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IL MICROCREDITO E I TASSI D’INTERESSE

4.2 Costi di gestione di una MF

Prima di addentrarci nell’analisi del tasso d’interesse, sostenibilità economica e performance finanziarie, è necessario soffermarci sui costi che una MFI sostiene durante il rapporto con un cliente.

I costi di un sistema di microfinanza con obiettivi di lotta alla povertà (a prescindere dall’approccio sostenuto) sono solitamente più elevati di quelli di una istituzione bancaria normale. Una delle ragioni per le quali le banche non si avventurano in certe zone povere è il fatto che il costo di gestione del credito non sarebbe coperto dai ricavi dei prestiti di piccolo importo. Ma, oltre a questo, le iniziative di microfinanza nascono in genere all’interno di più complessivi progetti di sviluppo che comprendono altre iniziative, ad esempio di formazione. In particolare la formazione alla gestione della microimpresa viene considerata imprescindibile da moltissime iniziative di microcredito perché è necessario che i poveri (che non hanno mai avuto contatto con il denaro), abbiano una formazione imprenditoriale tale da

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poter svolgere al meglio la propria attività.109

Il costo dal punto di vista del cliente110 è la somma tra i costi diretti111 e i costi

di transazione112. Mentre il costo diretto è un’entrata per la MFI, i costi di transazione

non lo sono. Per valutare il costo diretto la misura ottimale è il tasso di rendimento interno, definito come quel tasso d'interesse che, per il cliente, renderebbe il valore attuale dei flussi di cassa di un contratto finanziario pari a zero. I costi di transazione possono essere stimati dai dati dell'indagine sulla lunghezza del contratto e sul denaro necessario per utilizzare un servizio finanziario; tale costo, inoltre, non è proporzionale all’entità del prestito.

Un altro costo da tenere sotto osservazione è il costo per reperire informazioni. Come discusso nel secondo capitolo a proposito di asimmetrie informative, per una MFI può essere abbastanza costoso reperire informazioni su un determinato cliente perché potrebbe nascondere alcune informazioni e darne altre. Perciò, per verificare la veridicità delle informazioni ottenute dal cliente, una MFI sostiene dei costi per la ricerca e il controllo delle stesse, come ad esempio il rivolgersi a persone della stessa comunità in cui vive un soggetto (generalmente avviene nei paesi in via di sviluppo) o chiedere informazioni ad altre MFI (qualora avesse avuto ricevuto precedentemente altri prestiti da diverse MFI). Questa operazione può rivelarsi anche molto costosa perché le informazioni potrebbero non essere immediatamente disponibili.

Ulteriore costo è quello per reperire i fondi113. Spesso una MFI può ricevere un

finanziamento da governi e donatori, a tassi d’interesse inferiori a quelli di mercato grazie ai contributi offerti da queste due figure114. Questo tipo di finanziamento è

denominato “prestito soft”, cioè un prestito effettuato da un donatore o da un governo con un tasso d’interesse inferiore a quello ottenuto nel caso in cui la MFI si rivolgesse

109 Muhammed Yunus, 2006, “Il banchiere dei poveri”, Feltrinelli

110 Mark Schreiner, 1999, “Aspects of Outreach: A Framework for the Discussion of the Social Benefits of

Microfinance”, Microfinance Risk Management

111 Sono pagamenti in contanti per interessi e commissioni.

112 Spese e mezzi indiretti, sostenute dalla MFI, per cose come per spese di trasporti, documenti, cibo e costi per

tasse necessari per l’utilizzo di un contratto finanziario.

113 Zahid Islam, Nelson Waweru, “Cost structure and financial sustainability of Microfinance Institutions: The

potential effects of Interest Rate Cap in Bangladesh”

114 Sarah Guntz, 2011,” Sustainability and profitability of microfinance institutions”, RESEARCH PAPERS IN

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a canali commerciali tradizionali115. Quindi anche se i finanziamenti ottenuti dalle MFI

sono a un tasso d’interesse inferiore rispetto a quello commerciale, bisogna considerare che per una MFI con poverty approach può essere più costoso reperire fondi rispetto a un’altra che segue il self-sustainability approach. Questo perché la seconda può fare a meno delle donazioni (rivolgendosi ai meno poveri) e quindi può applicare un tasso d’interesse più alto e poi perché le MFI autosufficienti chiedono ai propri clienti di creare dei depositi di risparmio, che verranno utilizzati dalle MFI per erogare ulteriori prestiti, il che riduce il costo di reperimento dei fondi. Tra i costi di reperimento fondi includiamo gli interessi e le commissioni pagate sui prestiti ricevuti (donazioni), le spese bancarie per trasferimenti e gestione dei conti correnti e, per le MFI che raccolgono i depositi della clientela, gli interessi corrisposti ai clienti sui fondi depositati presso l’istituzione stessa.

Inoltre, abbiamo anche i cosiddetti costi operativi, ovvero quelli relativi al funzionamento interno dell’istituzione e al complesso delle operazioni nei confronti dei clienti. I principali costi presi in esame sono: la metodologia di credito adottata dall’istituzione e le caratteristiche dei prodotti offerti (prestito individuale o di gruppo, ammontare dei prestiti e modalità di rimborso); le procedure operative (selezione e monitoraggio dei clienti, gestione del contante); costi per il personale e incentivi per lo staff (salari, contributi, selezione e formazione dello staff, efficacia del sistema di incentivi); costi amministrativi (affitti, spese d’utilità, trasporti, forniture d’ufficio, spese legali e consulenze).

Tra i costi che una MFI può sostenere possiamo inserire gli accantonamenti per perdite su crediti. In sostanza, la MFI prevede, sulla base del rischio di portafoglio attuale, che in futuro potrebbe subire delle perdite dovute a prestiti non restituiti; a coperture di tali perdite (presunte) si crea una riserva per perdite su crediti.

Le spese di accantonamento sono l’ammontare che l’istituzione ha deciso di aggiungere alla riserva durante l’anno in corso, per adeguare il livello delle riserve al rischio attuale del portafoglio.

Le spese straordinarie sono spese che, per le loro caratteristiche, si manifestano

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in modo incostante e imprevedibile. Per le istituzioni di microfinanza dei paese in via di sviluppo si tratta di solito delle perdite legate a eventi climatici straordinari come alluvioni, siccità, uragani.

Infine, bisogna considerare tra i costi anche il portafoglio crediti perché, pur rappresentando la più grande risorsa di una MFI, il mancato pagamento di un prestito genera un maggior rischio per la MFI, la quale allo stesso tempo, si troverà ad affrontare un costo. Per ridurre tale costo ci sono MFI che: riprogrammano immediatamente i prestiti non pagati con il mutuatario; cancellano quel credito nel momento in cui non viene restituito oppure dopo essere trascorso un certo periodo di default.116

Le MFI difficilmente riescono a realizzare economie di scala perché generalmente i costi fissi sono relativamente più bassi rispetto a quelli variabili.117

Però, una delle soluzioni da adottare potrebbe essere, ad esempio, l’utilizzo, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo, del modello del prestito di gruppo che permette alle MFI di spostare alcuni costi amministrativi e di rischio del credito dalla MFI ai membri del gruppo.