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CAPITOLO 3: I L WTO E LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

3.3 IL DUMPING

3.3.1 Definizione e tipologie di dumping

Il dumping consiste nell’ esportazione di un bene sottocosto o almeno nella vendita di un bene all’estero ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato internamente. Il dumping è spesso considerato una forma di concorrenza sleale e pertanto può essere ritenuto una barriera al commercio internazionale; può essere classificato in diverse tipologie. Si parla di dumping persistente, dumping predatorio e dumping sporadico.

Il dumping persistente consiste nella continua tendenza da parte di un monopolista nazionale a massimizzare i profitti vendendo il bene ad un prezzo più elevato sul mercato interno rispetto a quello applicato sul mercato internazionale, nel quale deve fronteggiare la concorrenza dei produttori esteri.

Il dumping predatorio consiste nella vendita temporanea di un bene sottocosto o ad un prezzo più basso all’estero rispetto a quello praticato sul mercato interno al fine di spingere i produttori esteri fuori mercato; successivamente i prezzi sono aumentati di nuovo traendo vantaggio dal potere di monopolio all’ estero cosi acquisito.

Il dumping sporadico consiste nella vendita occasionale di un bene sottocosto o ad un prezzo inferiore all’estero rispetto a quello praticato sul mercato interno al fine di liberarsi di una improvvisa e temporanea eccedenza del bene senza dover ridurre i prezzi nazionali.

Il dumping predatorio arreca i maggiori danni alle imprese ed è ritenuto una pratica scorretta per cui spesso sono intraprese le azioni

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antidumping. Le misure per contrastare il dumping predatorio sono prese per proteggere l’industria nazionale dalla concorrenza sleale proveniente dall’’estero; tali restrizioni prendono generalmente la forma di tasse antidumping, effettive o minacciate, dirette a controbilanciare i differenziali di prezzo.

Tuttavia, risulta spesso difficile determinare il tipo di dumping. Per questo motivo i produttori nazionali richiedono indistintamente protezione verso qualsiasi forma di pratica sleale; così facendo, essi scoraggiano le importazioni e incrementano la loro produzione ed i loro profitti. In alcuni casi di dumping persistente e sporadico il beneficio derivante ai consumatori da prezzi inferiori può effettivamente superare le possibili perdite nella produzione nazionale. Mentre il dumping predatorio ha certamente un effetto negativo sul paese estero che importa il bene, quello persistente potrebbe anche essere positivo in quanto i consumatori nel paese importatore pagano in modo sistematico un prezzo più basso per il bene, anche se occorre tener conto delle perdite dei produttori locali. Pertanto, il dumping non è necessariamente sinonimo di vendita sottocosto perché anzi può costituire un metodo di massimizzazione dei profitti simile alla discriminazione di prezzo da parte di un monopolista. Molti paesi industrializzati, specialmente quelli appartenenti all’Unione Europea, hanno una tendenza a praticare dumping persistente sui prodotti agricoli in eccesso che sono a loro volta la conseguenza dei programmi di sostegno all’ agricoltura.130

Vi sono altre forme di dumping, quali il dumping sociale, ambientale e monetario.

Il dumping sociale, anche se non espressamente previsto dagli accordi mondiali sul commercio, può essere definito come quell’attività degli imprenditori di un paese caratterizzata dalla produzione e successiva commercializzazione di beni ad un prezzo inferiore rispetto a quello

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praticato dai produttori di altri paesi grazie ai bassi costi di produzione della merce. Il problema sorge quando i ridotti costi produttivi derivano dallo sfruttamento della manodopera e pertanto dall’inosservanza delle regole di sicurezza e tutela del lavoro che invece sono rispettate in altri stati.

I paesi caratterizzati da una legislazione sul lavoro poco sensibile alle problematiche della sicurezza, dell’igiene e del rispetto dei diritti dei lavoratori in molti casi perseguono l’obiettivo della massima produttività a scapito della necessaria esigenza di tutela della dignità e della salute della persona. Al contrario il rispetto delle condizioni di lavoro al fine di tutelare l’integrità fisica e psichica della persona porta inevitabilmente un’impresa a sostenere elevati costi aggiuntivi.

Il dumping ambientale è caratterizzato dal vantaggio che l’esportatore di un paese viene ad avere rispetto ad un altro grazie ad oneri inferiori per la tutela ambientale che quindi avranno una minore incidenza sui costi di produzione del proprio bene. Le lacune esistenti in materia ambientale negli ordinamenti giuridici di alcuni paesi sono spesso sfruttate dalle imprese multinazionali che localizzano in tali stati le loro attività produttive con un elevato pericolo per l’ambiente. A livello pratico le imprese si trasferiscono in stati nei quali l’inquinamento non comporta notevoli sanzioni; in effetti la tutela dell’ambiente comporta costi molto rilevanti che gravano sui produttori, quali ad esempio il costo per lo smaltimento dei rifiuti o i costi per la manutenzione dei depuratori; tali costi variano da paese a paese.

Il dumping monetario si ha nelle ipotesi in cui la differenza fra il prezzo del bene estero e quello del bene nazionale sia determinata dal tasso di cambio applicabile tra le valute dello stato produttore e quelle dello stato in cui è stato venduto il prodotto. Ad esempio, un paese può procedere alla svalutazione della propria moneta per rendere le merci più competitive rispetto agli altri paesi e quindi favorire le proprie esportazioni.

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Oggi è molto diffuso il sistema dei cambi flessibili131; tale sistema è da un certo punto di vista pericoloso nel senso che gli stati possono liberamente realizzare svalutazioni del cambio al fine di rendere le proprie merci più competitive e favorire le esportazioni, migliorando la bilancia commerciale.

È possibile esporre come esempio l’applicazione di una politica monetaria espansiva da parte di uno stato oppure da parte della Banca Centrale Europea per quanto riguarda gli stati aderenti all’area dell’euro; se un paese espande la quantità di moneta in circolazione, uno dei vantaggi che l’economia interna riceve nel breve periodo è la maggiore competitività dei prodotti nazionali nei mercati di esportazione, in modo che il prodotto risulterà meno costoso all’acquirente del mercato di importazione. Questo comporta l’aumento delle esportazioni.132

L’accordo contenuto nel GATT non prevede forme di tutela in favore dell’industria nazionale del paese di importazione che abbia eventualmente subito un pregiudizio derivante dalla manovra monetaria del paese esportatore. Dunque, il dumping monetario è imputabile non all’impresa esportatrice ma allo stato nel quale operano tali imprese.

3.3.2 Misure e inchieste antidumping nei rapporti globali