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territorio nazionale fine ‘800 inizi ‘900 metà millennio inizio millennio fondazione
3.2.3.3 La sezione Act like a local
Una delle novità delle carte USE-IT rispetto alle altre carte turistiche è quella di corredare
la mappa con una sezione denominata “Act like a local”. Posta all’inizio di ogni mappa, nella facciata del recto, subito sotto la copertina, essa è la prima sezione che incontra lo sguardo del fruitore; è costruita attraverso una serie di spot che funzionano come descrizioni dei comportamenti e delle abitudini del luogo, da un lato e, dall’altro, come vere e proprie istruzioni che il fruitore riceve, e che risultano utili a esplorare la città. Il tono attraverso cui sono costruiti gli spot è complesso: dal consiglio alla curiosità locale, fino alla segnalazione e la messa in evidenza di alcuni luoghi particolari.
All’interno di ogni spot vi sono spesso dei marcatori collocati anche in pianta, con indicazioni specifiche attraverso cui il fruitore dà inizio alla visita della città. Anche se la sezione risulta separata da quella più consistente, ovvero quella della pianta e delle sue indicazioni, ci sembra sia particolare che alcuni spot siano stati inseriti doppiamente e, soprattutto, in una sezione che mette in stretta relazione il viaggiatore con il locale dal punto di vista di percorsi e tragitti possibili.
Nella configurazione complessiva della prima edizione della carta USE-IT (2012) questa
sezione occupa il secondo e il terzo riquadro della prima colonna del foglio del recto. Essa si differenzia dalla copertina, a fondo azzurro, grazie a un contrasto cromatico, dato dal fondo fucsia, e si struttura in tre macro-sezioni: una orizzontale, con il lettering del titolo in carattere tipografico handwriting208
stampatello, per cui ogni parola viene colorata in maniera alternata, in azzurro e in blu, e stacca dallo sfondo grazie a un lieve contorno bianco che circoscrive ogni lettera; due colonne verticali, in lettering in carattere tipografico sans serif, costruite attraverso undici spot che formano un elenco puntato, di colore giallo, con contorno nero, a forma di tortellino.
All’interno degli spot, a volte, vi sono dei tondi colorati in azzurro o in verde, all’interno dei quali vi sono dei numeri209
; essi mettono in relazione questa prima sezione con quella delle indicazioni utili a leggere la pianta. In relazione ad essi il lettore della carta ha alcune possibilità: raffrontare il numero con quello dell’indicazione corrispondente posta nelle colonne su fondo bianco a fianco; raffrontare il numero con quello posto in pianta; raffrontare il numero, a livello cromatico, con uno dei marcatori presenti nell’angolo in basso a sinistra della sezione della pianta.
I singoli spot possono dividersi in quattro percorsi isotopici possibili: uno, di informazioni generiche sulla città; il secondo, relativo a coloro che abitano la città; il terzo, relativo alla tradizione eno-gastronomica; il quarto, relativo all’ambito storico-linguistico.
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Il titolo è, appunto, act like a local.
209
Secondo il primo percorso, Bologna non è una città di mare210
, ma una città di pianura dal clima tendenzialmente umido, che faccia caldo o freddo. Grazie ai portici, che caratterizzano il profilo architettonico-urbanistico, “you never get wet if it rains or snows”. Dalle dimensioni di media estensione, “not too big or too small”, Bologna è una “provincial city with a metropolitan heart”. Questi sono tutti elementi che il viaggiatore dovrebbe poter apprezzare; essi sono infatti introdotti nel secondo spot dalla frase “If someone asks you what you think about Bologna, answer like a local! ‘I like Bologna because…”. In questo modo l’abitante si rivolge direttamente al lettore, suggerendo, attraverso la forma verbale imperativo-esortativa, come rispondere a una domanda relativa a considerazioni generiche sulla città valorizzabili in maniera euforica211
. La frase, espressa in prima persona plurale, presenta un primo caso di sincretismo tra due figure, due attori possibili: il viaggiatore e l’abitante.
Il quinto, il sesto e il settimo spot sono dedicati ad alcune zone legate a determinate pratiche di vissuto. Bologna è una città pianeggiante circondata da colline: nelle giornate di bel tempo, specialmente quando il clima umido diventa molto caldo, “the best things to is to get out of the city”. Quando il clima lo permette, dunque, la città di Bologna estende i suoi confini anche al territorio circostante, di cui una parte consistente viene trattata nella mappa nella sezione “Around Bologna”. Questo suggerimento viene introdotto attraverso una precisa figura dedicata alla passione degli abitanti per i colli, la canzone “50 special” di una band locale divenuta famosa su scala nazionale durante gli anni ’90, i Lunapop. Il luogo e il giorno prediletti per passeggiare in città sono via Indipendenza il sabato pomeriggio, quando gli abitanti mettono in atto un vero e proprio rituale “very common” denominato “fare le vasche”212
. Questa particolare espressione, utilizzata anche in altre zone d’Italia, definisce la pratica di passeggiare da una capo all’altro di una strada con carreggiata ampia, abbastanza frequentata, meglio se chiusa al traffico su mezzi a motore, capace di ospitare un flusso abbastanza consistente di persone in movimento. Rimanendo nella fascia pomeridiana del fine settimana, la domenica di Bologna è dedicata allo sport. Qui la città viene messa in relazione con il territorio nazionale grazie alla figura del calcio, a cui è dedicata metà della descrizione, la quale indica lo stadio come luogo di riferimento per seguire il campionato. Nell’altra metà della descrizione, invece, Bologna si stacca rispetto al territorio nazionale attraverso un elemento valorizzato come tipico213
, il basket, che caratterizza il toponimo di Bologna negli anni ‘90214
, il quale viene accompagnato da un suggerimento in forma verbale esortativa215
.
Il secondo percorso isotopico contribuisce a definire Bologna attraverso i suoi abitanti: essi – nella descrizione in prima persona plurale “are not very used to tourists”, pertanto !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
210
L’assenza del mare viene indicata come suo unico difetto: “its only defect is the absence of the sea... Oooh the seaaa!!!”
211
Con il rapporto tra il generico “what you think” e la risposta dal valore euforico “i like Bologna”.
212
Sul tema secondo una prospettiva etnosemiotica cfr. Marsciani 2007, pp. 47-90.
213
Questa parte della descrizione è introdotta dall’avversativa “But to tell you the truth”.
214
“During the ’90 Bologna was called The Basket City”.
215
tendono a relazionarsi con questi ultimi in maniera calma e paziente. Essi sono delineati da un attributo: padroneggiano poco l’inglese e, di conseguenza, potrebbero avere difficoltà a relazionarsi con il turista, ma in generale “[they] will certainly try to help you with sign language”. La competenza linguistica dell’abitante è trattata anche nel quartultimo spot, il quale propone alcune espressioni tipiche del dialetto territoriale e cittadino. Esso è strutturato con una parte introduttiva, un elenco di termini216
e le rispettive traduzioni in forma diretta o di locuzione, similmente allo spot che segue, spot dedicato ai personaggi illustri: figure dalla topologia puntuale, oltre a essere definite da luoghi, zone e pratiche precise, vengono anche costruite attraverso un nome proprio, con lettering delle capitali in maiuscolo217
. Essi contribuiscono a rafforzare la costellazione di effetti precedentemente delineata218
, attraverso i termini “personalities”, “peculiar” e “famous”219
. La relazione che il fruitore può scegliere di instaurare con essi è valorizzabile positivamente o negativamente in base al fatto che al bolognese, il quale è figurativizzato come “colui che li conosce”, dunque modalizzato attraverso il sapere, possano piacere o non piacere; quest’ultima possibilità di valorizzazione è introdotta tra parentesi, ed è seguita dalla dicitura “depends on the point of view”.
Il resto dello spot si articola attraverso un elenco puntato di quattro voci. La prima e la terza, in lettering bianco, vengono accompagnate dal marcatore numerico che mette in relazione questa sezione con la pianta e anche con due descrizioni della sezione a fondo bianco che raccoglie le indicazioni precise: il numero 3, la Sala Borsa e il numero, 1 “The great unfinished”, la Basilica di San Petronio. Questi luoghi si collocano a ovest del quadrilatero, tra Piazza Roosvelt, Piazza Galileo e Piazza Maggiore, al centro della pianta. A questi toponimi vengono affiancati i nomi propri di “Beppe Maniglia” e “Pozzi Piva”: il primo personaggio sosta dinanzi alla Sala Borsa durante i fine settimana, viene caratterizzato dalla pratica del suonare e viene delineato attraverso alcune figure afferenti a quest’ambito, come la chitarra elettrica, il vestiario in pelle e una motocicletta Harley Davidson; anche il secondo generalmente sosta, ma davanti a San Petronio e viene caratterizzato attraverso due figure specifiche in tema d’abbigliamento, “little and round glasses” e “cap” e un attributo relativo alla pratica del sostare, uno sgabello. Viene inoltre segnalata la possibilità di interazione con lui su discorsi e temi d’attualità. La seconda e la quarta, invece, sono articolate attraverso il solo lettering bianco e un nome proprio generico, non specifico: “The Man with the Megaphone” e “The man with the Sax”. Entrambi i nomi sono costruiti attraverso il termine generico “man” e figura che funzionano secondo la stessa relazione che lega l’attributo ai santi nelle loro configurazioni iconografiche. Il primo, non troppo alto, non è identificato con nessun luogo specifico, poiché si relaziona con la città attraverso la pratica del movimento, messa in atto attraverso una seconda figura-attributo, una piccola bicicletta. Durante il suo percorso egli utilizza il megafono !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
216
Espressioni dialettali, dal carattere esplicito, a tratti volgare, o comunque intenso: “socmel”, “bazza”, “dargliela su”, “dare il tiro”, “rusco”.
217
Sul ruolo dei nomi propri cfr La Cecla (1988 , pp. 50-53).
218
“famous/known in the world/the only in the world”, “excellence” ed eclettismo.
219
per urlare contro gli studenti. L’uomo con il sassofono, invece, è caratterizzato per una pratica stanziale della citta, essendo legato alla summenzionata via Indipendenza, e attraverso una figura: due cani chow-chow.
Il terzo spot definisce esplicitamente la città: “Bologna is one big city. No. Bologna is two”. Esso è strutturato in due parti separate dal “no” e dal punto fermo. Essi negano la prima definizione, espressa in forma verbale positiva, e ne introducono una seconda, sempre in forma verbale positiva, ma che manifesta un cambiamento quali-quantitativo rispetto alla prima. Bologna non è una grande città, ma è due città, le quali si contendono un supposto territorio comune a livello di toponimo; questa generale relazione di contesa viene definita dal fatto che le due città “often meet, but rarely love each other”, producendo conflitti a livello del vissuto spazio-temporale e passionale. La mappa, sotto il toponimo Bologna, costruisce due configurazioni che si definiscono in base a una ripartizione netta degli abitanti in due figure: “university students” e “real and naturalized citizens”. Queste due figure vengono meglio delineate grazie all’affiancamento ad altre due figure: i Guelfi e i Ghibellini, il cui accostamento al giorno d’oggi220
spesso è utilizzato in percorsi isotopici che afferiscono in generale al conflitto e al contrasto tra fazioni. Queste due figure, inoltre, rafforzano l’effetto di rimando a una precisa epoca che costruisce il patrimonio storico-artistico e culturale della città, il Medioevo. La configurazione viene ulteriormente articolata in base ai luoghi e alle pratiche di questi due attori: gli studenti si dividono tra la frequentazione dei corsi di studio nelle diverse sedi cittadine dell’università, i bar e i luoghi di ritrovo nella zona universitaria e nella zona del Pratello; “the other half”, denominata in maniera generica, viene specificata in liberi professionisti – “professional” – e “freelancers”, i quali oltre al lavoro frequentano generalmente la zona del Quadrilatero. I tre luoghi attraverso cui si differenziano le pratiche comuni alle due città che ne fanno una sola, Bologna, vengono accompagnati dal marcatore numerico, che mette in relazione questa sezione con la pianta, ma non con gli spot a lettering nero su fondo bianco. Il numero 27 “Uni area”, è posizionato nella zona est della pianta, vicino a Piazza Verdi, subito dopo l’incrocio tra Via Zamboni, Largo Trombetti e via del Guasto. Il numero 41, il Pratello, è posizionato all’incrocio tra Via Paradiso e via del Pratello, nella zona ovest della pianta. Il numero 5, si trova al centro, subito a est rispetto a Piazza Maggiore, ed è l’isolato compreso tra Via Orefici, via Pescherie Vecchie e via Drapperie. Gli studenti sono menzionati direttamente anche nel penultimo spot, assieme a un’altra figura, quella di chi intrattiene una relazione amorosa. Entrambi questi attori sono messi in relazione attraverso due leggende locali con la Torre degli Asinelli, monumento che si trova all’incrocio tra via San Vitale, Strada Maggiore, via Castiglione, via Rizzoli e via Zamboni, in Piazza di Porta Ravegnana221
.
Quasi in apertura di sezione, il primo e il quarto spot afferiscono al percorso isotopico definibile come eno-gastronomico; “Act like a local” si apre con i quesiti “Spaghetti alla !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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La contesa tra studenti e residenti “It’s like an up to date version of Guelphs and the Ghibellines”.
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“Every student who climbs the Torre degli Asinelli will never graduate” e “if you climb the same tower you will end your relationship”.
Bolognese? What the hell are they?!”, frase che funziona da correzione al punto di vista del viaggiatore rispetto alla tradizione culinaria cittadina, informandolo della corretta dicitura di uno dei piatti che identificano Bologna a livello internazionale: le tagliatelle alla bolognese. Questa correzione avviene attraverso la descrizione del formato di pasta, che è diverso rispetto a quello degli spaghetti, altra figura che contribuisce all’immagine dell’Italia a livello internazionale. La seconda parte dello spot suggerisce altri piatti tipici “tortellini with cream” e “lasagna”, pietanze tipiche del territorio emiliano e del nord-Italia. Il quarto spot è dedicato a una pratica, scritta in italiano corsivo: “fare aperitivo”, la quale di solito caratterizza il momento serale del dopo- lavoro o del dopo-studio dalle 19:00 in poi. Diffusa a livello nazionale, durante questa pratica si mangia e si beve qualcosa prima di cena. Ogni località ha la sua propria tradizione: la figura dello spritz, con Campari o Aperol, situa ancora Bologna nel nord Italia, in una tradizione prossima all’area dell’est – ad esempio il Veneto.
Per la sezione dell’anno seguente (2013/ 2014) il numero degli spot cresce, da undici a quattrodici. La sezione, posta nella prima colonna del foglio del recto, è separata dal fondo bianco attraverso un contorno scuro, il quale pone in continuità la copertina e la fascia del titolo “Act like a local”. Il titolo è in carattere tipografico simile a quello del naming della città posto in copertina – handwriting in maiuscolo. La zona orizzontale entro cui è posto è introdotta da una figura di profilo dal volto bianco e i capelli scuri, dalle cui labbra sembra partire una sorta di vignetta in stile fumettistico. Tra questa fascia orizzontale e gli spot viene interposto un breve messaggio di benvenuto, la prima novità rispetto all’edizione precedente: un messaggio222
, in carattere handwriting nero su fondo verde. La struttura temporale del messaggio contribuisce a creare tre configurazioni: una al tempo passato, una al tempo presente e l’ultima al futuro. La prima e l’ultima – “before you start / to walk, explore and experience”, “you should know […] read and find” – mettono in scena un attore, “you”, il lettore della mappa che si appresta a esplorare i colori della città. La configurazione al tempo verbale presente, introdotta dall’impersonale “there are”, mette in scena due attori, “you” e “we”. L’attore “you” viene modalizzato come soggetto potenziale del sapere, espresso dal verbo “know”, ma al sapere del soggetto “you” soggiace una modalizzazione del dovere, espressa in forma esortativa dal verbo “should”223
.
La pratica del camminare e dell’esplorare pertiene all’esperienza dei colori della città, un’esperienza che si delinea attraverso la percezione tattile, cognitiva e visiva e che è in relazione con il soggetto “you”, il quale, per sapere dovrebbe leggere e trovare sulla mappa “some things”, alcuni aspetti relativi ad atmosfera e abitudini del vivere, manifestato in forma temporale durativa e che corrisponde alla pratica dell’attore in prima persona plurale “we”. Due diverse esperienze, quella del vivere e dell’esplorare, sono messe in relazione dal tempo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
222
“Welcome to Bologna! Before you start to walk, explore and experience, the colors of our city, there are some things you should know about the atmospheres and the habitswe live here. Read the few words below and find
them. It takes only 5 minutes!” (Corsivi nostri).
223
presente: la lettura degli spot da parte del fruitore rende possibile la trasformazione relativa all’esperienza della città, da un tempo passato in cui “you” è virtualizzato come soggetto possibile che cammina ed esplora, attraverso la congiunzione con la mappa si attualizza in un soggetto che, per sapere, dovrebbe prima leggere e cercare alcuni aspetti che pertengono alla sfera del visivo e del sensibile – atmosfera – e alla sfera generale delle pratiche condivise – abitudini. L’esplorazione viene precisata, in questo stadio iniziale, attraverso un suggerimento esortativo, che, se seguito e portato a termine, ha l’obiettivo di mettere in relazione due tipi di esperienze: quella della visita temporanea e quella del vissuto quotidiano.
Nell’intera sezione, rispetto all’edizione precedente, vi è anche il fatto che il numero degli spot si trasforma, da undici a quindici, di cui quattro inseriti ex-novo. Due di essi pertengono al percorso isotopico delle indicazioni generiche – il sesto e il nono – mentre gli altri due creano un nuovo percorso isotopico, in continuità con la configurazione delineata dal messaggio di benvenuto: quello del consiglio e del suggerimento.
Il primo224
ha l’obiettivo di ovviare a un iniziale momento di smarrimento del viaggiatore che approda in città, quello che egli può subire relativamente all’effetto-labirinto che la struttura architettonica e topografico-morfologica può generare: i portici di Bologna, il reticolo stradale del suo centro storico fanno sì che i luoghi e gli spot, la cui somma compone la città, appaiano simili tra loro. Per superare questa prima possibile difficoltà, la mappa, che per ora si esprime attraverso la prima persona plurale, mette in campo una scelta tra due possibili: usare la mappa o dimenticare il primo suggerimento e perdersi. Il fatto che esso sia posizionato dopo sei spot implica che colui che ha proceduto nella lettura della sezione in maniera ordinata, a partire dal titolo, ha la doppia possibilità di portare a termine la lettura e continuare a usare la mappa – pratica espressa in forma imperativa – oppure dimenticare quanto letto sino a quel momento e perdersi225
. Entrambi i suggerimenti sono in rapporto di equilibrio tra loro: espressi in forma grammaticale imperativa, ciò che li differenzia è il punto fermo, per il primo, o il punto esclamativo, per il secondo, entrambi posti a fine frase.
Il secondo226
consiglio, relativo alla pratica del camminare così come dell’esplorare, mette in scena alcune figure legate alla percezione sinestetica della città; espresso in tono ironico227
, trasferisce al lettore un sapere relativo a un’abitudine degli abitanti della città, i quali pur convivendo volentieri con animali domestici, spesso dimenticano di prendersi cura dello spazio comune.
Anche l’informazione generica posta come sesto spot risulta relativa all’esperienza della città e dello spazio comune. Essa fornisce informazioni relativamente agli abitanti, al modo in !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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“It’s your first time, it may seem as the streets all look alike under the arcades of this big labirintic city! We went to give you two good suggestion!. 1. Use this map. 2 Forget suggestion number one and get lost!”
225
Sul motivo del perdersi nella città la letteratura è ampia; cfr. Careri 2002, Debord 1956; Ivain 2013; La Cecla 1988; Sadler 1998; Solnit 2000, Vazquez 2010.
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“Those who live in the city have a strong passion for dogs, but sometimes they forget to pick up their dog’s