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4. Ruolo dell’attore focale e proprietà strutturali

4.1 Densità e centralità

Densità e centralità rappresentano, come anticipato, due aspetti particolarmente rilevanti nella valutazione del network e dei ruoli in esso presenti. La loro corretta determinazione consente di raggiungere quelle valutazioni sul ruolo del soggetto focale utili alla determinazione delle strategie organizzative più idonee al raggiungimento degli obiettivi di efficacia ed efficienza cui le forme reticolari devono tendere. Questi due concetti individuano due diverse caratteristiche: nel caso della densità si fa riferimento ad una caratteristica del network nel suo complesso, nel caso della centralità invece si fa riferimento alla posizione del singolo soggetto all’interno della rete.

114 Graph 1

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Figura 7: Relazioni di Network (Fonte: Rowley, 1997, pag 891)

Per quanto riguarda la densità, essa misura il numero relativo dei legami nel network che legano i vari attori tra loro ed è calcolata come rapporto tra il numero di legami esistenti nel network e il numero possibile di legami che ogni soggetto potrebbe potenzialmente avere con tutti gli altri (Rowley, 1977). Nel caso in cui questo rapporto sia pari ad uno, ci troveremmo di fronte ad un network completo. Esiste una interessante relazione tra aumento della densità e efficienza della comunicazione: attraverso l’aumento dei legami tra i singoli

Graph 3

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nodi, la struttura del network facilita la trasmissione di informazioni coinvolgendo anche le regioni più periferiche dello stesso. Al contrario, network con un numero di legami particolarmente basso vede lo sviluppo di sezioni isolate in cui la comunicazione tra i membri diviene molto più complessa (Rowley, 1997). Inoltre, secondo Meyer e Rowan (1977), una struttura caratterizzata da alta densità vedrà la diffusione di norme attraverso il network. Un numero di legami elevato infatti conduce alla formazione di aspettative comportamentali condivise tra i membri dell’organizzazione, la cui rispondenza instilla nei membri una percezione di legittimazione. Tanto più i legami diventeranno intensi, tanto più i comportamenti si faranno simili e si diffonderanno in maniera del tutto autonoma norme comportamentali che condurranno a forme di coordinamento dei membri implicite e consensuali. In tale contesto l’azione del soggetto focale diventerà molto meno opportunistica (grazie anche alla riduzione delle asimmetrie informative) (Williamson, 1981) e il monitoraggio esercitato dagli altri nodi della rete sarà più intenso. Al contrario, in contesti in cui la densità risulta scarsa, il soggetto focale sarà in grado di agire con maggior opportunismo giocando anche sulla contrapposizione tra sottogruppi che spesso si creano data anche la minore tendenza a uniformarsi a norme comportamentali implicite.

Come già anticipato in precedenza, mentre la densità è una caratteristica attribuibile al network nel suo complesso, la centralità è invece riferibile a singoli soggetti e al potere da loro ottenuto grazie alla struttura del network.

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Brass e Burkhardt (1993) individuano tre tipologie di centralità (degree,

closeness, betweenness) le quali misurano il numero di legami diretti con gli altri

attori, l’accesso indipendente ad essi e il controllo sugli altri nodi, rispettivamente. La prima, degree centrality, porta alla constatazione che gli attori che hanno un alto numero di legami con gli altri soggetti della rete hanno accesso ad un numero molto più variegato di fonti di informazioni e risorse (esempio: graph 1 nella figura 7) La seconda (closeness centrality) si riferisce invece alla possibilità di accesso di un attore agli altri membri del network in piena indipendenza, facendo il minor ricorso possibile a soggetti in posizioni intermedie (esempio: graph 3 nella figura 7). I soggetti con basso grado di centralità intesa in questo senso saranno estremamente dipendenti da altri attori della rete per raggiungere zone più periferiche del network. Inoltre anche la comunicazione risentirà di questa condizione, non potendo beneficiare della riduzione di tempi e costi della trasmissione di informazioni ad esso legato. Infine la terza tipologia di centralità (betweenness), molto simile alla precedente in quanto anch’essa correlata all’accessibilità agli altri attori, è definita da Freeman (1979) come il grado di controllo che un attore esercita sulla possibilità d’accesso degli altri nodi alle varie regioni del network (esempio: graph 4 in figura 7). I soggetti con alto grado di betweenness centrality sono considerati

brokers poiché facilitano i contatti tra e con gli attori più periferici. Quest’ultima

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focale di controllare il flusso di informazioni nel network, facilitando il trasferimento di conoscenza.

Dalla combinazione di densità e centralità possono configurarsi quattro tipologie di attore focale33.

Compromiser Subordinate Commander Solitarian

Figura 8: Possibili configurazioni di netrwork (Fonte: Rowley, 1997, pag. 901)

Alta densità/alta centralità: in tale situazione la comunicazione all’interno del

network è altamente efficiente e porta alla presenza di norme comportamentali diffuse e condivise. Al contempo il soggetto focale è in grado di controllare e gestire i flussi di informazione. In tale scenario l’influenza degli stakeholders sul soggetto focale e viceversa è particolarmente elevata. Ambedue le parti sono inclini alla stabilità e alla riduzione dell’incertezza (Pfeffer, Salancik, 1978). In

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Si tratta di situazioni estreme, la cui funzione è semplicemente quella di identificare degli archetipi e mostrare ipotesi di comportamento del soggetto focale in tali situazioni limite.

Centrality of the Focal Organization

High Low High Density of the stakeholder network Low

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situazioni di potenziale disequilibrio il soggetto focale rivestirà il ruolo di mediatore (Compromiser, fig 6), negoziando con gli altri nodi della rete.

Bassa densità/alta centralità: in tale situazione il flusso di informazioni tra i vari

nodi della rete è molto meno efficiente del caso precedente. Ciò impedisce la diffusione di norme comportamentali condivise e di conseguenza l’unità dei membri. Essi assumono dunque un ruolo passivo (Mintzberg, 1983) che amplifica il potere discrezionale del soggetto focale. Esso assumerà dunque il ruolo di Comandante (commander, fig. 6), in grado di controllare e influenzare azioni e aspettative degli altri nodi.

Alta densità/bassa centralità: in un contesto caratterizzato da efficiente

comunicazione tra i vari nodi ma ruolo assolutamente periferico del soggetto focale, quest’ultimo risulterà assolutamente non in grado di gestire le spinte provenienti dai vari membri del network e assumerà un ruolo di subordinazione, ai margini del network stesso (subordinate, fig.6).

Bassa densità/bassa centralità: in tale condizione il soggetto focale non occupa

una posizione d’influenza all’interno del network. Contemporaneamente però la comunicazione tra i vari nodi è scarsa. Ciò può portare l’organizzazione focale a ottenere una certa libertà di azione sfruttando la scarsa capacità di controllo degli altri attori e ponendo in essere azioni e interventi in maniera celata. Il soggetto focale si comporta dunque come un solitario (solitarian, fig.6). Tale condizione non è però generalmente sostenibile per lunghi periodi poiché la maggioranza

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delle risorse è ottenibile solo attraverso l’interazione con altri attori (Rowley, 1997).