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COPERTINE DI CITTÀ: IL LOGO ÈBOLOGNA

Una manifestazione possibile del logo di Bologna

Il logo di Bologna come “alfabeto condiviso”, dispositivo sincretico di scrittu- ra della cittò (logo grafico-visivo).

Il logo di Bologna a partire dal sito. Artefatto incompleto attraverso cui il fruitore ca costruire l’immagine dilla città

Bologna come città aperta, il cui logo è flogo è prodotto da processi di costruzione partecipati e condivisi

Bologna come città aperta, il cui logo è prodotto da processi di costruzione partecipati e condivisi

3.2.2.5 Parentesi. Copertine di città: il logo ÈBologna, e la costruzione materiale di un’immagine

Durante gli anni di lavoro sul campo si è potuto assistere a un fatto alquanto curioso: Bologna era dovunque, grazie a un particolare supporto materiale grafico-visivo, differente di volta in volta in base alla sua posizione, al colore, alle scritte affiancate a delle figure composte da linee, superfici e colori. Per chiarire questa considerazione abbastanza criptica e d’impatto, è utile partire da una tautologia in forma duplice.

La prima figura nella tavola alla pagina precedente è solo una delle molteplici possibilità realizzabili e fruibili. La scelta della tonalità prevalente del rosso risulta del tutto arbitraria, al limite può essere utile ad introdurre una delle formule che si incontrerà in seguito, attraverso cui la città è definita da alcuni suoi abitanti: “Bologna la Rossa”, una frase che si sente spesso pronunciare sia agli autoctoni che ai non autoctoni, con diverse sfumature e toni di voce (nostalgici, critici, allegri, neutri)185

. Nel corso del lavoro di campo è stato possibile osservare la diffusione di queste figure complesse su supporti precisi: volantini, manifesti, brochure, siti web. La loro posizione, di volta in volta adeguata alla situazione concreta, afferisce all’ambito discorsivo urbano generale. La posizione specifica è variabile: nei volantini e nei manifesti prevalentemente in alto o in basso, come anche nelle brochure, dove a volte questa figura complessa occupa lo spazio della copertina o funziona come segnaposto o capitale epigrafica.

La scelta che risulta dalla composizione finale risulta essere solo parzialmente libera, in quanto il lettering è stato generato per metà in maniera automatizzata attraverso un algoritmo informatico digitale. Infatti non esiste un primum, un artefatto-matrice a partire dal quale analizzare le variazioni, ovvero gli artefatti che sono leggibili come manifestazioni possibili. Ciò che può somigliare a un artefatto-matrice, infatti, risulta incompleto in se stesso, a causa della mancanza di alcuni elementi grafico-visivi (la figura colorata e la scritta sotto al termine “Bologna”). Ciò che viene definito come le molteplici manifestazioni, a partire da un artefatto- matrice incompleto, è parte di un macro-artefatto definibile come il logo della città di Bologna. La specificità che ci porta a definirlo come un tipo particolare di copertina della città sta nel fatto che, contrariamente alle volte in cui ci si trova di fronte a un artefatto come un logo, per la città di Bologna è possibile osservare non solo l’artefatto finito, ma assistere e partecipare al percorso attraverso cui esso viene ottenuto.

Tra i siti web in cui è possibile osservare questo artefatto ve ne è uno particolare:

www.ebologna.it, aperto, raggiungibile e fruibile da chiunque possegga un dispositivo connesso alla rete. Qui si legge che

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è Bologna è più di un semplice logo, è un alfabeto186

che sostituisce alle singole lettere segni astratti elaborati a partire da alcune figure tipiche della città di Bologna: la croce e il giglio del gonfalone, i mosaici di S. Maria dei Servi, il rombo presente nello stemma antico, la forma esagonale della cinta muraria187

.

Il sito È Bologna si presenta all’utente attraverso una pagina bianca bilingue (italiano e inglese) con al centro un tondo dal contorno tratteggiato. All’interno del tondo sono leggibili due scritte:

• qual è il tuo simbolo della città di Bologna? • scrivi una parola per creare il tuo logo.

Al di sotto di questa prima zona vi è una stringa attraverso cui è possibile posizionare il cursore della propria tastiera, seguito dalla scritta “è Bologna” e da una barra colorata con un tondino. Se si sposta quest’ultimo cursore prima di scrivere qualcosa non succede nulla. Nel momento in cui si inizia a digitare, il tondo tratteggiato e le scritte spariscono, mentre compaiono la parola che si sta digitando e una figura colorata. Muovendo il tondino che si trova sulla barra multicolore, è possibile modificare il gradiente di colore. A ogni lettera dell’alfabeto corrisponde una figura che, occupando la parte del tondo tratteggiato, disegna una figura colorata complessa. Non vi sono figure che corrispondono ai segni diacritici o ai segni di interpunzione. Sempre sul sito si legge che

con questi segni è possibile perciò ‘scrivere’ qualsiasi concetto riferibile alla città, includendo ogni caratteristica fisica o astratta, generale o personale, che si vuole associare a Bologna. I segni, sovrapponendosi nella composizione delle parole danno così origine a un vero e proprio ‘codice’ di scrittura, unico e distintivo di Bologna, capace di raccontare le molteplici forme della città188

Nel corso della scrittura di una parola, qualora vi sia una lettera doppia, la figura corrispondente non viene ripetuta. Più si scrive, più aumenta la densità dei tratti che compongono la figura, più la configurazione diviene condensata e i suoi componenti più compatti e meno leggibili come figure separate. Le figure possono avere diversi gradi di trasparenza; anche la scelta per questo parametro, attraverso cui rendere la figura più o meno marcata rispetto allo sfondo, è delegata all’algoritmo. Al termine del percorso è possibile condividere il logo attraverso tre pulsanti di redirezione, che conducono l’utente sulla piattaforma di social media prescelta per la condivisione online dell’artefatto che ha composto.

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http://ebologna.it/img/pdf/alfabeto-e-bologna.pdf

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http://ebologna.it/ sezione “About”.

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http://ebologna.it/ sezione “About”. Cfr. anche “A partire dal III secolo d.C. Bologna fu cinta da mura edificate

in tre cerchie successive e di cui ancora oggi rimangono visibili significativi tratti nel centro storico (come ad esempio i torresotti o le porte). La Cerchia del Mille, la seconda in ordine cronologico, identifica ancora oggi il nucleo più centrale della città, mentre la terza cerchia, costruita attorno al 1300 e quasi completamente demolita all’inizio del ventesimo secolo, corrisponde agli attuali viali di circonvallazione” (Prospero dinuovoincentro 2014, p. 11)

Il logo, composto di volta in volta, è una versione in bassa definizione. L’artefatto-matrice risulta incompleto per alcuni motivi:

• prima di tutto per il fatto che non esiste una versione ufficiale del logo, ma chiunque accede alla piattaforma può realizzare la sua versione originale;

• in seconda battuta, per il fatto che “l’implementazione completa del progetto grafico è attualmente in corso di realizzazione sia in relazione alla definizione del codice di scrittura che dei criteri di applicazione ai diversi supporti e nei diversi contesti189

”, cioè sia per ciò che riguarda il funzionamento tecnico dell’algoritmo che la condivisibilità su piattaforme online e offline;

• in ultimo, per il fatto che lo sviluppo stesso della piattaforma è in divenire; per il momento essa “permette a chiunque scriva la propria parola di partecipare alla costruzione condivisa di un vero e proprio nuovo vocabolario della città di Bologna”190

. A lungo andare, l’obiettivo è quello di raccogliere in una sezione “le parole generate e partecipare alla loro definizione offrendo il proprio punto di vista”191

.

Il logo della città di Bologna è un artefatto materiale attraverso cui poter cogliere gli effetti di un fenomeno di brandizzazione della città – da qui la definizione del logo come copertina della città. Inoltre atttraverso esso è possibile cogliere alcune immagini attraverso cui articolare l’effetto; esse sono figurativizzate da termini quali “apertura”, “partecipazione” e “condivisione”. Alla costruzione della copertina partecipa chiunque utilizzi la piattaforma “È Bologna”, dove si legge che “il payoff ‘è Bologna’ associato a ogni parola composta con il nuovo codice, diventa così elemento unificante di tutti i soggetti, tutte le azioni, tutti i concetti che fanno Bologna, che sono Bologna, ovvero tutto ciò che è Bologna”192

. Vi sono tuttavia alcune limitazioni, che non derivano solo dal fatto che la piattaforma sia attualmente in fase di sviluppo, ma anche dal fatto che chiunque necessiti di un file in risoluzione più alta rispetto a quella fornita, in un formato maggiormente versatile rispetto al file immagine condivisibile sulle piattaforme online, debba ottenerlo direttamente da Urban Center Bologna, proprietario della piattaforma e detentore dei diritti e dei doveri sull’artefatto-incompleto e sulle sue possibili declinazioni. La ricezione di un file versatile e in alta risoluzione del logo è subordinata esclusivamente a “finalità istituzionali/promozionali”193

. Attraverso le limitazioni che la piattaforma e il detentore dei diritti pongono, ci si tutela a livello legale194

. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 189

http://ebologna.it/ sezione “About”.

190

http://ebologna.it/ sezione “About”, corsivi nostri.

191

http://ebologna.it/ sezione “About”, corsivi nostri. Cfr. anche il dossier dedicato al tema curato dall’Urban

Center di Bologn, in Bibliografia ad vocem Grandi, Prospero 2015 ebolognacitybranding)

192

http://ebologna.it/ sezione “About”.

193

http://ebologna.it/ sezione “About”.

194

Cfr. “La documentazione, le immagini, i caratteri, la grafica, il software, qualsiasi altro contenuto del Sito, tutto il codice sorgente per implementare lo stesso (ivi escluso librerie software di terze parti, regolate dalle rispettive licenze d’uso), ovvero qualsiasi logo o marchio o cromia generati a mezzo del Sito o del software ivi contenuto, sono esclusiva proprietà del Comitato Urban Center Bologna, essendone vietati – in qualsiasi forma, anche

Il logo, per il particolare modo attraverso cui è stato costruito e attraverso cui è fruibile oggi a chiunque possegga una connessione internet, è utile a considerare due processi: uno, leggibile attraverso un’isotopia estetica, di brandizzazione di Bologna come una città “aperta”; l’altro, leggibile attraverso un’isotopia estetico-politica e politico-funzionale, di progressiva costruzione dell’immagine di Bologna come città caratterizzata dalla pratica della collaborazione. I due processi, tuttavia, risultano contradditori, dal momento che, se chiunque può partecipare alla definizione del nuovo lessico della città, non tutti hanno piena capacità di azione politica funzionale ed estetica. I fruitori della piattaforma sono dunque divisi tra: fruitori- produttori di un’immagine ufficiale e fruitori-produttori di un’immagine ufficiosa. Questa suddivisione, da cui dovrebbe emergere un’immagine della città condivisa, produce un effetto di conflittualità. La suddivisione, inoltre, delinea due ambiti di azione, uno istituzionale e l’altro informale, confermando parzialmente le riflessioni che si sono condotte precedentemente195

e richiedendo a una disamina più approfondita che si condurrà attraverso l’analisi delle mappe

USE-IT, le quali sono definite dagli autori stessi come dei dispositivi di condivisibilità sia della

città che della sua immagine.

3.2.3 La mappa e/è Bologna

Nel caso di una mappa turistica abbiamo a che fare con un dispositivo che scrive una pratica particola e si inscrive in uina cornice discorsiva particolare: quella del viaggio e della visita di una città da parte di uno straniero, il turista. La pianta della carta turistica viene denominata anche pianta monumentale, poiché fa da supporto per la collocazione di alcuni landmarks utili a indicare la posizione dei monumenti e dei luoghi da visitare in città. La carta turistica, pertanto, assume il ruolo principale di guida del fruitore durante l’esplorazione di un determinato luogo e di un determinato terreno.

L’obiettivo della disamina è quello di verificare la possibilità di delineare dei macro- ambiti isotopici utili a definire la città, in modo da rilevare eventuali trasformazioni tra una edizione e l’altra nel corso del tempo.

La mappa turistica è solitamente costruita attraverso una rappresentazione del terreno in pianta, sul quale vengono indicati alcuni luoghi di interesse, e da un intorno, che varia da mappa a mappa, e che solitamente raccoglie legenda, indicazioni e informazioni utili. Nel corso della disamina delle carte USE-IT si denomineranno: pianta la parte in cui viene rappresentato il

terreno: spot ogni indicazione che va a costruire le descrizioni dei landmarks posti all’interno della pianta; sezioni e riquadri le parti che compongono la carta turistica nel suo complesso e che sono individuabili attraverso il loro posizionamento topografico sulla superficie del foglio,

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parziale, e con qualsiasi strumento – modificazione, distribuzione, lo sfruttamento commerciale, nonché ogni utilizzo – diretto od indiretto – contrario alla legge, ovvero politico, religioso, o comunque denigratorio, discriminatorio, offensivo o comunque lesivo degli interessi di terzi o della collettività” (http://ebologna.it/ sezione “Legale”).

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attraverso cui la città viene scritta. Essi, nel loro complesso, costituiscono gli elementi materiali attraverso cui la mappa viene costruita.

Nella mappa datata 2012 entrambe le facciate della mappa sono divisibili in cinque colonne; in corrispondenza della terza e della quarta vi è la porzione occupata dalla pianta, la quale è compresa tra la prima e la seconda colonna – a sinistra – e la quinta colonna – a destra. All’interno di esse si individuando alcune sezioni color fucsia, che risaltano sia rispetto al fondo bianco che alle colonne interamente occupate da indicazioni.

Sulla facciata del recto, la quale reca la copertina, la prima colonna è interamente coperta da una sezione a fondo fucsia e lettering bianco, azzurro e blu-viola. A essa si aggiunge il riquadro nell’angolo in basso a destra nella quinta colonna, con lettering azzurro e bianco. Le sezioni sono intitolate, rispettivamente, “Act like a local” e “5 minutes of history”. Le zone color fucsia del retro sono posizionate esclusivamente nella prima colonna a sinistra e occupano il primo riquadro – diviso in due sotto-sezioni “around Bologna” e “tourist info” – e il terzo riquadro, dedicato ai credits. La pianta occupa gran parte della terza e della quarta colonna, a partire dal versante superiore del foglio.

Nella mappa datata 2013/2014 la facciata-recto è occupata da quattro colonne: la prima, la seconda e la quarta sono di uguali dimensioni tra loro; la terza, che ospita la pianta, ha dimensioni raddoppiate rispetto alle altre. La prima colonna a sinistra e il terzo riquadro dell’ultima sono separati rispetto al resto da un tratto nero che contorna un fondo verde: ritroviamo anche qui i titoli “Act like a local” e “5 minutes of history”. A livello posizionale, l’organizzazione delle sezioni della facciata è simile alla mappa precedente, eccetto per lo spazio e per la topologia della pianta. La facciata del retro è divisa in cinque colonne: la terza e la quarta nella parte superiore, sono occupate dalla pianta, come nell’edizione precedente, mentre rispetto ad essa i riquadri che si differenziano cromaticamente sono posizionati interamente lungo la prima colonna. Essa ospita i titoli “Around Bologna” – primo terzo della colonna – “Practical info” – secondo riquadro della colonna – e, in ultimo, il riquadro dei credits.

Nella mappa datata 2015/2016 la prima facciata è occupata da cinque colonne. Il capo di una banda verde diagonale, che ha origine nel primo riquadro della terza colonna e attraversa anche il primo riquadro della seconda, arriva sino in copertina, dove assume un orientamento diagonale. Proseguendo la lettura verso il basso della prima colonna, la banda si arrotola su se stessa, costituendo lo sfondo dei due riquadri attraverso quattro fasce diagonali, orientate da destra a sinistra e intervallate da piccole fasce color verde scuro. Nella parte alta di questa sezione la scritta in bianco “Act like a local” emerge dal fondo verde e viene seguita da un messaggio di benvenuto, in lettering bianco su fondo verde scuro.

Le colonne – dalla seconda alla quinta – sono divise in due sezioni: una superiore, delle dimensioni di un solo riquadro, e una inferiore, delle dimensioni di due riquadri.

Il primo riquadro a destra della copertina, porta il lettering in bianco “Practical info”; lo sfondo è diviso a metà in diagonale tra due colori, verde acceso e verde-pallido. In questo modo, esso viene posto in continuità sia con il riquadro alla sua sinistra, sia in parte con la

sezione in colonna, nella quale si posizionano i primi diciotto spot. Sebbene si differenzino per funzione, il piano cromatico assicura loro l’effetto di continuità. La parte superiore della terza colonna è occupata dagli spot 19-26, il riquadro superiore della quarta colonna dagli spot 27-32, mente l’ultimo nell’angolo in alto a sinistra è occupato dagli spot 33-38. Essi sono cromaticamente complessi, con uno sfondo diviso in due parti: una verde acceso e una in bianco. La sezione inferiore dell’ultima colonna è dedicata per due riquadri a una configurazione costruita attraverso due rette parallele, dal contorno curvilineo e di colore verde scuro; esse inglobano una parte a fondo verde-pallido e l’apice assume una configurazione a coda di rondine, tipica delle punte dei nastri in stoffa. Questa sezione porta il titolo di “Street art itinerary”196

, la quale risulta una novità rispetto alle carte precedenti.

Le due sezioni verticali della parte inferiore e la fascia superiore orizzontale che raccoglie le indicazioni inglobano la sezione inferiore della terza e della quarta colonna, occupata dalla pianta.

La facciata del verso è divisibile in tre macro-zone: la prima a partire da sinistra e la seconda, di eguali dimensioni tra loro; la terza, sulla destra, è più stretta e ha le stesse dimensioni delle colonne del recto. La prima macro-sezione, si può ulteriormente suddividere in tre colonne: una a fondo bianco, una a fondo verde acceso – sulla quale è giustapposta una banda verticale color grigio chiaro, con titolo “Eat like a local”, in grigio scuro; l’ultima, dal fondo verde scuro, nella quale si individuano per contrasto due zone bianche con lettering verde. Nell’angolo in basso a sinistra, tra la prima colonna e la seconda vi è il riquadro dei credits, con fondo grigio. La seconda macro-sezione ospita la pianta nella parte superiore, mentre nella parte inferiore vi sono i riquadri intitolati “Around Bologna” e “5 minutes of history”, entrambi con fondo cromaticamente complesso. Nell’ultima colonna, all’estrema destra e a fondo verde chiaro e scuro, sono posizionate delle indicazioni.

Nella mappa 2015/2016 la facciata del recto risulta divisa in cinque colonne di eguali dimensioni.

La prima, a sinistra, è messa in continuità con la copertina: attraverso la raffigurazione di un braccio color blu, il quale ospita il titolo della sezione “Act like a local”, il dispiegamento della mappa rivela per intero l’asta del tridente presente in copertina.

Alla figura a cui appartiene il braccio color blu197

è attribuita la vignetta dal titolo “Welcome stranger!”: di colore azzurro con contorno bruno, essa contiene il messaggio di benvenuto, elemento simile all’edizione precedente. Sotto alla vignetta vi è un riquadro bianco con contorno scuro a forma rettangolare. Questa figura risalta rispetto allo sfondo non solo grazie al contorno, ma anche a livello cromatico. Lo sfondo della sezione sottostante alla copertina è trattato in continuità sia a livello cromatico che a livello di rappresentazione: proseguendo la raffigurazione della veduta della città, si incontrano due edifici in prospettiva !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Al quale viene aggiunto il lettering “follow me”.

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Di essa si percepisce a malapena la schiena, ma i cui attributi sono simili a Nettuno nella mappa della seconda edizione.

assonometrica, di cui si intravedono parte dei tetti, il comignolo, la facciata e due finestre del primo palazzo, quello più lontano.

La disposizione dei riquadri risulta uguale a quella della mappa dell’edizione precedente: il primo riquadro della seconda colonna, con contorno nero, ospita la sezione “Practical info”. Ad esso segue la sezione inferiore a fondo bianco, senza contorno, con gli spot 1-14. I riquadri della fascia orizzontale superiore – terza quarta e quinta colonna – ospitano le indicazioni dallo spot 15 allo spot 35, e hanno fondo bianco senza contorno. La sezione inferiori della quinta colonna ospita la sezione dal titolo Street art itinerary”. La pianta viene circoscritta da una configurazione isomorfa a quella della carta precedente, eccetto per un aspetto: l’uso del colore di fondo si fa più ragionato, il tono prevalente è quello chiaro, eccetto per zone determinate dai toni dell’arancio, del marrone e dell’azzurro.

La facciata del verso si divide anch’essa in cinque colonne di eguali dimensioni. Nella