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4.2 Ipotesi della ricerca e descrizione dei casi di studio

4.2.2 Descrizione dei tre casi di studio

La ricerca che qui si descrive rappresenta il resoconto e la relativa comparazione di tre processi di Agenda 21 locale, due casi nazionali più uno estero, con l’obiettivo di portare a termine una raffronto tra realtà caratterizzate da affinità territoriali ma che in virtù di situazioni strutturali, sociali ed economiche differenti, affrontano la questione della sostenibilità locale con modalità e con risultati diversi.

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4.2.2.1 L’Agenda 21 locale “Capo sud”.

L’Agenda 21 locale Capo sud, prende le mosse da un bando del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio emanato nel 2002 per sostenere l’avvio di processi di Agenda 21 locale. L’Agenda 21 - Capo sud interessa 12 comuni dell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria, area che già da alcuni anni ha intrapreso con esiti molto positivi un cammino nella direzione della sostenibilità. L’Agenda 21 dell’area grecanica presenta alcuni aspetti peculiari che per certi versi la pongono al di fuori dei canoni “classici” delle Agende 21, infatti a differenza della prassi ordinaria (che prevede l’istituzione di un forum per la partecipazione dei diversi attori al processo, la predisposizione di un quadro diagnostico relativo allo stato dell’ambiente e della sostenibilità locale, ed infine la predisposizione di un piano d’azione locale (PAL), ovvero il piano strategico contenente gli obiettivi, le linee d’azione e gli interventi necessari per indirizzare lo sviluppo dell’area verso la sostenibilità), l’Agenda 21 locale Capo Sud non arriva a definire un vero e proprio piano d’azione locale ma sviluppa una progettualità territoriale che viene declinata nei numerosi altri strumenti di pianificazione dello sviluppo che già operano nell’area (legati per lo più alle politiche di coesione della Comunità Europea attraverso i Fondi strutturali e ai programmi d’iniziativa comunitaria LEADER59). L’area grecanica è stata teatro negli ultimi anni di

numerose esperienze di programmazione d’area vasta che, come vedremo, in qualche modo hanno contribuito a cambiare il modo di leggere e programmare lo sviluppo dell’area da parte dei diversi soggetti istituzionali, sociali ed economici che vi risiedono. Nell’ambito di tale processo, il Gruppo d’Azione Locale (GAL), nato per l’attuazione del programma Leader II si è progressivamente affermato come agenzia di sviluppo locale dell’area, rivestendo un ruolo di primaria importanza anche per lo sviluppo delle altre esperienze di progettazione di sviluppo locale. Inoltre l’area grecanica, che ricade in pieno nel territorio del Parco Nazionale d’Aspromonte, verso la fine

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I programmi d’iniziativa comunitaria, che sono nati con la riforma dei Fondi Strutturali Europei (1989-1993) : - vertono su tematiche d’interesse comunitario che riguardano la maggior parte degli stati membri; - svolgono la funzione di sperimentazione in quanto sono incentrate in ambiti che richiedono nuove soluzioni;

- la sperimentazione promossa nel quadro di queste iniziative implica necessariamente lo scambio di esperienze, il trasferimento di know-how, la cooperazione e la creazione di reti.

Gradualmente è emerso che lo sviluppo rurale è una tematica fondamentale che richiede sperimentazione e ricerca di soluzioni innovative. Per tale motivo è stata avviata un’iniziativa specifica: Leader (Liaisons Entre Actions de Développement de l’Economie Rurale – Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economica rurale). Le iniziative Leader si sono sviluppate in tre fasi differenti ognuna collegata ad una specifica denominazione e caratteristica del programma: Leader I, Leader II e Leader plus.

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degli anni ’80 ha assistito alla nascita di una particolare forma di offerta turistica, fortemente radicata alle tradizioni del territorio e orientata alla sostenibilità: l’ospitalità diffusa. Questa particolare forma di turismo, che si basa sulla permanenza dei turisti direttamente presso le famiglie residenti nell’area, grazie alla contemporanea affermazione del festival musicale Paleariza, di cui costituisce l’importante complemento, si è sviluppata nel tempo concorrendo alla costituzione di una rete che ha connesso i numerosi centri dell’area ed ha contribuito alla costruzione di una nuova <<coscienza di luogo>> e alla valorizzazione in termini innovativi della cultura greco- ortodossa che permea l’area grecanica da millenni.

Quest’insieme di processi, che hanno fatto insieme da precursore, da cornice e da continuazione dell’Agenda 21 locale Capo sud, stanno contribuendo, insieme alla stessa Agenda 21, a dar vita ad un processo di sviluppo locale significativo, sia per le modalità con cui si è sviluppato sia per la scelta netta, meditata e condivisa da tutti gli attori dell’area, verso la sostenibilità.

4.2.2.2 L’Agenda 21 locale di Calvià

Calvià, è un comune spagnolo dell’isola di Maiorca che sorge a sud-ovest della Baia di Palma, la cui economia, analogamente a quanto avviene per tutto l’arcipelago delle Baleari, si basa prevalentemente sul turismo.

Tra la fine gli anni ottanta e l’inizio dei novanta, a causa della crescita esponenziale dei flussi turistici60, il livello di sfruttamento del territorio aveva

raggiunto livelli insostenibili, e la qualità dell’ambiente urbano e territoriale era sceso talmente in basso da provocare una crisi dell’intero sistema economico, il quale, essendo basato prevalentemente sul turismo, nel momento in cui è venuta a mancare la risorsa principale sulla quale si basava l’offerta è crollato vertiginosamente.

Verso la fine degli anni novanta la crisi era talmente grave che intere catene alberghiere hanno abbandonato l’isola andando ad investire altrove, lasciando così intravedere un futuro fatto di decadenza e marginalità economica. Fu così che la giunta socialista della città, governata da un sindachessa molto attenta e determinata, ha scelto di cambiare strada

60 Alcuni indicatori di base possono servire a rendere l’idea: mentre la popolazione residente delle isole Baleari dal

1950 al 2000 è passata da 422.000 abitanti a 845.000 con un tasso di crescita annuo del 1,4%, il numero dei turisti dal 1955 al 2000 è passato da 180.000 a 11.310.000 con un tasso di crescita annuo del 9,64 % (Rullan, 2005)

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imboccando la via della sostenibilità. In tal modo, nel 1995, attraverso l’adesione alla Carta di Aalborg e l’avvio del processo di Agenda 21 locale, la città di Calvià cambia radicalmente itinerario, imboccando un cammino che la porterà da lì a pochi anni ad aggiudicarsi premi internazionali quale città più sostenibile ed essere presa a riferimento in tutta l’Europa come esempio virtuoso da replicare.

Il processo verso il cambiamento ha avuto numerosi protagonisti, dal sindaco socialista Margarita Najera, considerata all’unanimità come la grande artefice del cambiamento; alle organizzazioni non governative che già negli anni che hanno preceduto l’avvio dell’Agenda 21 locale hanno esercitato forme di pressione nei confronti dell’amministrazione comunale inducendo, un cambiamento di rotta nel modo di concepire lo sviluppo della città; fino ad arrivare ai funzionari comunali che agendo come coalizione interna hanno anch’essi esercitato una spinta verso il cambiamento.

Nel 2003, con il cambio di amministrazione, l’Agenda 21 locale viene ridimensionata attraverso una drastica riduzione degli spazi di partecipazione, e la soppressione degli uffici ad essa dedicati dall’amministrazione uscente. Il processo perde inevitabilmente parte della vivacità che l’aveva contraddistinta. L’azione dei gruppi sociali mobilitati intorno alle nuove emergenze ambientali contribuisce tuttavia a tenere alta l’attenzione sui temi della sostenibilità locale facendo da baluardo contro l’azione reazionaria della nuova amministrazione.

4.2.2.3 L’Agenda 21 locale di Cetraro.

Il terzo processo di Agenda 21 locale preso a riferimento per l’analisi comparativa si svolge a Cetraro, piccola cittadina tirrenica della provincia di Cosenza di circa 10.000 abitanti, che analogamente a molti altri comuni Calabresi condivide un destino fatto di speculazione edilizia, degrado urbanistico ed ambientale, consumo di territorio, alti livelli di disoccupazione e forte impatto della criminalità organizzata sull’economia locale. Il comune di Cetraro, analogamente all’area grecanica è risultato vincitore nel 2002 del bando promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

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L’Agenda 21 locale di Cetraro tuttavia, a differenza della sua “gemella” di finanziamento nell’area grecanica, per lungo tempo ha vissuto una sorta di sonno letargico fatto di inattività e indifferenza generale, che a distanza di qualche anno dall’erogazione del finanziamento, ha indotto il Ministero dell’ambiente a minacciarne la revoca. Sotto la spada di Damocle della revoca del finanziamento e grazie anche l’avvento di una nuova giunta comunale rispetto a quella che aveva presentato il progetto originario al Ministero dell’ambiente, nel 2007 l’Agenda 21 locale di Cetraro riparte con nuovo slancio e nel giro di pochi mesi riesce ad attivare il forum, pubblicare il Primo Rapporto sulla Sostenibilità Locale del comune di Cetraro (2007) e avviare i tavoli tematici nell’ambito dei quali discutere ed approvare il Piano d’Azione Locale.

A distanza di circa due anni dalla sua “ripartenza” l’Agenda 21 locale, seppur in forme embrionali, è riuscita ad innestare il germe della sostenibilità, tant’è che le linee guida per la redazione del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) del Comune di Cetraro, sono state redatte prendendo spunto dai documenti elaborati e discussi nell’ambito dei forum tematici dell’Agenda 21 locale, inoltre la forma del forum, mutuata dalla stessa Agenda 21 locale, sarà utilizzata per la formazione partecipata dello stesso PSC.

L’Agenda 21 locale di Cetraro, tuttavia, nonostante i segnali positivi, non ha prodotto un cambio di rotta decisivo lungo la direzione della sostenibilità, e gli stessi attori locali, seppur “votati” all’associazionismo, hanno evidenziato una scarsa attitudine alla collaborazione e alla reciprocità, che si è rivelata decisiva ai fini della loro incapacità di mobilitarsi collettivamente per il bene della città.

91 Capitolo quinto: L’analisi empirica