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Correnti anarchiche e socialiste a Torino

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1. Il 2 luglio 1871 esce a Torino il primo numero del giornale « Il Proletario italiano », prima e unica voce che sorge nella città a difendere e appoggiare apertamente la Comune parigina e l'ideologia internazio-nalista che in essa pare concretarsi \ Nel programma enunciato dalla re-dazione del giornale si afferma che la risoluzione della questione sociale e l'emancipazione del proletariato si avrà soltanto attraverso « una radi-cale riforma del sistema che la mano del dispotismo c'impose » e l'ab-bandono delle « false idee d'ordine, d'autorità, di giustizia, di religione » secondo « gli insegnamenti che trar si possono dagli ultimi fatti [la Co-mune] »2: e per propagandare questi ideali il giornale si batterà. Pro-gramma che non brilla certamente per chiarezza di idee, ma che per la sua stessa nebulosità è espressione del confuso movimento di simpatia, che comincia a affermarsi a Torino e in altre località italiane, dell'estrema ala repubblicana e di una parte degli operai militanti nelle associazioni mazziniane nei confronti dell'Internazionale.

Accolgono favorevolmente, infatti, e collaborano poi al giornale sia giovani repubblicani, reduci dalla campagna dei Vosgi, quali ad esempio

1. È noto come in Italia la Comune sia unanimemente considerata opera esclu-siva dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e tutta la gamma delle tendenze ideologiche in essa presenti, dal giacobinismo e dalla democrazia sociale al sociali-smo rivoluzionario e all'anarchisociali-smo, sia ricondotta dall'opinione pubblica italiana a un'unica matrice: l'Internazionale. Cfr. A. ROMANO, Storia del movimento socia-lista in Italia, Roma, voi. II, 1 9 5 6 , pp. 1 5 segg.; R. H O S T E T T E R , Le origini del so-cialismo italiano, Milano, 1 9 6 3 , pp. 2 5 6 segg.; L. VALIANI, Storia del movimento socialista, Firenze, 1951, voi. I, pp. 191 segg.

2. Cfr. « Il Proletario italiano », 2 luglio 1871. Il sottotitolo è così concepito: « Giornale politico-periodico dedicato ai figli del popolo. Libertà di pensiero. La-voro. Eguaglianza avanti il diritto. Amor fraterno ».

Giuseppe Ferrero-Gola3 e Giuseppe Beghelli4, sia alcuni operai tra i più evoluti, come Carlo Laplace, già presidente de « L'Avvenire dell'operaio », società di mutuo soccorso che si ispira ai princìpi politico-sociali del Maz-zini 5. Questa associazione operaia è una delle pochissime che non se-guano l'indirizzo moderato conservatore delle numerose società torinesi di mutuo soccorso, guidate da esponenti della borghesia che ne limitano gli scopi al soccorso in caso di malattia e di disoccupazione, e all'istru-zione dei soci, preservandole « dalla perniciosa influenza della politica e dalle seduzioni delle demagogie socialistiche »6.

La Società dei compositori tipografi, fondata nel 1848 per resistere a decurtazioni salariali, si muove su posizioni più avanzate, per la poli-tica di resistenza sindacale che essa pone in atto 7, seguita in ciò, anche

3. Giuseppe Ferrero-Gola (1848-1900), reduce dalla campagna dei Vosgi, è a Parigi nei giorni dell'assedio della Comune e partecipa alla lotta. Riesce a riparare a Lugano, dove, tramite i Nathan, conosce Giuseppe Mazzini. Questo incontro è determinante per il suo orientamento politico (in senso repubblicano mazziniano) negli anni dal 1871 al 1874. Ma per un breve momento, nel luglio-agosto 1871, il suo vivo entusiasmo per la Comune parigina lo induce a schierarsi a favore dell'In-ternazionale, in contrasto con la posizione anticomunarda della stampa mazziniana. Poco dopo, influenzato dal Narratore e da Mazzini stesso (coi quali intrattiene una nutrita corrispondenza) rientra nel campo mazziniano; cfr. G. RODDI, In memoria di Giuseppe Ferrero-Gola, volontario, garibaldino, soldato, medico-patriota, con let-tere inedite di Mazzini, Garibaldi, M. Quadrio etc., Torino, 1914, pp. xxi, XXII e 26, 28; G. MAZZINI, Scritti editi e inediti, Ed. nazionale, Imola, voi. 100, pp.

405 segg.

4. Giuseppe Beghelli (1847-1877) svolge attività politica e giornalistica in senso democratico e repubblicano a Torino già dal 1868, quando per incitamento di Mazzini e con l'attiva collaborazione di Domenico Narratone fonda il giornale «La Democrazia» (il n. 1 è dell'll dicembre 1868), di vita brevissima (circa tre mesi) a causa dei ripetuti sequestri del « fisco » dovuti alla violenta campagna con-tro il macinato attuata dal giornale. Gli unici numeri reperibili del giornale si trovano nell'Archivio di Stato di Torino, Fondo questura, Processi politici. Nel di-cembre 1869 il Beghelli riprende la pubblicazione del giornale per terminarla nel-l'ottobre del 1870, quando si arruola tra i garibaldini combattenti in Francia. Ri-tornato a Torino, dal 1871 al 1874 collabora al « Ficcanaso », giornale di intran-sigente fede repubblicana, coinvolto in numerosi scandali al punto di essere spesso sconfessato dalla stessa stampa repubblicana (cfr. fra gli altri « Il Gazzettino rosa », 22 febbraio 1870). Il Beghelli è autore di una Storia della repubblica romana del

1849 e di un libro di ricordi sulla campagna dei Vosgi, La Camicia rossa in Francia.

5. Lo statuto di questa società, costituitasi nel marzo 1868, appare sulle co-lonne del giornale « L'Avvenire dell'operaio », n. 28, 11 luglio 1868.

6. Cfr. G . MANACORDA, Il movimento operaio italiano attraverso i suoi con-gressi (1853-1892), Roma, 1953, pp. 47 segg.; C. REVEL, Del mutuo soccorso fra le classi lavoratrici in Italia, Torino, 1877; P. CANEDI, Memorie sull'Associazione generale degli operai di Torino, Torino, 1884; G . CASTAGNO, 1854, Centenario A.C.T. (Storia di una cooperativa), Torino, 1954.

7. Anche in altre città i lavoratori tipografi si uniscono seguendo l'esempio della Società torinese e nel 1869 dànno origine alla Federazione italiana lavoratori

se in modo sporadico e limitato dalla Società di collocamento e mutuo soccorso degli operai pristinai8.

La nascita di un foglio quale il « Proletario italiano » rappresenta dunque un fatto nuovo, un tentativo di risvegliare la coscienza dei propri diritti nella classe operaia, immersa nel torpore dell'associazionismo mo-derato. Tentativo che trova i suoi limiti nell'essere sorto come conse-guenza dell'entusiasmo per gli avvenimenti della Comune e non come espressione delle esigenze interne di un determinato ambiente sociale, e nella confusione ideologica che di conseguenza lo caratterizza.

Tale confusione, comune a tutto il movimento internazionalista ita-liano nei suoi inizi, è particolarmente evidente nel « Proletario italia-no », che oscilla per un certo periodo tra i diversi poli di attrazione della democrazia italiana: Mazzini, Garibaldi, Bakunin e, in parte, la scuola federalistica italiana 9. Questa incertezza del « Proletario italiano » è do-vuta anche in gran parte alla mancanza di figure che superino i limiti di una più che modesta mediocrità intellettuale: è fondatore e direttore del giornale Carlo TerzaghiI0, che più tardi diventerà spia della questura, coadiuvato e sostenuto da un gruppo di operai quasi tutti lavoratori ne-gli opifici governativi11. È da notare che il giornale sorge senza la me-diazione di democratici di estrazione borghese. Nell'agosto del 1871 il giornale assume una più netta posizione a favore dell'Internazionale, e pubblica una serie di articoli di critica dei princìpi sociali di Mazzini12. tipografi, cfr. N . R O S S E L L I , Mazzini e Bakunin, Torino, 1927, pp. 250-251; T.

BRUNO, La Federazione del libro nei suoi primi cinquantanni di vita, Bologna, 1925.

8. Cfr. p. es. gli scioperi dei fornai del maggio 1861 e dell'agosto 1871, nella «Gazzetta di Torino», 29 maggio 1861 e 5 agosto 1871.

9. Cfr. « Il Proletario italiano », 17, 20, 23, 27, luglio 1871, in cui si passa disinvoltamente dall'enunciazione dei princìpi sociali mazziniani all'esaltazione del libertarismo, senza tralasciare la pubblicazione di una lettera di Garibaldi di inco-raggiamento e plauso all'azione del giornale.

10. Carlo Terzaghi, operaio, di 26 anni, di malferma salute, cfr. « Il Gazzet-tino rosa», 10 dicembre 1871. I rapporti del Terzaghi con la questura sono com-provati dalla relazione Costa al congresso di Bologna del 15-16 marzo 1872, in seguito alla quale Terzaghi viene espulso dalla Federazione Italiana dell'Interna-zionale (cfr. A. ROMANO, op. cit., voi. Ili, app. Ili e IV; G. CENERI, Opere, Bologna, voi. I, 1891, pp. 85-89; A. BOTTERO, Dibattimenti nel processo per co-spirazione e internazionalismo alle Assise di Firenze, Roma, 1875, pp. 86, 131 segg., 225).

11. Fra i quali Cesare Bert, meccanico, Giuseppe Abello, Giorgio Chiariglione, Giuseppe Perino, calzolaio, e altri, cfr. Archivio di Stato di Torino (d'ora innanzi citato come A.ST.), Fondo questura, Protocollo riservato, anno 1872; cfr. anche la lettera di Terzaghi a Marx del 26 settembre 1871 in Marx e Engels, Corrispon-denza con italiani, 1848-1895, a cura di G. Del Bo, Milano, 1964, pp. 45-46.

In conseguenza del diffondersi di queste nuove idee, i giovani demo-cratici repubblicani torinesi sentono l'esigenza di occuparsi più attiva-mente della questione sociale: essi costituiscono, verso la metà di agosto dello stesso anno, la « Lega repubblicana » 13, con lo scopo dichiarato di « far uscire il partito repubblicano dall'inerzia e farlo intervenire nel-l'elaborazione di quelle dottrine che devono distruggere i vizi fonda-mentali delle società moderne » 14 e di « dedicarsi all'azione e non alla discussione » 15.

Nel settembre il gruppo del « Proletario italiano » si mette diretta-mente in contatto con Bakunin e con Marx, considerati come i capi del-l'Internazionale, per procurarsene l'appoggio morale e materiale 16: Ter-zaghi infatti scrive a Bakunin l'8 e il 18 settembre, ricevendone lettere in risposta il 10 e il 28 dello stesso mese 17, e a Marx verso la metà di set-tembre 18.

Nello stesso periodo il gruppo del Terzaghi opera in pieno accordo con i membri della Lega repubblicana, e in particolare col Laplace e col Beghelli, per costituire e organizzare in Torino una sezione dell'Interna-zionale, con l'intenzione di pagare le regolari quote associative al Consi-glio generale dell'A.I.L. e di mantenersi in continua corrispondenza con esso 19. La sezione viene fondata il 24 settembre e assume la denomina-zione di Federadenomina-zione Operaia, con Carlo Laplace presidente e Carlo Ter-zaghi segretario. La costituzione definitiva ha luogo l'8 ottobre in un'as-semblea generale durante la quale si propone il disegno di un regola-mento interno e si illustrano gli scopi e i princìpi dell'Associazione In-13. Fra i fondatori sono G. Ferrero-Gola, G. Beghelli, C. Laplace, Luigi del-l'Isola. Quest'ultimo è un reduce garibaldino che militerà poi nelle file dei radicali torinesi.

14. Cfr. « Il Proletario italiano», 20 agosto 1871; « Il Gazzettino rosa», 17 agosto 1871; «L'Eguaglianza», 27 agosto 1871.

15. Cfr. la lettera di D. Narratone a G. Ferrero-Gola del 24 agosto 1871 in

G . RODDI, op. cit., p . 2 6 .

16. Cfr. p. es. «L'Eguaglianza», 17 settembre 1871: «nel caso che Karl Marx dovesse soccombere, dicesi che il russo Bakounine... diverrebbe capo della famosa società »; cfr. anche G. Bosio, La fama di Marx in Italia dal 1871 al 1883, in « Movimento operaio », 1951, nn. 15-16, pp. 518 segg.

17. Cfr. Archives Bakounine, Michel Bakounine et l'Italie, 1871-1872, a cura di A . Lehning, Leiden, 1 9 6 3 , voi. II, p. LX e p. 4 7 0 ; M . NETTLAU, Bakunin e l'In-ternazionale in Italia dal 1864 al 1872, Ginevra, 1 9 2 8 , pp. 2 3 2 - 2 3 3 ; « Il Prole-tario italiano », 14 settembre 1871, riporta nella piccola posta: « Silvio. Ricevuto, risponderemo ».

18. Lettera ricevuta da Marx il 26 settembre 1871, cfr. Marx e Engels, Cor-rispondenza con italiani cit., pp. 45-46.

1 9 . Cfr. M . NETTLAU, op. cit., p. 2 3 2 ; Marx e Engels, Corrispondenza con italiani cit., p. 49; « L'Eguaglianza », n. 15, 22 ottobre 1871.

ternazionale dei lavoratori: l'assemblea manifesta il suo consenso con unanimi evviva all'indirizzo dell'Internazionale e del generale Gari-baldi 20.

A conclusione dei lavori, viene inviato a Garibaldi il seguente tele-gramma: « Oggi operai torinesi, adunati numerosa assemblea, fondata società Federazione operaia, aderente princìpi Internazionale, unanimi inviano saluto 21 ». È evidente come anche a Torino l'influenza di Gari-baldi, che ha espresso pubblicamente le proprie simpatie nei confronti dell'Internazionale, sia determinante per l'adesione della parte più irre-quieta della democrazia e della classe operaia ai princìpi internazionali-stici 22. È un'influenza determinante soprattutto perché non si conoscono, se non in modo estremamente confuso e superficiale 23 le nuove idee pro-pugnate dall'A.I.L., e si vede in esse, in perfetto accordo con Garibaldi, una mera iniziativa umanitaria diretta a porre fine alla schiavitù mate-riale degli oppressi. Oltre a ciò, tra i fattori che limitano la validità del-l'adesione della Federazione operaia all'ideologia internazionalista, ha notevole rilevanza il permanere in molti dei soci, quali Laplace, Ferrero-Gola e Beghelli24, di notevoli residui della dottrina mazziniana. Tutti questi fattori portano ben presto la Federazione operaia a un'inevita-bile scissione interna, le cui prime avvisaglie sono costituite dalle accese discussioni sulla partecipazione o meno della Federazione al XII Con-gresso delle società operaie italiane, convocato per il 1° novembre in Roma 25.

Il Laplace, appoggiato dal Beghelli e dal Ferrero-Gola, propende per la partecipazione, mentre il Terzaghi la osteggia 26; si giunge al compro-messo di inviare il Beghelli come rappresentante, con il mandato di

so-20. «L'Eguaglianza», n. 15, 22 ottobre 1871. Il resoconto dell'assemblea è probabilmente ripreso dal « Proletario italiano », i cui numeri posteriori al 14 settembre sono irreperibili. Sui giornali di Torino dell'epoca non compare alcun accenno all'avvenuta costituzione di una sezione internazionalista formata da ope-rai e democratici torinesi.

21. Ivi.

22. Cfr. « Il Proletario italiano», n. 17, 7 settembre 1871.

23. Cfr. « Il Proletario italiano », n. 5, 27 luglio 1871, in cui, p. es., il pen-siero marxiano è compendiato in questa generica proposizione: « ... organizzare e rendere compatto l'elemento scientifico e l'economico e poscia associarli tra di loro e col politico »; cfr. anche i numeri del 6, 13, 20 agosto.

24. Cfr. nel « Proletario italiano », n. 4, 23 luglio 1871, la lettera del La-place; nel « Proletario italiano », n. 7, 3 agosto 1871, la lettera del Ferrero-Gola; nella « Gazzetta di Torino », 31 agosto 1871, la lettera di Beghelli.

25. Sulle questioni relative alla convocazione del Congresso e al Congresso stesso cfr. G. MANACORDA, op. cit., pp. 6 5 segg.

2 6 . Per la posizione del Terzaghi cfr. M . NETTLAU, op. cit., p. 2 5 6 ; per quella del Laplace e compagni cfr. G . RODDI, op. cit., p. 2 8 .

stenere al Congresso i princìpi dell'Internazionale. In efletti a Roma il Beghelli vota, insieme ad altri internazionalisti italiani, contro la propo-sta di adesione ai princìpi mazziniani27, ma al suo ritorno propone alla Federazione di aderire al Patto di fratellanza. Questa proposta è da at-tribuirsi in gran parte alle dirette pressioni di Mazzini: nel tentativo di riguadagnare il consenso delle società operaie e dei democratici repub-blicani torinesi, egli riallaccia infatti rapporti epistolari col Beghelli28 e col Ferrero-Gola 29.

In queste lettere Mazzini enumera i gravi errori nei quali cadrebbero gli internazionalisti, sottoponendo a critica soprattutto le componenti della dottrina internazionalista di diretta derivazione bakuniniana: « ... il doversi trattare la questione sociale indipendentemente dalla politica » significa per lui « abdicare ogni fede repubblicana, ogni idea di rivolu-zione politica »30. Queste lettere, portate a conoscenza della Federazione operaia, producono l'effetto di eliminare le ultime incertezze di coloro che sono più propensi ad accedere al Patto di fratellanza e di acutiz-zare la polemica tra le due correnti sulla questione se la rivoluzione poli-tica sia preliminare indispensabile della rivoluzione sociale o se, vice-versa, la rivoluzione sociale sia indipendente da quella politica. Su tali questioni la lotta diventa così accesa all'interno della Federazione che si decide di anticipare le elezioni per il rinnovo delle cariche direttive31. Il nuovo consiglio eletto risulta composto di una maggioranza di inter-nazionalisti 32 : presidente Carlo Laplace, vice presidente Giuseppe Abel-lo 33, segretario Carlo Terzaghi, consigliere Giovanni Eandi34. La pole-mica, ciò nonostante, continua in toni sempre più aspri 35, ed è

caratte-27. Cfr. « L'Eguaglianza », 20 novembre 1871.

2 8 . Cfr. G . MAZZINI, Scritti editi e inediti cit., voi. 91, p. 2 7 3 . 29. Ivi, voi. 100, lettera a Ferrero-Gola del 17 novembre 1871.

30. Ivi, voi. 100, lettera a Ferrero-Gola del 17 novembre 1871; cfr. A. RO-MANO, op. cit., voi. II, 1966, pp. 204-205.

31. Cfr. Marx e Engels, Corrispondenza con italiani cit., pp. 89, 90, 95, 111,

e « Il Gazzettino rosa », 21 e 24 novembre 1871, nonché A. ROMANO, op. cit.,

voi. II, 1966, pp. 206 segg.

32. « Il Gazzettino rosa », 21 novembre 1871. 33. Condirettore del « Proletario italiano ».

34. Giovanni Eandi, pubblicista torinese, direttore nel 1870 de « La Guerra » e successivamente de « La Guerra e la voce del Popolo », giornali democratici pub-blicati per un brevissimo periodo di tempo a Torino. Nel gennaio del 1872 fonda il periodico internazionalista « L'Anticristo ». Per altre notizie cfr. G. CITA MAZ-ZINI, Giovanni Eandi, in « Movimento operaio », n. 2 , novembre 1 9 4 9 , pp. 5 5 - 5 6 e A . ROMANO, op. cit., v o i . I I , 1 9 6 6 , p . 2 0 8 .

35. Taie polemica è ampiamente illustrata da A. ROMANO, op. cit., voi. II, 1966, pp. 206 segg., che vede in essa « il primo riflesso del maggiore e più pro-fondo dissidio tra bakuninismo e marxismo ».

rizzata da un'estrema confusione ideologica che si può far risalire in buona parte all'ambiguo atteggiamento del Terzaghi, che ora sostiene e ora nega la « politicità » del movimento operaio.

Il degenerare della polemica in meschini personalismi determina in-fine la frattura in seno alla Federazione: Terzaghi ed Eandi, con un gruppo di operai, fondano una nuova sezione, alla quale viene imposta la denominazione di « L'Emancipazione del proletario ». La consistenza numerica della Federazione Operaia al momento della scissione è di circa 750 membri36; solo 200 aderiscono alla nuova associazione: la maggior parte di essi è costituita da operai delle officine governative 37.

L'Emancipazione del proletario è la prima sezione internazionalista che si schiera su posizioni filo-bakuniniste 38 a favore della circolare di Sonvilliers 39. Nei « considerando » dello statuto della società, approvato dall'assemblea generale dei soci il 5 gennaio 1872 40, si legge che « la questione politica sarà subordinata alla sociale » e che gli sforzi del pro-letariato « per conquistare la propria emancipazione non devono tendere alla costituzione di altri privilegi » ma « escludere ogni supremazia ». Emerge dunque con sufficiente chiarezza che i princìpi ispiratori della società si collegano a quelli della corrente anti-autoritaria della Interna-zionale.

L'organizzazione interna dell'associazione è definita attraverso la costituzione di una cassa di resistenza « esclusivamente per soccorrere gli operai che si trovassero in sciopero per far valere i loro diritti »41, e la divisione in « tante sezioni, quante sono le classi artigiane che la com-pongono »42. Tale divisione viene ritenuta necessaria sia per « propa-36. Ritengo il numero di 750 soci più corrispondente alla realtà, in quanto richiamato con riferimento al problema del pagamento delle quote associative al Consiglio generale; inattendibile mi sembra pertanto il numero di 800-900 soci in-dicato dal « Gazzettino rosa » del 18 dicembre 1871. Cfr. Marx e Engels, Corri-spondenza con italiani cit., p. 111.

37. Ivi, p. 131.

3 8 . C f r . A . ROMANO, op. cit., voi. I I , 1 9 6 6 , p. 2 0 6 .

39. Nella circolare di Sonvilliers, datata 2 novembre 1871, e redatta dai ba-kuninisti svizzeri in occasione del loro congresso, tenutosi appunto a Sonvilliers, si accusa il Consiglio generale dell'A.I.L. di autoritarismo, denunciando le risolu-zioni della Conferenza di Londra (settembre 1871) come illegali. Si richiede quindi l'immediata convocazione di un congresso generale dell'A.I.L.; si pone inoltre l'ac-cento sulle divergenze a proposito dell'azione politica del proletariato e si esalta la libertà e l'autonomia delle singole sezioni.

40. Cfr. Associazione Internazionale dei Lavoratori, Statuto sociale della So-cietà « L'Emancipazione del proletario - Sede di Torino, regione piemontese », To-rino, tip. Perrin, 1872.

41. Ivi, « Scopi della società », punto 2°. 42. Ivi, art. 17.

gare lo spirito di associazione fra gli operai della stessa arte che ancora non sono iscritti »4 3 sia per studiare gli specifici problemi « riguardanti il loro miglioramento economico sociale » 44. Si constata come l'organiz-zazione risponda alle concrete esigenze della classe operaia e preluda, sotto alcuni aspetti, a quella del Partito Operaio. La propaganda fra gli operai torinesi incontra un notevole successo e, alla fine di febbraio, le sezioni costituite raggiungono il numero di dieci: sellai, tipografi, fale-gnami, pristinai, meccanici, calzolai, parrucchieri, commessi, sarti, vari45.

I soci sono in complesso circa 700 46.

Il « Proletario italiano », che aveva cessato le pubblicazioni ai primi di dicembre per mancanza di fondi e per i ripetuti sequestri del « fisco », risorge nel gennaio con la nuova testata « Il Proletario » e come or-gano dell'Emancipazione del proletario47. Contemporaneamente nasce ad opera di Giovanni Eandi, socio dell'Emancipazione, il periodico « L'Anticristo. Settimanale internazionalista »48, che si distingue nei confronti del « Proletario italiano » per la maggiore coerenza ideologica e per il notevole livello intellettuale dei suoi articoli.

Ai primi di febbraio 49 nascono tra i soci dell'Emancipazione del pro-letario i primi sospetti a carico del Terzaghi. In seguito alla verifica contabile del mese, infatti, si scopre che il Terzaghi si è impossessato di quasi tutti i fondi di cui la sezione disponeva, ponendo in essere nume-rosi falsi ed attribuendosi, oltre tutto, uno stipendio non autorizzato 50. Vengono anche rilevati dai soci i rapporti particolarmente « cordiali »

43. Ivi, art. 13. 44. Ivi, art. 12.

45. Cfr. « Il Fascio operaio » (Bologna), 2 marzo 1872.

46. Cfr. Marx e Engels, Corrispondenza con italiani cit., p. 161, lettera di Regis a Engels.

47. « Il Proletario » è oggi irreperibile. La sua esistenza è comprovata da ac-cenni ad esso fatti da altri giornali internazionalisti (cfr. p. es. « L'Eguaglianza », 14 gennaio e 10 marzo 1872; « La Campana », 18 febbraio 1872). Al giornale, nei primi mesi del 1872, collabora Celso Ceretti (cfr. la lettera di Bakunin a C. Ceretti dell'I 1 febbraio 1872 in Archives Bakounine cit., p. 231). Il Michels ne cita il n. 10 del 2 settembre 1872, anno II (cfr. R. MICHELS, Proletariato e bor-ghesia nel movimento socialista italiano, Torino, 1908).