• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 4: Il fandom 100


4.5 Cosplay, divenire l'oggetto del proprio amore 124


Uno degli obbiettivi di un fandom è essere attivo nella creazione di qualcosa di nuovo partendo dal media originale, molto spesso per dimostrare il suo apprezzamento per tale opera. Uno dei modi divenuti più di moda è caratterizzato dal cosplay (コスプレ), parola ibrido nata dall'unione della parole costume e play. Nell'immaginario comune si pensa che il cosplay sia una pratica autoctona giapponese. In realtà ha origine in America, negli anni '60. Inizia a prendere piede nelle convention dedicate alla fantascienza, in particolare modo a Star Trek. In Giappone inizia a prendere piede negli anni '80, quando Takahashi Nobuyuki, affascinato da ciò che aveva visto in America, decide di voler importare nel suo paese. Essendo inizialmente un settore di nicchia, i costumi vengono inizialmente realizzati interamente a mano. La sfida era spesso nell'ottenere il miglior risultato possibile utilizzando materiali di tutti i giorni. Il crescente numero di cosplayer pone l'inizio di un'industria, risalente al 1995 quando viene fondato il primo negozio di costumi da cosplay, Cospa (コス パ ). Per poter mantenere alti i profitti i negozi si specializzano nelle opere più famose, cosa

che quindi non intralcia la creazione manuale dei costumi. Al giorno d'oggi la capacità di saper realizzare manualmente le parti del proprio costume è anche considerata un'arte degna di nota. E' importante puntualizzare fin da subito che, come detto dal nome, non è solo l'aspetto fisico la parte fondamentale in un cosplay. Patrick Galbraith fornisce una spiegazione accurata di cosa significhi effettivamente fare cosplay: 


"Il cosplayer diviene il personaggio; lui o lei creano un costume il più simile possibile all'originale e ne memorizzano le pose e le battute. Quando viene avvicinato per una foto, il cosplayer cerca di riprodurre l'aura del personaggio, e può richiedere che immagini 'non nel personaggio' vengano rimosse dalla macchina del fotografo. In questo esempio di rappresentanza della cultura anime e videoludica, il cosplayer impara dei copioni dall'immagine mediata del personaggio, lo mette in scena e diviene lui stesso un'immagine." 115

Un interessante fenomeno legato al mondo del cosplay è legato al crossplay (クロスプレイ), pratica in cui si impersona un personaggio appartenente al sesso opposto al proprio. In Giappone è praticato

in egual misura sia da uomini, il cui più grande desiderio è di identificarsi con le bishōjo di cui sono infatuati, sia da donne. I personaggi bishōnen sono caratterizzati da tratti ambigui e delicati, per cui le donne sono ironicamente più adatte degli uomini a interpretarli. In Occidente la pratica del crossplay da parte degli uomini è ancora poco diffuso, dato che il vestirsi da donna viene ancora visto come una privazione della virilità. Per quanto riguarda le donne, il crossplay è una pratica ampiamente diffusa. Ai primi tempi il cosplay era legato al semplice divertimento di riprodurre il personaggio amato il più fedelmente possibile, per pura soddisfazione personale. Il ricevere anche solo una fotografia da altri appassionati era la più grande gioia per un cosplayer. Con il crescere del fenomeno, anche all'estero, iniziano a comparire le prime competizioni. La più grande convention cosplay del mondo è il World Cosplay Summit (世界コスプレサミット), tenuto a Nagoya. La prima edizione risale all'ottobre del 2003, dove vengono invitati cinque ospiti, rispettivamente dalla Germania, Francia E Italia. Non viene tenuta una vera competizione fino al 2005, quando ha inizio il World cosplay championship. Il paese a vincere per la prima volta è l'Italia.

Patrick W. Galbraith, Moe, Exploring Virtual Potential in Post-Millennial Japan.

4.5.1 Problemi tra fan 


A prima vista il mondo del cosplay potrebbe sembrare completamente slegato da ogni problema, ma la realtà è ben diversa. Ci sono diversi problemi che affliggono questo mondo, tutti provocati dagli stessi membri di questa categoria. In primo luogo, la presenza sempre maggiore delle gare ha creato una sorta di rivalità tra cosplayer. Si tende sempre a cercare un difetto, nel vestito, nel trucco e nell'interpretazione. A volte però si arriva persino all'insultare il fisico di una persona, dando originali a casi di cyberbullismo. Si rischia di sfociare anche nel razzismo, in quanto non sono rari i casi in cui alcuni affermino che determinati personaggi possano essere interpretati solo da una determinata popolazione. Un caso è proprio dato dalle cosplayer giapponesi, che si trovano spesso ad offendere gli occidentali affermando che solo loro possono fare il cosplay di personaggi degli anime, visto che sono di produzione giapponese. 


In secondo luogo, fatto ancora più grave, sono le molestie. I vari fandom, come analizzato, sono caratterizzati da un'accettazione incondizionata di chiunque desideri farne parte. Si cerca di non dare peso ai giudizi esterni, non sempre con buoni risultati. Molto spesso, i personaggi degli anime indossano costumi particolarmente succinti, soprattutto quando si parla di personaggi femminili. Questo, in alcune menti malati, porta a pensare che la cosplayer in questione sia disposta ad accettare comportamenti non consoni. I fotografi solitamente sono i primi che cercano di approfittare della situazione, andando a fotografare la cosplayer con angolazioni particolari con lo scopo di riprendere il seno o le parti intime. La presenza sempre maggiore di questi individui ha portato a dover prendere adeguati provvedimenti, con un rafforzamento delle forze dell'ordine. Fortunatamente il senso di comunità è ancora abbastanza forte, perciò spesso si viene salvati da sconosciuti che passavano per caso. 


Il cosplay si può quindi definire una delle forme più alte di fandom, in quanto si elimina se stessi per divenire il personaggio, e per conseguenza l'opera, tanto apprezzata.