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Interdipendenze di rete e fabbisogno d’integrazione e coordinamento

La determinazione del modello di governo della rete non può prescindere dalla analisidelle interdipendenze esistenti al suo interno. Una prima classificazione tende a distinguere tra interdipendenze transazionali (o di scambio) e interdipendenze associative. La prima tipologia fa riferimento allo scambio di beni o servizi “attraverso un’interfaccia tecnicamente separabile” (Williamson,

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1981). Essa può essere sequenziale o reciproca34. Le interdipendenze associative non fanno riferimento invece a trasferimenti di beni o servizi tra attori, ma “implicano un’unione di sforzi, un allineamento di comportamenti, un’azione comune”(Grandori, 1995). E’ di Thompson (1967) una prima definizione di questa tipologia di interdipendenze. Esse possono essere pooled (da risorse comuni) o intensive (da azione comune)35.

Facendo riferimento alla presenza di soggetti pubblici all’interno dei network culturali, si identificano diversi tipi di interdipendenze esistenti tra l’ente pubblico e gli altri nodi della rete, interdipendenze riconducibili alle macro- categorie identificate da Thompson (1967):

- interdipendenze istituzionali: esse derivano dall’esistenza all’interno del

territorio di riferimento di più soggetti istituzionali ed economici che condividono il fine di rispondere agli stessi bisogni della comunità locale (un esempio è la coesistenza di Stato, Regioni, Province che hanno tutte come fine la tutela e la valorizzazione di un determinato bene);

- interdipendenze amministrative: tali interdipendenze emergono quando

l’azione di un soggetto è determinata da un atto formale di un’altra

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Interdipendenza transazionale: l’attività A genera un input che diventa output per l’attività B. E’ sequenziale quando lo scambio è unidirezionale (A→B), reciproca quando lo scambio è bidirezionale (A↔B).

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Interdipendenze associative pooled: sono generate dalla costituzione e dall’uso di comuni risorse.

Interdipendenze associative intensive: in cui le parti co-agiscono coordinando l’azione in una sorta di mosaico comune (Grandori, 1995).

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amministrazione (si faccia riferimento al caso di interventi di restauro, possibili solo a seguito di parere favorevole della sovrintendenza);

- interdipendenze rappresentativa: fa riferimento alla rappresentanza degli

interessi pubblici nel sistema territoriale e riguarda le amministrazioni pubbliche, i grandi soggetti filantropici, le organizzazioni e i soggetti imprenditoriali;

- interdipendenza da risorse: sussiste quando le risorse necessarie a soddisfare i

bisogni di una comunità sono possedute da soggetti differenti, sia pubblici che privati. Ciò è particolarmente comune in progetti di integrazione di attività e iniziative in campo culturale (si pensi ai grandi progetti di restauro e valorizzazione di strutture architettoniche espressione di particolari stili come nel caso degli interventi per la tutela e valorizzazione del barocco siciliano);

- interdipendenza gestionale: si realizza quando il soggetto gestore di un’attività

o di un servizio non è in grado, in autonomia, di raggiungere obiettivi di economicità (si pensi ad alcuni sistemi museali, in cui la gestione integrata si rende necessaria per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità economica non raggiungibili da ciascuno autonomamente);

- interdipendenza professionale e strategico-cognitiva: la prima dipende dal fatto

che il know-how determinante per certi tipi di attività è in possesso di più soggetti, la seconda invece fa riferimento alla non perfetta capacità del soggetto pubblico di avere una chiara panoramica delle variabili-chiave necessarie alla formulazione di strategie sostenibili. (Seddio, 2013).

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Ciascuna di queste interdipendenze presenta particolari fabbisogni d’integrazione (fig. 7).

TIPOLOGIA DI INTERDIPENDENZA FABBISOGNO DI INTEGRAZIONE

Istituzionale Integrazione e coordinamento delle responsabilità istituzionali

Amministrativa Integrazione delle competenze e dei fabbisogni amministrativi

Rappresentativa Integrazione dei meccanismi di rappresentanza degli interessi

Da risorse Integrazione delle risorse

Gestionale

Integrazione dei bacini di fornitori, visitatori, etc, per ottenere economie di scala, di scopo, di specializzazione o di raggio d’azione

Professionale e strategico-cognitiva

Integrazione del know-how professionale e delle informazioni Integrazione delle capacità di analisi ambientale e strategica

Figura 9: interdipendenze e fabbisogno di integrazione (rielaborazione da Longo, 2005 citato in Seddio, 2013, pag 77-78)

Definita la natura dell’interdipendenza occorre determinare gli opportuni meccanismi di coordinamento per la loro risoluzione. Tali meccanismi possono nascere da azioni volontarie o essere imposti, a seconda che si riconosca a vicenda o meno l’esistenza di interdipendenza (Martinez, 2007, Soda, 1998).

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Inoltre essi possono essere formali o informali quando sono resi espliciti all’esterno attraverso documenti (quindi più o meno pubblici/ufficiali) o quando sono il risultato di meccanismi impliciti tra gli attori. Sulla base della natura delle relazioni e del processo di formazione, avremo meccanismi di coordinamento classificabili in meccanismi sociali (fondati sulla cooptazione e caratterizzati da bassissima formalizzazione), contrattuali (fondati sull’uso giuridico del contratto e caratterizzati da forte formalizzazione), associativi di collegamento (consentono di gestire le relazioni tra gli attori mantenendo la loro autonomia senza costituire dunque nuove organizzazioni o stipulare contratti. Hanno un grado di formalizzazione medio) e meccanismi di regolazione (hanno una dimensione prevalentemente collettiva e intervengono su tutti gli attori del

business system) (Martinez, 2007). La scelta del meccanismo di coordinamento

sarà il risultato di valutazioni precedenti riguardanti gli obiettivi che gli attori intendono perseguire, le competenze, il know how, valutazioni di convenienza economico-finanziarie, politiche, sociali e culturali, etc.

126 Figura 10 I meccanismi di coordinamento (Martinez, 2007)

Nella determinazione della forma di governo da adottare occorre necessariamente far riferimento a differenti dimensioni d’integrazione:

- una dimensione interna che si basa un processo di condivisione delle scelte strategiche e gestionali riguardanti gli interventi da attuare nella rete. Si tratterà dunque di creare processi e luoghi di confronto per definire strategie d’intervento che garantiscano la convergenza di interessi e un processo decisionale unitario da parte dei nodi della rete, nonché il miglior utilizzo possibile delle risorse a disposizione al fine di raggiungere condizioni di economicità e sviluppo.

Processo d i fo rmaz ione Comandat o Volon tar io

Natura della relazione Informale Formale Meccanismi Sociali Meccanismi Contrattuali Meccanismi Associativi e di Collegamento Meccanismi di Regolazione

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- una dimensione esterna, riguardante il miglioramento dei servizi offerti dal network e raggiungibile attraverso l’integrazione dell’offerta, dell’informazione, della promozione e della comunicazione.

- una dimensione multipla, avente ad oggetto l’integrazione nella filiera pubblica (ad esempio collegamenti con università e centri ricerca) e tra essa e le altre filiere economiche di prossimità (finalizzata a conferire al network una funzione di sviluppo socio-economico per l’intero territorio) (Seddio, 2013).

Vedremo poi nei capitoli successivi in che modo e in che misura questi fabbisogni di integrazione siano stati soddisfatti dalle varie esperienze analizzate.

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Capitolo 4

Casi di studio dall’esperienza italiana

dei Distretti Culturali

1. Introduzione

Questo capitolo si pone come obiettivo quello di analizzare sotto il profilo organizzativo tre differenti esperienze realizzate sul territorio italiano, mettendo in luce in particolare gli aspetti presentati nei capitoli precedenti, al fine di valutare successivamente l’adeguatezza dei caratteri strutturali e di governance dei network in rapporto agli obiettivi dichiarati.