P
ÉTERE
GYED1I secleri o magiaro-secleri, in ungherese székelyek, in latino siculi, formavano insie-me ai magiari o ungheresi, dai quali sono di fatto indistinguibili, una delle tre principali componenti etniche della Transilvania (le altre due erano costituite dai rumeni e dai tedeschi sassoni). (NdC).
Debbo sottolineare che anche in questo periodo la Transilvania rappresen-tava una realtà pluralistica: multietnica, multiculturale e multilinguistica. Per quanto riguarda il quadro demografico, nel 1869 in Transilvania (insieme con il Banato e la regione del Partium) vivevano 2.482.800 rumeni e 1.052.300 ungheresi (25%). Questa realtà definisce anche le tendenze con-traddittorie della politica magiara di Transilvania: da un lato un’integrazione organica e rapida nelle nuove strutture politiche e la lealtà alla corona unghe-rese, dall’altro lato una lotta ben organizzata e altrettanto ben condotta da parte di una borghesia nazionale molto cosciente riguardo all’emancipazione nazionale rumena. Il mio compito qui, tuttavia, è quello di rilevare alcuni aspetti dalla cultura magiara di Transilvania di questo periodo.
Nella sua tarda evoluzione e modernizzazione di tipo europeo la monar-chia dualista assicurò sulla base delle leggi della rivoluzione ungherese del 1848-1849, fondamento del Compromesso austro-ungarico, i quadri della nazione ungherese della quale fanno parte anche i magiari di Transilvania. Si deve sottolineare la ferma volontà della classe politica ungherese nel moder-nizzare in modo rapido e complesso lo Stato e la società ungherese, sulla base di una politica liberal-conservatrice. La borghesia ungherese da una parte aveva realizzato un patto politico con la classe politica dirigente tradi-zionale, l’aristocrazia, e dall’altro vi aveva integrato anche i rappresentanti del grande capitale ebraico che aveva dato un contributo essenziale allo svi-luppo del settore bancario e della grande industria. La nazione tradizionale si confrontò anche con la formazione di una classe operaia, che pian piano era scivolata sulla strada delle ideologie internazionaliste della lotta di classe. La capitale dell’Ungheria aveva cambiato lingua, quella ungherese aveva sosti-tuito il tedesco, mentre la politica basata sulla diffusione e imposizione della lingua ungherese era diventata ufficiale e faceva parte dell’ideologia nazio-nale ungherese (la modernizzazione borghese include sempre una politica della lingua nazionale). Il processo di uno sviluppo così rapido si basò neces-sariamente anche sulle istituzioni culturali. Gli ungheresi di Transilvania fon-darono le loro istituzioni all’interno del quadro di questa modernizzazione imperiale. Le loro istituzioni culturali però avevano qualche particolarità. Tra i fondatori delle associazioni culturali troviamo soprattutto i rappresentanti dei nomi storici dell’aristocrazia transilvana, meno ricchi di quelli dell’Un -gheria vera e propria. D’altra parte, anche la classe borghese, che viveva una fase di sviluppo, contribuì alla fondazione delle grandi associazioni e delle società culturali.
La fondazione del quadro culturale moderno (1859-1885) e l’Associazione Museo Transilvano
A partire dal periodo della riforma (1820-1848) vennero prese le prime iniziative in ordine allo sviluppo della vita culturale-scientifico-letteraria degli ungheresi di Transilvania. Gli eventi della rivoluzione del 1848-49 e successivamente il regime neo-assolutista denominato “era Bach” dal nome del ministro degli interni austriaco Bach, non furono favorevoli alla realizza-zione di tali iniziative e distrussero la maggior parte delle istituzioni scolasti-che o ne ridussero la sfera di attività. Quando si parla di vita culturale della Transilvania, ci si riferisce tradizionalmente a una rete scolastica ecclesiasti-ca (ecclesiasti-cattoliecclesiasti-ca e protestante), ad una università limitata alle facoltà di giurispru-denza e medicina, alla rete delle associazioni e delle società letterarie quali esistevano anche dai tempi della riforma, ai teatri, alle biblioteche – tra cui la già famosissima biblioteca Teleki di Marosvásárhely (Târgu-Mureș), ecc.
Lo sviluppo della vita nazionale e la sua modernizzazione però richiede-vano istituzioni in grado di rispondere alle esigenze di una società borghese moderna, in primo luogo attraverso la centralizzazione delle entità culturali già esistenti, riunite e coordinate in una istituzione moderna capace di con-centrare tutte le competenze culturali in un’unica direzione, quindi degli enti culturali pubblici e una università moderna. Questo lavoro di fondazione venne compiuto negli anni Sessanta e Settanta del XIX secolo in Transil -vania, cioè nella parte orientale dell’Ungheria storica. Grazie agli sforzi del conte Imre Mikó, che non aveva partecipato direttamente alla rivoluzione del 1848 e alla guerra d’indipendenza del 1849 ed era in contrasto con la volontà imperiale, venne fondata a Kolozsvár l’Associazione Museo Transilvano (Erdélyi Múzeum-Egyesület, in sigla EME), un’associazione che corrispon-deva alle nuove esigenze. L’accelerazione della fondazione si rese necessaria perché il conte József Kemény, discendente da una storica famiglia aristocra-tica, aveva condizionato la donazione del suo archivio e della sua biblioteca proprio alla fondazione della società museale. Prima di tutto volle perciò assegnare la sua raccolta di manoscritti e libri alla Biblioteca dell’Asso -ciazione. Con l’autorizzazione del governatore Schwarzenberg e la benedi-zione del tribunale distrettuale nonché il consenso della moglie del conte Kemény, il direttore dell’archivio governativo prese possesso della biblioteca e delle altre collezioni custodite ad Aranyosgerend. Dopo che queste furono trasportate a Kolozsvár (in trentasei carrozze), Imre Mikó avviò il lavoro di sistematizzazione assegnato a Sándor Mike. Alla data della fondazione, il 23 novembre 1859, la società scientifica disponeva di una biblioteca e di raccol-te di manoscritti di valore inestimabile riguardanti in particolare la storia dell’aristocrazia ungherese della Transilvania ed impiegava anche un biblio-tecario mandatario. La prima sede della biblioteca fu il palazzo del conte
Bethlen, nella storica strada Farkas di Kolozsvár2. L’esempio di József Kemény fu seguito anche dal conte Sámuel Kemény, suo cugino, proprietario anche lui di una grande biblioteca e di una collezione di manoscritti (diecimi-la volumi). Possiamo dire che tutta l’aristocrazia ungherese di Transilvania dette il proprio contributo: il conte Degenfeld donò 1342 volumi (classici greci e latini, letteratura contemporanea europea) della sua biblioteca di Erdőszáda, il conte Domokos Teleki donò oltre 2000 libri della sua biblioteca di Gernyeszeg, la contessa Bánffy Dénesné contribuì con 1200 libri. Alla fine del 1869 la biblioteca conteneva 28.134 libri. Nella sala di lettura i letto-ri potevano sfogliare 17 peletto-riodici stranieletto-ri, ai quali si aggiungevano i 26 periodici ungheresi.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il conte Imre Mikó donò il suo cas-tello estivo di Kolozsvár insieme al parco circostante. Lo statuto iniziale dell’Associazione dichiarava – ad evitare ogni interpretazione politica – che l’Associazione Erdélyi Múzeum-Egyesület si era formata per la collezione museale, per conservare gli oggetti raccolti, per il trattamento del materiale così raccolto e che essa costituiva il più importante strumento per lo sviluppo della ricerca scientifica in lingua ungherese. Il tesoro del museo era costitui-to, alla sua fondazione, di 15.439 libri, 1083 documenti, 128 medaglie d’oro, 2841 d’argento, 1738 medaglie di bronzo, poi 1092 oggetti archeologici, rarità naturali, minerali, fossili, animali e piante conservati. Il primo respon-sabile del museo fu il noto ed ultimo “polyhistor”3 transilvano Sámuel Brassai, mentre il primo bibliotecario fu lo storico Károly Szabó. Nel 1867, dopo il Compromesso austro-ungarico, l’Associazione chiese il sussidio dello Stato, nel 1872 e nel 1895 fu firmato un contratto con l’Università degli Studi Reale Ungherese di Kolozsvár, che stabiliva che il compito di sviluppa-re il materiale museale spettava all’università, in veste di utente, dietro versa-mento di una somma di 5000 fiorini ungheresi. Dal 1905, essendo ministro Albert Apponyi, l’Associazione ricevette un sostegno fondamentale da parte del governo ungherese. Nel 1904, il governo ungherese finanziò i progetti di un nuovo edificio moderno (la gara fu vinta alla fine dagli architetti Flóris Kolb e Kálmán Giergl, al secondo bando di concorso). Nell’autunno del
2 Vedasi Az erdélyi országos múzeum alapításának rövid történelme. I. Közlemény [Breve storia della fondazione del museo nazionale di Transilvania]. EME Tud 1866-1867, pp. 88-94; Gábor SIPOS: Az Erdélyi Múzeum-Egyesület könyvtárának története [Storia della biblioteca dell’Associazione Museo Transilvano]. In: Az Erdélyi
Múzeum-Egyesület Gyűjteményei [Collezioni dell’Associazione Museo Transilvano], Kolozsvár
2009, 12.
1907, l’imprenditore di Kolozsvár Károly Reményik terminò i lavori, poi, dopo la sistemazione interna, nel 1909 la biblioteca, che era la più moderna dell’Ungheria dell’epoca, entrò in funzione. Alla fine della prima guerra mondiale, con i cambiamenti seguiti al crollo dell’Impero austro-ungarico, il 12 maggio 1919 il Consiglio di Governo (rumeno) di Sibiu (Nagyszeben), rappresentato dal segreterio di Stato amministrativo Onisifor Ghibu, con una simbolica prova di forza acquisì l’intero edificio con tutto il suo contenuto. Sulla base di un accordo con lo Stato ungherese, furono prese anche le colle-zioni custodite nella biblioteca. Durante la prima guerra mondiale, il tesoro dell’Associazione era stato nel frattempo investito in titoli di stato, che poi andarono persi per sempre. Nel corso della sua esistenza l’Associazione svi-luppò la propria attività nelle sette classi di filosofia, diritto e scienze dello stato, linguistica, scienze mediche, scienze della natura e scienze storiche, tenendo conferenze e organizzando mostre. Tra le sue pubblicazioni ricordia-mo la rivista «Museo Transilvano», dal 1861 anche gli Annuari, poi, dal 1862 la serie «Fonti Storiche di Transilvania». Dal 1879 la classe di scienze mediche avviò il periodico «Bollettino di Scienze Mediche e Naturali». Senza dubbio, l’Associazione contribuì in modo fondamentale allo sviluppo delle scienze in questo settore e alla loro diffusione, anche se, a partire dalla fondazione dell’Università, una certa rivalità ne limitò l’effervescenza inizia-le.
Attorno all’Associazione Museo Transilvano svolsero la loro attività scientifica ed organizzativa una serie di studiosi, alcuni noti a livello euro-peo, che diedero prestigio all’istituzione. Tra loro, in primo luogo dobbiamo nominare “l’ultimo polisthor” e uomo enciclopedico di Transilvania, Sámuel Brassai (1797-1897), che svolse studi e ha lasciato opere nel campo della filosofia, logica, estetica, metodologia, pedagogia, linguistica, matematica elementare, geografia economica e politica, botanica, agronomia. Brassai fu inoltre noto anche come redattore di varie riviste, anche per uso popolare. Il biologo István Apáthy (1863-1922), dopo aver trascorso un periodo di tre anni all’Istituto zoologico di Napoli, pubblicò oltre 200 studi di faunistica, tassonomia, anatomia e istologia comparata, neuroistologia ed ecologia. Fu direttore della «Collezione zoologica» dell’Associazione. Alla fine della prima guerra mondiale venne eletto presidente del Dipartimento di
Transilvania del Consiglio Direttivo Ungherese, in seguito fu nominato
primo commissario dello Stato per l’Ungheria orientale e condusse le trattati-ve con il generale francese Henri Mathias Berthelot. Successivamente fu arrestato e internato dall’amministrazione provvisoria rumena (15 gennaio 1919). Gyula Farkas (1847-1930), studioso di fisica teoretica e matematica, condusse ricerche sulla teoria dell’entropia e della relatività, fu anche un noto professore che avviò generazioni di discepoli. Il citogenetista József Gelei (1885-1952) avviò le ricerce sui cromosomi e sull’effetto dei raggi Roentgen
(raggi X) sulle cellule. Antal Genersich de Sepesszombat (1842-1918) fu uno dei più riconosciuti studiosi di anatomia patologica e patomorfologia di tutta la Monarchia austro-ungarica, fondatore dell’Istituto di anatomia patologica di Kolozsvár, che funzionava nel complesso clinico costruito dal 1902. Il più noto geologo d’Ungheria, Antal Koch (1843-1927), fornì una descrizione integrale della geologia di Transilvania. L’archeologia venne rappresentata da Béla Pósta (1862-1919), mentre di archivistica e storiografia si occupò Károly Szabó (1824-1890), a cui si deve l’inizio della serie delle «Fonti
Storiche di Transilvania» (Erdélyi Történelmi Adatok). Naturalmente questo
elenco assai breve può rappresentare soltanto un panorama emblematico di quella che è stata una collettività di scienziati e professori rappresentativi per la loro fruttuosa attività scientifica, organizzativa e pedagogica, svolta nell’ambito dei dipartimenti scientifici dell’associazione. Questi ed altri stu-diosi ungheresi transilvani sono stati la prima grande generazione fondatrice dell’Associazione4.
Il ruolo di Imre Mikó
Non possiamo valutare la forza e il dinamismo delle istituzioni senza le personalità che danno ad esse il contenuto scientifico, culturale e morale. In questo periodo, l’Associazione Museo Transilvano rivela personalità vera-mente storiche, al livello del compito da essi assunto. Tra questi, il ruolo più importante lo ebbe il conte Imre Mikó (4 settembre 1805, Zabola [Comitato o Contea di Háromszék]-16 settembre 1876, Kolozsvár), membro di una storica famiglia transilvana, in seguito denominato il “Széchenyi della Tran -silvania”5. Dobbiamo sottolineare il suo percorso storico non soltanto per il
4A questa grande generazione fondatrice viene dedicato il volume Hivatás és
tudo-mány. Az Erdélyi Múzeum-Egyesület kiemelkedő személyiségei [Vocazione e scienza. Le
personalità emergenti dell’Associazione Museo Transilvano], Erdélyi Múzeum-Egyesület, Kolozsvár 2009.
5Il conte István Széchenyi è stato uno dei più grandi uomini di stato ungheresi (e non soltanto del XIX secolo). Liberal-conservatore, ha fornito un contributo determinante alla preparazione teoretica e alla realizzazione della modernizazzione in senso capitalista dell’economia e della società ungherese. È ben nota la sua contrapposizione con la con-cezione molto radicale di Lajos Kossuth, capo della rivoluzione ungherese del 1848-1849, poi governatore presidente dell’Ungheria. Fondatore dell’Accademia Ungherese e del Casinò Nazionale, István Széchenyi partecipa al primo governo responsabile di Lajos Batthányi (23 marzo 1848 – 2 ottobre 1848), dopo di che si ritira nel sanatorio di
fatto che è stato fondatore di tante istituzioni fondamentali. Il personaggio di Imre Mikó rappresenta un vero uomo di stato ungherese della Transilvania per il suo modo di fare politica e per tutto il suo comportamento molto carat-teristico che rappresenta il meglio che l’aristocrazia ungherese ha dato alla storia. Imre Mikó studiò prima nel Collegio Bethlen di Nagyenyed, un colle-gio dalla grande tradizione. Tra i suoi insegnanti troviamo il noto filosofo kantiano Sámuel Köteles, Sámuel Hegedűs (letteratura ecclesiastica) e Károly Szász (letteratura giuridica). Proseguì gli studi presso la Curia Regale di Marosvásárhely, laureandosi in giurisprudenza e diritto ungherese e roma-no (1825). Nel 1847 lo troviamo in carica come presidente della Tesoreria di Transilvania. Fedele sostenitore della Monarchia absburgica, fu allo stesso tempo vicino agli obiettivi della rivoluzione ungherese del 1848-1849. Assumendo tale posizione, accettò il ruolo di mediatore tra il governo unghe-rese rivoluzionario e quello austriaco di Vienna. Si collocò a fianco del conte József Teleki, primo governatore di Transilvania, che rappresentava l’ala moderata della cerchia politica degli aristocratici transilvani. Come presiden-te dell’Assemblea Nazionale dei Secleri, che si presiden-tenne nell’ottobre 1848 ad Agyagfalva, redasse e trasmise il comunicato di pacificazione ai rivoluziona-ri rumeni e alla comunità sassone di Transilvania. Durante il suo viaggio a Vienna venne arrestato e poi condannato agli arresti domiciliari. Dopo la disfatta nella guerra d’indipendenza ungherese (1849), e dopo aver attraver-sato una grave depressione, volle chiarire teoricamente la sua posizione riguardo alle più importanti direzioni di espansione della società ungherese di Transilvania post-rivoluzionaria. Penso qui alle Ammonizioni (Intelmek) a suo figlio Ádám, quindi alle Idee guida (Vezéreszmék). Queste erano le sue indicazioni: 1. Kolozsvár deve essere la capitale spirituale della Transilvania; 2. In Transilvania si deve ricreare la reggenza costituzionale; 3. Si deve acce-lerare lo sviluppo economico e civile della Transilvania che è molto arretrato (rifacimento delle scuole, ripristino dell’attività del teatro nazionale, attività dell’Associazione Economica Transilvana, costruzione delle ferrovie). Per quanto riguarda l’Associazione Museo Transilvano, Mikó voleva che questa diventasse il centro dell’attività scientifica della Transil vania. Per quanto riguarda invece il carattere nazionale o multietnico, ci si orientò in favore di una società nazionale (la maggior parte dei futuri membri ne condizionava l’appoggio – anche il finanzamento – a questo orientamento nazionale). Poi, in seguito ad uno scambio epistolare con i rappresentanti della cultura
rume-Döbling, dove muore suicida l’8 aprile 1860. I suoi libri teoretici più importanti: Hitel [Credito], 1830, Stadium, 1833, Kelet Népe [Popolo dell’Oriente], 1841.
na e sassone, venne accettata – anche se con riserva – questa scelta che anda-va in quella direzione. Numerosi esponenti della cultura rumena e sassone furono tra i membri iscritti alla nuova associazione. Possiamo concludere che Mikó Imre riconobbe la straordinaria importanza della società civile, la forza delle iniziative che potevano essere prese da quell’ambiente sociale, una forza realizzatrice, della quale la società ungherese di Transilvania aveva proprio bisogno dopo la disfatta della rivoluzione e della guerra d’indipen-denza ungherese del 1848-1849 e la successiva depressione durante il neo-assolutismo dell’era Bach. Alla fine, riuscendo a portare a termine queste ini-ziative, il conte Mikó ha contributo in modo fondamentale al processo di ritrovamento della stessa società ungherese di Tran silvania, che poi si è tra-sformato in un effervescente processo di modernizzazione. Imre Mikó arrivò poi ai più alti livelli governativi: per un breve periodo fu rieletto Primo Governatore di Transilvania (1861), tra il 1867 e il 1868 è stato ministro dei trasporti nel governo centrale d’Ungheria, tra il 1866 e il 1876 deputato di Kolozsvár nel Parlamento del Regno d’Ungheria. Convinto patriota unghere-se, Imre Mikó è stato naturalmente anche un convinto transilvano, prendendo parte anche alle attività delle associazioni culturali rumene (ASTRA,
Asociaţia Transilvană pentru Literatura Română şi Cultura Poporului Român, fondata nel 1861, a Nagyszeben/Sibiu) e quella degli sassoni di
Transilvania, Verein für Siebenbürgische Landeskunde, che funzionava dal 1840)6.
L’Università degli Studi Reale Ungherese Francesco Giuseppe di Kolozsvár
Dopo il Compromesso austro-ungarico del 1867 che diede vita alla Monarchia austro-ungarica e quindi all’autonomia del Regno d’Ungheria (in questa sede non è mio compito valutare il Compromesso, come scelta storica per le élites ungheresi e per il futuro dello stato ungherese), fu evidente per il
6Recentemente, lo storico Ákos Egyed ha dedicato un’ampia monografia alla vita e attività di Imre Mikó. Cfr. Ákos EGYED: Gróf Mikó Imre, Erdély Széchenyije [Il conte Imre Mikó, il Széchenyi della Transilvania], Charta, Sepsiszentgyörgy 2007. Uno saggio sintetico dello stesso autore In Hivatás és tudomány. Az Erdélyi Múzeum-Egyesület
kie-melkedő személyiségei [Vocazione e scienza. Le personalità emergenti dell’Associazione
Museo Transilvano], Kolozsvár 2009, pp. 367-399. Raccolta della corrispondenza e richiami: Ákos EGYED–Eszter KOVÁCS(a cura di): Gróf Mikó Imre beszédei és
felhívá-sai [Discorsi e appelli del conte Imre Mikó], Erdélyi Múzeum-Egyesület, Kolozsvár
governo ungherese centrale che la sola Università di Pest non avrebbe potuto assicurare l’insegnamento di grado universitario per tutta l’Ungheria. Era altresì molto evidente che il giovane Stato avesse bisogno di una élite intel-lettuale adatta a svolgere i compiti di uno stato nazionale che compariva sulla carta geografica europea. Sin dall’inizio Kolozsvár, anche come centro stori-co della Transilvania, fu uno dei luoghi possibili per la fondazione di una nuova università ungherese, insieme con Pozsony7. In questa gara, Kolozsvár presentava due argomenti importanti a proprio favore. Esistevano già, infatti, due istituzioni di insegnamento di grado superiore: l’antica accademia di giu-risprudenza insieme con l’istituto di medicina e chirurgia. Sin dall’inizio, il barone liberale József Eötvös lottò convintamente per la causa di una univer-sità che guardasse specificatamente alle necesuniver-sità e al futuro della popolazio-ne ungherese di Transilvania. Non c’era dubbio – sostepopolazio-nevano le élites ungheresi – che la lingua dell’insegnamento dovesse essere quella ufficiale dello Stato, cioè del Regno d’Ungheria. Uno degli argomenti a favore era rappresentato proprio dall’esistenza dell’Associazione Museo Transilvano, con le sue collezioni ed istituzioni in pieno funzionamento. In tal senso, in occasione di una sua visita a Kolozsvár, Eötvös promise espressamente che sarebbe stata fondata una nuova università proprio nella capitale transilvana. La proposta di legge venne presentata, tuttavia, prima che una commissione formata da 15 esperti potesse valutarla, il grande pensatore e uomo politico morì (1871). Tuttavia, il 29 maggio 1872 l’imperatore Francesco Giuseppe concesse a Tivadar Pauler, ministro del Culto e della Pubblica istruzione, di ripresentare il progetto di legge dinanzi al parlamento ungherese. Nello stes-so tempo, l’imperatore e re d’Ungheria lo delegò a procedere ad organizzare le nuove strutture universitarie. Il progetto di legge fu infine presentato dal nuovo ministro Ágoston Trefort, che in tal modo divenne il fondatore dell’Università denominata all’inizio Università degli Studi Reale Ungherese di Kolozsvár (Kolozsvári Magyar Királyi Tudományegyetem), successiva-mente Università degli Studi Reale Ungherese Francesco Giuseppe di Kolozsvár (Kolozsvári Magyar Királyi Ferenc József Tudományegyetem)8. Non fu un inizio facile, i soldi non c’erano, così come mancavano gli edifici adatti. Trefort pensò anche di spostare l’Università a Pozsony, poi cambiò idea, divenendo uno dei più entusiasti sostenitori della causa dell’Università