Paolo Portoghes
6. Il Centro Culturale Islamico e l’annessa Moschea di Roma costituiscono una delle inizia tive edilizie più consistenti sviluppate in Italia dal 1975, anno in cui il Centro Islamico Culturale
d’Italia bandì un concorso di architettura internazionale per la costruzione di una moschea e di un centro culturale da realizzarsi su un’area di 30.000 metri quadrati, ai piedi del Monte Anten- ne, donata dal Comune. I 40 progetti partecipanti al concorso firmati da progettisti sia europei che di paesi islamici sono stati esaminati da una commissione di esperti di architettura e cultura islamica giungendo a selezionare due progetti, quello del gruppo Portoghesi-Gigliotti e quello dell’architetto iracheno Sami Mousawi, che verrà in un secondo tempo associato al gruppo ita- liano in un rapporto di collaborazione per la stesura del progetto definitivo. L’intero complesso comprende la moschea principale, capace di ospitare 2000 fedeli, e il Centro Culturale, con una piccola sala di preghiera per uso giornaliero, una biblioteca dotata di una vasta collezione di libri di cultura islamica dell’Occidente, un auditorium per 400 persone, spazi espositivi, sale di rap- presentanza, sale di riunione, uffici, ampi parcheggi e giardini.
L’impianto riprende una tipologia della fase arcaica e classica dell’architettura islamica: il corpo centrale – riservato alla preghiera degli uomini – è un prisma a pianta quadrata, sormontato da una grande cupola centrale e sedici cupole laterali direttamente connesso ad una corte porticata. L’organizzazione planimetrica prende spunto da forme geometriche elementari, il cerchio e il quadrato, elementi base nella progettazione del tempio, che congiuntamente alla forte simmetria. Conferiscono all’impianto un’accezione di monumento nei confronti della città. Lo spazio, sia interno che esterno, è modellato e articolato da una serie di pilastri polistili che, all’estremità superiore, si diramano per dare origine alle nervature degli archi intrecciati che sostengono le cu- pole. La luce svolge un ruolo prioritario: una cornice a nastro, decorata con i versetti del corano, la enfatizza in modo da creare un effetto di sospensione dell’intera struttura.
7. Il progetto di Portoghesi fu selezionato grazie a due prerogative: l’avere ottenuto, soprat- tutto nella sala di preghiera, un’atmosfera tipicamente islamica, e l’avere proposto avanzate tec- nologie costruttive; prerogative che vennero mantenute e sviluppate in fase di progettazione ese- cutiva e durante la realizzazione. Nella storia di questo cantiere hanno convissuto una sofisticata ricerca di carattere ingegneristico sulle tecnologie di prefabbricazione e una minuziosa indagine sulle tecniche artigianali. Strategicamente collocato a fianco del cantiere principale è stato aperto un ulteriore cantiere, specifico per la produzione degli elementi della struttura portante, in parte prefabbricati e in parte gettati in opera attraverso l’utilizzo di casseri studiati per ottenere, con il cemento, un effetto si mi le a quello della pietra. Sia i pilastri che gli archi sono realizzati con spe- ciali misture di cemento bianco e sabbia di marmo di Carrara, facendo dell’elemento strutturale un elemento caratterizzante lo spazio architettonico anche a livello decorativo.
8. I progetti dell’Ing. Riccardo Morandi (Roma, 1902-1989) costituiscono inventive speri- mentazione soprattutto nel campo del cemento armato precompresso: famosi i suoi ponti realiz- zati in tutto il mondo.
9. Il progetto della Moschea fu approvato nel 1983 e appaltato nell’anno successivo all’im- presa romana dell’Ingegnere Fortunato Federici: il cantiere ha lavorato undici anni, dal 1984 al 1995, costituendo la più grande e più importante “fabbrica” a Roma degli ultimi decenni. Il complesso è stato inaugurato nel giugno del 1995, alla presenza di autorità italiane e islamiche.
10. La critica attribuisce a Paolo Portoghesi la responsabilità dell’introduzione in ambito ita- liano del “Postmoderno” – definizione di paternità angloamericana – avvenuta con l’allestimento della mostra Strada Novissima nella sezione di Architettura della Biennale del 1980 sul tema La
presenza del Passato. È tuttavia importante sottolineare, per evitare quella genericità di giudizio
che lo ha eletto insieme ad alcuni rappresentanti dell’architettura italiana degli anni Ottanta portavoce di questa presunta corrente, che Portoghesi ha sempre parlato di una “condizione postmoderna” riferendosi ad un fenomeno culturale complessivo più che a formule linguistiche riconoscibili e codificate o a obiettivi ideologicamente definiti.
11. Il progetto di Paolo Portoghesi per il Padiglione Termale di Montecatini (Pistoia) risale al 1987 e riguarda la creazione di una struttura di un salone per il ricevimento e l’attesa all’interno
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L’Architettura della materia
del preesistente edificio delle Terme del Tettuccio, uno stabilimento termale distribuito su due piani. Il progetto di Portoghesi si inserisce nel corpo più grande, sfruttando l’altezza resa dispo- nibile in seguito alla demolizione dei solai caratterizzando l’unico ambiente con una foresta di pilastri lignei che sostiene un percorso “a ballatoio” perimetrale e una copertura in vetro colorato.
12. La ditta Holzbau, insediata nella zona industriale di Bressanone è specializzata nella progettazione, produzione, e messa in opera di travi e strutture lamellari. Nata nel 1974 dalla collaborazione di alcuni imprenditori locali con una ditta tedesca, è stata la prima in Italia a spe- rimentare e a sviluppare le tecniche di lavorazione del legno ottenendo prestazioni meccaniche superiori a quelle del legno massiccio e qualità formali di elevato livello e flessibilità.
13. Nel progetto per il complesso di ristorante, albergo, bar e taverna “Osteria del Gambero Rosso” situato nel parco di Pinocchio a Collodi (Pistoia), e realizzato da Giovanni Michelucci negli anni 1958-63, compare la soluzione strutturale del pilastro ramificato a raggiera che suc- cessivamente sarà oggetto di costante ricerca per Michelucci comparendo in molte sue opere tra cui anche la Chiesa dedicata a San Giovanni Battista a Campi Bisenzio (Firenze), più nota come Chiesa dell’Autostrada (1960-64).
14. Nel 1989 Michelucci fu incaricato dalla Municipalità di Olbia della progettazione di un complesso comprendente un teatro coperto, un teatro all’aperto, un laboratorio teatrale e un’area di servizio attrezzata ad attività artigianali. Michelucci elaborò solo un progetto di massima, pre- ceduto da una lunga serie di ipotesi i cui schizzi sono ciò che meglio documenta l’idea progettuale dell’architetto dopo la sua morte, avvenuta alla fine del 1990.
15. Progetto di concorso appalto per il nuovo ospedale di Agrigento (1986).
16. L’intervento compiuto da Portoghesi a Palazzo Corrodi a Roma riguarda la trasformazio- ne interna di un edificio novecentesco in spazi destinati ad uffici di rappresentanza. L’operazione è densa di riferimenti, sia negli elementi chiave dell’edificio (come la monumentale scala elicoida- le di ispirazione borrominiana) che nei dettagli e nelle finiture (come i pavimenti e i controsoffitti dalle geometrie classiche e barocche).