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7 Una città e due nemici, chi era il cattivo?

7.1 Crveni Fićo (Fiat 500 rossa)

L’episodio della fiat 500 rossa di Osijek spesso veniva trasmesso nei telegiornali nazionali ed è disponibile ancora oggi su YouTube (link in bibliografia).

Il video inizia mostrando un ammasso di gente e vigili che tentano di sgomberare il traffico in un incrocio dove si notano subito due auto quasi completamente distrutte, con scritto “27.06.1991- Dan kada je u OSIJEKU pregažen CRVENI FIĆO” (“27.06.1991- Il giorno in cui a Osijek fu investita una fiat 500 rossa”).

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L’autore del video che si suppone fosse di Žarko Plevnik, inquadra fin dall’inizio l’auto rossa in questione facendo notare l’assenza di fuoco e fiamme o di impatti di altre macchine. Quel si vede è una macchina distrutta (o forse schiacciata) in diagonale come se fosse stata investita da un enorme camion da tre vagoni. La registrazione prosegue inquadrando la scena dalla macchina al suolo attraverso l’incrocio colmo di vetri rotti e pezzi dell’auto che schiacciati lasciavano dei segni di pneumatici inusuali.

Nel sottofondo si sentono le voci dei passanti e di coloro che hanno assistito all’impatto, mentre Plevnik prosegue inquadrando la massa di gente con il viso sconvolto che assisteva alla vista di un’altra auto schiacciata, questa volta bianca.

Il video è quasi sempre muto, lasciando libero spazio alle immagini agghiaccianti e ai commenti dei cittadini che osservano e si agitano e dopo qualche minuto aver filmato le pessime condizioni dell’ultima auto bianca, ecco che arriva qualcosa dal fondo della strada: un carro armato.

Si sente la (probabilmente) sua voce che dice “Gore je nešto tamo” (“C’è qualcosa lassù”) e mentre inquadra il carro venire verso la propria direzione si nota che ce ne è un altro dietro e che tutti gli autobus e le auto che vi erano davanti cercavano di levarsi in fretta dalla strada.

La scena seguente è agghiacciante ma che diverrà simbolico: con il carro armato in vicinanza un autobus sul lato della strada emette dei fanali per segnalare il tank in arrivo, mentre un’altra auto (la Fiat 500 rossa -Fićo) con il bagagliaio già mezzo tamponato, si intromette in strada dove si ferma e si vede scendere con molta calma il conducente che resta a guardare.

Il mezzo pesante non fece una piega e prese sotto sia la macchina rossa tamponata prima, che la 500 appena fermata all’incrocio trascinandola via contro un autobus della corsia opposta che fortunatamente è stato colpito solo di striscio.

Così come il primo, passò anche il secondo e poi un terzo carro proseguendo fino in fondo della strada lasciando solamente fumo e rottami.

Arrivano altri poliziotti e la gente che fischia e getta oggetti contro i tank che proseguivano la strada, lancia parole quasi incomprensibili di rabbia e incredulità.

Ma le riprese non finiscono qui, quando sembrava che i carri si stessero allontanando, Plevnik prende la parola e comincia a descrivere l’accaduto (trascrizione in lingua originale in appendice C-1):

“Ora sono le 19 e 50 minuti, stimati telespettatori. Ci troviamo all’incrocio delle vie Klein e Vukovarska ad Osijek, in centro città. Qui, appena mezz’ora fa è successo un grave incidente. Dei mezzi di trasporto che normalmente aspettavano al semaforo, sono stati investiti da un

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convoglio militare apposta, cioè volutamente. Alcune persone sono state ferite e subito si è radunata una folla indescrivibile sul posto. Dopo quindici minuti, sono arrivati nuovi mezzi, nuovi carri armati e nuovi convogli. Ecco, guardate com’è ridotto un fićo [Fiat 500] lungo questi due metri che adesso è sparso attorno per dieci metri. Qui all’angolo si trova anche un “Yugo”, guardate in che stato si presenta. A sinistra, guardate… questo era una Citroen GS. Le persone sono agitate, la polizia è nelle strade e qui non molto distante si trova anche un autobus che è stato danneggiato, investito da un carro armato. Circa 200-300 metri in fondo, si trovano in preparazione nuove forze militari…”

Nel sottofondo si sente chiaramente gridare: “Četnici eccoli qui!” “La “Slovenia” si ripete anche in Croazia? …”

In quel momento i carri armati che alla fine si erano fermati in fondo della strada, cominciarono a tornare indietro.

“Ecco, stimati telespettatori, sono partiti di nuovo i carri armati. In un modo più tranquillo rispetto alla prima vota, ma minacciosi, provocatori. Qui ci sono anche le volanti della polizia. I carri armati, passano per le strade di Osijek piano come a un defilè… come se non fosse accaduto nulla. I genitori di questi soldati sanno che cosa stanno facendo i loro figli?” [Si sentono degli applausi]

“Si sente l’applauso per quello che hanno fatto, un applauso di sarcasmo. Stanno tornando in caserma dopo il lavoro fatto, probabilmente hanno ottenuto quello che avevano intenzione di fare. Mi è difficile, stimati telespettatori darvi un quadro generale della posizione dove mi trovo. Ecco guardate, armi automatiche rivolte contro i cittadini tranquilli della piatta e orgogliosa Slavonia. Chi sono queste persone dietro quelle grosse corazze dei carri, sono persone in fondo? Addio JNA.”

Ciò che ha filmato e descritto questo giornalista croato fece il giro del mondo e divenne (ancora oggi) il simbolo di ribellione alla paura e alle violenze minacciose del più forte.

Quella fiat rossa (il fićo) verrà ricordata come una resistenza di un “piccolo uomo” contro la forza e le aggressioni dell’armata della JNA, entrando nella memoria collettiva della gente croata.

Quest’uomo che ebbe il coraggio di sfidare la prepotenza dei carri armati, si chiamava Branko Breškić (31 anni ad allora) e non sapeva che il rifornimento che stava facendo alla sua auto nella stazione di benzina fosse stata l’ultima. Quando lui e gli altri cittadini videro la provocazione che i mezzi pesanti dell’esercito jugoslavo stavano infliggendo alla loro città, non ci pensò un attimo di lasciare la

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stazione di servizio, seguire la fila di carri armati e di bloccargli la strada. Questo ovviamente non avvenne e il carro trascinò la sua auto con le altre senza esitazione42.

Oggi (dal 2011) si può vedere un monumento dedicato alla fiat rossa contro il carro armato ad Osijek, dove è l’auto a schiacciare il mezzo pesante.

Figura 20. Il monumento simbolo di resistenza della Fiat rossa ad Osijek (Nobilo Igor, 2009)