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L’ANTICORRUZIONE NELLA DIMENSIONE STORICO-POLITICA

1. Corruzione e anticorruzione nella dimensione storico-politica.

Gli ultimi 25 anni sono stati senza dubbio i più importanti nella storia globale dell’anticorruzione. La nascita di Transparency International e gli effetti che la sua azione ha prodotto, hanno segnato il passo rispetto all’epoca precedente. Di recente Fritz Heimann, uno dei co-fondatori della ONG, è ritornato a discutere della sua genesi, ponendola in rela- zione con la sempre più crescente preoccupazione intorno alla corruzio- ne che caratterizza il nostro presente. Tuttavia, la sua ricostruzione, pre- sentata insieme a Mark Pieth, pone alcune domande, la cui risposta po- trebbe scoraggiare dal considerare questi ultimi anni come fondamentali nella storia della lotta alla corruzione.

Come è possibile, si chiede, che tutto questo attivismo si sia manifestato in modo così urgente dopo così tanti secoli di fatalismo o addirittura di accettazione passiva della corruzione, considerata come un’alternativa alla forza bruta? Che cosa ha portato questo problema al centro delle agende politiche internazionali? L’appeal suscitato a livello globale dal discorso sull’anticorruzione sta davvero producendo gli effetti sperati? Non potrebbe essere che alcuni politici lo stiano semplicemente utiliz- zando come slogan, senza alcun desiderio di mutare lo status quo?

Pensare a quel che si è fatto e che si fa, è essenziale per rilanciare nuove azioni, anche perché mai come nel caso della lotta alla corruzione, i ri- sultati si riducono spesso a successi di breve periodo1.

1 F. Heimann, M. Pieth, Confronting Corruption, Oxford, Oxford University Press, 2018, p. 9-14.

Paolo Carta

Questo dato ha incoraggiato forti opposizioni contro i programmi di an- ticorruzione, giudicati inefficaci in un contesto internazionale nel quale la corruzione parrebbe ormai essersi radicata. Nonostante ciò, ricordano Heimann e Pieth, non c’è scelta: «In our view, the need for further action is

compelling. Corruption undermines democratic institutions and the rule of law. It impairs government regulations, such as environmental protection and hu- man rights. It obstructs international development programs and distorts com- petition for business and investment»2. Per queste ragioni, più che per i ri-

sultati immediati è necessaria una resistenza continua al fenomeno cor- ruttivo. Del resto, fare il contrario sarebbe ora del tutto irresponsabile. Che la corruzione sia «a continuing problem, because politicians need money

to stay in power and the wealthy want political influence», come sottolinea

Heimann, è se si vuole niente più che un dato storico.

In tal senso, dunque, riflettere sulla corruzione e sull’anticorruzione par- tendo da una prospettiva storico-politica, significa fare i conti con una costante, presente in ogni epoca. Di qui l’emergere di assiomi e luoghi comuni secondo i quali “la corruzione è sempre esistita ed è stata un

problema fin dagli inizi della storia umana”3. Tali cliché non aiutano a

comprendere fino in fondo le dinamiche evolutive del fenomeno, i suoi mimetismi, le sue capacità di adattarsi e di rispondere alle sollecitazioni più diverse. E, si aggiunga, spesso servono unicamente per ridurre la portata dei processi anticorruttivi.

In un numero recente di Current Anthropology, intitolato Rethinking the

Anthropology of Corruption, antropologi e scienziati si sono confrontati

sulla relazione tra corruzione e anticorruzione a livello globale. Quel che emerge dall’interessante dibattito è che pur possedendo una definizione del termine, che ad esempio ritroviamo nei trattati internazionali, da un punto di vista sostanziale è difficile precisare chiaramente che cosa sia la corruzione nei diversi contesti culturali4.

2 Ibid., p. 14.

3 Si veda ad esempio L. Holmes, Corruption. A Very Short Introduction, Oxford, Oxford University Press, 2015, p. 1.

4 S. Muir-A. Gupta, Rethinking the Anthropology of Corruption: An Introduction, in Current Anthropology, 2018, 59, pp. 4-15.

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L’anticorruzione nella dimensione storico-politica

È tuttavia innegabile che esista una percezione comune della corruzione a livello globale.

Che la misurazione della percezione della corruzione sia stata spesso cri- ticata, conta poco rispetto a quel che è stato il ruolo prodotto da quel da- to sulla discussione intorno al problema. Il semplice fatto che esista una percezione condivisa dell’esistenza di un fenomeno corruttivo ha per così dire un valore performativo, capace perfino di dar vita a nuove isti- tuzioni umane e durature.

Il termine, inteso genericamente come crisi di una morale condivisa, ca- pace di minare le fondamenta istituzionali di una comunità politica, è stato spesso usato per interpretare la genesi di fratture e discontinuità storiche5.

La corruzione è stata posta al centro delle indagini di lungo periodo, an- che perché, per sua natura il fenomeno corruttivo deve necessariamente apparire nella sfera pubblica, provocando quell’inopportuno stupore, che di solito ne accompagna ogni sua manifestazione. La sua luce abba- gliante ha per così dire finito per porre in secondo piano quell’altra sto- ria, altrettanto luminosa ma meno appariscente dell’anticorruzione. È vero che gli ultimi 25 anni l’hanno portata alla ribalta, ma non si può certo dire che la sua incidenza nella storia politica di lungo periodo non sia stata determinante.

Se la corruzione è un fenomeno che appartiene alla storia umana, infatti, non appare fuori luogo pensare all’intera evoluzione del pensiero politi- co come nient’altro che una lunga successione dei tentativi elaborati al fine di stabilire forme di governo capaci di resistere, quanto più possibi- le, alla loro inevitabile corruzione.

Che ciò non sia ancora apparso in modo chiaro, lo si deve semplicemen- te al fatto che la storia dell’anticorruzione è stata per lungo tempo con- siderata solo come una controparte, meno avvincente, della storia della corruzione. Vista l’utilità di quest’ultima per chiarire i momenti di di-

5 Un bell’esempio di un’indagine di questo tipo è contenuto nel primo capitolo del terzo libro dei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio di Niccolò Machiavelli, per il quale rinvio a P. Carta, Discorrere cose nuove e insolite. I ‘Discorsi’ di Machiavelli e le ‘Considerazioni’ di

Guicciardini, in Niccolò Machiavelli, Tutte le opere, Milano, Bompiani, 2018, pp. 271-303.

Paolo Carta

scontinuità nel lungo periodo, il processo anticorruttivo è apparso come il prodotto di un ideale, che poco o niente ha potuto dinanzi alla fragilità delle istituzioni umane. Il mito del realismo politico ha agito anche nel contesto storiografico.

Fortunatamente, grazie agli effetti prodotti da Transparency International, le cose hanno iniziato a mutare anche tra gli storici. Da tempo, appare ormai chiaro come non solo esista una lunghissima storia dell’anticorruzione, ma anche che, per certi versi, l’intera nostra storia politica e istituzionale possa essere letta come una lunga storia di pre- venzione e reazione contro la corruzione.

Ciò è particolarmente evidente nei teorici della prima età moderna, im- pegnati a delineare i contorni della novità dello Stato. Non è un caso che proprio i loro scritti, penso in particolare ad alcune pagine machiavel- liane, siano oggi costantemente rievocate proprio da teorici e attivisti impegnati nella lotta alla corruzione6.

2. Un esempio di antico regime: corruzione e anticorruzione nel Rina-

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