• Non ci sono risultati.

1. Il gappismo

1.7. c La crisi e le cadute

Le prove di forza sopra descritte rappresentano l’apice, il punto più alto dell’attività gappista, dopo il quale non segue un ulteriore sviluppo. Anzi, nel giro di poco tempo, il rafforzamento degli apparati polizieschi fascisti e tedeschi, il venir meno di molte cautele cospirative e una serie di delazioni o confessioni estorte attraverso la tortura, costituiscono una combinazione letale che conduce a cadute e arresti a catena tra le file dei guerriglieri urbani, causando lo sfaldamento di intere strutture e una brusca conclusione, entro la primavera del 1944, della prima, e più feconda, stagione del gappismo.

La crisi dei GAP a Genova è determinata da una grave violazione delle regole della clandestinità. Per festeggiare la notte di Capodanno del 1943, numerosi gappisti si danno appuntamento, mettendo da parte la norma cospirativa che impone di conoscere soltanto i compagni della propria squadra, in una latteria gestita da un simpatizzante comunista, ma cadono vittima di una retata della polizia che porta alla cattura di molti di essi, e al conseguente arresto di altri compagni nei primi giorni di gennaio. Così, i GAP guidati da Giacomo Buranello, fortunosamente scampato all’irruzione poliziesca e costretto a portarsi in montagna perché identificato, cessano di esistere120.

A Milano, una settimana dopo il fallito attentato al questore, un gruppo di gappisti penetra nella sede del fascio di Sesto San Giovanni. L’azione, che porta all’uccisione di 4 fascisti, è resa possibile grazie all’aiuto di Felice Lacerra, tipografo diciassettenne e compagno infiltrato presso la casa del fascio, il quale lascia aperta

118Fagioli, Partigiano a 15 anni, cit., p. 160. 119Ivi.

38

la porta di ingresso dalla quale irrompono i gappisti. Contravvenendo a quanto pianificato in precedenza, Lacerra non lascia nottetempo la città per raggiungere una formazione di montagna, ma si reca a lavoro alla Breda, dove viene arrestato. Torturato, fa diversi nomi e, da quel momento, «parte l’ondata di arresti, e di confessioni, che conduce nel giro di un mese allo sfacelo del gappismo milanese»121.

A Torino, l’attacco alla stazione radio nei pressi del torrente Stura, che con i propri segnali disturba la ricezione delle trasmissioni radio alleate, determina la disgregazione dei GAP torinesi comandati da Giovanni Pesce. Realizzato nella notte tra 16 e 17 maggio 1944, l’assalto termina con il ferimento e la cattura dei gappisti Francesco Valentino122 e Giuseppe Bravin123. Le loro confessioni, in seguito a tortura, portano all’uccisione di Dante Di Nanni124, che, credendoli morti, commette l’ingenuità di non

lasciare la base di via San Bernardino nota ai due arrestati, ad altre catture e all’identificazione di Pesce, che viene inviato da Francesco Scotti a Milano125.

A Roma, dopo circa un mese dall’azione di via Rasella, è il tradimento del gappista Guglielmo Blasi, arrestato mentre compie una rapina e subito postosi al servizio della banda Koch126, a far cadere in mano nemica gran parte dei componenti dei GAP centrali, tra cui Carlo Salinari e Franco Calamandrei, e a

121Ibid., p. 99.

122 Francesco Valentino (1925-1944). Meccanico, fu membro dei GAP di

Giovanni Pesce. Catturato il 17 maggio 1944, fu a lungo torturato e impiccato il 22 luglio 1944 in corso Vinzaglio a Torino, in Giannantoni e Paolucci, Giovanni

Pesce “Visone” un comunista che ha fatto l’Italia, cit., p. 112.

123Giuseppe Bravin (1922-1944). Operaio, entrò nei GAP torinesi. Arrestato

nel corso dell’azione alla stazione radio dello Stura, fu impiccato il 22 luglio 1944 in viale Cernaia a Torino, in Donne e Uomini della Resistenza, ad nomen, consultato il 27-06-2019.

124Dante Di Nanni (1925-1944). Durante la Resistenza, dopo qualche mese

passato in una banda partigiana sulle montagne del cuneese, entrò nei GAP di Giovanni Pesce. Morì il 18 maggio 1944, in AA. VV., Ear, vol. II, cit., pp. 97- 98.

125Giannantoni e Paolucci, Giovanni Pesce “Visone” un comunista che ha fatto l’Italia, cit., pp. 122-125.

126La banda Koch fu un reparto speciale di polizia della Repubblica Sociale

Italiana, operante principalmente a Roma e, dopo la liberazione della capitale, a Milano. Prese il nome da Pietro Koch, che ne era a capo.

39

costringere quelli ancora liberi, come Rosario Bentivegna e Mario Fiorentini, alla fuga verso le formazioni partigiane di montagna, causando, di fatto, il dissolvimento dell’intera struttura.

In seguito al colpo di forza realizzato dai GAP con l’attentato a Ingaramo, a Firenze:

[…] ogni fascista si mise alla caccia dei partigiani, ogni singolo comando organizzò posti di blocco in ogni remota zona della città, il loro servizio di spionaggio allargò i cordoni della borsa per tentare di arrivare, attraverso qualche delazione, alla cattura dei gappisti […] Praticamente era diventato impossibile muoversi per la città senza correre il rischio di essere fermati e perquisiti127.

L’intensificazione dell’attività di contrasto alla guerriglia urbana è tanto forte da portare alla decisione di smembrare il nucleo gappista originario. Cesare Massai viene inviato a Pisa, Giuseppe Martini a Siena, Antonio Ignesti, affetto da una malattia polmonare che di lì a poco gli toglierà la vita, è costretto a entrare in sanatorio, Bruno Fanciullacci, arrestato il 26 aprile e liberato l’8 maggio dai suoi compagni, è convalescente. Segue una frettolosa e superficiale immissione di nuovi giovani quadri tra le file gappiste, agli ordini del comandante Elio Chianesi128, ma, di fatto, «in città il gappismo

è ormai costretto a segnare il passo. La più intensa stagione del gappismo fiorentino resta la prima, e la parabola discendente, per un paradosso solo apparente, trova la sua origine nell’importanza dei colpi messi a segno» 129. L’impreparazione dei nuovi reclutati, unita a leggerezze cospirative come quella di fissare abituali appuntamenti collettivi di gappisti nelle principali piazze della città, conduce a errori, cadute a catena e confessioni. Il gappismo fiorentino termina la sua esistenza con gli arresti subiti, alla metà del luglio 1944, in piazza Santa Croce e in piazza Torquato Tasso130.

127Fagioli, Partigiano a 15 anni, cit., p. 161.

128Elio Chianesi (1910-1944). Comunista, reduce dal carcere, fu comandante

gappista a Firenze. Fu tra i protagonisti della liberazione di Bruno Fanciullacci nel maggio 1944. Morì nel luglio 1944, in AA. VV., Ear, vol. I, cit., p. 530.

129 Peli, Storie di Gap, cit., p. 95. 130Ibid., p. 142-145.

40

Documenti correlati