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5. Il dibattito pubblico sull'islam in Italia

5.2. Partiti politici

Se la funzione dei partiti politici è, fra l'altro, quella di strutturare il dibattito pubblico, in teoria facendo da tramite tra cittadini e istituzioni, è evidente il ruolo che giocano nel dibattito sull'islam e i musulmani. Il loro ruolo è ulteriormente accresciuto dal fatto che molti cittadini italiani sono pressoché o totalmente ignoranti rispetto all'islam e dunque devono necessariamente appoggiarsi su analisi, interpretazioni e proposte che vengono da coloro che sono chiamati a strutturare le opinioni, ossia i partiti e i media. Inoltre, quello dell'islam e dei musulmani in generale, e della moschea in particolare, è spesso diventato un tema utile per discreditare l'altra parte politica e/o per cercare il consenso. Appoggiandosi sulle paure che la presenza dell'Altro "inevitabilmente" può provocare tra cittadini che temono di perdere il controllo sul proprio territorio, diversi partiti politici, a cominciare dalle Lega Nord, han costruito il loro discorso pubblico sull'esclusione dell'Altro, in particolare se portatore di un'alterità descritta come irriducibile, come quella che esprimerebbe il

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musulmano. Ma, in Italia più che altrove, il discorso dei partiti sembra variare a seconda di come le relazioni con i musulmani si siano strutturate nel tempo e a seconda delle relazioni interpersonali, tanto che all'interno di uno stesso partito politico si può spesso constatare una discrepanza tra il discorso pubblico nazionale e discorso pubblico locale. É comunque opportuno e utile tracciare schematicamente le posizioni dei diversi partiti politici.

La Lega Nord é il partito che nel corso degli anni s’é distinto per un discorso fortemente anti-islamico, costruito sull’esplicito rifiuto di condividere la terra con l’Altro, l’islam e i musulmani66. La minaccia de “l’invasione islamica” e la conseguente necessità di escludere l’islam dallo spazio pubblico sono al centro del discorso politico e simbolico della Lega Nord, che rivendica il possesso del territorio attraverso delle azioni allo stesso tempo concrete e fortemente simboliche che hanno marcato l’immaginario collettivo, come il mayale day o quella di disseminare d’urina di maiale quei terreni dove era prevista la costruzione di una moschea67. Discorso pubblico e azioni sono costruite a partire dalla distinzione tra Noi e Loro, a sua volta incentrata sulla distinzione tra puro e impuro. La Lega opera cercando consenso dal basso, tra le popolazioni “più colpite” dalla presenza islamica, dove fomenta le paure di un’invasione, dell’imposizione di regole estranee, della perdita del controllo del territorio e, in definitiva, della perdita della propria identità. Nel discorso leghista, la moschea diventa sinonimo di covo di terroristi, di luogo di discriminazione verso le donne, di propaganda anti- occidentale, mentre l’islamico é colui che minaccia le tradizioni, l’identità e il futuro dei cittadini del nord e, più in generale, dell’Italia e dell’Europa68. Oltre ad azioni provocatorie con un forte significato

simbolico, la Lega ha spesso promosso raccolte di firme tra i cittadini per chiedere referendum consultivi sull’eventuale apertura di una moschea e, a livello parlamentare, ha presentato proposte di legge volte a bloccare la costruzione di nuove moschee.

Oltre alla Lega Nord, altri partiti di destra si sono opposti alla costruzione o all’apertura delle moschee, attraverso un discorso incentrato sul pericolo dell’invasione islamica, sulle radici cristiane dell’Europa, sull’incompatibilità tra la cultura occidentale e quella islamica e, non meno importante, sui pericoli legati al terrorismo di matrice islamica. Il partito del Popolo della Libertà non s’é mai schierato apertamente contro l’apertura o la costruzione di moschee, ma ha avanzato una serie di riserve nei confronti di chi gestisce le moschee, in particolare nei confronti dell’UCOII, della loro collocazione nella geografia urbana e dei loro finanziamenti. Premesse sempre le radici cristiane dell’Europa, il discorso pubblico del Popolo delle Libertà s’é dunque incentrato sulle esigenze di trasparenza sulla gestione delle moschee e sui finanziamenti, sulla necessità che l’italiano sia la lingua utilizzata all’interno delle moschee e che gli imam siano formati secondo i principi dell’ordinamento

66 Quello della Lega Nord é tipico movimento identitario costruito su una comunità immaginata molto

performante - la Padania - che non é mai veramente esistita nella storia e nella tradizione italiana. Si tratta di un'invenzione, con i suoi miti e i suoi rituali (che mischiano religiosità, legame con al terra e xenofobia), in cui l'espulsione degli immigrati, in particolare se d'origine islamica, ha assunto una funzione centrale nella definizione identitaria dei propri militanti.

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Il maiale é diventato, suo malgrado, il simbolo della distinzione tra Noi e Loro. Il maiale, e i suoi derivati, ha finito per partecipare ad una lotta politico - identitaria, in cui il significato tradizionale del suo utilizzo è stato totalmente reinventato per dargli un nuovo significato esclusivamente identitario.

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La Lega ha spesso fatto uso di un vocabolario cristiano per rivendicare il possesso del territorio, in un certo modo « riscoprendo » delle radici che non sono mai state centrali nel proprio discorso. Si tratta di quelle che Allievi (2005) definisce identità reattive, che si costruiscono esclusivamente in opposizione a qualcun altro.

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italiano. Resta che a dettare l’agenda del Popolo delle Liberta sull’islam e i musulmani siano stati pochi personaggi pubblici, come Oriana Fallaci, Magdi Cristiano Allam, Souad Sbai, Marcello Pera e Andrea Ronchi69.

Una linea simile é quella adottata dai partiti di centro, come l’Unione Democratica di Centro, che si richiamano espressamente al cattolicesimo italiano e che tendono ad allinearsi al discorso espresso dalla Chiesa cattolica locale. Per tali partiti, ogni discorso deve necessariamente partire dalle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa e, conseguentemente, dalla necessità di difenderne l’identità cristiana. L’importanza attribuita alla religione nella vita privata e pubblica fa sì che questa parte politica difenda apertamente il diritto alla libertà religiosa, e quindi il diritto al luogo di culto, e non si schieri apertamente contro l’edificazione o l’apertura di moschee. Tale principio, espresso chiaramente, é mitigato da diverse condizioni che vengono poste, tutte incentrate sulla salvaguardia delle prerogative cattoliche e sulle esigenze di sicurezza della popolazione.

Nel corso degli anni, i partiti politici di centrosinistra e di sinistra si sono mostrati generalmente aperti al confronto con le comunità islamiche e, in alcuni casi, anche all’edificazione o all’apertura delle moschee. Partendo esplicitamente dal diritto alla libertà religiosa e all’uguaglianza delle confessioni religiose sanciti dalla Costituzione, i partiti di centrosinistra e sinistra sono all’origine dei pochi casi in cui sono state adottate delle delibere per l’edificazione delle moschee, ma ciò non toglie che, di fronte al rischio di perdere consenso elettorale, tali partiti abbiano spesso preferito non decidere e lasciare le richieste dei musulmani senza risposta. Un’analisi dell’approccio di tali partiti ci consiglia di operare una distinzione tra i partiti di centrosinistra e quelli di sinistra. I primi spesso han posto delle condizioni in termini di sicurezza, finanziamenti e gestione delle moschee, per venire incontro ai timori espressi da una parte della popolazione, che avrebbero potuto avere ripercussioni negative sul piano elettorale70. La conseguenza di tale approccio é stato sic et simpliciter che il permesso di erigere un edificio di culto per i musulmani non é stato accordato e che i diritti costituzionali non sono stati garantiti. I partiti di sinistra, invece, per ragioni politiche o anche ideologiche, a cominciare dall’invasività del potere della Chiesa cattolica, hanno spesso difeso il diritto alla moschea a prescindere da ogni altra considerazione, con la conseguenza che non sono stati in grado di apportare pressoché nessun contributo per diminuire i toni del conflitto, placare le paure di una parte della cittadinanza o aiutare la comunità islamica a intraprendere un percorso di apertura verso la città.