• Non ci sono risultati.

Considerazioni stilistiche, confronti iconografici, interpretazione

Lo schema architettonico interno dominato dagli arcosolii compare alla fine del II o all‟inizio del III secolo d. C.

Il mausoleo degli Egizi è stato costruito non molto prima della vicina tomba Φ, che risale al periodo severo.

Il più antico dei sarcofagi rinvenuti nella tomba, quello con Dioniso e Arianna, che risulta molto più grande degli arcosolii, è comunque posteriore alla tomba stessa e, probabilmente, si può datare intorno alla metà dell‟età severa457.

A causa del cattivo stato di conservazione delle pitture e degli insoliti soggetti figurati, risulta difficile una classificazione stilistica.

La particolarità dei muri monocromi si ritrova in altre tombe sia del periodo antonino che di quello severo458.

Un tipico aspetto che ricorre nei dipinti di età severa è la terminazione superiore a doppi archi di un‟edicola, cosa che caratterizza il muro settentrionale della tomba Z.

Alcuni indizi spingono a collocare l‟apparato decorativo del mausoleo nella prima età severa.

455D(is) M(anibus) M(arci) Vlp(i) Pusinnionis Cupi[t]iani M(arcus) Mlp(ius) Pusinnio pater filio dolcissimo; id., 1956, p. 57 e nota 40.

456 Zander P., 2007, p. 38.

457 Mielsch H., H. Von Hesberg, 1995, p. 231.

458 Vale la pena ricordare la Casa di Giove e Ganimede a Ostia, dove le pitture sono datate, sulla base di un graffito, all‟età di Commodo o poco prima; Calza G., in MonAnt, 26, 1920, p. 366 e seg., fig. 7, tav. 2b; Wirth F., 1934, p. 11 e seg., fig. 51; Borda M., 1958, p. 106 e seg.

Le figure egittizzanti che occupano le zone principali dei muri sono le più tarde attestazione di questo tipo di soggetti nella pittura romana459.

Secondo Toynbee e Ward-Perkins la tomba potrebbe essere stata costruita in origine per una famiglia egiziana residente a Roma che praticava alcuni aspetti della sua religione, ciò sarebbe sufficiente a spiegare l‟assenza nella tomba di cremazioni460. Quest‟ultima

considerazione non è esatta in quanto, come nelle tombe vicine, nicchie con urne cinerarie dovevano essere collocate nel muro di ingresso che, in questo caso, non si è conservato. I soggetti egittizzanti non corrispondono totalmente alle raffigurazioni conservate sui lenzuoli funebri egiziani o nella pittura tombale egiziana461: mancano le tipiche figure di Osiride e Anubi, come anche le consuete cerimonie funebri e i tribunali funebri. Horus e Api sono soggetti consueti nelle tombe, ma di solito non vengono dipinti da soli.

Secondo Mielsch e Von Hesberg si potrebbe pensare che sia il committente della tomba sia il pittore avessero solo un‟idea piuttosto vaga delle iconografie dei soggetti egizi e che, per questo, avessero seguito tradizioni figurative note in Italia fin dall‟età augustea.

Il committente della più antica decorazione di questo mausoleo potrebbe essere stato un sostenitore del culto egizio, ma sulla sua nazionalità non è possibile avanzare nessuna ipotesi462.

459 Nel secondo secolo si collocano le figure divine che ornano il larario della casa sotto le terme di Caracalla, dove, accanto ad altre divinità, erano raffigurati Serapide, Harpocrate e Anubi (Mielsch H., in RM, 82, 1975, p. 121). Inoltre, le figure divine che compaiono nel mausoleo Z possono essere direttamente confrontate con quelle in marmo della Basilica di Giunio Basso (Becatti G.: “Edificio con opus sectile fuori Porta Marina” in

Scavi di Ostia, IV, 1969, p. 191 e seg.), eseguite nel IV secolo d. C., ma la posizione obliqua che caratterizza la sfinge e Api si allontana dalla consueta raffigurazione di figure egittizzanti nella pittura romana. Al contrario le figure umane rientrano nella tradizione. Gli alti zoccoli su cui compaiono le figure egittizzanti si incontrano nelle statue dipinte della Casa del Frutteto a Pompei (De Vos M., L‟egittomania in pitture e mosaici romano-campani della prima età imperiale, Leiden, 1980, p. 15, tav. 13) e anche nella Villa dei Misteri (Id., 1980, p. 9., tav. B).

460 Toynbee J., J. B. Ward-Perkins, 1956, p. 55.

461 Parlasca K., Mumienporträts und verwandte Denkmäler, Wiesbaden, 1966, p. 152 e seg. 462 Mielsch H., H. Von Hesberg, 1995, p. 233.

29. Mausoleo Φ (dei Marcii)

Il mausoleo Φ, il terzo partendo da est della fila meridionale, ha una facciata caratterizzata da quattro pilastri ai quattro angoli esterni, uno dei quali conserva un bel capitello fogliato (Tav 80). La tomba è stata costruita da alcuni liberti della famiglia dei Marcii.

Sotto l‟architrave modanato della trabeazione c‟era un fregio di terracotta decorato da un motivo a menandro. Due finestre simili a quelle visibili sulla facciata della tomba O, ma più piccole, sono collocate in alto sui muri laterali.

A destra della porta d‟ingresso si trova un pannello che contiene un mosaico policromo, inserito in una cornice liscia di terracotta, in parte distrutto, ma di cui si riesce ancora a riconoscere il soggetto (Tav 81). Sicuramente aveva un pendant sul lato opposto.

La cornice del mosaico è costituita da un motivo a dentelli, nero su fondo bianco, tipico degli emblemata463. Il tema è tratto dal repertorio dionisiaco e raffigura la morte di

Penteo464 per mano di sua madre Agaue e delle altre donne Tebane, sotto l‟effetto del

furore dionisiaco. Penteo ha trovato rifugio su un albero di pino, di cui si conservano il tronco e qualche ramo, mentre di lui rimane solo una porzione della gamba destra, con il piede che porta una scarpa a righe gialle e grigie visibile nella biforcazione di un ramo. Una tigre piuttosto tozza cerca di salire sull‟albero. A sinistra due menadi, una delle quali deve essere Agaue, con ghirlande di vite sul capo, tentano di afferrare e tirar giù dall‟albero Penteo con la mano sinistra: la fanciulla che sta davanti indossa un peplo verde scuro, che lascia nudi il seno destro e la gamba destra, e un mantello rosso sopra il braccio sinistro, e regge una spada con la sinistra. L‟altra menade, nascosta in parte dalla precedente, ha una veste rosso-gialla drappeggiata in modo simile e tiene un giavellotto. A destra si conserva solo in parte un‟altra menade, che, con la gamba sinistra piegata, è inginocchiata e si sporge in avanti, indossa un peplo bianco e un mantello rosso. Di una quarta figura si distinguono solo la schiena, un ginocchio e l‟orlo della veste.

Le tessere di marmo sono piccole e a forma di pera, i colori prevalenti sono vari ma tenui, compaiono il giallo-marrone, il rosso, il giallo, il grigio-blu e il verde scuro. Effetti chiaroscurali sono ottenuti con l‟inserimento di tessere bianche che formano linee nella veste della prima menade e tessere scure nelle altre vesti e nel tronco dell‟albero; le parti

463 Donderer M., in Mosaiques, Recueil d‟hommages à Henri Stern, 1983, p. 123 e seg.

464 Toynbee J., J. B. Ward-Perkins, 1956, pp. 71-72; L‟Orange H. P., Likeness and Icon, Odense, 1973, p. 178 e seg; Mielsch H., H. Von Hesberg, 1995, p. 250.

nude sono caratterizzate da delicate sfumature, mentre gli occhi sono sottolineati da tessere nere.

A. Decorazione

Lo schema architettonico interno prevede, come nella tomba degli Egizi (Z), due file di arcosolii su ogni muro (Tav 82).

La decorazione delle pareti è resa uniforme dal colore rosso vivo dello sfondo, cosa che caratterizza, come abbiamo visto, anche il mausoleo Z, solo gli arcosolii inferiori e le piccole nicchie rotonde del muro d‟ingresso hanno uno sfondo di colore diverso; anche il soffitto era a sfondo rosso, mentre il pavimento, composto di vari tipi di marmo, appare caratterizzato da una spiccata policromia.

Nella zona del plinto i bordi degli arcosolii sono sottolineati da strisce bianche e turchesi e da un kymation in stucco su fondo blu sulla cornice. Della ricca decorazione pittorica si conservano solo piccoli resti sopra l‟arcosolio del muro nord e tra gli arcosolii dei muri laterali si vedono cesti di frutta.

Negli angoli del muro nord erano dipinte figure di sostegno, nimbate e con le braccia sollevate, delle quali si distinguono solo i piedi e una parte del mantello di quella di destra (Tav 83). Nell‟angolo sud-ovest e in quello nord-est si trovano satiri, dai corpi snelli e allungati, inginocchiati, che, come i loro supposti pendant, servono come figure di sostegno (Tav 83).

Sopra gli arcosolii centrali dei muri laterali c‟erano pavoni, ma è ancora visibile in parte solo quello sul muro ovest: l‟animale appare snello ed elegante (come nelle tombe I, E e U), si distinguono solo i contorni della testa e del corpo, e una colonna dorata con un bastone appoggiato, che, in base alla descrizione che ci ha lasciato Ferrua465, deve aver sostenuto cesti di frutta.

I cinque arcosolii inferiori presentano tutti scene acquatiche, il cui sfondo è caratterizzato da una zona verde scuro sotto a una zona di colore blu intenso: entrambe raffigurano l‟acqua, mentre il cielo è blu chiaro.

L‟arcosolio del muro nord, oggi quasi del tutto coperto dal grosso sarcofago di Marcia, è occupato da un tiaso marino (Tav 83). Due gruppi si muovono in direzione differente: le figure principali dalle strisce scure di acqua verso sinistra, le altre, sopra quelle, verso

destra. Al centro in primo piano nuota un animale marino che ha la testa girata verso sinistra, sopra di esso siede un erote, quasi frontale e girato verso sinistra, nella destra solleva le redini legate alle corna dell‟animale e ha il braccio sinistro piegato, il suo corpo e le ali sono color carne, appena tendente al marrone, la testa è fortemente danneggiata, si riconoscono il braccio sinistro e le gambe. A destra si conserva solo in parte un centauro marino, girato verso l‟osservatore, che si riconosce per le grosse chele sulla testa e per il lagobolon che regge nella destra alzata, mentre nella sinistra doveva forse tenere un remo, il suo addome marrone è appena visibile. A sinistra un delfino salta fuori dall‟acqua, quindi segue, nella direzione opposta al gruppo principale, un tritone che si gira e con la destra piegata afferra le corna di un ariete marino, il cui corpo bruno si distingue chiaramente dalle spire verdi del tritone, mentre nella sinistra allungata in avanti tiene forse un remo. Le figure laterali non sono rovinate, ma il loro corpo marrone non si distingue chiaramente da uno strato di pittura precedente dello stesso colore, che emerge sotto il blu del mare. Sopra la striscia superiore che rappresenta il mare c‟è una processione di mostri marini che si distacca chiaramente dal cielo blu chiaro: i loro corpi non si intravedono attraverso l‟acqua, sembrano come tagliati, da sinistra si riconoscono un ippocampo, un ketos, una capra marina e un altro ippocampo, i loro corpi sono girati in vari modi e terminano con pinne che vanno in alto verticalmente, sono di colore verde chiaro con contorno accennato a puntini verde scuro e bruni. In alto all‟estremità destra si nota una roccia, l‟unico elemento che appartiene al paesaggio.

Dei quattro paesaggi nilotici degli arcosolii laterali sono ben conservati solo i due posteriori.

Nell‟arcosolio nord del muro est, negli angoli inferiori, si vedono grossi pesci rossastri e tra essi diverse anatre (Tav 84); molte nuotano, si immergono, si girano anche sulla superficie d‟acqua blu scura e tra esse c‟è anche un fenicottero, con piume bianche e becco rosso. Tra gli animali sono sparse piccole piante simili a erba o a canne.

L‟arcosolio sud del muro est conserva solo vaghe tracce di due anatre che nuotano in direzione opposta (Tav 84).

Nell‟arcosolio nord del muro ovest, alle anatre si uniscono due grossi cigni e un uccello, che si trova sopra una piccola roccia, con le ali aperte, caratterizzate da penne rosse e bianche, forse si tratta di un cormorano.

Il dipinto dell‟arcosolio sud del muro occidentale è particolarmente incrostato, si vedono non chiaramente solo due anatre e un fenicottero.

La zona superiore delle pareti della tomba è divisa a metà da una cornice liscia e sui bordi è incorniciata da strisce turchesi. Sopra gli arcosolii ci sono semicerchi decorati a puntini e triangoli. L‟arco delle lunette è occupato, sui muri laterali, da ricche ghirlande di frutti diversi e di foglie, di cui si distinguono solo pochi dettagli, sostenute al centro da un erote che si libra in aria. Sul muro ovest, quello di sinistra sembra compiere un salto verso sinistra, quello di destra è raffigurato obliquamente, mentre sostiene la ghirlanda da davanti (Tav 85). Su questo muro, inoltre, sulle ghirlande sono raffigurati uccelli, forse ghiandaie, mentre negli angoli ci sono colombe che si levano in volo.

Le ghirlande nascono da un calice di foglie d‟acanto, dipinto nello spazio tra gli arcosolii, che sale verticalmente e che ai lati poggia su una base rettangolare scura, al di sopra si vedono, sul muro ovest un timpano, su quello opposto una corta verga. Al centro del calice c‟è un erma di un sileno barbato, con nimbo e un mantello molto gonfio dietro la schiena, cinto sotto i genitali da una veste annodata, che, sul muro ovest, sembra ancora avvolgere anche la parte bassa dell‟erma, mentre sul lato est non sono più visibili gli spigoli della base (Tav 86).

Il sileno con una ghirlanda sul capo, dipinto sul muro occidentale, ha la parte sinistra del corpo spostata indietro e guarda in alto a sinistra, con la destra distesa tiene un kantharos e con la sinistra piegata un timpano (Tav 86).

Il sileno calvo del muro est è leggermente girato verso sinistra, allunga in avanti la destra che regge un kantharos e appoggia sul fianco la sinistra, che tiene un tirso molto corto (Tav 86).

Il disegno di entrambe le figure appare mosso, ma privo di forti contrasti, le singole parti del corpo, come le foglie e le ghirlande, sembrano confondersi le une con le altre e, essendo prive di un contorno chiaro, sembrano sfumare nello sfondo; il modellato delle figure è ottenuto prevalentemente attraverso effetti di chiaroscuro e il colore madreperlaceo dei loro corpi doveva probabilmente risaltare contro lo sfondo rosso.

La zona superiore del muro nord doveva essere decorata in modo simile, ma era già molto rovinata al momento dello scavo e non esistono descrizioni di ciò che si conservava. I lati frontali dello spazio tra gli arcosolii sono occupati da palmette quadrilobate evidenziate da sottili linee.

Le cinque lunette degli arcosolii della zona superiore, con le loro scene tratte dal mito, costituiscono la componente più importante dell‟intero apparato decorativo del mausoleo.

I quadri dei muri nord ed est, già molto rovinati al momento del rinvenimento, oggi sono totalmente irriconoscibili, mentre quelli del muro ovest appaiono incrostati.

Sul muro nord è raffigurato il ritrovamento di Arianna da parte di Dioniso (Tav 87): la fanciulla giace a destra, nella consueta posizione con la destra abbandonata sulla testa e la sinistra che pende, vicino al suo capo sta una donna seduta su una roccia, su cui si appoggia con la mano destra, che la guarda, con la testa inclinata. Dietro Arianna si riconoscono a sinistra vaghi resti di un satiro, che si sporge in avanti e la scopre, mentre a sinistra sta Dioniso, quasi frontale, con un mantello intorno alla parte bassa del corpo, si appoggia a un satiro che sta alla sua destra, riconoscibile solo sulle fotografie. Alla sinistra del dio, parti di una veste e forse di una testa sembrano appartenere a due figure appoggiate, delle quali si riconoscono meglio quelle di sinistra: un sileno quasi frontale cammina con un mantello intorno alla parte inferiore del corpo e una menade stante guarda verso sinistra. Ampie tende tese, che si uniscono al centro cadendo verso il basso, riempiono la parte alta del quadro.

Nell‟arcosolio sinistro del muro est è raffigurato l‟incontro di Marte e Rea Silvia (Tav 87): la fanciulla giace nella stessa posizione di Arianna e ha la testa appoggiata nel grembo di Somnus, che siede obliquamente dietro di lei e, probabilmente, con la destra piegata sulla testa di Rea Silvia tiene uno stelo di papavero. Di tutte le figure di questo quadro, già al momento della scoperta, si conservavano solo frammenti. Marte sta davanti alla fanciulla e la guarda, è in piedi, in posizione rigida, sopra al braccio sinistro non regge solo lo scudo, ma, dietro a questo, anche un lembo del mantello, che trattiene con la destra abbassata e allungata in avanti, impedendogli di cadere, sopra il suo petto si vede il bordo scuro della spada. All‟estremità sinistra Vesta, conservata solo in parte, siede su un sedile coperto di veli.

Il quadro dell‟arcosolio destro del muro est presenta Eracle e Alcesti davanti ad Admeto: questi, riconoscibile grazie allo scettro che regge con la mano sinistra, siede a destra, indossa un mantello intorno alle parte inferiore del corpo e porta la mano destra al mento, in un gesto di meraviglia (Tav 87). Dietro si vede una guardia con la consueta veste che gli arriva fino alle ginocchia e un grosso scudo, la destra abbassata forse teneva un giavellotto. Queste due figure guardano verso sinistra dove si trova Eracle, quasi frontale, in una posizione stranamente artificiosa, ha il mantello sul braccio sinistro e il bordo della faretra sul petto e conduce Alcesti davanti al padre. La fanciulla è raffigurata di tre quarti,

avvolta in un chitone e in un mantello, che coprono anche il braccio destro abbassato e il sinistro sollevato verso la spalla, la testa doveva essere leggermente inclinata.

Meglio conservati appaiono i dipinti degli arcosolii del muro ovest (Tav 88). Quello sinistro era stato interpretato, al momento del ritrovamento, come il giudizio di Paride466, ma tale

ipotesi non è sicura. È possibile che si tratti di una raffigurazione delle figlie di Aglauro e di Cecrope con Ermes: il centro dell‟azione si svolge al centro e nella metà destra del quadro, dove un oggetto cilindrico si trova su un alto zoccolo arrotondato, a sinistra di questo una donna, che indossa un peplo verde, siede su una roccia rettangolare, allunga la sinistra sopra il recipiente cilindrico e sembra sollevare un velo che lo avvolge, mentre ha la destra appoggiata sulla roccia. A destra di questa figura sta una donna, quasi frontale, con un peplo e un‟ampia ghirlanda, che porta la mano destra alla bocca in un gesto di stupore, mentre il braccio sinistro è abbassato. A sinistra sta Ermes, riconoscibile grazie al petaso e al caduceo, che, con la testa leggermente inclinata, guarda questo gruppo e alza la mano destra in un gesto di meraviglia. All‟estremità destra del quadro si vede una donna, raffigurata di profilo verso sinistra, che indossa solo un mantello verde intorno alla parte bassa del corpo e siede su una roccia; all‟estremità opposta si vede una figura, non si capisce se maschile o femminile, appoggiata a una roccia, con le gambe distese, che probabilmente portava un mantello intorno alla parte bassa del corpo. Forse tra questa figura e Ermes ne compariva un‟altra, di cui si distinguono solo i resti della parte superiore del corpo.

La parte alta del quadro è decorata anche qui da ghirlande, di cui si riconoscono solo tracce.

Nella lunetta dell‟arcosolio destro del muro ovest, si distinguono Leda con il cigno (Tav 88). Il punto centrale è occupato da una donna quasi nuda, solo un mantello è appoggiato sul suo braccio sinistro piegato, che si volta e sembra allontanarsi velocemente verso destra, fuggendo da un cigno che sembra seguirla con le ali aperte. Dietro l‟animale sta una donna che indossa un peplo, in movimento verso sinistra, e che si gira verso Leda e solleva il braccio in un gesto di stupore, forse si tratta di una serva. A destra di questo gruppo, si trova una naiade, frontale, con le gambe incrociate, che si appoggia con la mano sinistra sopra un‟idria rovesciata. Il fanciullo seduto a sinistra, con la parte inferiore del corpo coperto da un manto, che si gira verso il centro della scena, è forse da interpretarsi come la personificazione di un luogo.

Le superfici degli altri arcosolii della parte superiore del muro sono decorate con fini motivi lineari: quadrati con rosette puntiformi si alternano a rombi in rettangoli (Tav 88). Le nicchie piccole e la finestra del muro meridionale presentano delicate rose sparse a puntini su fondo bianco.

Le lunette sul soffitto sono a fondo rosso, su di esso risaltano solo verghe piatte collocate