CAPITOLO 2: NEET e furītā 35
2.5 Risoluzioni adottate e movimenti di ribellione 52
2.5.1 Le organizzazioni di supporto
Come già ripetutamente affermato, i media hanno focalizzato molto l'attenzione solo sull'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro, portando a pensare che fosse la causa principale della grande diffusione di questi stili di vita. Essa si rispecchia anche in ciò che nel corso degli anni è stato fatto dalle istituzioni per risolverlo. Nel 2004 nasce il Consiglio strategico per l'indipendenza e stimolo dei giovani. Ne fanno parte 4 membri rispettivamente del ministero della salute (kōsei rōdōsho), l'ufficio del gabinetto (naikafuku), il Ministero dell'economia, scambio, e industria (keizaisangyōshō) e del Ministero della Cultura, Sport, educazione, scienza e stimolo giovanile (nonbugakushō). Essi elaborano il wakamono jitsu chōsen puran (若者自立挑戦プラン) (Piano per l'indipendenza dei giovani). Esso consisteva nel ridurre nei primi 3 anni il trend di crescita dei furītā e NEET, migliorando lo spirito dei giovani e il loro approccio al lavoro. Uno dei punti di forza è la fondazione dei Job-Café, centri di supporto per il sostegno alla ricerca di impiego. Trattandosi di corpi autogovernati a livello locale, ognuno di questi café hanno delle particolarità che li contraddistinguono dagli altri. Un esempio è il café situato a Gunma, prefettura nell'isola di Honshu, è supportato da un'organizzazione no-profit. Composta per la maggior parte di giovani, viene definito appunto "supporto per giovani dai giovani". L'aiuto specializzato, come ad esempio il consulto professionale e l'eventuale inserimento nelle aziende viene dato da organi esterni. I giovani si occupano per la maggior parte delle relazioni pubbliche, preparano seminari d'informazione, allestiscono incontri mensili dove discutono possibili miglioramenti, che poi verranno proposti ai dipendenti del job-café. Questo genere di strutture non sono però escluse dall'avere delle problematiche che le rendono poco efficaci. Nel 2004, attraverso un'intervista a nove di questi centri, sono stati riscontrati alcuni problemi:
-
Alla maggior parte dei café è richiesto un numero minimo di fruitori del servizio, cosa che rischia di divenire l'unico obbiettivo del centro. Si perderebbe così di mira l'aiutare anche i potenziali clienti che non hanno ancora visitato il caffè.-
La difficoltà nel pubblicizzarsi nonostante i numerosi sforzi. Un'idea molto originale era stata proposta dal centro carriere di Okinawa. Essa consisteva nel donare ai giovani diplomati delle scuole superiori dei portachiavi, su cui vi era stampato il numero del centro.-
Nonostante si debba raggiungere una determinata quota il rapporto delle persone supportate e il numero dei potenziali pazienti effettivi è decisamente sproporzionato. Infatti si possono contare circa 10.000 pazienti, ma il numero effettivo di furītā è nettamente superiore. Ciò avviene perché ci si focalizza su soggetti.
Un altra struttura particolarmente di rilievo adottata è la wakamono jiritsu juku (若者自立塾) (Campo per l'indipendenza dei giovani), lanciata nel 2005 e specializzata nel supporto dei NEET. Si tratta di un programma di tre mesi, durante i quali ai partecipanti è richiesto di vivere in loco. Questo requisito è una particolarità del programma giapponese rispetto ai suoi simili europei. Nonostante l'obbiettivo primario sia permettere ai giovani di trovare un impiego e, di conseguenza, l'indipendenza economica, è ritenuto di vitale importanza anche indurre i giovani a essere in grado di prendersi cura di se stessi senza il sostegno dei genitori. I partecipanti aderiscono a diverse tipologie di attività di formazione. Esse consistono in:
-
Seikatsu kunren (生活訓練) (Formazione per la vita): Abituare il paziente a una normaleroutine quotidiana, la quale consisteva nel pulire e prepararsi in maniera autonoma ai pasti. Trattandosi spesso di persone che vivono ancora con i genitori non è da escludere la loro incapacità di svolgere questo genere di compiti. E' molto importante essere in grado di dare dei regolari ritmi ai partecipanti prima di iniziare qualsiasi attività di formazione lavorativa.
-
Shūrō taiken (就労体験) (Esercizi di lavoro pratico) : Esercizi di lavoro di vario genere, com ad esempio agricolo o in piccoli ristoranti e panetterie.-
Shūgyō kunren (就業訓練) (Formazione professionale): Attività simili affiancate a lezioni frontali, come ad esempio di lingua inglese. Molto importanti sono anche le esercitazioni sulla comunicazione, ritenuto uno dei problemi fondamentali dei giovani pazienti.Paradossalmente al voler incoraggiare l'autonomia dal nucleo famigliare, senza di esso sarebbe impossibile fare parte del programma. Esso infatti ha un costo di circa 280,000 yen per i nuclei che guadagnano più di 4 milioni di yen annui e 210,000 nel caso di famiglie che guadagnano al di sotto di quella cifra. Una cifra del genere funziona sicuramente come deterrente, soprattutto per le famiglie con reddito basso. Pur tuttavia la sua presenza esiste per diverse ragioni. Prima di tutto perché, agli occhi dell'opinione pubblica, i NEET non sono visti come un gruppo degno di ricevere aiuto da parte dei contribuenti. Questo porta di conseguenza a dover trovare un metodo alternativo per sostenere i costi di mantenimento dei partecipanti al programma nelle varie strutture.
Nonostante esso sia nato come risposta alla crisi dei NEET, il campo si occupa di una piccola parte di questa categoria. Sul sito internet è chiaramente riportato che, come regola, si riconoscono come candidati idonei solamente coloro che hanno completato la scuola dell'obbligo, sono rimasti esclusi da istruzione, impiego e formazione professionale per oltre un anno senza aver cercato un impiego in questo periodo. In aggiunta, devono aver cercato lavoro in passato, non essere sposati e avere un'età al di sotto dei 35 anni. Sostanzialmente viene data priorità a coloro che hanno più probabilità a trovare un impiego. Il campo, nel corso del tempo, ha dovuto affrontare diverse problematiche. Una di esse è l'improvvisa scoperta che almeno la metà dei partecipanti aveva un passato di trattamento di problemi psicologici. Il centro non era pensato e organizzato per fornire il giusto sostegno alle persone con queste problematiche. Purtroppo non è difficile identificare questi soggetti prima dell'inizio del programma, anche per il fatto che i partecipanti stessi tendono a mantenere nascosta la loro condizione. L'approccio tenuto dai vari centri è semplicemente di scartare le persone a cui viene riconosciuta una seria problematica mentale. Un altro problema è la percentuale di partecipanti. Senza un aumento del numero, l'utilità del programma potrebbe essere messa in discussione. Nonostante abbia goduto di alcuni articoli sui giornali nazionali, rimane perlopiù un centro poco conosciuto. Oltretutto, a causa della struttura culturale della società nipponica, la gente è molto restia a cercare aiuto. Il principale terrore era di essere resi visibili pubblicamente come NEET e perciò soggetti al giudizio della comunità. Un'altra organizzazione molto simile, nata nel 2006, è la wakamono sapōto sutēshon (若者Nサポートス テショーン o stazione di supporto per i giovani) . Pur presentando le stesse modalità della wakamono jiritsu juku, la differenza maggiore si può riscontrare nel raggio d'azione: il primo
infatti può ospitare più di 10,000 partecipanti annui, mentre l'ultimo a malapena 2,000.
Anche se non si tratta di un'organizzazione finalizzata al solo supporto dei giovani disoccupati è necessario anche menzionare la Hello Work (ハローワーク). Esso non è altro che il nome per il centro dell'impiego del governo. Il suo compito è quello di tenere un esteso database contenente le più recenti offerte di lavoro e renderle accessibili via internet. Per quanto riguarda i giovani ha due tipologie di uffici:
-Hello work per nuovi diplomati, fondato nel 2010, il quale ha il compito di supportare nella ricerca dell'impiego persone diplomatesi alla scuola superiore o università negli ultimi tre anni e con nessun tipo di esperienza lavorativa;
-Hello work per giovani, creato nel 2012, offre una forma di assistenza più mirata. Oltre alla ricerca di un impiego, offre formazione per i colloqui e persino sostegno psicologico specializzato. Il servizio è rivolte a persone fino ai 45 anni di età con esperienza precedente.
Nonostante l'impegno dimostrato dalle varie organizzazioni, il vero problema riscontrabile in ognuna di loro è l'eccessiva attenzione sul cambiare l'atteggiamento dei giovani, non creare effettive condizioni lavorative più favorevoli.
2.5.2 La protesta
Negli anni i giovani giapponesi, grazie anche alla diffusione di internet, sono diventati sempre più consapevoli di non essere i soli a trovarsi in una difficile e ingiusta condizione lavorativa. Questa consapevolezza li ha portati anche a creare delle vere e proprie organizzazioni autonome per la difesa dei loro diritti. Una di esse è la furītā zenpan rōdō kumiai (フリーター 全般労働組合 o organizzazione generale dei furītā) , organizzazione nata per proteggere e migliorare le condizioni lavorative dei furītā. Nel 2008, insieme ad altre organizzazioni, il FZRK organizza a Tokyo il Sound demo (サウンドデモ), un evento di protesta per attirare l'attenzione sul problema della crescente ineguaglianza economica. Si trattava di una parata capeggiata da un furgone che emetteva senza sosta musica movimentata. Il tema dell'evento era: jiyū to seizon no mēdē 2008: purekariāto wa zōsyoku/renketsusuru (自由と生存のメーデー
2008:プレカリ アートは増殖/連結する) (May Day 2008, libertà e esistenza: i precari moltiplicano e si connettono). L'evento ha un successo inaspettato, attraendo giornalisti, gruppi anti- povertà, artisti uniti dallo scontento riguardo la kakusa shakai (格差社会), la società ineguale. Di vitale importanza è l'utilizzo dell'arte attraverso poster e altre creazioni visive. Essa prende ispirazione dalle proteste dell'euro Mayday, organizzate per la prima volta nel 2001 nella città di Milano. Sulle pagine del loro sito internet, si descrivono come:
"Una generale unione a cui chiunque può unirsi, inclusi furītā, lavoratori temporanei, a tempo pieno, a contratto e non regolari. Per favore contattateci se avete problemi sul lavoro. Attraverso la rinascita del potere dell'unione, proteggeremo i diritti dei lavoratori. [...]
Consultateci prima di lasciare il vostro impiego per una delle seguenti ragioni: licenziamento, ore di lavoro interminabili, stipendio basso, incidenti sul lavoro, stipendi non pagati, nessuna liquidazione, ricollocazione, molestie sessuali o di potere. Noi possiamo aiutarvi."
Oltre a questo, il loro sito include ogni genere di informazione che può essere utile nel sostegno di qualsiasi forma di forza lavoro. Dai diritti legali dei lavoratori, a un magazine online, un blog, una lista delle loro principali attività, link a gruppi con gli stessi scopi, eventi politici e sociali. Inoltre, dopo il loro effettivo lavoro, dei volontari si riuniscono per rispondere alle telefonate dei lavoratori depressi. Uno dei principali obbiettivi è infatti aiutare i furītā a sentirsi meno isolati a livello sociale, essendo evidente che molti di loro erano stati alienati. Il senso di appartenenza ha però ridato a molte persone l'orgoglio perduto, aiutandole a interagire con altri individui. Bisogna però considerare che questa organizzazione ha una forte componente politica. L'intento è quello di creare una coscienza di classe e istigarla contro il governo. Uno degli eventi organizzati è infatti il cosiddetto reality tour, tenutosi sempre nel 2008. Esso consisteva in una marcia, partendo dalla stazione di Shibuya, per arrivare alla casa del primo ministro, considerato il simbolo della disuguaglianza in Giappone. La manifestazione non dura molto a lungo, e dopo pochi passi si conclude con l'arresto di alcuni membri. L'azione della polizia venne diffusa in internet, divenendo virale e fonte di grande imbarazzo delle forze dell'ordine, pesantemente criticata. Data la natura non violenta della protesta era ritenuto fuori luogo arrivare addirittura all'arresto. Anche la furītā zenpan rōdō kumiai di Fukuoka condivide un pensiero simile. Il loro obbiettivo è combattere il
concetto di jikosekinin (自己責任) o responsabilità individuale, a causa del quale persone come loro avrebbero faticato a sopravvivere in un'economia neoliberista. Prendono ispirazione dal sindacalismo anarchico, una branca dell'anarchismo riferito al movimento del lavoro.