla metà degli anni novanta il maggior produttore europeo di acciughe; in seguito le catture sono andate incontro a un costante calo, cosicché il primato è passato all’Italia29 e la Spagna è stata superata anche da Grecia e Lituania. Dovuto allo stato di crisi degli stock di acciughe nel Golfo di Biscaglia la pesca di questa specie è stata interdetta in quel mare dal 2005; la riapertura della pesca, per le migliorate condizioni dello stock, è prevista per il 2011. La Spagna era
29 Il primato spetterebbe alla Turchia se la si vuole includere fra i paesi europei.
0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 197419761978198019821984198619881990199219941996199820002002200420062008 Veneto Friuli Emilia Marche Abruzzo 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 197 4 1976197 8 1980198219841986198 8 1990199 2 1994199 6 1998200 0 2002200 4 2006200 8 Veneto Friuli Emilia Marche Abruzzo
anche il primo produttore europeo di sardine fino a una drastica e repentina diminuzione registratasi dopo il 1998. Oggigiorno il primo produttore è il Portogallo seguito da Spagna, Francia, Croazia, Turchia, Italia. Nonostante i cali nelle catture la Spagna continua ad essere il primo produttore comunitario di acciughe in scatola (l’Italia è seconda) e il secondo produttore di sardine in scatola (il primo è la Lettonia, l’Italia è al settimo posto), senza aver registrato sensibili riduzioni. Questo fatto spiega la forte e crescente importanza del mercato spagnolo come sbocco per la produzione italiana, soprattutto di acciughe.