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La componente agonistica nei poemi omeric

3. Dalla gara poetica al Certamen Homeri et Hesiod

Le notizie autobiografiche fornite da Esiodo relativamente alla sua partecipazione ai giochi di Anfidamante, rappresentano il presupposto su cui è stato costruito il Certamen Homeri et Hesiodi, componimento in prosa e versi che, enfatizzando la componente agonale di quelle notizie, contrappone in una singolare competizione i due rappresentanti più significativi del genere epico353.

Particolarmente significativo è il fatto che l’elaborazione dei dati esiodei nella forma del Certamen avviene con buona probabilità nell’ambiente delle scuole di retorica. Come è generalmente riconosciuto354, infatti, il nucleo più antico del

352

Si veda in proposito ARRIGHETTI 1998, pp. 280-1, 342-3, il quale ha ipotizzato di poter collocare la composizione e la recitazione della Teogonia in occasione della gara poetica in onore di Anfidamante sulla base di indizi presenti in due passi del poema stesso: se in Th. 98-103, Esiodo accenna al fatto che la poesia può distogliere dalle pene e dai dolori, funzione che sarebbe adeguata alla circostanza funebre, forse più suggestivamente nell’ambito del’ “Inno ad Ecate” in Th. 411-452, il poeta annovera tra gli uomini che godono della protezione dalla dea re, guerrieri, pescatori e atleti, un pubblico verosimilmente presente ai giochi in onore di Anfidamante.

353

Per il significato della gara leggendaria tra Omero ed Esiodo si veda tra gli altri ARRIGHETTI 1975, pp. 56-9, per il quale dietro la rivalità si celerebbe il ricordo di una situazione di concorrenza tra l’antica epica orale e quella scritta più moderna.

354

ALLEN 1912, pp. 186-7, dopo avere vagliato e scartato diverse possibilità, suggerisce che possa trattarsi di Porfirio, filosofo ed erudito del III secolo d.C. Tuttavia, nel suo nucleo principale, il Certamen risale senz’altro ad un'epoca più antica. La diffusione di alcune parti dell’opera, specialmente quelle in versi, era infatti già cominciata all’epoca di Aristofane, che in Pace, 1280 ss., cita due versi del Certamen. Inoltre, un papiro di II-III secolo d.C. ne riporta la parte finale attribuendola al sofista Alcidamante, il quale inserì il Certamen in un’ opera a carattere enciclopedico intitolata Μουσεῖον.

80 componimento risalirebbe ad Alcidamante, retore del IV secolo a.C. allievo di Gorgia e avversario di Isocrate, che condusse una battaglia di retroguardia a favore dell’oralità e dell’improvvisazione e degli “αὐτοσχεδιαστικοὶ λόγοι”, con il preciso intento di insegnare a rispondere con prontezza di riflessi alle argomentazioni dell’avversario355

. La scuola da lui fondata esaltava la pratica dell’oratoria agonistica, inaugurata dall’insegnamento protagoreo basato sull’antilogia, processo per cui di ogni questione era possibile sostenere tesi opposte356, messo in atto proficuamente nelle scuole di retorica tramite i duelli oratori in cui si esercitavano gli studenti dopo aver appreso la τέχνη357

.

La redazione del Certamen in nostro possesso non va al di là dell’età adrianea, data la presenza di un aneddoto che coinvolge la figura dell’imperatore Adriano nella ricerca di dati autobiografici sulla figura di Omero358.

Dopo una prima parte di carattere erudito che affronta il problema della genealogia e della provenienza geografica di Omero, il Certamen si presenta come il racconto di un agone poetico svoltosi in Eubea, a Calcide, tra Esiodo e Omero, in occasione dei medesimi ludi funebri del principe Anfidamante ricordati negli Erga. La matrice retorica del componimento emerge già nell’approccio erudito della sezione iniziale ma si esplicita soprattutto nel gioco di domande e risposte su cui è impostato l’agone, che si conclude con la recita di un passo dell’opera di ciascuno dei due poeti.

A motivare la vittoria di Esiodo e l’attribuzione del tripode di bronzo posto in premio, è una ragione essenzialmente etica espressa da Panede, fratello del re defunto, il quale, contrastando il giudizio espresso dagli Elleni, spiega che Esiodo aveva cantato la pace e l’agricoltura mentre Omero nei suoi poemi aveva privilegiato la guerra359.

355

Per un’analisi dettagliata della vita e dell’opera di Alcidamante rimando a G. AVEZZÙ 1982.

356

DL. IX 51. Dei discorsi demolitori di Alcidamante ritroviamo l’eco nei Δισσοὶ λόγοι, repertorio di opinioni opposte a due a due di V sec. a.C., compilato con molta probabilità da uno dei suoi allievi.

357

Cfr. in proposito MARROU, pp. 273-278 e PERNOT 2006, p. 50.

358

Parti di una versione antica ci sono noti grazie ad alcuni papiri per i quali si veda il contributo recente di P. BASSINO 2012.

359

81

La componente sportiva all’interno degli Epinici pindarici

1.

Cenni sul genere dell’epinicio

Abbiamo visto come nei poemi omerici fosse già in nuce il programma dell’atletica classica, attraverso le specialità comprese nell’ἀγὼν ἐπιτάφιος organizzato da Achille per Patroclo e appannaggio esclusivo dell’aristocrazia guerriera.

Volgendo ora lo sguardo alla produzione lirica del V secolo a.C., entriamo nel vivo delle competizioni sportive d’epoca storica e di un atletismo che si è ormai affermato in forma autonoma e istituzionalizzata e che comporta l’allenamento e la specializzazione atletica.

Fin dalle origini, i giochi rispondevano a quell’istinto competitivo dispensatore di fama e onore, tipico della società greca, ma se nella tradizione epica abbiamo rintracciato gare sportive disputate in maniera occasionale e per di più dagli eroi che primeggiavano anche sui campi di battaglia360, i protagonisti del canto “ἐπὶ νίκη” sono atleti di varia estrazione sociale, per i quali il poeta lirico riveste il ruolo di

360Significativa l’affermazione di Isthm. I 50-2, che stabilisce l’equazione giochi-guerra

sottolineando che sono questi i due campi in cui è messo alla prova il valore dell’uomo. Solamente colui che consegue la gloria in guerra o in gara, riceve “εὐαγορηθείς, κέρδος

82 “ὑψηλοτάτων μάρτυρ' ἀέθλων”361

.

Tra VI e V secolo a.C. con Simonide, Bacchilide e soprattutto Pindaro lo sport entra dunque a pieno titolo nella letteratura, divenendo protagonista dell’epinicio, una produzione letteraria di tipo encomiastico che ebbe nelle competizioni agonali il suo specifico riferimento occasionale362. Per quanto riguarda le caratteristiche del genere letterario, informazioni preziose offrono i quattro libri di Epinici di Pindaro, unica parte della produzione lirica del VI-V secolo a.C. giunta a noi per tradizione diretta e dunque in forma non frammentaria363.

361

Ol. IV 3.

362

Un dato di particolare rilevanza che merita di essere sottolineato nella dimensione didattica è quello dell’occasionalità della poesia antica che la differenzia dalla composizione poetica moderna, legata alla soggettività dell’autore. Per la poesia lirica in particolare, la presenza dell’aggettivo “lirico”, che come è noto rimanda a un aspetto concreto della

performance orale, è alla base di fraintendimenti ed equivoci interpretativi che hanno talvolta

condizionato la comprensione del senso reale dei componimenti.

363

Per la tradizione del testo di Pindaro è fondamentale J. IRIGOIN 1952. Per quanto riguarda gli interventi sul testo di Pindaro in età alessandrina in seguito alla fondazione della biblioteca di Alessandria, si veda M. NEGRI 2004. Un posto di rilievo tra i filologi alessandrini merita Aristofane di Bisanzio, il quale suddivise la produzione di Pindaro in diciassette libri (Vita Ambrosiana, Drachmann I, p. 3), stabilì la ripartizione colometrica alla quale fanno riferimento gli scoli e soprattutto curò un’edizione del testo di Pindaro. Il testo di Pindaro fu anche ampiamente commentato nell’antichità, prima ad opera di Aristarco, il filologo più citato negli scoli e autore di ὑπομνήματα, poi di Didimo, che raccolse nel suo commento erudito una sintesi dell’esegesi pindarica a lui precedente (cfr. IRIGOIN 1952, pp. 51-75). Una selezione importante di questo materiale confluì negli scolî, le numerose annotazioni presenti al margine del testo dei quattro libri di Epinici nei codici medievali. L’ordine delle odi nella successione che si riscontra nelle edizioni moderne fu invece realizzato in epoca romana, quando si passò dalla tipologia libraria del volumen a quella del

codex, antenato del nostro libro. È interessante sottolineare che in questa occasione fu

invertito l’ordine dei libri cosicché le Nemee, originariamente collocate in fondo con le ultime tre odi che non si riferiscono ai Giochi nemei, furono inserite prima delle Istmiche che quindi nelle edizioni moderne figurano alla fine della raccolta, con l’ultima ode (Isthm. IX) mutila della parte finale per la “fisiologica” perdita degli ultimi fogli del codex (Cfr. IRIGOIN 1952, pp. 40-3). Nel II secolo d.C. si assiste ad uno degli avvenimenti che esercitò un’influenza decisiva nella storia dei testi, ossia la selezione per presumibili motivi scolastici di due soli poeti lirici: Saffo per la lirica monodica e Pindaro per quella corale, e tra le opere di quest’ultimo la preferenza fu accordata ai quattro libri di Epinici. L’inserimento delle odi di Pindaro nel programma scolastico assicurò la loro sopravvivenza. Dopo l’oscurantismo iniziato nel 529 d.C. con la chiusura delle scuole di Atene e la prima rinascita bizantina del IX secolo d.C., il successo di Pindaro nell’ambito della riorganizzazione dell’università di Costantinopoli nel 1045 d.C., è dovuto ancora una volta a motivi essenzialmente pedagogici: Pindaro non suscita interesse tanto per le sue qualità di poeta o per la varietà delle sue

83 Gli epinici appartengono a quella fase della produzione letteraria definita “aurale”, in quanto erano composti per iscritto dal poeta364

e affidati per l’esecuzione vocale e strumentale, volta dunque all’ascolto, ad un coro guidato da un χοροδιδάσκαλος, l’istruttore del canto e della danza. Il testo del poeta costituiva dunque una sorta di spartito, contenente le notazioni musicali e le indicazioni per i movimenti dei coreuti, per esecuzioni previste nell’ambito delle cerimonie ufficiali di encomio365.

L’ordinamento dei libri rispecchiava l’ordine gerarchico dei giochi mentre quello delle singole odi l’ordine gerarchico delle gare, muovendo dalle prestigiose gare equestri fino ai concorsi musicali366. All’interno delle odi era dunque rispettata una gerarchia tra le specialità e all’interno delle specialità una gerarchia tra i committenti367.