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La componente agonistica nei poemi omeric

1. Il passo delle Ἔριδες

Spunti interessanti sulla tematica di nostro interesse si colgono anche in Esiodo, un poeta che appare profondamente calato in quello spirito agonale tipico della cultura greca del periodo arcaico. In Esiodo in effetti mancano descrizioni o riferimenti estesi alle competizioni atletiche ma possiamo rintracciare alcuni dettagli molto significativi, che peraltro declinano il concetto di agone in una direzione nuova.

Particolare interesse riveste nella prospettiva di questo lavoro il passo sulle “Ἔριδες” che leggiamo all’inizio degli Erga (vv. 11-26), un passo che si colloca come cerniera tra il proemio e l’inizio del poema, centrato, com’è noto, sul tema della giustizia e della necessità del lavoro. Qui Esiodo, modificando quanto detto nella Teogonia (vv. 223-232) e sdoppiando la nozione di “ἔρις”, ne sostiene l’esistenza in due forme: una ἔρις negativa “ἐπιμωμητή” (v. 13), che suscita contese e guerre (vv. 14-5), ed una positiva “ἀγαθὴ” (v. 24), da intendere propriamente come

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Od. XVIII 61-2.

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76 spinta al confronto, senso di emulazione, che alimenta il progresso e che migliora la condizione dell’uomo che entra in competizione con i suoi simili (vv. 21-6).

Esempio della contesa “negativa” è l’occasione stessa che motiva la stesura degli Erga, il νεῖκος tra Esiodo e il fratello Perse per la spartizione dell’eredità, con la trasparente implicazione della corruzione dei giudici chiamati a dirimere la questione.

Di qui la necessità di porre in epigrafe, in un certo senso, all’inizio del poema, queste considerazioni che commentano la nozione di ἔρις in senso generico, cogliendone la centralità nell’orizzonte dell’uomo.

Nel passo sulle Ἔριδες, infatti, la componente agonale è presentata concettualmente come il motore sotteso all’agire umano: come è stato osservato340

, risultava già evidente nella Teogonia che la disposizione al contrasto, in un primo momento propria degli dèi e poi estesasi agli uomini, potesse volgersi in una direzione anche costruttiva. La descrizione cosmogonica rappresenta infatti il passaggio graduale dal Caos all’ordine e ad un’organizzata differenziazione di compiti sotto l’egida di Zeus.

Nel momento in cui costituisce il suo regno, la Ἔρις negativa su cui aveva trionfato contro l’egoismo di Urano e Crono, si risolve nella priorità di una Ἔρις di senso opposto, che migliora progressivamente la condizione dell’uomo.

Da questo sdoppiamento in nuce nella Teogonia, la differenziazione viene resa esplicita nei versi iniziali degli Erga tramite la netta distinzione fra un’“Ἔρις σχετλίη e βαρεῖα” e un’“Ἔρις ἀγαθὴ”341.

È interessante osservare che il poeta non si limita a sottolineare che Νύξ generò due diverse Ἔριδες, ma precisa significativamente che quella positiva fu generata come primogenita e che fu posta da Zeus “γαίης τ’ἐν ῥίζῃσι”342, facendo così della competizione un principio fondamentale della vita e dell’azione dell’uomo.

Nei versi che spiegano in che modo agiscano le Contese, il poeta si rivolge al

340

Cfr. BONAQUAGLIA 1973, pp. 33- 8.

341

Sullo sdoppiamento dei concetti etici cfr. MARTINAZZOLI 1946, pp. 11-22; BROCCIA 1969, pp. 41-61; ARRIGHETTI 1998, pp. XXXIV-XXXVII.

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Hes. Erga 19. Si vedano in proposito VERDENIUS 1985, p. 22, n. 19 e ARRIGHETTI 1998, p. 404, n. 18-9. BONAQUAGLIA 1973, p. 49-58, sottolinea inoltre come il riferimento alla “Buona Contesa” sia strettamente legato al mito degli inganni di Prometeo e dei primi uomini (Erga 42-105) e dunque allo stabilirsi di un nuovo rapporto fra dei e uomini e alla determinazione precisa del bene e del male nelle azioni umane.

77 fratello Perse per sradicare dal suo animo quella “negativa” che favorisce l’ozio343 e dunque la povertà, e per esortarlo invece a quella forma di competizione che alimenta una sana rivalità e spinge al progresso344. Il risultato sarà un miglioramento ottenuto emulando gli altri sulla base di un’ammirazione che sprona al lavoro e alla quale “ἀρετὴ καὶ κῦδος ὀπηδεῖ”345.

Nei vv. 25-26, il senso della contesa si concretizza nella rappresentazione della rivalità che contrappone uomini dediti alla medesima attività. Di contro ai sostenitori della loro dubbia autenticità346, l’espressione di sapore quasi proverbiale sembra avere quasi la funzione di una Priamel347 atta a mostrare l’ampiezza dell’azione di Ἔρις e quindi il carattere universale del principio di emulazione348

.

2. I funerali di Anfidamante e la gara poetica

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La Ἔρις negativa è connotata esplicitamente come causa di guerra e discordia e non di pigrizia. È il concetto antitetico della Ἔρις positiva a trasformarla in una causa di pigrizia come controparte dell’operosità suscitata dallo spirito di emulazione.

344

Hes. Erga 22-4. Per l’importanza del rapporto con gli altri, che nella società di Esiodo si identificano con i “vicini”, compartecipi della medesima vita, si veda ARRIGHETTI 1978, pp. 25-35. Significativi sono i vv. 342-367, nell’ambito dei quali spicca un nucleo di sette versi (vv. 343-9) in cui la parola “γείτων” ricorre cinque volte, o ancora i vv. 395-400, 408, 453, 477, 701 da cui risulta chiaramente che il confronto con il vicino costituisce una norma di comportamento, come uno stimolo e al tempo stesso un criterio fondamentale su cui misurare l’opportunità di fare o non fare qualcosa.

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Hes. Erga 313. Come sottolineato da BONAQUAGLIA 1973, pp. 41-2, n. 12, una delle difficoltà che gli studiosi hanno cercato di dirimere è relativa alla menzione in successione di sentimenti quali lo “ζῆλος” (v. 23), il “κότος” (v. 25) e lo “φθόνος” (v. 26), suscitati negli uomini dalla buona Ἔρις positiva come invito alla rivalità positiva, ma apparentemente più adatti a un contesto di tipo negativo. Si vedano in proposito WEST 1978, p. 147, n. 25-6; VERDENIUS 1985, pp. 25-6 n. 23 e pp. 27-9, nn. 25-6; ARRIGHETTI 1998, p. 403.

346

Così tra glia ltri BONAQUAGLIA 1973, pp. 41-2, nn. 1225- 6.

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Il termine Priamel è stato coniato da F. DORNSEIFF 1921 e approfondito, in particolare per la poesia pindarica, da E. L. BUNDY 1962. Si tratta di un espediente compositivo che ha la funzione di focalizzare un concetto attraverso la giustapposizione di una serie di realtà che condividono quell’elemento, mettendone in evidenza la centralità. Nel caso specifico, le realtà messe in parallelo sono costituite da caso alcuni mestieri dell’uomo (vv. 25-6), mentre il concetto è rappresentato dallo spirito di emulazione, e quindi la competizione, che connota il rapporto tra persone che svolgono la stessa attività. Un esempio assai noto di questo strumento retorico è l’apertura dell’Ol. I, che mette in rilievo l’eccellenza dei giochi Olimpici.

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