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tentativo inutile, direi quasi una farsa, perché se da questo atto non deriva nessun effetto giuridico è chiaro che la partita la città l’ha già persa. Non c’è da fare più niente.

Caro collega Bufo, lei che dice che dobbiamo impugnare, possiamo fare tutto quello che vogliamo, e anzi andiamo ancora di più a peggiorare la situazione, perché per impugnare l’atto del commissario ad acta dovremmo sostenere delle spese, quindi i cittadini continueranno a pagare e al danno si aggiunge anche la beffa. Si ritrovano 10 ettari di terreno, che era tipizzato come area boschiva, come cava e poi dobbiamo sostenere il giudizio in maniera tardiva, il che mi sembra una corsa disperata, quasi inutile.

Ho seguito attentamente quello che è stato detto dalla lettura minuziosa della delibera che ha fatto il Sindaco, a quello che è stato detto dopo, però credo che di fronte a questo scenario ci conviene stare zitti. Non serve a niente dire oggi ciò che si doveva fare ieri. Serve solamente a mettere dei pannicelli caldi che servono a chi se li mette, e non servono a dare un esempio di buona amministrazione.

Mi riserverò nella dichiarazione di voto, se ci sarà qualche altro approfondimento, di riflettere sull’utilità. Nello scorso Consiglio ho detto che era una delibera impresentabile, e oggi dico che è una delibera inutile, perché non produrrà nulla, se non forse per qualcuno che pensa di mettersi la coscienza a posto. I cittadini capiscono e non sono stupidi, quindi sanno che, se qualcuno doveva fare qualcosa, doveva farla al momento giusto e non in maniera tardiva.

Questa è delibera che conclama l’inerzia e festeggia il paradosso dell’inutilità amministrativa.

Credo che faremmo bene anche ad accorciare i tempi di questo Consiglio comunale proprio perché non c’è nessuna via d’uscita; è solo autoassoluzione improponibile.

Mi riservo di intervenire successivamente in dichiarazione di voto e poi vorrei ascoltare anche i Presidenti delle due Commissioni. So che è collegato con noi anche il progettista del nostro Piano regolatore, il nostro PUG, dal quale vorrei un parere per capire se tutto il lavoro che abbiamo fatto sin dalla scorsa amministrazione per arrivare all’approvazione del PUG si concilia bene con questo provvedimento che è il provvedimento dell’assurdo. Grazie.

PRESIDENTE:

Consigliere Grimaldi, prego. A lei la parola.

CONSIGLIERE GRIMALDI:

Grazie Presidente. Consiglieri, Sindaco e Assessori, vorrei cominciare facendo una battuta, perché il consigliere Mennea ricordava che ci sono state amministrazioni che cadevano su questioni urbanistiche. Non ho capito se il ricordo voleva essere un auspicio, consigliere Mennea, ma non sarà così.

Volevo cominciare prima di tutto evidenziando una cosa importante, che capita in questa giornata questa discussione: oggi è la Giornata mondiale della Terra. Ormai sono cinquant’anni che si festeggia ed è un invito a cambiare il modo di vivere e di sentire il pianeta. L’appello di quest’anno, che è particolare anche per il periodo che viviamo, è “Mai più come prima”. Il documento è stato firmato da varie personalità della cultura, della scienza e dell’ecologia con un invito a elevare l’impegno civile. Chiaramente per noi che amministriamo una città l’impegno è maggiore e la lotta a combattere l’erosione del territorio deve essere particolare.

Inizio dicendo questo perché le questioni tecniche le lascerò quando presenterò l’emendamento;

al termine farò qualche riflessione.

Gli interventi che mi hanno preceduto mi portano a fare il mea culpa; chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Non avete torto, però facevo quella premessa perché ritengo che in questo momento tutti dobbiamo essere responsabili e cercare insieme di evitare lo scempio, e dirò perché lo sto chiamando così, del nostro territorio.

Faccio un’ulteriore considerazione preliminare: Presidente, trovo curioso che stasera discutiamo con il commissario ad acta, che ci ha detto che veste i panni del Consiglio comunale, quindi

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stiamo discutendo due Consigli comunali di Barletta. Dal punto di vista tecnico questa cosa è veramente curiosa, ma ringrazio il commissario per la sua presenza.

Detto questo, vorrei prima di tutto focalizzarmi su cosa stiamo parlando, perché vorrei che chi ci ascolta o ci segue in tv sappia di cosa stiamo parlando. C’è una richiesta di un ampliamento di una cava che attualmente è probabilmente meno di un ettaro, un ampliamento per 10 ettari, che sono 100 mila metri quadrati. Ci è stato chiesto di realizzare una cava di 100 mila metri quadrati. Voglio dare anche il valore economico e quantitativo alla cava, perché i 100 mila metri quadrati sono pochi, perché vanno moltiplicati per l’escavazione, quindi, se l’escavazione sarà di 10 o 20 metri, ci saranno 2 milioni di metri cubi, che tradotto in valori economici – non faccio il calcolo delle medie di vendita – significa qualcosa che vale tra i 10 e i 15 milioni di euro.

Se leggiamo l’istanza, si parla di ulteriori 981 mila metri cubi da realizzare oltre i 225 mila, quindi l’istante ci dice che ha come previsione di realizzare circa 1 milione 300 mila metri cubi.

L’istante dice inoltre che l’estrazione avverrà tramite gli esplosivi, cioè con la dinamite.

Chiaramente, pur non essendo un tecnico, è inutile che io dica o metta in evidenza quale sarà l’impatto sia per la grandezza che per le modalità di estrazione e di escavazione, quale sarà l’impatto che avrà sull’habitat che esiste. Il riferimento all’habitat è specifico. Concordo parzialmente, perché avete fatto sia una ricostruzione tecnica sia politica esatta, consigliere Coriolano e consigliere Mennea, ma concordo parzialmente perché proprio in virtù di quelle premesse che facevo, della responsabilità che dobbiamo avere, ritengo che un ultimo tentativo lo dobbiamo fare. Quello che diceva il consigliere Bufo è realtà: la possibilità che il commissario, se noi oggi suggeriamo degli ulteriori momenti di istruttoria, di cui forse questa proposta è carente, probabilmente potrà anche approfondirli e probabilmente potrebbe rivolgersi al TAR chiedendo un ulteriore periodo di tempo per approfondire.

Io su questo non sono convinto che abbia una strada obbligata, perché leggo la sentenza. Il dispositivo deve dare le indicazioni definitive, perché non voglio entrare adesso nelle questioni tecniche, che lascio all’Avvocatura e al dirigente tecnico, però se la sentenza dice, da quello che mi viene letto e ho letto, che bisogna concludere il procedimento, evidentemente il giudice non ha ritenuto, nonostante le premesse, di pronunciarsi nel deliberato in un senso o nell’altro. Il commissario, se riterrà quello un errore, è evidente che concluderà questo procedimento con la correzione cartografica. Però qualche spunto mi piace farlo subito. L’errore è quello che manca di correttezza; ciò che non corrisponde alla realtà. Non sono un tecnico, ed ecco perché vorrei la spiegazione dal dirigente; non riesco ancora a evincere in cosa è consistito questo errore. Sapete perché? Se mi si dice, come mi è sembrato di capire, leggendo i sopralluoghi fatti dalla Sovraintendenza, dai Beni culturali, che non hanno trovato gli alberi, in sostanza mi state dicendo che, siccome lì non c’è più quello che avevate previsto nel 1971, con l’approvazione del Piano regolatore, poi modificato con la variante del 2003, non esiste più quella che era la previsione di Piano regolatore, quindi non è un errore. È venuto meno un presupposto, il che significa che devo evidentemente procedere a una variante di Piano regolatore.

Dico questo perché anche nell’emendamento ho messo in evidenza che – ne parlerò un po’ più approfondito – che l’istruttoria che ho letto nelle premesse di questa proposta di delibera in realtà si ferma all’anno 2014. Vorrei sapere se successivamente ci sono stati degli ulteriori sopralluoghi, se è stato verificato che sono stati identificati dei biotipi, che è stato identificato un habitat naturale tale da essere degno di tutela sia da parte della Regione che da parte dell’ISPRA.

La Regione tra l’altro, proprio nell’individuare i biotipi, l’habitat naturale, con una delibera del 21 dicembre 2018, la n. 2442, ha riaperto i termini delle valutazioni tecniche sulla vocazione naturalistica delle aree già tutelate dal vigente PRG. È inserito anche quel sito, a differenza di quanto è stato finora sostenuto anche nelle premesse di questa delibera; quel sito è stato individuato tra uno dei siti da proporre, ma lo spiegherò meglio nell’emendamento.

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Sto dicendo questo perché non è pensabile che si possa adottare da parte del Consiglio comunale, che sia un commissario ad acta o che sia un Consiglio comunale nelle sue piene funzioni, attenendosi a un’istruttoria ormai superata quantomeno negli anni, perché parliamo di un’istruttoria fatta sei anni fa, attenendosi tra l’altro alle virgole, ai punti e ai punti e virgola, di cui parlerò. Voglio comprendere bene perché alcune parti si leggono, alcune parti si interpretano e le altre no. È evidente che lo stato di conoscenza e di consistenza di quell’area va sicuramente aggiornato con un’istruttoria che abbia un valore conoscitivo più approfondito di quello indicato oggi, ma è sempre così ormai dalle tre delibere precedenti, fermo al 2014.

Bisogna andare su quella collina, bisogna vedere che cosa è stato chiesto e che terreno c’è.

Quello è un terreno che per la durezza della pietra richiede l’esplosivo, è un terreno su cui passano dei corsi d’acqua - mi sembra un esempio a Canne della Battaglia – che diventano addirittura sorgenti naturali. Dovrebbe essere la fontana di San Ruggero, se non sbaglio. Creano l’habitat di cui parlavo e che viene individuato dalla Regione nel dicembre 2018, non sei o sette anni fa. Non parliamo di quello che è l’effetto sull’inquinamento ambientale.

L’intervento deve essere politico e dobbiamo porcelo noi, e se siamo arrivati in ritardo, come ho detto all’inizio, ce ne prendiamo le responsabilità, ma adesso sto chiedendo a tutto il Consiglio, perché arriverò anche sulle responsabilità, una partecipazione di idee che possa consentire di evitare lo sventramento del nostro territorio, che è una responsabilità di tutti noi, al di là delle questioni tecniche, delle cause e delle omissioni, di cui sicuramente dovremo parlare, di cui sicuramente dovremo tornare per comprendere che cosa è accaduto sia politicamente sia tecnicamente, perché anche la burocrazia dovrà spiegarci alcune cose. Perché viene fatto un ricorso sul silenzio? Io non l’ho ancora capito. Questo genera una responsabilità di noi Consiglio comunale a tal punto da indurre il giudice amministrativo a darci dei termini perché siamo stati silenti. Voglio comprendere, come diceva prima qualcuno (sia il consigliere Coriolano sia il consigliere Mennea), perché non ci siamo costituiti. Il collega ritiene che sul silenzio – spero di sentirlo dopo, così ce lo spiega – non possiamo far nulla, ma probabilmente costituendoci qualche osservazione l’avremmo potuta pure fare. Forse avremmo avuto anche la possibilità di far cambiare idea. Tutto è in dubbio, ma questo è quello che è stato in questo momento, proprio per evitare che si abbia lo sventramento del nostro territorio, dobbiamo cercare una soluzione comune tra i dirigenti, i Consiglieri e l’Avvocatura. Vediamo di trovare quale può essere la migliore soluzione.

Mi sono permesso di fare quell’emendamento perché vorrei che il commissario ad acta - al Sindaco e al Presidente chiederò di inviare la delibera di questo Consiglio comunale - leggendo che vi è la possibilità di fare un’istruttoria differente… ho annotato una frase: “avevo il lavoro facile e pronto”. Quelle sono le carte che sono state sottoposte. Se continuiamo a ragionare su quelle non ne verremo mai fuori.

Probabilmente dando dei suggerimenti ulteriori, invitandolo a fare un’istruttoria differente o ulteriore rispetto a quella che è stata fatta, è possibile che possa chiedere un ulteriore termine per approfondire. Questo è l’augurio e questa è la speranza. Sulle questioni tecniche faccio solo un rilievo veloce, perché ho parlato di habitat e di biotipi; non è il bosco il vincolo, ma è area boscata, che ha tutt’altro significato, molto più ampio, tanto da essere preso in considerazione anche dalla Regione a fine 2018. Quando presenterò l’emendamento approfondirò ulteriormente. Grazie.

PRESIDENTE:

Grazie consigliere Grimaldi. Visto che si è collegato all’avvocato Caruso, io chiederei il suo intervento. Sindaco, lei è d’accordo? Se c’è l’avvocato Caruso in linea.

DIRIGENTE Dott. CARUSO:

Buonasera. Saluto tutto il Consiglio comunale e ringrazio per questa possibilità di

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partecipazione che è stata concessa all’Avvocatura comunale, che nel suo modesto compito che svolge vorrebbe dare il suo apporto costruttivo a questa deliberazione che è stata proposta al Consiglio comunale.

Riepilogando brevemente la vicenda, perché ho seguito a tratti e ho visto anche che era collegato il commissario straordinario, l’ingegner D’Onghia, che saluto e la ringrazio per questa disponibilità, per quanto riguarda la vicenda giudiziaria, ci sono due contenziosi: uno riguarda l’istanza di ampliamento e l’altro riguarda la rettifica cartografica. Il Sindaco quando ero collegato ha fatto la lettura del provvedimento e ha esposto una serie di dati che sono stati acquisiti dall’Amministrazione comunale.

Per quanto riguarda la posizione dell’Amministrazione nell’inerzia, cioè nel giudizio che ha dato origine alla nomina del commissario straordinario, mi piacerebbe chiarire che è un giudizio relativo a un’istanza del privato di una rettifica cartografica. Per quanto riguarda l’aspetto normativo, il punto di riferimento è l’articolo 2 della legge n. 241: il privato ha un interesse alla conclusione del procedimento amministrativo attraverso un provvedimento espresso. Se il provvedimento espresso non è intervenuto, tecnicamente si qualifica questo silenzio come inerzia. L’eventuale costituzione in giudizio dell’Ente non avrebbe potuto apportare alcuna utilità proprio perché, come ha detto anche il consigliere Grimaldi, non è una sentenza che è scesa nel merito, ma ha stabilito solo l’obbligo di conclusione del procedimento amministrativo di rettifica cartografica. Non avendo esercitato il potere amministrativo l’Amministrazione comunale, adesso è subentrato un altro organo straordinario, così definito dalla giurisprudenza, che ha sostituito l’Amministrazione comunale. Il consigliere Grimaldi aveva detto giustamente, in modo alquanto colorito, che è curioso che in questa seduta ci siano due Consigli comunali:

uno del commissario ad acta e uno dell’Amministrazione comunale.

Questa situazione non elimina il potere amministrativo generale, che rimane in capo all’Amministrazione comunale. Mi spiego meglio: come ha detto anche il commissario ad acta in quel piccolo intervento che ho avuto la possibilità di seguire prima che intervenisse il blackout elettrico a Trani, il commissario ad acta è il soggetto che è deputato ad accompagnare un bambino nell’ultimo tratto di strada, quello che lo separa dal raggiungimento della scuola. Il raggiungimento della scuola in questo preciso momento è il provvedimento finale di rettifica cartografica. A livello giuridico conosco benissimo la situazione e non mi sento in grado di influenzare l’operato del commissario ad acta, il quale aveva giustamente detto – lo sottolinea anche il consigliere Grimaldi – che deve agire nell’esercizio del potere amministrativo sulla base di un’istruttoria, un’istruttoria che può essere conclusa, non conclusa oppure parziale o totale. Sotto questo profilo il commissario straordinario dovrà emettere un deliberato che sostituisca il deliberato che non ha adottato l’Amministrazione comunale.

Fatta questa debita premessa, che mi sembrava giusta portare sotto il profilo giuridico, passo a esaminare l’ultimo aspetto, quello che forse il consigliere Grimaldi ha evidenziato anche con lo sfondo della sua stanza. Quello che permane in capo all’Amministrazione comunale, e su questo non si pone in conflitto con il potere amministrativo del commissario ad acta, che è limitato solo alla conclusione del procedimento di rettifica catastale, è quello di governare l’uso del territorio, cioè la programmazione. Per concludere, l’Amministrazione è stata inerte fino a questo punto, però con questa proposta di deliberazione intende esercitare quella potestà amministrativa generale che le rimane per governare e programmare tutto l’uso del territorio. Si badi bene che non è una situazione limitata al contenzioso. Il contenzioso, che è stato richiamato nella parte narrativa della proposta di delibera che viene oggi in votazione, è solo lo spunto storico per valutare l’uso del territorio, che coinvolge interessi pubblici che l’Amministrazione può benissimo governare, anche con un atto di indirizzo politico, che naturalmente, essendo un atto di indirizzo politico, non ha valore retroattivo, ma ultrattivo.

Queste parole a livello giuridico possono essere non chiare. Questa eventuale delibera di indirizzo politico non regolamenta il passato, ma è un punto di partenza per la tutela più

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opportuna degli interessi pubblici da ora e per l’avvenire se dovesse essere approvata nella seduta consiliare odierna. Questo è quello che in piena coscienza e valutando anche tutte le norme che esistono nel nostro ordinamento mi sento di presentare e rappresentare al Consiglio comunale. Io ho concluso, però resto disponibile per qualsiasi intervento.

PRESIDENTE:

Grazie avvocato Caruso. C’è il consigliere Coriolano che vuole rispondere al consigliere Bufo.

Prego, consigliere Coriolano.

CONSIGLIERE CORIOLANO:

Grazie Presidente. Non solo al consigliere Bufo, ma anche a chi ha seguito gli interventi successivi a quelli del consigliere Bufo, perché mi danno l’opportunità di chiarire quale esponente del Movimento 5 Stelle anche il fatto che noi del Movimento 5 Stelle siamo anche tecnici, preparati e competenti sulla materia. Non voglio fare il professore, però voglio sancire alcuni passaggi che devono essere chiari. Mi permetto di dire che, essendo un avvocato, probabilmente di questi passaggi ne sono a conoscenza, e mi dispiace che chi mi ha preceduto – il collega Bufo – abbia fatto quasi l’avvocato d’ufficio. Dico questo perché il ruolo del commissario ad acta è di garantire la stabilità del giudicato. La sentenza è passata in giudicato;

come ha detto il commissario ad acta, il solco è tracciato nella sentenza n. 620/2019. Perché l’Amministrazione non si è costituita? Semplicemente perché noi dobbiamo ricordare la delibera di Giunta che conteneva la transazione tra il ricorrente e il Comune di Barletta.

All’esito di questa transazione il ricorrente si aspettava che al Consiglio comunale arrivasse la proposta di delibera e che la delibera venisse approvata. Non è successo, ma quello che è grave è che in quella Giunta comunale sedevano l’Assessore Lanotte e l’Assessore Lasala, che probabilmente hanno condizionato. L’Assessore all’Urbanistica, Cannito, il dubbio ce l’aveva…

(Interventi fuori microfono) CONSIGLIERE CORIOLANO:

Il discorso deve essere chiaro. Mi faccia concludere, per favore. L’ufficio tecnico comunale ha avallato fino al 2018 e al 2019 che si trattava di una correzione cartografica e non di una variante urbanistica. La Giunta comunale Cannito fino al 3 marzo ha pensato questo, perché è rimasta inerte, e quando il consigliere Bufo dice che ci sono fatti nuovi, quelli che probabilmente porterebbero a una variante urbanistica e non a una correzione cartografica, questi fatti nuovi dovevano essere portati dinanzi al giudice revocando quella delibera di Giunta e dicendo che secondo l’Amministrazione si tratta di una variante e non di una correzione.

Quando il collega Bufo dice che il 3 marzo paventava il pericolo attuale, sbaglia. La maggioranza fino al 3 marzo riteneva che si trattava di una rettifica cartografica. Quando il consigliere Bufo parla di un errore madornale del commissario ad acta, qualora dovesse non dare esito al contenuto della sentenza, sbaglia, perché il commissario ad acta deve garantire (…) del giudicato. Per quanto riguarda il reclamo che si può fare avverso gli atti del commissario ad acta, il reclamo può essere fatto dall’Amministrazione, ma anche dal ricorrente. Si può fare quando il commissario ad acta non rispetta il giudicato, quindi nel caso in cui il commissario ad acta decidesse di non rispettare il contenuto della sentenza, quindi non procedere alla variazione cartografica, sarà la società ricorrente a porre reclamo, che sarebbe accolto. Invece se il Comune dovesse proporre reclamo avverso all’esecuzione della sentenza da parte del commissario ad acta quel reclamo sarebbe respinto. È semplice ed elementare. Io sono un uomo di legge e a me dispiace tutto quello che sta succedendo. Mi sento violato da

Quando il collega Bufo dice che il 3 marzo paventava il pericolo attuale, sbaglia. La maggioranza fino al 3 marzo riteneva che si trattava di una rettifica cartografica. Quando il consigliere Bufo parla di un errore madornale del commissario ad acta, qualora dovesse non dare esito al contenuto della sentenza, sbaglia, perché il commissario ad acta deve garantire (…) del giudicato. Per quanto riguarda il reclamo che si può fare avverso gli atti del commissario ad acta, il reclamo può essere fatto dall’Amministrazione, ma anche dal ricorrente. Si può fare quando il commissario ad acta non rispetta il giudicato, quindi nel caso in cui il commissario ad acta decidesse di non rispettare il contenuto della sentenza, quindi non procedere alla variazione cartografica, sarà la società ricorrente a porre reclamo, che sarebbe accolto. Invece se il Comune dovesse proporre reclamo avverso all’esecuzione della sentenza da parte del commissario ad acta quel reclamo sarebbe respinto. È semplice ed elementare. Io sono un uomo di legge e a me dispiace tutto quello che sta succedendo. Mi sento violato da

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