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Credibilità e fiducia nella funzione dell’accreditamento

3.4. Credibilità e fiducia nei sistemi di certificazione della qualità

3.4.2. Credibilità e fiducia nella funzione dell’accreditamento

La terza fondamentale funzione di un sistema di certificazione è rappresentata dall’accreditamento: dal punto di vista del consumatore – supponendo che egli abbia una limitata conoscenza dell’assetto di governance dei sistemi di certificazione e delle rispettive dinamiche – l’accreditamento rappresenta una forma di controllo, che contribuisce alla corretta applicazione e al monitoraggio della conformità allo standard.

Manning e Baines (2004) sottolineano l’importanza del ruolo degli enti di accreditamento, che fungono da garanti dell’indipendenza e dell’imparzialità degli organismi di certificazione, vigilando sul loro operato e sanzionando eventuali

28 I costi marginali dell’ente di certificazione sono la risultante dei costi marginali di ispezione e dei costi

opportunità di perdita del cliente: tali costi sono tanto più alti quanto più è alta la qualità degli audit. I costi di una carente e inadeguata ispezione sono, invece, dati dalla perdita potenziale di reputazione e dai costi connessi con eventuali responsabilità legali ad essa conseguenti: a differenza dei primi, essi aumentano al diminuire della qualità degli audit. Dall’intersezione delle due curve di costo si ottiene il livello ottimale della qualità degli audit, che minimizza evidentemente i costi totali.

29 Al riguardo, occorre osservare come, nella maggior parte degli schemi di certificazione, la probabilità

di scovare una negligenza e una superficialità della verifica è relativamente bassa. Eventuali deficienze del processo di audit tendono a emergere solo in concomitanza del verificarsi di gravi eventi che sollevano effettive responsabilità amministrative (ed eventualmente anche penali). È evidente come, in questi casi, tutti gli operatori che hanno effettuato delle scelte economiche in funzione della qualità certificata possono in qualche modo danneggiati da una falsa verifica: la rivalsa è ammessa, tuttavia, per le sole parti contraenti. Per incrementare la probabilità di scovare difetti occorrerebbe incrementare i controlli sul controllore: ma questo non farebbe altro che incrementare il costo delle ispezioni. Un intervento sui costi reputazionali potrebbe essere, viceversa, più efficace, ma limitatamente al caso in cui i fornitori e i loro clienti siano interessati alla reputazione degli enti di certificazione. In molti casi, i clienti finali non hanno la benché minima conoscenza del processo di certificazione, né tantomeno degli enti di certificazione che li governano.

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comportamenti collusivi con i clienti. L’efficacia della supervisione degli organi di accreditamento dipende in modo cruciale dal grado in cui il mercato ne riconosce l’autorevolezza e l’autorità.

L’ente di accreditamento ha una forte responsabilità in relazione alla tutela della

reputazione collettiva della certificazione: quando uno standard funziona efficacemente,

tutti i partecipanti al sistema beneficiano della positiva immagine dello strumento sul mercato. Se tuttavia un ente di verifica rilascia indebitamente il certificato a un soggetto non conforme e se, in particolare, da tale azione deriva un danno per gli altri partecipanti al mercato, allora la reputazione del sistema nel suo complesso potrebbe risultare gravemente compromessa. Differenti gradi di libertà nell’attuazione delle verifiche e delle misure che ne conseguono da parte degli enti di verifica rendono l’applicazione dello standard estremamente disomogeneo e ostacolano la costruzione di una positiva reputazione collettiva. Il ruolo fondamentale dell’ente di accreditamento è, dunque, quello di assicurare le condizioni sostanziali affinché le operazioni di controllo si svolgano a garanzia della salvaguardia della reputazione del sistema di certificazione nel suo complesso.

Affinché, dunque, il meccanismo di accreditamento sia affidabile, occorre che non si proponga come un aspetto formale del sistema, ma si concretizzi in un’efficace azione di vigilanza (di parte terza) sugli operatori (Deaton, 2004). La mancanza di un’adeguata azione di supervisione del sistema sarebbe alla base del proliferare, in molti settori, di meccanismi di “controllo del controllore”, che non consentono di risolvere i sottostanti problemi di agenzia.

Da quanto detto, emerge come l’accreditamento sia una funzionale essenziale per assicurare la terzietà degli organismi di certificazione, elemento di garanzia per la credibilità dell’industria della certificazione nel suo complesso. Se ne può dedurre che un certificato rilasciato da un sistema di parte terza dovrebbe essere preferito a quello ottenuto attraverso una certificazione di parte prima, in virtù delle caratteristiche idealmente attribuibili allo strumento di parte terza che lo renderebbero maggiormente credibile rispetto a una soluzione “autoreferenziale” (Auriol e Schilizzi, 2003).

Innes e Hobbs (2011) evidenziano, in particolare, come i consumatori siano più confidenti negli standard emessi dagli enti governativi e dalle organizzazioni indipendenti a confronto con le norme sviluppate dai retailer o dai produttori. Lo studio si riferisce ai prodotti alimentari e si focalizza sulle caratteristiche di tipo credence che hanno conseguenze dirette sulla salute delle persone. La spiegazione offerta dagli autori

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risiede in due semplici osservazioni: (i) il processo normativo avanzato da un soggetto pubblico prevede estese consultazioni, che consentono una più ampia e aperta partecipazione dei cittadini e di tutte le parti interessate; (ii) il soggetto pubblico opera secondo un più ampio mandato sociale e, in virtù di questo, offrirebbe più ampie garanzie di affidabilità e credibilità. Al riguardo, occorre tener presente che la credibilità di un sistema di governance pubblico o ibrido dipende anche – e soprattutto – dalla qualità delle infrastrutture sociali di un Paese (la giustizia, l’efficace amministrazione pubblica, il basso livello di corruzione, ecc.). In Europa, è emersa – in molti studi e nelle effettive scelte di regolazione pubblica – una chiara posizione a favore dei sistemi privati di regolazione (Albersmeier et al., 2009).

Infine, come sottolineato nei precedenti paragrafi, la trasformazione della credibilità nella fiducia non è mai automatica: essa dipende dall’intensità dei fattori endogeni al sistema e al mercato della certificazione determinanti la credibilità, ma anche dalle caratteristiche soggettive dei destinatari del segnale. Al riguardo, occorre sottolineare l’influenza determinata dagli intermediari (quali, ad esempio, i consulenti, le associazioni di produttori, le autorità pubbliche, ecc.) che agiscono sul bias individuale dei consumatori (cultura, istruzione, età, tendenza a fidarsi, ecc.), modificando gli schemi cognitivi attraverso i quali il segnale viene decodificato. A differenza degli organismi di certificazione, gli intermediari sono sottoposti a una limitata supervisione, che non consente di disincentivare comportamenti collusivi con gli enti di verifica.

102 CAPITOLO QUARTO

INDAGINE EMPIRICA CONOSCITIVA SUI MARCHI DI

QUALITÀ DEI PRODOTTI ALIMENTARI