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La consulenza tecnica di un perito, esperto di un determinato ramo del sapere, poteva aiutare il giudice a ricostruire la verità processuale e dare nuove

informazioni necessarie alla conclusione del processo. In questo caso i periti,

che si sono occupati di confrontare le sottoscrizioni presenti nei mandati con

le firma di accettazione dei pubblici rappresentanti, sono dei lettori di caratteri

presso l’ufficio dell’Avogaria di Comun

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. Il giudice chiede anche una perizia

tecnica di alcuni archivisti per un confronto del carattere dell’unico pezzo di

carta (Fig.8)ritrovato in possesso del retento Francesco Trombetta (da lui

riconosciuto come proprio nel suo costituto) con il carattere presente in alcuni

mandati falsificati. La carta, un conto di un debito di 27 Lire presso un oste,

sarà fondamentale per riconoscere il carattere della scrittura di Francesco

Trombetta che era stato accusato dagli altri retenti di essere il falsificatore dei

mandati. La consulenza tecnica dei periti fornirà quegli elementi utili al

giudice per arrivare ad una sentenza di colpevolezza.

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Questa magistratura esisteva già dal XII secolo, si componeva di tre avogadori eletti per un periodo da dodici a sedici mesi. Le sue funzioni, dapprima difensive sui beni del Comune, divennero con il tempo sempre più ampie coinvolgendo la vigilanza e il controllo politico- amministrativo e finanziario-contabile sugli organi centrali e periferici dello Stato. In veste di organo di controllo, dalla metà del XIII secolo, l'Avogaria fu spesso divisa in due distinti uffici «de intus et de foris». Il magistrato possedeva, inoltre, facoltà di accusatore pubblico nei consigli, di sospensione di qualsiasi parte, terminazione o sentenza ritenuta contraria alla legge. Almeno un avogadore aveva l'obbligo di presenziare alle deliberazioni del Maggior Consiglio ed intervenire in Consiglio dei dieci a tutela della legge.http://www.archiviodistatovenezia.it. Dopo l’istituzione del Consiglio dei Dieci infatti si decretò che un avogadore dovesse sempre partecipare alle assemblee del Consiglio per sostenere le ragioni del fisco, per placitare chi contravvenisse ai decreti , ma potevano intervenire senza il diritto di votazione. Una legge del 1352 stabilisce che gli avogadori avrebbero avuto competenze in materia criminale, come giudici di appello. L’appellazione era un ricorso ad un giudice superiore contro una sentenza data da un giudice inferiore. Le competenze civili vennero attribuite agli Auditori Novi.

Fig.8 Unica carta ritrovata nelle tasche del retento Francesco Trombetta nel quale è riportato un debito di Lire 27 con l’oste Gregorio. La carta sarà fondamentale per riconoscere il carattere della scrittura di Francesco Trombetta che era stato accusato dagli al

falsificatore dei mandati.

Adì 28 Febbraio 1788

Gli Illustrissimi, ed eccellentissimi Signori Rettori coll’eccellente Corte p vedutale e volendo hann’

effetto fatto il confronto del carattere del foglio o sia Polizza esistente in Filza n° 37 ritrovato indosso al retento Francesco Trombetta, e da lui riconosciuto di proprio carattere, e li mandati n° 2

n° 20- 11 ritrovati indosso al retento Marco Biagio Monaco, n° 39. 41. 47 ritrovati indosso a Teresa Boeman retenta che disse essere di ragione di Francesco Trombetta, e n° 60. 61 ritrovati al defunto Giuseppe Rubini, onde ne sia riconosciuto il Carattere sic

detto

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nica carta ritrovata nelle tasche del retento Francesco Trombetta nel quale è riportato un debito di Lire 27 con l’oste Gregorio. La carta sarà fondamentale per riconoscere il carattere della scrittura di Francesco Trombetta che era stato accusato dagli altri retenti di essere il

Adì 28 Febbraio 1788

Gli Illustrissimi, ed eccellentissimi Signori Rettori coll’eccellente Corte p vedutale e volendo hann’ordinato che da Periti Scrittori sia pro ogni buon fine, ed

atto il confronto del carattere del foglio o sia Polizza esistente in Filza n° 37 ritrovato indosso al retento Francesco Trombetta, e da lui riconosciuto di proprio carattere, e li mandati n° 2-6-7 presentati dall’impunitante Antonio Belli, vati indosso al retento Marco Biagio Monaco, n° 39. 41. 47 ritrovati indosso a Teresa Boeman retenta che disse essere di ragione di Francesco Trombetta, e n° 60. 61 ritrovati al defunto Giuseppe Rubini, onde ne sia riconosciuto il Carattere sic

nica carta ritrovata nelle tasche del retento Francesco Trombetta nel quale è riportato un debito di Lire 27 con l’oste Gregorio. La carta sarà fondamentale per riconoscere il carattere tri retenti di essere il

Gli Illustrissimi, ed eccellentissimi Signori Rettori coll’eccellente Corte pretoria ordinato che da Periti Scrittori sia pro ogni buon fine, ed atto il confronto del carattere del foglio o sia Polizza esistente in Filza n° 37 ritrovato indosso al retento Francesco Trombetta, e da lui riconosciuto di 7 presentati dall’impunitante Antonio Belli, vati indosso al retento Marco Biagio Monaco, n° 39. 41. 47 ritrovati indosso a Teresa Boeman retenta che disse essere di ragione di Francesco Trombetta, e n° 60. 61 ritrovati al defunto Giuseppe Rubini, onde ne sia

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Fu dato l’ordine in forma al detto Comandante pro la citazione di due periti scrittori affine

detto

Riferì il detto (Comd.r) aver citati ed esaminati li Signori Angelo Belloni archivista del Territorio, Pietro Ghida archivista dell’ospitale, e Domenico Tonoli nodaro, e coadiutore dell’ordinario Pretorio affine detto

Venuto in Officio a citazione

Ufficial Signor Ghiada quondam Giovan Battista archivista dell’Ospital nominato, ammonito, avvertito della Commisione con rito col pretesto del doppio giuramento fu

Interrogato: se tenga egli cognizione di caratteri

Rispose: Essendo io archivista si può dir che questa è la mia professione perché maneggio scritture tutto il giorno.

Esibitegli perciò li mandati n° 2.6.7.11.20.41.47.39.60.61, e il Foglio o sia carta n° 37 gli fu concesso di ben esaminare li detti dieci mandati, e così pure il detto Foglio n° 37 e farne il confronto del carattere dell’uno agli altri, e dirne alla Giustizia, la sua opinione; lo che da lui sul fatto eseguito.

Interrogato rispose: Mi pare che il carattere di questi mandati sia lo stesso che quello della carta n° 37 perché le lettere si somigliano, ma non posso però assolutamente asserirlo perché lo scritto di detta carta 37 è poco. Le lettere u. g. z. sono affatto simili.

Ad Generalia Recte Respondit, Lectum Confirmavit et iuravit de veritate et silentio annorum ut dixit 49 circiter.81

Il ricorso sempre più incisivo, nel corso della seconda metà del Settecento,