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La componente agonistica nei poemi omeric

3. La struttura dell’epinicio

Passando ora dalla natura e dalla funzione dell’epinicio all’analisi della sua particolare struttura, bisogna tener presente ciò che è stato opportunamente sottolineato da B. Gentili, ossia che leggere Pindaro può rivelarsi spesso insidioso poiché se l’uditore-lettore antico era in grado di recepire e interpretare il messaggio dell’autore, il lettore moderno corre il rischio di ricondurre l’opera al gusto e alle esigenze del suo tempo e non viceversa, di essere guidato verso l’opera originale376.

L’epinicio si caratterizza come un componimento fortemente condizionato dall’occasione celebrativa, dall’ufficialità della performance e dalla destinazione pubblica, cioè da una serie di situazioni che, oltre alla lode della vittoria specifica di un atleta, favorivano la topicità delle tematiche e la presenza di un “sistema di invarianti”377

che, sia a livello di forma che di contenuti, rappresentava la trama comune sulla quale le odi venivano costruite e un reticolo di riferimenti vincolati alle attese dell’uditorio.

La moderna critica pindarica, a partire dalla generazione di A. Boeckh, si è a lungo affaticata sul problema dell’unità dell’epinicio378

, indotto dagli scorci, dalle soste, dalle divagazioni, dai “voli” e dai ritorni sulla pista principale del poeta, un problema che, a quanto si evince dagli scholia vetera, era scarsamente avvertito dai critici antichi.

Nelle odi pindariche si è riconosciuta una struttura tripartita – comune agli epinici di Bacchilide - articolata sui motivi fondamentali dell’attualità, del mito e della riflessione, con una commistione di diversi elementi compresenti in una poesia assai duttile e diversificata. a. L’attualità 376 GENTILI 1995, p. LXIII. 377

BERNARDINI 1980, p. 95, secondo la definizione tratta da PAVESE 1968, p. 396.

378Sul problema dell’unità si vedano le considerazioni di GIANOTTI

1975, pp. 116- 123 e la panoramica delle diverse posizioni degli studiosi in D.C.YOUNG 1970.

87 L’attualità è rappresentata dall’avvenimento sportivo, occasione del canto a cui viene fatto riferimento generalmente nella parte iniziale dell’ode. Il poeta declina i dati della vittoria in maniera molto diversa nelle varie odi, con accenni solitamente molto concisi al luogo dell’agone, al tipo di gara e all’elogio del vincitore esteso alla sua famiglia e alla sua città379.

Pur attingendo costantemente ad un sistema di valori proprio della tradizione aristocratica, temi e accenti della lode variavano in relazione alla personalità del laudandus, al contesto in cui aveva luogo la festa, ai miti e ai riti legati alle tradizioni di una determinata comunità.

Diversamente dal tratto descrittivo che abbiamo riscontrato in Omero, Pindaro offre rapidi scorci sul tema dell’attualità: non descrive, ma induce suggestioni attraverso immagini e accenni concisi. Pindaro non vuole essere cronista dell’evento quanto piuttosto interprete del suo significato e autore di quell’elogio eternante che proietta la vittoria effimera nella dimensione dell’eternità.

b. Il mito

Il secondo e il più importante livello dell’epinicio è rappresentato dal “μῦθος”, l’episodio mitico solitamente collocato al centro dell’ode che dilata la circostanza contingente della vittoria nella dimensione dell’universalità.

Nello schema argomentativo seguito dal poeta, l’atleta vittorioso funge da modello proposto all’imitazione di tutti perché, attraverso la sua condotta, ha raggiunto il successo, collocandosi in una sfera privilegiata rispetto all’uditorio, ma pur sempre legata alla contingenza della natura umana.

Sono invece gli eroi del mito, assunti come soggetti paradigmatici rispetto alla realtà transeunte della vittoria dell’atleta, che proiettano l’occasione effimera del successo sub specie aeternitatis.

Quanto più il richiamo al mito è complesso e vario nella sua struttura, tanto più provoca stimoli e suggerisce linee di condotta. Emblematico il caso di Eracle, un

379All’interno della sezione “attualità” vanno inseriti anche i riferimenti al poeta-laudator

legato al committente-laudandus da un rapporto definito di “ϕιλία” e “ξενία”. Come sottolineato da GIANOTTI 1975, pp. 13-6, sotto il motivo dell’ospitalità si cela un rapporto di tipo “economico”, un “ingaggio” che reca al poeta un regolare compenso.

88 eroe talmente poliedrico e fungibile come modello sotto profili diversi che la sua esemplarità viene ogni volta ricreata e concepita in rapporto a diversi contesti poetici, in funzione del messaggio che il poeta intende comunicare380.

Quanto alle modalità espositive, in Pindaro il modello eroico viene di norma evocato di scorcio, senza una lunga descrizione381, con un impatto in medias res dal quale si risale in maniera retrograda ai presupposti.

Molti sono stati nel passato i tentativi della critica di rintracciare il significato del mito, con equivoci talvolta clamorosi e fuorvianti, ma non è questa la sede per affrontare un problema tanto complesso e spinoso. Basti ricordare che i commentatori antichi in più di un caso hanno interpretato l’excursus mitico come un bel pezzo decorativo382, mentre i moderni lo hanno talvolta legato a una funzionalità impropria, allegorica o biografica383.

In linea generale, possiamo affermare che il poeta si serve del paradigma mitico come mezzo per assolvere alla sua funzione elogiativa, selezionando spesso miti che avessero una qualche connessione con la vittoria, con il luogo della gara, con la disciplina sportiva, con la storia della famiglia dell’atleta o ancora con la sua città d’origine384

. Una simile operazione implicava in alcuni casi la necessità di intervenire sul mito per renderlo funzionale alla sua finalità encomiastica, come accade ad esempio nell’Ol. I, che proponiamo come testo di riferimento essenziale nel percorso di letture organizzato nella parte conclusiva di questo elaborato385.

Le vicende del passato sono dunque viste in funzione del presente, secondo lo schema mentale proprio della cultura greca arcaica che, come è stato giustamente sottolineato386,“non enfatizza nell’avvenimento storico la sua specificità lineare e irripetibile, ma lo assume in categoria mitica secondo una concezione

380

BERNARDINI 1983, pp. 42-5.

381

Cfr. e.g. Pyth. IV 247; VIII 28-32.

382

Eloquente la definizione “ἄλογος παρέκβασις” relativamente al mito della Pyth. X. Cfr.

Drachmann, II, p. 245, 23.

383

Si vedano in proposito YOUNG 1970, pp. 52-6 e ROSSI 1973, pp. 119-138.

384

La svolta decisiva nella direzione del significato encomiastico dell’ode nella sua interezza e nella complessità dei suoi riferimenti è dovuta, com’è noto, all’interpretazione di E. L. BUNDY 1962.

385Per un’analisi dettagliata della funzione del mito all’interno delle odi pindariche si veda

BERNARDINI 1983, pp. 75-92.

386

89 tendenzialmente ciclica che raffigura la storia dell’uomo nei suoi significati e nei suoi fini attraverso il rapporto costante fra mondo mitico delle origini e storia attuale”. Un mito dunque che serve a interpretare il presente e non solo a richiamare il passato.

c. La γνώμη

Il commento sentenzioso punteggia l’ode encomiastica, fungendo spesso da cerniera fra le diverse parti. Due sono essenzialmente le sfere di riferimento della riflessione suscitata dal successo atletico: l’etica e la poetica. Nel primo caso, punto di riferimento centrale della riflessione pindarica, concentrata nelle γνῶμαι, è il concetto delfico del “γνῶθι σαυτόν”, la coscienza dei propri limiti e in generale della condizione umana e della precarietà della sorte, che deve orientare la vita anche di chi ha raggiunto lo straordinario traguardo del successo. Nel secondo, nozione fondamentale è la funzione eternante del canto poetico, espressa attraverso una impressionante varietà di metafore suggestive.

Possiamo dunque concludere che ciascuna singola ode riguarda un atleta diverso, proveniente da una città diversa, con un diverso passato e un diverso presente, ma la prassi eulogistica implica che in ogni epinicio la lode si costruisca non solo su un insieme di “varianti” dipendenti dalla specificità del vincitore e dell’uditorio, ma anche attraverso un sistema di “invarianti” comuni a tutto il genere e legate al significato intrinseco nella nozione di vittoria.