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r i v i s t a b i m e s t r a l e d e l l ’ u n i o n e i t a l i a n a d e l l a c u l t u r a p o p o l a r e Fo n d a t a d a A u g u s t o O s i m o Sommario del N. 2, 1958

Tu l l io Sa v i - Il corso residenziale, metodo di educazione per gli adulti - K . T . El s d o n - Un esperimento di corsi sull’apprezzamento della musica - Ra s s e g n a d e l l a St a m p a - La comprensione degli altri - Biblioteche -

No t iz i a r io - Ru b r ic a d e l l aF.I.B.P. - Come si legge in Italia - Sc h e d ad i

Le t t u r a: « Martin Eden » , di Jak London - Se g n a l a z io n i - l i b r ir ic e v u t i .

D I R E Z I O N E E A M M I N I S T R A Z I O N E : M I L A N O , V I A D A V E R I O 7

Notizie

Esercitazione Metodi Educazione Attiva) Attività dei CEMEA (Centri

« Queste notizie vogliono essere l’inizio di un collega­ mento con gli amici di Ser- moneta: informare di quan­ to si fa e di quanto si vuol fare, vagliare i risultati del lavoro, facilitare la collabo- razione con la Delegazione dei CEMEA, presupponen­

do l’esistenza di un vin­ colo con tutti gli ex par­ tecipanti agli stages che si richiami alla volontà e al­ l’azione di trasformazione sociale connaturate agli sta­ ges stessi. Sono quindi an­ che un invito a ritrovare fra noi nuove forme di collabo- razione.

Breve stage di attività espressive.

Alcune nostre visite in di­ versi Centri Sociali hanno determinato la programma­ zione di questo stage. Le at­ tività espressive con i bam­ bini e gli adolescenti risul­ tavano come uno dei più grossi problemi del Centro Sociale, perché: o i leaders non avevano una esperienza personale specifica e deside­ ravano possederla, o l’espe­ rienza da essi acquisita in precedenza risultava insuf­ ficiente, e molte volte difet­ tosa sul piano della qualità. In generale, si può dire che tali attività, almeno a parer nostro, vengono largamente praticate, ma con notevole insensibilità riguardo ai va­ lori in esse contenuti. L ’ac­ contentarsi di poco e pur­

chessia impedisce di svolgere una vera opera formativa. I ragazzi, d’altra parte, tra­ sferiscono ben presto l’inte­ resse, che non trovano più nella « cosa » ridotta e im­ poverita, nell’esibizionismo a buon mercato, cosicché l’edu­ catore si trova ad assecon­ dare l’opera di degradazione propria dei mezzi di comu­ nicazione di massa (radio, televisione, fumetti). E in­ fatti il genere di spettacolo che ne risulta è fortemente impregnato del tritume e delle banali convenzioni ca­ ratteristici di quei mezzi.

Il breve stage si propo­ neva dunque di mettere i partecipanti nelle condizioni di lavorare con gruppi man­ tenendo le realizzazioni en­ tro un solido limite di cor­ rettezza e di gusto. Le atti­ vità prese in considerazione erano: la danza popolare, il canto, il gioco drammatico, quest’ultimo indirizzato par­ ticolarmente alle maschere e ai costumi. I partecipanti sono stati orientati sui pro­ blemi generali: l’utilizzazio­ ne del folclore nell’educa­ zione, la guida del gruppo, la portata educativa di cia­ scuna attività.

Lo stage ha voluto essere molto pratico, capace cioè di consentire ai partecipanti, una volta rientrati in sede, l’immediato impiego di quan­ to era stato appreso. Non ci si è limitati infatti all’ap­ prendimento, ma si è dato

grande importanza alla tec­ nica della trasmissione. E ’ stato questo, d’altra parte, un importante esercizio di affinamento della sensibilità del leader.

Dirigevano lo stage: Ce- crope Barilli, la Bizziccari, M a r c e l l a Rinaldi. Hanno partecipato 21 persone: 10 assistenti sociali, 8 studenti, 3 insegnanti, provenienti da Roma, Napoli, Milano, Trie­ ste.

Teatro per bambini

Da diversi anni esisteva presso la Delegazione un gruppo di istruttori appas­ sionati al gioco drammatico. Molti di loro avevano parte­ cipato agli stages di Sermo- neta diretti da Jacques Le- coq (già direttore della Scuo­ la del Piccolo Teatro di Mi­ lano) e a quelli organizzati dai CEMEA in Francia. E ’ stato così possibile riunire il gruppo, portarlo a Sei-mo­ neta (dal 26 novembre al 7 dicembre) e montare uno spettacolo per bambini^ sotto la sapiente guida dell’équipe dei CEMEA francesi: Mi­ guel Demuynek, direttore del Teatro de la Clairière, Pier­ re Amiot e Pierre Dutrieu. Lo spettacolo, « I cento scudi d’oro », è stato rappresen­ tato a Sei-moneta per i bam­ bini delle scuole, e quindi a Roma, finora 7 volte, presso alcune scuole elementari e recentemente, il 13 aprile scorso, al Teatro dei Satiri.

Il successo ottenuto presso i bambini, documentato da tante loro lettere e disegni, è stato molto incoraggiante per i nostri amici ».

Al Centro Comunitario di Terracina

« In occasione del X anni- vesario della promulgazione della Costituzione Repubbli­ cana il Centro Comunitario di Terracina ha organizzato, nella sala Appio Monti, una mostra della letteratura del­ la Resistenza per illustrare meglio quale sia stato l’ap­ porto della Resistenza stessa allo spirito della Costitu­ zione.

La mostra comprendeva circa 300 volumi riguardanti episodi della Resistenza, dai romanzi ai saggi storici, ed alcune opere riguardanti la Costituzione.

Figuravano anche alcuni volumi sulla seconda Guerra Mondiale, l’origine e la sto­ ria del fascismo, il trapasso delTamministrazione d e l l e colonie dagli italiani agli

al-Fondazione di una società di sociologia rurale

« Una Società Europea di Sociologia Rurale è stata fondata al Castello di Hoe- ckelom presso Wageningen ( O l a n d a ) il 29 novem­ bre 1957.

Trenta sociologi, rappre­ sentanti 13 Stati europei, si sono riuniti per discutere la fondazione di un’associa­ zione interessante i loro co­ muni problemi.

La riunione è stata pre­ sieduta dal prof. E. W. Hofstee — ordinario di So­ ciologia Rurale presso la Facoltà Agraria di Wagen­ ingen — , che ne era stato il promotore; alla Segreteria è stato chiamato il dott. B. Benvenuti, italiano, che at­ tualmente frequenta l’Uni­ versità di Wageningen per

leati. Si è notato come l’in­ teresse dei lettori e visitatori più giovani si sia spinto verso quel genere di lettera­ tura che poteva meglio con­ tribuire alla conoscenza di un p e r i o d o generalmente ignorato dai testi scolastici e in genere falsato dalla stampa.

Ai visitatori sono stati di­ stribuiti opuscoli con il testo della Costituzione gentil­ mente fom iti al Centro dalla Cassa di Risparmio di Roma.

I giovani del Centro ad­ detti alla mostra hanno il­ lustrato singolarmente ad ogni visitatore cui veniva distribuito l’opuscolo il testo della carta costituzionale e sono state perciò di grande giovamento le tavole di « Centro Sociale » che erano affisse in due serie sulle pa­ reti della sala.

La mostra ha ottenuto anche un considerevole suc­ cesso commerciale, se si con­ sidera che è molto difficile vendere a Terracina libri di argomenti del genere ».

europea

specializzarsi in Sociologia Rurale.

Nell’anteguerra l’interesse in materia era, purtroppo, alquanto tenue. I problemi sociali sorti con la guerra, insieme ad un’accresciuta consapevolezza della connes­ sione tra condizioni sociali, assistenza tecnico-economica alle aziende e progresso eco­ nomico, hanno dato incre­ mento e stimolo a questi studi in Europa.

E’ divenuto chiaro che le ricerche di economia pura — anche quando sono unite ad esperienze pratiche — non conducono ad una piena accettazione dei metodi più perfezionati a meno che non siano compresi giustamente gli elementi umani che in­

fluenzano le attitudini e gli atteggiamenti delle popola­ zioni rurali. I successi dei sociologi rurali negli Stati Uniti d’America ed in Eu­ ropa hanno dimostrato il valore di un simile lavoro.

Gli inviti erano stati in­ dirizzati ai gruppi interes­ sati di tutti i paesi dell’Eu­ ropa Occidentale e ciò nella previsione che sarebbe stata tenuta, nel prossimo anno, una conferenza avente per tema, probabilmente, le mi­ grazioni dalle zone agricole alle città. La città di Lova- nio (Belgio) sarebbe stata suggerita come la sede più opportuna per questa con­ ferenza.

La Società pubblicherà una rivista, istituirà un centro di documentazione per le ricerche di sociologia rurale, promuoverà riunioni di lavoro, aiuterà il coordi­ namento delle ricerche non­ ché l’applicazione di quanto potrà assicurare il benes­ sere delle comunità rurali. Poiché si è deciso che le lingue ufficiali della Società saranno l’inglese, il fran­ cese ed il tedesco, il Comi­ tato Esecutivo Provvisorio della Società è risultato così costituito :

1) prof. dott. E.W. H of­ stee (Olanda) presidente;

2) dott. H.E. Bracey (Inghilterra) membro;

3) dott. H. Ged (Dani­ marca) membro;

4) prof. G. Hoyois (Bel­ gio) membro;

5) prof. dott. G. Weip- pert (Germania) membro.

Per ulteriori informazio­ ni rivolgersi, in Italia, a:

prof. A c h i l l e Ardigò - Ispettorato A grario Com­ partimentale, Bologna;

dott. G i l b e r t o Anto­ nio Marselli - Centro di So­ ciologia Rurale presso la Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Napoli, Portici (Napoli) ».

Il Congresso Naz. dell’ Unione Italiana Cultura popolare e il Congresso Naz. della Federazione Biblioteche popolari

.« Alla presenza del Presi­ dente della Commissione Na­ zionale Italiana dell’Unesco, Ambasciatore Egidio Reale, del dott. Paul Lengrand, rappresentante ufficiale del D i r e t t o r e G e n e r a le del- l’UNESCO, del Prefetto e del Sindaco di Venezia, si sono inaugurati il 1° novem­ bre a Ca’ Giustinian i lavori del IV Congresso Nazionale dell’Unione Italiana della Cultura Popolare e il I Con­ gresso Nazionale della Fe­ derazione Italiana delle Bi­ blioteche Popolari, presie­ dute da Riccardo Bauer.

Nel suo discorso inaugu­ rale il dott. Bauer, a propo­ sito del valore e del signi­ ficato della schiavitù cui la società moderna sembra con­ dannare l’individuo, affermò che questa disciplina che vincola l’individuo sul piano economico, gli consente, sul piano culturale e morale, una estesa insopprimibile li­ bertà.

Il carattere accademico e frammentario della cultura popolare, la quale ripete gli stessi difetti della cultura tout court, potrà essere mo­ dificato — egli disse — dal realizzarsi di una armonica integrazione tra vita cultu­ rale e vita sociale. Indicò quindi come obiettivi imme­ diati la trasformazione e il rinnovamento della scuola, considerata come la base propedeutica iniziale più importante per la costru­ zione di una solida cultura degli adulti e della loro fo r­ mazione umana. Per venire incontro alle esigenze più varie egli suggerì di dare agli strumenti e ai metodi impegnati per l’educazione degli adulti una estrema elasticità.

Dalla relazione morale e finanziaria, letta dal dott. Mario Melino, Segretario

dell’UICP, risulta la vitalità e l’importanza che rivestono per il nostro paese questi due enti.

L ’UICP è un organismo che, costituitosi nel lontano 1904, fu sciolto dal fasci­ smo e fu ricostituito nel 1947 a Firenze; comprende 42 enti tra i quali i più importanti sono: il Touring Club Italiano di Milano, la Società Umanitaria di Mi­ lano, l’Associazione Mazzi­ niana Italiana, l’Associazio­ ne Nazionale per gli Inte­ ressi del Mezzogiorno d’Ita­ lia di Roma, il Centro Cul­ turale Olivetti di Ivrea, il Centro di Educazione Pro­ fessionale per Assistenti So­ ciali di Roma, l’Ente Meri­ dionale di Cultura Popolare di Bari, l’Istituto Veneto per­ ii Lavoro di Venezia, la Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabeti­ smo di Roma, l’Unione Ita­ liana dei Circoli del Cinema di Roma, numerose univer­ sità popolari e una orga­ nizzazione sindacale: l’Unio­ ne Italiana del Lavoro.

La Federazione invece fu costituita nel 1906, fu sciol­ ta nel 1936 e ricostituita nel 1948 al congresso di Peru­ gia. Fanno capo alla Fede­ razione circa 300 biblioteche costituite in questo ultimo decennio, sparse in tutto il territorio nazionale e appar­ tenenti alle più varie orga­ nizzazioni culturali e ai più vari movimenti politici e religiosi. Organo ufficiale dei due enti è “ La Cultura Popolare ” ».

« I rapporti tra educazione e azione sociale era il tema principale dei due congressi affidato alla competenza del prof. Lamberto Borghi, del­ l’Università di Firenze; al­ la meditazione degli studiosi intervenuti erano offerte an­ che quattro relazioni sulla attività svolta e sui risul­

tati conseguiti dall’ Unione Nazionale per la Lotta con­ tro 1’Analfabetismo (dott.ssa Anna Lorenzetto), dal Tou­ ring Club Italiano (prof. Giovanni Mira), dal Centro Culturale Olivetti (dott. Lu­ ciano Codignola) e dall’Uni­ versità Popolare di Castel­ franco Veneto (Pacifico Gui- dolin). A seguito delle di­ scussioni sono stati approva­ ti i vari ordini del giorno ». « A i due congressi aveva­ no inviato la loro adesione la Volkshochschule di Linz, il Ministero dell’Istruzione Pubblica belga, il Centro di Educazione operaia di Pa­ rigi, i sindacati jugoslavi, il Dipartimento del Lavoro In­ dustria e Commercio del Canton Ticino, l’Ente Can­ tonale di Cultura popolare di Lugano, Peuple et Cul­ ture di Parigi, la IF W E A di Londra, l’Extra-Mural Department dell’Università di Manchester, l’All Souls College di Oxford, Denis De Rougemont del Centro Eu­ ropeo della Cultura, gli ono­ revoli Merzagora e Leone, il Ministro Moro, il dott. Eula della Corte Suprema di Cas­ sazione, il sottosegretario al­ la Presidenza del Consiglio, gli onorevoli Chiaramello, Iacometti, Novella, Vingia- no, La Malfa, Berlinguer, Foa, Gorreri, Vigorelli, Cer­ reti, Di Vittorio, Santi, Vi- glianesi, Matteotti, il Ret­ tore del Politecnico di Mi­ lano, della Università per Stranieri di Perugia, l’Am­ ministrazione Provinciale di Foligno, il Provveditore agli Studi di Milano, il Diret­ tore Generale delle A cca­ demie e Biblioteche, la So­ vrintendenza Bibliografica del Veneto, l’Ente Nazio­ nale per le Biblioteche po­ polari e scolastiche, l’Asso­ ciazione Pedagogica Italia­ na, l’U N RRA Casas, il Centro Italiano di Solida­ rietà Sociale, l’ECAP, l’Isti­ tuto Italiano per i Centri Comunitari, la Federazione Nazionale Insegnanti Scuole

Medie, l ’ E d i t o r e Arnoldo Mondadori.

A l termine dei lavori fu­ rono chiamati per il pros­ simo biennio a fa r parte del Comitato Direttivo: Riccar­ do Bauer, Presidente; A l­ berto Albertoni dell’Univer­ sità Popolare di Firenze, Vice Presidente; Mario Me­ lino della Società Umani­ taria, Segretario; dott. Enzo Bottasso delle Biblioteche Civiche di Torino; dott. Lu­ ciano Codignola del Centro Culturale Olivetti di Ivrea; dott.ssa Anna Lorenzetto dell’ UNLA di Roma; avv. Emiliano Zazo dell’Univer­ sità Popolare di Milano.

Sono stati eletti membri del Consiglio Nazionale: dott. Camillo Benevento del- l’U IL ; prof. Guido Calogero dell’Università di Roma; comm. Giuseppe Dell’Oro delTIst. Veneto per il La­ voro; dott. Ebe Flamini del Centro Diffusione Libri di Roma; prof. Bruno Widmar dell’Ente Confederale A d­ destramento Professionale di Roma ».

« Sono state approvate le seguenti mozioni:

Mozione n. 1 :

Il IV Congresso Naz. del- l’UICP e il I Congresso della FIBP, udita la rela­ zione del prof. Lamberto Borghi, esaminate le linee d’azione suggerite dal Co­ mitato Direttivo dell’UICP, lette le relazioni di G. Mira, di A . Lorenzetto, di L. Codi- gnolo e P. Guidolin, si sono trovati d’accordo sui prin­ cipi seguenti : •

“ 1. L’educazione si svolge al tempo stesso come attività diretta a trasmettere all’in­ dividuo i modi di esistenza ed i valori della comunità in cui egli vive (opera di cul­ tura) e fare di esso un agente di vivificazione e di rinnovamento di questa co­ munità, facendogli acqui­ stare coscienza critica e ca­ pacità di giudizio e di azio­

ne indipendente (opera di civiltà).

2. Il soddisfacimento dei bisogni economici e sociali costituisce pertanto una del­ le basi fondamentali su cui deve fare leva l’opera di educazione popolare per ope­ rare un cambiamento e su­ scitare un processo di tra­ sformazione della persona­ lità adulta.

3. L’attuazione di una e f­ ficace opera di educazione popolare diretta a promuo­ vere tale cambiamento è condizionata dalla sua capa­ cità di creare in seno al grappo di educandi una atmosfera comunitaria, che sola raggiunge le radici a f­ fettive della loro persona­ lità e in tal modo sollecita in loro un nuovo atteggia­ mento intellettuale.

4. Tale atmosfera comu­ nitaria è fondata nell’acqui­ sto da parte di tutti gli educandi di un vivo senso di reciproca integrazione. Essa è pertanto quella di un gruppo operante criticamen­ te, per cui è necessario evi­ tare nell’educazione popola­ re ogni azione di pressione dall’esterno o di mero indot­ trinamento

I due Congressi hanno quindi unanimamente defi­ nito le possibilità di rap­ porti e di collaborazione tra centri di cultura popolare e centri di azione sociale nei termini seguenti :

а) i centri di cultura popolare prescindendo dalla realtà entro cui sono immer­ si mettono in forse l’effica­ cia stessa dell’opera educa­ tiva, perché questa, ignoran­ do le condizioni obiettive in cui si svolge, limita la pro­ pria efficacia, f a c e n d o s i qualcosa di astratto e mera­ mente teorico;

б) quando l’opera edu­ cativa si adagia nella real­ tà viva sposandosi intima­ mente a questa, diventa po­ lemica rispetto ad essa per la necessità di indicare una meta superiore e negare

nello stesso momento la real­ tà contingente per trasfor­ marla e renderla migliore;

c) l’educazione non può prescindere dalla realtà eco­ nomica e sociale, ma non può identificarsi con essa ; in pratica questo equilibrio deve essere realizzato tenen­ do conto caso per caso del­ le circostanze obiettive. La trasformazione della realtà acquista carattere educati­ vo nella misura in cui essa è compiuta mercé la coscien­ te e libera collaborazione di tutti gli interessati al processo di trasformazione;

d) l’educatore, coerente sia nelle parole che negli at­ teggiamenti, ha il compito' di porgere in f o r m a z io n i obiettive, di condurre gli uomini a prendere autono­ ma conoscenza dei problemi; non di chiedere ideologiche adesioni o di lanciare sco­ muniche. Per questi motivi le organizzazioni di opinione possono fare opera educa­ tiva soltanto nella misura in cui si liberino delle esi­ genze della propaganda e del proselitismo;

e) i rapporti tra enti di cultura popolare e centri di azione sociale saranno dettati di volta in volta dal­ l’esame delle condizioni obiet­ tive opportunamente crean­ do le condizioni migliori al realizzarsi di alleanze e di consensi, che si imporranno quando l’opera educativa terrà conto della realtà in cui opera adeguandosi agli interessi vivi della collet­ tività ;

/) l’opera educativa non ammette discriminazione al­ cuna tra coloro che ne bene­ ficiano, a tutti deve essere consentito di partecipare al­ le iniziative culturali senza distinzione di fede politica o religiosa e tutti devono tro- varvisi a loro agio;

g) entro questi limiti e su queste basi è auspicabile:

1) che gli enti di cul­ tura popolare calino l’opera loro nella realtà, tenendo

conto delle condizioni am­ bientali per dare ad essa efficacia e per rispondere agli interessi delle persone;

2) che da un’opera educativa così impostata scaturiscano naturali colla­ borazioni con i sindacati, il movimento cooperativo, i partiti e con tutti gli altri enti e movimenti di azione sociale.

Mozione n. 2:

“ Il IV Congresso del- l’UICP e I della F IBP fan­ no voti affinché il pubblico finanziamento delle iniziative di cultura popolare sia ade­ guato alla urgente esigenza

della p r e p a r a z io n e degli adulti e dei giovani ai com­ piti ed alle responsabilità ch’essi assumono come mem­ bri di una libera ed operosa democrazia. Panno voti al­ tresì perché tutte le orga­ nizzazioni di cultura popo­ lare realmente efficienti pos­ sano equamente godere del­ l’aiuto finanziario assicura­ to dal contribuente e siano chiamate senza discrimina­ zione alcuna ad una sem­ pre più intima collabora­ zione con i competenti uffi­ ci centrali, non solo sul pia­ no esecutivo, ma su quello della definizione program­ matica dell’azione culturale in tutti i suoi diversi set­ tori, affinché l’intervento pubblico in materia possa risultare perfettamente con­ sono alle esigenze di una collettività nazionale multi­ forme dinamica e libera e sia orientato secondo i det­ tami di una moderna ag­ giornata pedagogia ” .

Mozione n. 3:

“ Il IV Congresso Naz. dell’ UICP e il I Congresso Naz. della FIBP, in conse­ guenza degli stretti rapporti che intercorrono tra tutte le istituzioni della cultura e la Scuola, vista la grave cri­ si economica, organizzativa e morale della Scuola stes­ sa, fa voti affinché siano,

nello spirito e nelle prescri­ zioni della Costituzione Ita­ liana, affrontati e avviati a soluzione i seguenti ur­ genti e fondamentali pro­ blemi :

а) l’adeguamento della struttura e dei programmi della Scuola alle esigenze di una moderna società de­ mocratica in trasforma­ zione;

б) il potenziamento del­ l’edilizia, delle attrezzature

« Una rete di Circoli cul­ turali che supera oramai il numero di ottanta e che con­ tinua ad accrescersi, di Cir­ coli situati in città e paesi sia del Nord che del Sud, sta a testimoniare l’atten­ zione che l’A ILC ha posto al problema della diffusione di una libera cultura. Nel quadro delle sue diverse at­ tività e nello spirito dei suoi principi informatori l’AILC da oltre 5 anni ha infatti promosso la costituzione di questi Circoli o ha accettato l’adesione di altri già costi­ tuiti.

La strutturazione dei rap­

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