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I giochi in onore di Patroclo: la funzione di una parentesi narrativa “altra” Dal punto di vista strutturale, il XXIII libro dell’Iliade risulta bipartito: nella

La componente agonistica nei poemi omeric

3. I giochi in onore di Patroclo: la funzione di una parentesi narrativa “altra” Dal punto di vista strutturale, il XXIII libro dell’Iliade risulta bipartito: nella

prima parte (vv. 1-256) leggiamo la descrizione del rituale funebre dell’eroe, mentre nella seconda (vv. 257-897) assistiamo, in tutt’altra atmosfera, ai giochi indetti in suo onore.

Alla fine del XXII canto, dopo la morte di Ettore, vediamo l’esercito acheo pronto a tornare presso le navi, ma Achille richiama prontamente i soldati per dare sepoltura

45 all’amico e scudiero Patroclo, “ὃ γὰρ γέρας ἐστὶ θανόντων”173

. Il suo strazio misto a un sentimento di rabbiosa vendetta, l’odioso pasto rituale, l’apparizione in sogno dell’amico che chiede sepoltura e un’urna funeraria che li accomuni e infine la minuziosa preparazione della pira sulla quale viene adagiato e bruciato il cadavere, sono espressioni diverse dell’onore riservato a un morto e costituiscono al tempo stesso gli elementi di contesto in cui si inseriscono i giochi, che si svolgono in un clima di accesa competitività.

Si tratta di episodi che, al di là della loro evidente diversità, condividono tuttavia dei dati di fondo, vale a dire la finalità della commemorazione e la presenza del γέρας come tributo di onore.

Le interpretazioni offerte dalla critica, relativamente alla sezione dei giochi, muovono in direzioni opposte: sottolineando il brusco passaggio dalla prima alla seconda parte del libro, per di più a metà verso (v. 257), Leaf174 ipotizza che la sezione degli ἆθλα sia un’interpolazione che non ha connessione con quanto la precede e soprattutto redatta in uno stile modesto, a tratti comico, in netto contrasto con la grandezza e la profondità del resto della narrazione.

Di parere contrario è Richardson175 che interpreta le gare come un momento di allentamento della tensione e dell’intensità in funzione del ristabilimento della “normalità”, un’imponente celebrazione atta a segnare un radicale mutamento del clima che fa da sfondo alla narrazione, cancellando per un momento la dolorosa immagine della guerra e creando una parentesi di puro agonismo. Qui non c’è spazio per i sentimenti più privati di Achille e per il suo dolore: nel rispetto del suo ruolo di ἀγωνοθέτης, l’eroe cela le sue emozioni e soltanto all’inizio del canto successivo, rimasto di nuovo solo dopo la parentesi sportiva e l’allontanarsi definitivo dell’esercito176

, può dare nuovamente sfogo al suo strazio e al suo desiderio di vendetta177.

Una valutazione interessante e, a mio parere, convincente del significato delle gare iliadiche è quella recentemente proposta da B. Brown178, che ha il merito di 173 Il. XXIII 9. 174 Si veda LEAF 1960, pp. 467-470. 175

Si veda RICHARDSON 1993, p. 201. Dello stesso parere PADUANO 1997, pp. 1450-2.

176

Il. XXIV 1-18.

177

Così WILLCOCK 1984, pp. 311-2.

178

46 cogliere una valenza significativa dell’episodio nell’economia dell’intero poema.

Lo studioso inquadra i giochi in un contesto “proto giuridico”, considerandoli un momento cruciale per la soluzione della crisi generata dalla lite tra Achille ed Agamennone all’inizio del poema e fino ad allora aperta, e dunque un punto di partenza per il ristabilimento delle relazioni tra i capi179. La crisi dei valori sociali era stata innescata dal fallimento della pratica sociale del δάσμος, la spartizione formale del bottino che regolava i rapporti tra i guerrieri Achei e che era stata violata dalla prepotenza di Agamennone. Tutti i Greci avevano approvato che si rispettasse il sacerdote Crise e si accettasse il riscatto per il bene della comunità, ma ciò comportava che il capo della spedizione rimanesse privo di quell’onore che l’assegnazione del γέρας sanciva180

.

Il γέρας, la parte assegnata a ciascuno, era infatti non solo una ricompensa ma anche il segno pubblicamente riconosciuto del valore dimostrato sul campo di battaglia e quindi dello status di un uomo all’interno del suo gruppo di ὁμοῖοι181. Assunto come meccanismo per regolare i rapporti tra pari all’interno di una comunità, il γέρας simboleggiava, attraverso un oggetto concreto, una stima sociale che non poteva essere violata e dunque un’irrevocabile garanzia di τιμῆ.

La posizione gerarchica ricoperta da Agamennone gli consente non solo di scegliere il premio migliore per sé, ma anche di pretendere la rinuncia a quello che la collettività degli Achei ha assegnato ad Achille come riconoscimento del valore mostrato in battaglia.

Nelle parole di Achille, l’addensarsi di termini che riguardano la sfera della τιμή e del sacrosanto rispetto che gli è riservato dal codice eroico, rivelano come la vera ragione della disputa non risieda nell’appropriazione indebita di un bene prezioso, ma nella violazione dell’onore (Il. I 161-171):

καὶ δή μοι γέρας αὐτὸς ἀφαιρήσεσθαι ἀπειλεῖς, ᾧ ἔπι πολλὰ μόγησα, δόσαν δέ μοι υἷες Ἀχαιῶν. οὐ μὲν σοί ποτε ἶσον ἔχω γέρας ὁππότ' Ἀχαιοὶ Τρώων ἐκπέρσωσ' εὖ ναιόμενον πτολίεθρον· ἀλλὰ τὸ μὲν πλεῖον πολυάϊκος πολέμοιο 179 Così BROWN 2003, p. 124. 180 Il. I 116-120. 181 Il. XVI 52-9.

47 χεῖρες ἐμαὶ διέπουσ'· ἀτὰρ ἤν ποτε δασμὸς ἵκηται, σοὶ τὸ γέρας πολὺ μεῖζον, ἐγὼ δ' ὀλίγον τε φίλον τε ἔρχομ' ἔχων ἐπὶ νῆας, ἐπεί κε κάμω πολεμίζων. νῦν δ' εἶμι Φθίην δ', ἐπεὶ ἦ πολὺ φέρτερόν ἐστιν οἴκαδ' ἴμεν σὺν νηυσὶ κορωνίσιν, οὐδέ σ' ὀΐω ἐνθάδ' ἄτιμος ἐὼν ἄφενος καὶ πλοῦτον ἀφύξειν

E ancora, rivolgendosi a Teti, Achille lamenta la gloria e l’onore che Zeus gli nega, nonostante egli avesse preferito un “κλέος ἄϕθιτον” a una vita lunga e ingloriosa (Il. I 352-6)182: μῆτερ ἐπεί μ' ἔτεκές γε μινυνθάδιόν περ ἐόντα, τιμήν πέρ μοι ὄφελλεν Ὀλύμπιος ἐγγυαλίξαι Ζεὺς ὑψιβρεμέτης· νῦν δ' οὐδέ με τυτθὸν ἔτισεν· ἦ γάρ μ' Ἀτρεΐδης εὐρὺ κρείων Ἀγαμέμνων ἠτίμησεν· ἑλὼν γὰρ ἔχει γέρας αὐτὸς ἀπούρας

Privandolo arbitrariamente del suo γέρας, Agamennone lascia Achille “ἄτιμος” e il suo atto viene a configurarsi come un tentativo di sovvertire le relazioni sociali basate sul δάσμος. La conseguenza è l’inevitabile rottura del pubblico riconoscimento valido fino a quel momento: se la sostanza del valore di un eroe si esprime tramite lo scambio e l’assegnazione di oggetti preziosi da parte dei suoi pari, nel momento in cui si realizza la sottrazione del γέρας, il prestigio sociale dell’eroe viene irrimediabilmente intaccato nel suo significato più profondo.

Una strada percorribile in assenza di δάσμος, al fine di ristabilire l’equilibrio sociale, è la fine della contesa tra Achille e Agamennone e l’istituzione di un nuovo sistema in grado di ridare fiducia e credibilità all’ἀρετή dell’eroe “disonorato”. Ebbene, secondo Brown, i funerali di Patroclo attraverso il lamento rituale comune e soprattutto il banchetto intorno alla tomba183, fattori potenti di coesione sociale, offrono ad Achille l’occasione per riaffermare il suo status eroico, passando dal δάσμος che comporta l’assegnazione del γέρας, alla vittoria nelle gare atletiche che implica l’assegnazione di un altro tipo di γέρας nella forma del premio.

182

Cfr. Il. IX 410-6; KIRK 1985, p. 89.

183

48 Si recupera in questo modo per i giochi uno spazio funzionale e fortemente significativo nell’economia della narrazione, uno spazio imprescindibile in quanto le gare rappresenterebbero l’indispensabile tramite attraverso il quale alla fine del poema viene ristabilito l’equilibrio sociale all’interno di un contesto eroico che recupera in questo modo la sua cifra essenziale.