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semplificata”. Poteva essere quello un indirizzo diverso per dire: stiamo rispondendo all’istanza del cittadino privato, non siamo inerti, ma riteniamo che invece di seguire la strada A, seguiremo la strada B. Quella potrebbe essere un tipo di indicazione che sarebbe giunta a me.

Poi, una volta insediatomi, come tra l’altro ha brillantemente evidenziato il Segretario Generale in un richiamo giurisprudenziale, una volta che si è insediato il commissario, tutti gli atti che il Consiglio comunale intende fare, sono posti nel nulla perché a quel punto decide il commissario, ma non decide perché è il più bravo di tutti, viene a Barletta e decide cosa si fa e cosa non si fa, prende gli atti che ci sono, che ci sono consacrati, che mai nessuno ha impugnato e che sono validi, fino a prova contraria, e li porta a compimento. È questo il compito del commissario. Non voglio essere né il più bravo di tutti, ma nemmeno quello che si sente dire:

devi fare così, piuttosto che devi fare colà perché io devo fare quello che sta scritto in un procedimento. Sono chiamato a prendere il bambino e accompagnarlo ad attraversare la strada nell’ultimo tratto per portarlo a scuola. Scusate il paragone. Questo devo fare, non devo fare altro che concludere un procedimento avviato su istanza di parte, rispetto al quale l’Amministrazione comunale e le Amministrazioni tutte richiamate (Forestale, Sovraintendenza, Regione e quant’altro) hanno anche blindato questo procedimento, ritenendo che la procedura della rettifica cartografica sia il procedimento giusto. Devo fare solo un ultimo passo, quello di prendere questo procedimento e pubblicarlo all’albo pretorio.

PRESIDENTE:

Grazie ingegnere. Chiede di intervenire il consigliere Coriolano, prego.

CONSIGLIERE CORIOLANO:

Grazie Presidente. A me ha fatto piacere che il commissario ad acta abbia fatto alcune precisazioni, ma sinceramente a me interessa corroborare le sue precisazioni e andare oltre.

Oggi, ci troviamo in una situazione, per quanto mi riguarda, incresciosa perché stiamo votando un atto di indirizzo, un atto di indirizzo che fa seguito all’inerzia dell’Assessore all’Urbanistica, perché il Sindaco Cannito ha mantenuto la delega all’Urbanistica e dinanzi a quella che era una situazione in essere non ha fatto niente, si è fermato, ha stoppato tutto. Il 3 marzo, il giorno del Consiglio comunale, ha deciso improvvisamente di venire incontro a questa situazione pensando di poter fare qualcosa e invece no, il commissario ad acta ha specificato che lui non si può ravvedere.

Caro consigliere Bufo, il commissario ad acta non si può ravvedere, la sentenza è esecutiva.

Spiego i passaggi perché non ha ancora capito o si sta facendo finta di non capire. Abbiamo una proposta di delibera di Consiglio comunale del 7 marzo 2018, Amministrazione Cascella, a seguito di questa proposta di delibera di Consiglio comunale, la società, il ricorrente fa una proposta transattiva. Perché? Nel 2016 questa società, proprietaria di un ettaro all’interno della località Pozzelle, chiede di poter estendere quella che è la sua attività, ovviamente lo chiede al Comune di Barletta perché il diritto soggettivo della parte si andava a configgere con l’interesse legittimo del Comune di Barletta perché su quell’area, molto probabilmente gravava, anzi, grava, un vincolo perché quell’area è sottoposta a vincolo secondo il PRG.

Viene inoltrato questo ricorso, il Comune si costituisce in questo ricorso, però la sospensiva viene rigettata. Non voglio essere tecnico, si va avanti nel merito, però dinanzi a questa proposta di delibera del Consiglio comunale del 2018, la società propone una transazione: la cessazione della materia del contendere, la compensazione delle spese di lite – questo lo si può vedere nella delibera di Giunta del 2018 – la rinuncia di ogni pretesa risarcitoria, a condizione che entro 30 giorni questa proposta di delibera di Consiglio comunale arrivi in Consiglio e venga approvata in Consiglio.

Questa è una proposta transattiva che è stata protocollata il 6 aprile. Dopo soli 6 giorni, il 10 aprile, viene portata in Giunta comunale, Giunta Cascella, questa proposta e viene deliberata

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all’unanimità dei presenti. In quella Giunta si attiva anche Marcello Lanotta e Michele Lasala, quindi sono a conoscenza di quello che dico, conoscenza diretta.

Non bisogna trascurare quello che è successo, un Consiglio comunale dove praticamente il capo dell’Opposizione, il capopopolo Cannito ha detto chiaramente che lui avrebbe fatto mancare il numero legale, tant’è che il numero legale è mancato, perché aveva un elemento di sospetto su questa cava, su questa delibera, perché secondo lui c’era qualcosa sotto, è tutto agli atti, disse:

“Mi allontanerò per far venir meno il numero legale perché questa delibera, che prevede una correzione cartografica, a me puzza di variante e quindi, siccome puzza di variante, mi allontano”. Va bene. Al Consiglio comunale non si raggiunge il numero legale. La società, forte di questa transazione, sostiene, dinanzi ad un nuovo giudizio dinanzi al Tar, che l’Amministrazione comunale è rimasta inerte, non ha fatto nulla rispetto a quello che è il contenuto della transazione. Questa proposta di delibera, nei 30 giorni, così come indicato nella delibera di Giunta, non è stata approvata in Consiglio comunale e quindi la rettifica cartografica non c’è stata. Avverso il silenzio dell’Amministrazione, procede con un ulteriore ricorso, ricorso n. 2.

Nel frattempo, Cannito vince le elezioni, è a capo della Giunta, ma è anche Assessore all’Urbanistica. Avrebbe potuto costituirsi, nelle more della costituzione avrebbe potuto revocare quella delibera di Giunta, avrebbe potuto dire il motivo per il quale avrebbe revocato quella delibera di Giunta, perché vedeva quello che lui ha dichiarato ad aprile, quindi qualche mese prima rispetto all’elezione, rispetto alla presentazione del ricorso, magari corroborato da una consulenza tecnica d’ufficio, avrebbe potuto dire in quel caso non vi era una semplice variazione, una semplice correzione cartografica, ma si trattava di variante urbanistica. Si sarebbe potuto difendere il Comune di Barletta, nelle sedi opportune e non in Consiglio comunale, come stiamo facendo adesso, ma non l’ha fatto. La società ha avuto tutto il diritto, infatti mi congratulo con l’avvocato della società per aver portato avanti questa battaglia praticamente con un’assoluta serenità, perché ha fatto seguito quella delibera di Giunta il silenzio dell’Amministrazione.

Nel secondo procedimento, dove il Comune non si è costituito, il procedimento si è concluso con una sentenza. Questa sentenza è stata notificata al Comune di Barletta. Il Comune di Barletta, secondo voi, cosa ha fatto? Ha impugnato e nel frattempo Cannito, con l’ufficio tecnico e con la Giunta ha riformulato un’idea diversa rispetto al punto? Assolutamente no.

Quella sentenza non è stata impugnata, è divenuta esecutiva. La parte ricorrente cosa ha fatto?

Si è rivolta al giudice dell’ottemperanza per far sì che il Comune ottemperasse a quello che è il contenuto della sentenza. Anche in quel caso, dinanzi al giudizio di ottemperanza, il Comune non si è costituito. Anche in questo caso il Comune è stato fermo. Poi, è stato nominato un commissario ad acta. Consigliere Bufo, capisco che lei siede nei banchi della Maggioranza e deve cercare di difendere l’indifendibile, ma lei è un collega come me e sa benissimo che il commissario ad acta non può ravvedersi, è un ausiliario del giudice. Come ha detto poc’anzi il commissario, deve portare per mano la nostra Amministrazione, ma non perché il 3 marzo il Consiglio comunale non ha deliberato o perché non si è raggiunto il numero legale, quel giorno si poteva anche raggiungere il numero legale se solo la Maggioranza fosse stata presente, ma anche con i voti dell’Opposizione, se ci fosse stato il numero legale, cosa avrebbe potuto fare la Maggioranza? Confermare la sentenza, quindi votare positivamente. È compito della Maggioranza votare a favore di una delibera che è stata portata dall’Assessore all’Urbanistica e non dell’Opposizione. Cosa ha fatto la Maggioranza? Diciamo che ha sbagliato, ma anche se fosse stata presente, cosa avrebbe potuto fare? Procedere con la rettifica cartografica. In caso di voto negativo, cosa sarebbe successo? L’ha detto il commissario ad acta adesso, il commissario ad acta avrebbe preso quello come un atto di indirizzo, ma non poteva negare quanto indicato nella sentenza, quanto chiesto dal ricorrente. Il ricorrente ha chiesto e ottenuto ciò che ha ottenuto perché il Comune non si è costituito, non ha eccepito nelle sedi opportune quello che

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adesso noi andremo a votare, quello che stiamo decidendo di fare adesso, ma tardivamente. Sia chiaro, se nel caso di specie, visto che c’è un’area boschiva, visto che c’è quello che deve passare attraverso il Consiglio comunale con una variante, se non è passato e l’Amministrazione ha deciso di dormire fino all’ultimo giorno, non è colpa di chi adesso in Consiglio comunale siede, soprattutto se sta nei banchi dell’Opposizione, ma è colpa dell’Amministrazione, in particolare del Sindaco Cannito che ha la delega all’Urbanistica.

Sindaco, è colpa sua.

L’atto di indirizzo che le do è di andare a casa. Le dico di andare a casa, l’indirizzo di casa sua.

Adesso, lei sta cercando di mettere non una pezza, ma dieci pezze, ma sono delle pezze inutili perché il commissario ad acta non può fare altro che fare quello che deve fare e l’eventuale reclamo, nei confronti dell’attività del commissario ad acta, sarà inutile anche come attività, perché il commissario ad acta non farà altro che eseguire una sentenza esecutiva. Deve essere chiaro anche a La Gazzetta del Mezzogiorno, ringrazio il giornalista Daloiso perché ha portato avanti una battaglia giornalistica seria, degna, perché spesso bisogna sottolineare quando i giornalisti lavorano, La Gazzetta del Mezzogiorno lo fa molto bene, bisogna dirlo, ha portato avanti una battaglia degna, però deve essere chiaro che il Consiglio comunale del 3 marzo non avrebbe potuto fare nient’altro, votava per la rettifica o votava contro, ma comunque la rettifica il commissario ad acta a l’avrebbe portata al termine.

Non voglio riprendere quello che il dirigente Lamacchia disse in quel Consiglio comunale, aveva ragione l’architetto Lamacchia.

Adesso, mi trovo in una situazione di imbarazzo. Gridava, urlava in Consiglio comunale, sentiva puzza di tutto: puzza di variante, una delibera nulla. Una volta giunto in Maggioranza, quindi a capo della Giunta comunale, tutti questi dubbi sono spariti e adesso ci troviamo dinanzi ad una società che legittimamente ha portato avanti ad un Tribunale un’istanza. Probabilmente, la realtà processuale, spesso, non combacia con la realtà. Processualmente ha ragione, non saprei dire, perché non è la sede opportuna questa, né sostenere altro. Se il Consiglio comunale è stato espropriato di un sacrosanto diritto, quello di valutare se nel caso di specie ci fosse o no una variante, quindi se il Consiglio comunale è stato espropriato del diritto di votare a favore o contro la variante urbanistica e non la rettifica cartografica, la colpa non è dei Consiglieri comunali che il 3 marzo erano presenti o assenti in Consiglio comunale, il dato era già tratto.

Siamo stati traditi dall’Assessore all’Urbanistica, dal Sindaco e dalla Giunta perché avrebbero potuto tranquillamente revocare. Se il Sindaco parla della volontà di evitare che si faccia o che si possa fare in futuro qualcosa su quell’area, avrebbe potuto farlo prima.

PRESIDENTE:

Consigliere Coriolano, la invito a concludere.

CONSIGLIERE CORIOLANO:

Sto concludendo Presidente, la ringrazio. Ho letto l’emendamento del collega Grimaldi, l’emendamento del consigliere Grimaldi porta proprio nel ragionamento che faccio io, cioè del fatto che molto probabilmente in quell’area vi è un vincolo perché c’è un’area boscata e se c’è un’area boscata – ripeto – doveva arrivare in Consiglio comunale non la rettifica cartografica, ma un altrui cosa. Se la Giunta Cannito era di diverso avviso, rispetto alla Giunta Cascella, rispetto a quello che è stato dichiarato dal dirigente Laricchiuta, avrebbe potuto serenamente discutere di questo tema in Giunta, costituirsi in giudizio e affrontare dinanzi al giudice del TAR questa situazione. Io mi sento violato da quest’Amministrazione. Sia chiaro!

PRESIDENTE:

Grazie consigliere Coriolano. La parola al consigliere Dileo, prego.

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