Il dibattito pubblico sull’eventuale costruzione di una moschea è generalmente strutturato dal percorso scelto, che ha una capacità intrinseca di delimitare gli spazi di discussione, selezionare gli attori e definire i contenuti. Le specificità di ogni realtà locale non permettono di delineare un percorso ideale, né di stabilire raccomandazioni precise o univoche. È però possibile indicare dapprima alcuni principi generali e poi alcuni strumenti utili a far sì che il dibattito possa rappresentare un momento di crescita degli attori coinvolti.
19.1.
Universalismo vs eccezionalismo
Benché nell'immaginario collettivo sia ben radicato un eccezionalismo relativo all'islam, la ricerca ha fatto emergere quanto sia importante che il dibattito pubblico si sviluppi costantemente all'interno di principi condivisi da tutti, ossia nell'alveo dei diritti universali. L'azione degli attori coinvolti, istituzioni e musulmani in primis, deve far riferimento all'universalismo, per poter arginare i
147
Non pochi sono i leader islamici locali che han costruito la loro posizione religiosa grazie alla loro capacità imprenditoriale, in particolare nel settore della carne halal. Sul tema delle autorità religiose, cfr. anche Gaborieau e Zeghal (2004).
111
discorsi costruiti sull'eccezionalismo islamico. Affinché l’universalità dei diritti abbia la capacità distrutturare il dibattito pubblico e di stabilire i limiti del discorso legittimo, cioè di stabilire ciò che può essere detto o meno, la loro condivisione deve necessariamente precedere qualsiasi decisione relativa ad un gruppo o comunità particolare. Fare dei diritti universali il punto condiviso da cui partire permette di riportare i dibattiti sui luoghi di culto islamici di trattare l’islam e i musulmani come qualsiasi altro gruppo o comunità presente sul territorio. In tal senso, scrive Allievi, "è necessario che l'approccio europeo si mantenga saldamente ancorato all'universalismo che lo caratterizza: al principio che la legge è uguale per tutti, che i diritti sono personali e inviolabili, che non esistono responsabilità di gruppo, di comunità, di confessione religiosa, che non è possibile derogare al principio dell'universalità della legge, in nessun caso" (2010:153).
Settima indicazione
Il dibattito pubblico deve essere costruito nell'alveo dell'universalità dei diritti, unico strumento effettivamente efficace contro forme d'eccezionalismo, discorsi essenzialisti e, in ultima analisi, contro atteggiamenti discriminatori verso la minoranza islamica e viceversa.
19.2.
De-ideologizzare il dibattito: restare nel locale
Fintanto che lo spazio pubblico è strutturato intorno alla dicotomia endogeno / esogeno, ossia sulla contrapposizione tra cittadini e stranieri, Noi e Loro, italiani e musulmani, il conflitto non può trovare nessuna forma di sedimentazione né di risoluzione. In altre parole, l'ideologizzazione del dibattito impedisce di trovare soluzioni condivise e di far evolvere gli attori. Coloro che sono portatori di un discorso ideologico prescindono infatti dagli attori reali, mentre tendono a spiegare la realtà a partire da una griglia fortemente manichea, presa a prestito dall'ideologia dello scontro di civiltà, secondo cui Islam e Occidente sono due civiltà non solo diverse, ma contrapposte. Per impedire il posizionamento ideologico degli attori, è necessario costruire il dibattito pubblico a partire dalla situazione reale del territorio. Come i casi esaminati hanno evidenziato, il grado o l’intensità della conflittualità é più basso laddove il dibattito resta circoscritto all’ambito locale. La decostruzione dell'approccio manicheo, proprio delle comunità immaginate e dello spazio pubblico transnazionale, deve necessariamente partire dal locale, ossia dalla realtà quotidiana degli attori, ed in particolare dall'esistenza di situazioni di precarietà che devono trovare risposte nell'interesse dell'intera collettività. Il pragmatismo si rivela pertanto come uno strumento capace di evitare di scivolare sul terreno ideologico e mantenere il dibattito in un ambito locale, in cui un ruolo fondamentale è giocato dalle relazioni interpersonali e di prossimità, in cui le identità sono più fluide grazie all'esistenza di spazi di condivisione (scuola, lavoro, ecc.) e di figure intermediarie che riconfigurano le appartenenze secondo altre dimensioni dell'identità (uomini / donne, giovani / vecchi, lavoratori / padronato, religiosi / laici, ecc.).
Ottava indicazione
Il grado o l’intensità della conflittualità é più basso là dove il dibattito resta circoscritto all’ambito locale e viene costruito secondo un approccio pragmatico.
112
19.3.
Rapporto tra politica e dibattito pubblico
La politicizzazione del dibattito sulla questione moschea fa aumentare il grado di conflittualità. Quello della moschea è infatti un tema che, facendo leva sulle paure sociali che la presenza dell'Altro può generare, ha la facoltà di creare o togliere consenso elettorale. Come dimostrano innumerevoli casi, quello della moschea é un tema spesso utilizzato per strutturare il rapporto tra maggioranza e opposizione. Conseguentemente, un ruolo di primo piano di esponenti delle amministrazioni o di partiti politici tende a trasformare il tema specifico della moschea in un tema funzionale all'arena politica, che dunque lo usa senza mai affrontarlo per quello che dovrebbe essere, ossia un dibattito su un luogo di culto. La politicizzazione del dibattito e la sua strutturazione secondo la dinamica maggioranza/opposizione ha inoltre la conseguenza di togliere spazio ai musulmani, la cui parola finisce per essere offuscata da quella degli attori politici, se non addirittura relegata di nuovo nello spazio dell'illegittimità. In tal senso è interessante sottolineare, sulla scia del caso bolognese, come il posizionamento in favore della realizzazione della moschea da parte di partiti ideologicamente favorevoli al multiculturalismo e anticlericali abbia spesso avuto esiti controproducenti per i musulmani stessi, che, oltre a finire inghiottiti in un conflitto che non era il loro, si son visti "scippare" la parola da coloro che volevano difenderne gli interessi. Allo stesso tempo, un'eccessiva depoliticizzazione, ossia l'assunzione di un ruolo defilato da parte delle istituzione e degli attori politici, rischia di favorire la deresponsabilizzazione delle autorità locali, come sembra mostrare il caso di Firenze.
Nona indicazione
La politicizzazione del dibattito sulla questione moschea fa aumentare il grado di conflittualità e priva i musulmani del diritto di parola e quindi della possibilità di partecipare in quanto cittadini di religione islamica. La questione della moschea deve essere sottratta al confronto tra maggioranza e opposizione, ma, allo stesso tempo, una depoliticizzazione eccessiva può essere all'origine della deresponsabilizzazione degli attori politici.