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1.3 Classificazione

1.3.1 Crisi epilettiche

1.3.1.1 Crisi parziali

A loro volta le crisi parziali vengono distinte in:

• semplici: se vi è un mantenimento dello stato di coscienza • complesse: se vi è una compromissione dello stato di coscienza

Una crisi parziale può iniziare come semplice e divenire successivamente complessa. Tendenzialmente nelle crisi parziali semplici la scarica epilettica, visualizzata all’EEG, è, e rimane, monolaterale, nelle complesse invece tende ad invadere aree omologhe dei due emisferi. La durata delle crisi è inferiore al minuto (Bergamini, et al., 2001).

Crisi parziali semplici

Con sintomi motori:

 Classica è la cosiddetta crisi somato-motoria o jacksoniana (perché descritta per la prima volta da Jackson nell’800). La scarica ha origine

dalla corteccia motoria frontale rolandica e, a seconda dell’area somatotopica interessata, si manifestano clonie ad inizio faciale, brachiale o crurale; la scarica tende a diffondersi lunga l’area motoria e clinicamente le clonie diffonderanno a tutto l’emicorpo nella cosiddetta “marcia jacksoniana”. La crisi dura 20-30 secondi per poi concludersi oppure andare incontro ad una generalizzazione secondaria originando una crisi generalizzata convulsiva tonico-clonica (crisi di grande male). Se la crisi si conclude come parziale si osserva la cosiddetta “paresi di todd”, che consiste in una paresi transitoria dell’emisoma coinvolto associato a riflesso plantare cutaneo in estensione.

 Le crisi versive sono invece caratterizzate da segni e/o sintomi variabili a seconda del punto di origine della scarica. Si assiste ad esempio alla deviazione controlaterale degli occhi, della testa e del tronco se la zona interessata è la prefrontale. Se la scarica origina dall’area supplementare motoria si può osservare l’elevazione tonica dell’arto superiore a pugno chiuso con deviazione del capo a degli occhi volti al pugno (associato a “vocalizzi”). Una deviazione, il più delle volte ipsilaterale, del capo associato a clonie oculari (il cosiddetto “nistagmo epilettico”) depone per un origine occipitale.

 Crisi posturali: hanno origine dal lobo frontale e si caratterizzano per bruschi cambiamenti posturali.

 Crisi fonatorie: caratterizzate da afemia (arresto della capacità di parlare) se localizzate nel piede della III circonvoluzione frontale, o da emissione stereotipata di fonemi se localizzate nell’area supplementare motoria. Con sintomi sensoriali

 Crisi somatosensoriali: equivalenti sensoriali (parestesie che si diffondono all’emisoma) delle crisi jacksoniane motorie e depongono per un’origine post-rolandica.

 Crisi visive: da localizzazione occipitale si caratterizzano per fenomeni positivi, quali allucinazioni elementari (es lampi, bagliori) o negativi (ad es. scotomi).

 Crisi uditive: da localizzazione nella corteccia uditiva primaria si caratterizzano per rumori, ronzii, sibili. Quelle che originano in aree uditive associative generano solitamente allucinazioni uditive complesse (es. udire musica, voci).

 Crisi gustative: dall’opercolo rolandico, sensazioni di amaro o acido.  Crisi olfattive: allucinazioni uditive sgradevoli (ad es. grasso rancido)

originano dal polo temporale e dal giro uncinato.

 Crisi vertiginose: in genere danno una sensazione di vertigine soggettiva, originano dalla regione antero-inferiore parietale.

Con sintomi autonomici

Possono originare manifestazioni oro-digestive, quali ad esempio salivazione, deglutizione, senso di peso a livello gastrico, eruttazione, oppure manifestazioni vascolari, ad esempio arrossamento del volto e sensazione di calore o brividi e piloerezione, oppure manifestazioni cardiache (tachiaritmia), viscerali (borborigmi, enuresi) o sessuali (erezioni). Questa manifestazioni dipendono da scariche elettriche critiche che coinvolgono le strutture opercolo-insulari o dell’amigdala.

Con sintomi psichici

La sintomatologia appare molto variabile, in particolare vi possono essere:

 sintomi cognitivo-dismesici: sensazione di déja-vu déja-vécu; jamais-vu o jamais-vécu, vissute in uno “stato sognante” (atmosfera onirica, di distacco); pensiero forzato (idee parassite che si impongono al soggetto). La crisi ha solitamente origine nell’uncus.

 Sintomi istintivo-affettivi: sensazioni immotivate e improprie di ansia, paura, depressione, gioia che può raggiungere l’estasi, sete e fame. Le strutture interessate sono quelle basali temporo-frontali.

(le esperienze del principe Myshkin)

… improvvisamente gli si spalancò davanti come un abisso: una straordinaria luce interiore gli illuminò l’anima. Quella sensazione

durò forse un mezzo secondo; nondimeno egli si ricordò in seguito con chiara consapevolezza il principio, la prima nota dell’urlo terribile che gli sfuggì dal petto…Poi la sua coscienza, in un attimo, si spense e subentrò una tenebra fitta. Era stato colto da un attacco di epilessia.

“L’idiota” (1868); traduzione di Alfredo Polledro; Einaudi, 1955, pag. 246

 Sintomi psico-sensoriali illusionali e allucinatori: le strutture interessate sono le aree associative visive, acustiche e somatognosiche. I sintomi illusionali possono configurarsi nella cosiddetta “sindrome di alice”.

Crisi parziali complesse

Sono crisi caratterizzate da perdita di coscienza e di cui pertanto il paziente non ha ricordo. Hanno origine nella corteccia associativa fronto-temporale. Nelle crisi ad origine temporale sono frequenti gli automatismi oro-alimentari e verbali (frasi stereotipate). Lo stato confusionale post-critico è spesso prolungato. Nelle crisi frontali sono invece frequenti gli automatismi gestuali complessi con componente posturale (rotazione corporea, movimenti natatori o penzolamento degli arti inferiori); gli automatismi verbali sono inarticolati o tipo risata. Lo stato confusionale è breve o assente e tendono alla generalizzazione secondaria (nel qual caso lo stato confusivo post-critico risulta prolungato).

Con semplici alterazioni della coscienza

Durante queste crisi il paziente interrompe le sue attività, lo sguardo rimane fisso nel vuoto e il paziente non risponde agli stimoli.

Con automatismi o crisi psicomotorie

Le crisi si caratterizzano per la presenza di automatismi quali:  Oro-alimentari: es leccamento, masticazione, deglutizione.  Gestuali: sfregamento delle mani, abbottonarsi gli abiti, grattarsi.

 Ambulatoriali: alzarsi in piedi, camminare.

Le crisi parziali semplici possono evolvere in crisi parziali complesse o generalizzate con perdita di coscienza. In tal caso il soggetto si ricorderà solamente della sintomatologia iniziale dovuta alla crisi parziale semplice. Col ripetersi di tale fenomeno il soggetto inizierà ad interpretare i sintomi iniziali non come crisi già in atto ma come “avvisaglie” della crisi in arrivo. A tale sintomatologia si da il nome di aura epilettica. Tale termine, che in latino significa soffio, deriva appunto dalla sensazione epigastrica con risalita alla gola, propria di alcune crisi parziali semplici con sintomi autonomici e dev’essere esteso a qualunque sensazione percepita dal paziente prima che si verifichi la perdita di coscienza.