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Sono troppi gli interessi che intervengono nelle dinamiche che si mettono in atto rispetto al progresso, volendo essere giustamente drammatici, si pu`o parlare di poteri occulti, di speculazione, di pressioni e interessi politici, di concorrenze sleali.

La filosofia ci invita ancora a tornare all’essere dell’uomo, ci invita a evi- tare di scendere a compromessi con un progresso che limita le scelte che non tiene conto della libert`a dell’uomo rispetto alle sue decisioni. Non si pu`o mer- canteggiare di fronte al bene dell’uomo che dovr`a essere sempre considerato come un bene che da dignit`a alla vita rendendola degna di essere vissuta.

Nel timore di cadere in un pensiero vuoto di contenuti reali, cos`ı come alle volte si `e presentata la filosofia, si dovr`a considerare ora che anch’essa ha fatto i suoi passi avvicinando il suo pensiero alla realt`a dell’uomo.

Ora il suo obiettivo non `e il raggiungere la verit`a assoluta, essa ora non vive pi`u i piani alti e irraggiungibili. La filosofia si `e avvicinata all’essere dell’uomo e di lui si interessa, quell’uomo che attraverso la sua intelligenza, giustamente produce ricerca rispetto a di ci`o che `e il bene per lui, senza mai saturarsi.

La filosofia della scienza, in particolare, che ha come oggetto la riflessione critica sulla natura, le metodologie, le implicazioni culturali, le storie dei popoli, le credenze e le usanze, guarda alla tecnica ed alla scienza con interesse per poter capire ci`o che esse mettono al servizio dell’uomo, quali sono i nuovi obiettivi, senza dimenticarsi di vigilare sul come e sul perch´e di ci`o che esse, scienza e tecnica, mettono in atto. La filosofia entra anche con il compito di salvaguardare il principio di responsabilit`a che, se ben esercitato, mette la scienza con le spalle al muro richiamandola al servizio dell’uomo.

La filosofia sar`a sempre di pi`u chiamata a vigilare sul cammino del pro- gresso, tenendo ben presente che esso non `e altro che l’avanzamento da potenza a potenza.

La filosofia, cos`ı aperta ai bisogni dell’uomo dovr`a conservare integro il vero significato del termine potenza considerandolo sempre come un poter essere e un poter fare, mantenendo, allo stesso tempo, il confine stabile fra

illusione e disillusione, intesa la prima come un tutto fattibile senza alcun impedimento e la seconda come il ritornare a considerare il potere con la realt`a dei fatti leciti.

Tuttavia, per evitare la sfida alla filosofia e alla teologia lanciata dalla scienza moderna, sar`a indispensabile pensare all’etica ed alla bioetica che ora hanno ben presente la realt`a della modernit`a. Non si chiede certamente di ritornare all’antico, e Jonas, questa impossibilit`a di ritorno al passato, la esprime chiaramente attraverso il suo pensiero. Egli non cade nella formula- zione di un’etica scontata, calata dall’alto come pu`o essere l’etica dei principi che viene imposta dall’esterno con la pretesa di essere imposta, dichiarando in maniera radicale che il progresso `e dannoso e l’etica deve mirare al ritorno alla natura. Non una determinata concezione di uomo o di scienza e tecnolo- gia che la filosofia deve occuparsi, non un’etica del assolutamente buono del prima e del tutto dannoso ci`o che ha portato la modernit`a ma,

poich´e la tecnica `e entrata a far parte di tutto ci`o che riguarda l’uomo - vivere e morire, pensare e sentire, agire e patire, ambien- te e uomo, desideri e destino, presente e futuro – in breve poich´e `e divenuta un problema centrale e presente per l’intera esisten- za dell’uomo sulla terra, essa concerne anche la filosofia e deve esistere perci`o una sorta di filosofia della tecnologia.14

Non si tratta di scendere a odiosi compromessi, bens`ı di riconoscere il va- lore del progresso, che via, via `e entrato a far parte della vita dell’uomo come naturale spinta alla risoluzione dei suoi problemi. L’uomo come essere intel- lettuale `e portato, per natura, a progredire ed `e innaturale pensare che egli possa restare immobile di fronte agli eventi pi`u o meno gravosi. Al contrario l’uomo, attraverso le frustrazioni imposte dalla vita, cercher`a continuamente i mezzi per risolverle e renderle in qualche modo assumibili.

Non `e un rovesciamento delle priorit`a, quello che suggerisce Jonas, non `e una riflessione teorica sulla tecnica e la scienza ma, partendo dal presupposto che esse sono entrate a far parte della vita dell’uomo, `e la presa d’atto che gli

eventi costringono la filosofia e l’etica a doversene occupare per non permet- tere che esse prendano il sopravvento nella vita dell’uomo dimenticando, dato la loro struttura, che l’essere umano non `e un essere meccanico ma l’insieme di corpo e spirito, di bisogni materiali ma anche spirituali.

Dunque, progresso indispensabile ma vigile, tecnica s`ı ma al servizio del- l’uomo reale, solo cos`ı si potr`a alimentare la speranza del raggiungimento di un bene rivolto all’uomo comune.

Non sar`a azzardato pensare che potrebbero essere filosofia ed etica in- sieme, i mediatori fra la realt`a e la speranza, perch´e se proprio la speranza viene a mancare, se la scienza non ha limiti rispetto alla sua applicabilit`a, non riconosce un comportamento rispettoso verso l’uomo e la natura che lo circonda, se i risultati del progresso non sono applicati eticamente, se l’appli- cazione in campo biologico non si trasformino in bioetica, i fatti parleranno e gi`a parlano chiaro: non sar`a il bene dell’uomo il principale obiettivo ma emerger`a l’interesse di alcuni.

Per non restare in un pensiero depressivo, per alimentare la speranza, altre vie dovranno essere praticate, e saranno le vie che porteranno l’essere umano verso una cosciente autonomia e libert`a.