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2) Incremento nella diversità degli habitat Nei siti di grandi dimensioni (maggiori d

5.1.3. Criteri addizionali per la selezione dei sit

Nella selezione dei siti, l’eleggibilità prettamente basata sulle caratteristiche di copertura è una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la registrazione del progetto come CDM. Anche se non espressamente definiti come

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Annesso 6 del rapporto del Sesto incontro del A/R Working Group.

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Participatory rural appraisal (PRA) è un approccio per l’analisi dei problemi locali e per la formulazione di soluzioni di massima con la partecipazione diretta delle popolazioni. Quest’approccio utilizza un ampio spettro di metodi di analisi basate sui gruppi sociali per la gestione degli aspetti spaziali e temporali dei problemi sociali ed ambientali. Per maggiori informazioni si rimanda a McCracken, et al (1988) e Theis, J. et al. (1991)

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criteri di selezione dei siti per il Protocollo di Kyoto, spesso risulta di fondamentale importanza avvalersi di criteri addizionali al fine di aumentare le probabilità di successo del progetto CDM e di garantire la sua sostenibilità, quali:

- Addizionalità delle attività

- Assenza di conflitti di proprietà della terra - Bassa pressione antropica

- Potenzialità produttive

- Grado di accettazione delle popolazioni locali

(i) L’addizionalità è un concetto base per i progetti CDM (l’argomento verrà trattato nel dettaglio più avanti, nel paragrafo 5.3), i quali devono risultare supplementari al carbonio sequestrato dal progetto in assenza dello stesso. Un progetto può essere considerato non addizionale nel caso l’area sia inclusa in un piano di rimboschimento già finanziato, oppure se il rimboschimento abbia luogo in aree abbandonate su cui è in atto un processo di ricolonizzazione naturale con specie arboree che, in assenza di un intervento umano, possano ricostituire nel breve periodo un soprassuolo forestale (caso frequente nelle aree tropicali). E’ pertanto importante valutare non solo le condizioni di copertura del sito, ma anche le condizioni ambientali, socio- economiche e di pianificazione territoriale dell’area.

(ii) Gli strumenti che regolano la proprietà della terra possono influenzare i diritti sui crediti di carbonio generati dal progetto, e i rischi associati alla permanenza del rimboschimento. In molti Paesi in via di sviluppo il sistema di registro delle proprietà della terra può essere estremamente complesso o inesistente. Normalmente non esistono registrazioni formali della proprietà terriera e non ci sono strumenti legislativi che definiscano gli usi civici o qualsiasi altro uso che non sia quello del proprietario. Spesso può accadere che il proprietario dei siti non corrisponda a chi in realtà ne fa uso, e difficilmente questo tipo d’uso è ufficialmente riconosciuto o supportato da un’appropriata documentazione. La realizzazione dei progetti su terreni in cui insistono usi del suolo non formalizzati o riconosciuti, può mutare gli equilibri sociali e minare la sostenibilità futura del progetto, come riportato da altri studi (Potter L. et al. 1998, Colchester, M. 2001, Smith J. 2002). Un altro aspetto da considerare è che i sistemi di proprietà della terra nei Paesi in via di sviluppo fanno ampio uso di forme d’affitto a lungo termine, pertanto è importante assicurarsi che il

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contratto d’affitto non scada prima della conclusione del progetto. E’ quindi necessario accertarsi preliminarmente di tutti gli interessi che insistono su ogni appezzamento di terreno individuato per il progetto, sia per quanto riguarda i diritti di proprietà ufficialmente registrati (inclusi i vincoli e gli usi civici), sia per qualsiasi uso non ufficialmente riconosciuto come l’uso tradizionale o abituale della terra delle popolazioni locali.

(iii) La pressione antropica sul sito è strettamente correlata con il leakage e con gli impatti socio-economici del progetto. L’impianto su aree sottoposte ad intenso uso agricolo o a pascolamento in zone a scarsa disponibilità di terreni utili, potrebbe spingere le popolazioni locali a sostituire i terreni ceduti per il rimboschimento con nuovi appezzamenti ricavati dal disboscamento d’aree adiacenti coperte da foreste naturali, generando pertanto dei leakage negativi. I casi studio possono aiutare per una più completa comprensione del problema. Nel caso dei progetti in Argentina e Cina i siti sono costituiti da aree agricole abbandonate o marginalmente utilizzate, di conseguenza la loro forestazione aumenterà il valore della terra, generando dei benefici addizionali per le popolazioni locali, con impatti minimi o nulli sulle attività precedentemente svolte sul sito, generalmente limitate e poco produttive. La situazione albanese si presenta alquanto diversa: qui i siti sono utilizzati dalle popolazioni locali come pascoli, con una pressione media di 3 unità ovine ad ettaro, quantità al di sotto della media nazionale, ma ben oltre il limite della loro capacità, stimata essere di 1,7 unità (Papanastasis V. 2003). In conseguenza delle attività di progetto la situazione di sovrappascolamento sarà aggravata al di fuori dei confini del rimboschimento, con un aumento atteso del 13% corrispondente a circa 11 000 capi (tra ovini, bovini e caprini) dislocati al di fuori dell’area. Per minimizzare gli impatti, al momento della selezione dei siti, sono stati escluse tutte le aree che presentavano una pressione superiore ai 3 capi ovini all’ettaro. Inoltre è stata valutata attentamente la proporzione tra le aree indicate per il progetto e il numero totale di ettari disponibili al pascolo per ogni villaggio, riducendo l’estensione dei siti la cui area totale eccedesse del 15% della superficie totale dei pascoli del villaggio.

(iv) La produttività potenziale del sito può a volte condizionare la scelta delle aree, prediligendo quelle più fertili a sfavore di quelle più sterili. Condizioni locali sfavorevoli non solo condizionano la quantità dei crediti generabili dal progetto, ma anche la permanenza del rimboschimento stesso.

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(v) L’accettazione delle comunità locali è un prerequisito fondamentale dei progetti CDM, i quali devono includere nel PDD una sezione in cui sono riportati i commenti dei vari attori coinvolti nel progetto. Chi si cimenta nella preparazione di un progetto CDM deve sempre avviare un processo di consultazione con le popolazioni locali, per assicurarsi che ci sia un supporto esplicito al progetto. Queste consultazioni dovranno coinvolgere non solo i proprietari terrieri e le istituzioni nazionali e locali, ma chiunque reclami un diritto sui siti in questione, che siano questi gruppi, comunità indigene o individui. Questo processo, che può includere interviste, incontri e visite in campo, è importante per garantire il successo del progetto. Siti dove si riscontrano opposizioni da parte dei locali dovrebbero essere esclusi dalle attività del progetto.