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2. La diffusione delle reti in ambito culturale

2.2 Obiettivi

Partiamo da una domanda di fondo: quali sono le determinanti che inducono alla costituzione di network nel mondo della cultura? Innanzitutto possiamo parlare di efficienza economica. Sappiamo quanto sia importante ad esempio per i musei riuscire a coinvolgere un pubblico sempre maggiore di fruitori. Ciò implica la necessità di un rinnovamento continuo delle proposte offerte agli utenti nonché dei servizi accessori a disposizione. Ma questo richiede una disponibilità economico- finanziaria spesso fuori dalla portata di realtà che nella maggior parte dei casi non sono assolutamente in grado di autosostenersi. Le ridotte risorse messe a disposizione da parte del soggetto pubblico contribuiscono a mettere in difficoltà ad esempio i musei, le biblioteche e i teatri, specie quelli di dimensioni medio- piccole. Ciò contribuisce a rendere convenienti in termini di efficienza forme di collaborazione sinergica tra più soggetti dello stesso settore. Questa forma di interazione rende possibili interventi ordinari (come quelli nelle attività di manutenzione o di gestione13) e straordinari grazie alla possibilità di sfruttare

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Non è raro il caso in cui molte di queste realtà non abbiano neanche un direttore esclusivo del personale

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economie di scala (Bagdadli, 2001; Ercole et alii, 2004). L’impiego di una struttura reticolare consente l’utilizzo in comune di risorse scarse (pensiamo alla difficoltà nell’avere a disposizione per realtà teatrali di piccole dimensioni, soggetti che si dedichino alla ricerca di sponsor e finanziatori) (Cori, 2004).

Ma non solo il perseguimento di più elevati livelli di efficienza spinge alla creazione di reti: come sottolineato da Bagdadli, si può far riferimento anche a motivazioni definite “processuali”: “l’adozione di una forma reticolare è il risultato di processi di isomorfismo14, selezione naturale o collaborazione fondati su condizioni organizzative quali la similarità, la reciprocità e la preesistenza di relazioni sociali” (Bagdadli, 2001, pag. 9 ). Come dimostrano i risultati di una ricerca condotta in campo sanitario (Morandi, Mascia, Cicchetti, 2009), la presenza di un certo grado di isomorfismo spinge alla creazione di “accorpamenti”, ovvero di relazioni stabili tra apparati e settori simili per esigenze di governo. Inoltre la possibilità di condividere risorse e informazioni consente di migliorare l’offerta e l’innovazione e dunque di infrangere le barriere alla cooperazione. La realizzazione di reti per finalità competitive può avere diverse determinanti: innanzi tutto la creazione di raggruppamenti di soggetti può determinare una modifica nel grado di concentrazione del settore; poi, attraverso la costituzione di reti si possono ottenere vantaggi inerenti la modifica o la conservazione della propria posizione occupata nel contesto competitivo; infine le reti possono diventare un utile strumento per

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“In Hawley’s (1968) description, isomorphism is a constraining process that forces one unit in a population to resemble other units that face the same set of environmental conditions. At the population level such an approach suggests that organizational characteristics are modified in the direction of increasing compatibility with environmental characteristics; the number of organizations in a population is a function of environmental carrying capacity; and the diversity of organizational forms is isomorphic to environmental diversity” (Powell, Di Maggio, 1991, pag 66)

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contrastare l’ingresso sul mercato di concorrenti o, al contrario, consentire il superamento di barriere all’entrata (si pensi ai dazi imposti da alcuni mercati e insostenibili per singoli soggetti) (Soda, 1998).

Esiste inoltre la spinta derivante da una condizione caratterizzata da complementarietà delle risorse (Chung, Singh, 2000): le continue interazioni infatti facilitano il passaggio di informazioni e conoscenze e consentono forme di collaborazione tra soggetti aventi skills complementari (Basile, 2010). Ciò ha maggior valore quando le conoscenze e le risorse sono indivisibili e idiosincratiche, quindi difficilmente rintracciabili sul mercato. Altro incentivo alla costituzione di reti deriva dalla possibilità di una riduzione dei costi di transazione15: talvolta le organizzazioni culturali scelgono l’organizzazione reticolare perché questa consente di ottimizzare l’efficienza attraverso la riduzione di tali costi. Le reti finiscono dunque per rappresentare una sorta di momento intermedio tra mercato e gerarchia .

Secondo Martinez invece il network è da considerarsi “in una posizione superiore rispetto ad esse in quanto espressione di una vera e propria modalità di coordinamento interaziendale caratterizzata dalla contemporanea presenza di una pluralità di meccanismi di coordinamento, ognuno dei quali testimonia la coesistenza di diverse relazioni di interdipendenza” (Martinez, 2007, pag 166). Esse, stante determinate condizioni, possono risultare delle forme particolarmente

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Alla base dei costi di transazione ci sono, tra le altre cause, le asimmetrie informative. Si tratta di un sostanziale squilibrio nella distribuzione delle informazioni tra i soggetti all’interno del mercato, disequilibrio che può favorire una parte e penalizzare l’altra, quella meno informata. Attraverso le reti si è in grado di riequilibrare il trasferimento di conoscenza e informazioni e di eliminare dunque questa asimmetria (Unioncamere, rapporto 2009).

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efficienti ed efficaci (Collodi, Crisci, Moretti, 2004)16. In campo culturale queste condizioni sono state lungamente perseguite attraverso il ricorso a network interorganizzativi settoriali o intersettoriali, ritenuti in grado di garantire condizioni di economicità e competitività. Molti, specialmente in Italia, sono i casi di reti settoriali: si pensi alle reti bibliotecarie o alle reti museali e teatrali, forme caratterizzate da legami piuttosto labili che però sono in grado di risolvere una delle preoccupazioni più grandi dei soggetti che entrano a far parte di questi sistemi, ovvero il timore di perdere la propria identità e la propria riconoscibilità agli occhi del pubblico. Le difficoltà sono legate all’incapacità di sviluppare un orientamento strategico alla collaborazione, ad un management che fa fatica ad identificare come proprio campo di intervento l’insieme dei rapporti interorganizzativi, alla difficoltà di raggiungere gradi di specializzazione sufficienti per via di una scarsa divisione del lavoro (Cori, 2004).

Ma le reti sono scelte anche perché rappresentano uno strumento di innovazione nei settori emergenti e nei progetti di sviluppo caratterizzati da elevata complessità (Salvemini, Soda, 2001).

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Riguardo i costi di transazione, Soda propone le seguenti riflessioni “1. I risultati previsti

ex ante da una rete tra imprese sono negativamente correlati alla misura in cui le parti

percepiscono propensioni reciproche al comportamento opportunistico;

2. la misura della percezione dei comportamenti opportunistici è quindi negativamente correlata alla storia pregressa di relazioni cooperative tra le parti. Quanto più in passato vi sono stati attriti, sfiducia o comportamenti sleali, tanto più intensa sarà la percezione 1; 3. la misura della percezione dei comportamenti opportunistici è positivamente correlata alla gamma di meccanismi di garanzia e di tutela che caratterizzano la forma di rete; 4. la propensione a costruire relazioni cooperative basate su investimenti specifici è negativamente correlata alla percezione dei comportamenti opportunistici;

5. la propensione a costruire relazioni cooperative basate su investimenti specifici è positivamente correlata alla longevità della relazione;

6. la gamma sei meccanismi di garanzia e di tutela che caratterizzano la forma di rete è negativamente correlata con la longevità” (Soda, 1998, pag. 213)

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Dopo aver individuato alcuni dei possibili obiettivi alla base della costituzione delle reti, passiamo ad analizzare le principalitipologie.