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TEORIE DI RETE E TEORIE DI CAPITALE SOCIALE

3.3 CHE COS'E' IL CAPITALE SOCIALE

Il Capitale sociale è un concetto indagato nelle scienze sociali solo dagli anni novanta , diventando fondamentale negli studi che analizzano le dinamiche di sviluppo della società.

Con il termine “capitale sociale” si intende generalmente quel bagaglio relazionale e valoriale che un soggetto costruisce nel corso della propria esistenza in una determinata società. L'individuo già nei primi anni della vita assorbe su di sé una serie di norme e di valori che gli derivano dall'essere parte di un nucleo familiare e di una società. Crescendo, dunque, il soggetto inizierà ad ampliare la propria rete di conoscenze ed a relazionarsi con individui dal bagaglio valoriale ed esperienziale diverso dal proprio. Entrando in contatto con soggetti differenti per esperienza e per conoscenza, l'individuo andrà ad accrescere il proprio capitale che si svilupperà all'interno della società. Pertanto, un individuo che nel corso della propria esistenza si relaziona con gli altri soggetti, accrescerà le proprie conoscenze, permettendogli di perseguire fini altrimenti difficilmente raggiungibili. Infatti, l'unione di soggetti dal bagaglio valoriale ed esperienziale

diverso rende possibile risolvere problemi collettivi, facendo perno su reti relazionali e su capitali sociali che variano da individuo ad individuo. Per questo motivo si è assistito ad un crescente interesse nello studio del capitale sociale, identificandolo, da parte di alcuni autori, come la chiave per capire le dinamiche sottese allo sviluppo di una società.

Con il termine Capitale sociale si intende generalmente quel bagaglio relazionale e di valori che un soggetto costruisce nel corso della propria esistenza in una determinata società.

La prima studiosa che fa riferimento al capitale sociale è stata Lydia Hanifan che ne suo studio sulle performance degli studenti nelle scuole, definisce “nell'uso dell'espressione capitale sociale si riferisce a ciò che si fa che queste entità tangibili continuino nella vita quotidiana per la maggior parte delle persone, riferendosi alla buona volontà, l'amicizia, la comprensione reciproca e i rapporti sociali fra un gruppo di individui e le famiglie che costituiscono un'unità sociale.

Il concetto di capitale sociale assume importanza nelle analisi sociali: i due approcci che considerano il capitale sociale sotto aspetti differenti sono quelli individualista e quello collettivista; per entrambi risulta che l'importanza dell'accrescimento del capitale sociale risulta essere fondamentale per lo sviluppo della società. L'approccio individualista pone l'accento sulle capacità del singolo soggetto di relazionarsi con altri individui per ottenere un beneficio nella propria vita sociale; il Capitale sociale si costruisce sulle scelte razionali dell'individuo. Sostenitore di questo approccio è Coleman, che ritiene importante estendere l'approccio individualista della scelta razionale alla creazione di capitale sociale:

“il capitale sociale è la qualità di una relazionale sociale che ne fa

una risorsa per l'azione razionale, individuale o scorporata, e assume varie forme”.

Il concetto di Capitale sociale è un concetto situazionale e dinamico, secondo Coleman, che lo considera come un bene pubblico, definito come un “insieme di relazioni che un individuo un gruppo può usare per i propri interessi, è fortemente connesso con la struttura sociale e facilita le azioni degli individui

che si trovano dentro la struttura. Coleman quando parla di Capital wociale si riferisce al valore di quegli aspetti della struttura sociale che sono risorse per gli attori, in quanto possono utilizzarli per realizzare i loro interessi: questi aspetti sono: le informazioni che le relazioni sociali vincolano, la stabilità e osservanza delle norme che rendono sicuro un ambiente sociale, il fatto che in una comunità in una rete di scambio siano in vigore delle norme che spingono alla solidarietà verso gli altri, ed in particolare siano rispettate quelle norme. Sono questi aspetti che spingono e vincolano gli individui a restituirsi doni ed aiuti informali, che sostengono la fiducia come stabilità delle aspettative nei riguardi delle obbligazioni reciproche.

L'approccio collettivista, invece, secondo Putnam, considera la creazione di capitale sociale come prodotto di uno scambio reciproco di relazioni, non basate essenzialmente sull'utilità individuale. Il soggetto che entra in contatto con gli altri porterà con sé il proprio capitale che metterà in comunione con gli individui, ricevendo da essi il bagaglio sociale. In questo modo si creerà uno scambio di esperienze, di conoscenze e di informazioni che renderanno possibile il raggiungimento di scopi altrimenti non perseguibili limitatamente a livello individuale. Putnam definisce il capitale sociale come

“l'insieme di quegli elementi dell'organizzazione sociale come la

fiducia, le norme condivise, le reti sociali, che possono migliorare l'inefficienza della società nel suo insieme, nella misura in cui facilitano l'azione coordinata degli individui”.

Da questa definizione si può comprendere quanto l'azione collettiva svolta dagli attori sociali, al fine di poter perseguire fini difficilmente raggiungibili sia per l'autore un agire coordinato tra gli individui che danno e ricevono così fiducia nella costruzione di reti sociali. Putnam intende per capitale sociale la fiducia, le norme che regolano la convivenza. I concetti di fiducia e di reti sociali diventano caratteristiche imprescindibili nell'analisi del capitale sociale in una società. Il concetto di capitale sociale può essere definito in generale anche come l'insieme delle risorse che si riferiscono alle relazioni familiari e all'organizzazione sociale della comunità che sono utili per lo sviluppo cognitivo e sociale di un bambino. Queste risorse differiscono da persona a persona e possono costituire un

importante vantaggio per bambini nello sviluppo del loro capitale umano. Il capitale sociale che è accumulato, trasmesso e riprodotto, e si riferisce a istituzioni come la famiglia che è il luogo dell'accumulazione e della trasmissione di questo genere di capitale; infatti si può anche definire come la rete di relazioni personali direttamente mobilitabili dall'individuo per perseguire i suoi fini e migliorare la sua posizione sociale.

Il paradigma relazionale, secondo l'ottica di Donati, concepisce il capitale sociale come particolare qualità e configurazione delle reti di relazioni che alimentano e rendono sinergiche le dotazioni individuali e le opportunità di vita delle persone coinvolte, in questo senso coincide con le pratiche di relazioni di sussidiarietà. Il capitale sociale non è un attributo degli individui o delle strutture sociali, ma è una qualità non di tutte le relazioni sociali, ma propriamente di quelle che valorizzano i beni relazionali.

Ciò porta a distinguere tra capitale sociale primario, quindi le relazioni che valorizzano i beni relazionali primari, operando con criteri largamente o più informali, e capitale sociale secondario, cioè relazioni che valorizzano i beni relazionali secondari, di natura civica o civile operando con criteri largamente più formali.

Il capitale sociale primario ha come ambito di relazione la famiglia, le reti informali quali quelle della famiglia, parenti, amici e vicini; esso consiste nella fiducia primaria e nella reciprocità interpersonale come scambio simbolico, ovvero come dono, come atto in cui un circuito di scambi reciproci di dare- ricevere contraccambiare senza equivalenti monetari.

Il capitale sociale secondario ha come ambito di relazione l'associazionismo di società civile quindi le associazioni o reti civiche di individui e famiglie, consiste nella fiducia secondaria verso gli individui che hanno in comune solo l'appartenenza ad un'associazione o comunità e nella reciprocità sociale allargata ossia estensione dello scambio simbolico a coloro che appartengono ad una stessa associazione o comunità . Il capitale secondario è un fattore importante per la civiltà o cultura civica, che indica quelle buone

pratiche attraverso cui cittadini esercitano il loro diritti e responsabilità per quanto attiene alla vita pubblica della città.

CAPITOLO 4