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Il design di una moneta

Denaro e prestito a interesse

7. Il design di una moneta

L’innovazione tecnologica che il denaro porta con sé consiste principalmente nella possibilità di rappresentare in modo astratto il valore di beni e servizi diversi su una scala oggettivata. Per questo motivo la moneta assume un valore che tende a svincolarsi anche dal suo stesso supporto materiale.

Se è indubbiamente vero che i metalli preziosi hanno storicamente svolto un ruolo di supporto tangibile del valore della moneta, è altrettanto vero che, fin dagli albori dell’avvento del denaro, la moneta “sonante” ha convissuto con forme di moneta scritturale (linee di credito, contabilizzazione dei debiti e degli eventuali interessi).

Il riconoscimento intersoggettivo della validità di queste diverse forme che assume il denaro si fonda quasi sempre sull’esistenza di un’autorità che ne riconosce e garantisce (o impone) l’effettiva considerazione in termini di valore, con tutte le relative implicazioni connesse con l’ambito giuridico e con il riconoscimento dello status dei diversi soggetti economici.

Lo sviluppo del pensiero matematico e del suo altissimo livello di astrazione, ha reso possibile lo sviluppo di quella che Goetzmann considera, come si è detto, una tecnologia: la finanza (cfr. Goetzmann, 2017: 10). La matematica teorica pura, dal canto suo, permette solamente lo scambio di conoscenze ad essa inerenti, mentre il denaro ha consentito di scambiare un’ampia gamma di beni e servizi, di radunare ed equipaggiare eserciti, di imporre diritti esclusivi di proprietà sulle cose, sulle innovazioni e talvolta persino sulla vita delle persone.

Si può forse dire che il livello di astrazione del denaro tenda asintoticamente a quello della matematica, operando profondi cambiamenti nella visione del mondo e nelle interazioni tra gli esseri umani, come ha brillantemente evidenziato Simmel.

Tuttavia esistono diverse buone ragioni, come quelle individuate dalla Zelizer, per ritenere che il denaro non giunga mai ad un livello idealmente compiuto di astrazione, ma che conservi sempre diversi elementi qualitativi di fondo che, per quanto il mercato capitalista possa indurre a rimuovere o ridurre ai minimi termini, persistono ed esercitano una certa influenza sul significato che la pratica monetaria

69 assume in diversi contesti sociali e sulla qualità delle interazioni mediate dal denaro che avvengono tra gli attori sociali.

Non tutte le forme di denaro sono uguali e il particolare modo in cui una moneta viene progettata e fatta funzionare - il suo design - può ampiamente condizionare il suo utilizzo e può implicare effetti tutt’altro che indifferenti tanto sul piano economico quanto su quello sociale.

Un semplice esempio in questo senso è la scelta di consentire o meno l’applicazione di un tasso di interesse sui prestiti, di porre o meno un limite ad esso o di attuare una politica monetaria che tenda o meno a mantenerlo basso. Le differenze che le diverse scelte comportano hanno dirette implicazioni non soltanto sul rapporto tra creditori e debitori, ma anche sulla propensione degli agenti economici a privilegiare l’uso della moneta come mezzo di scambio piuttosto che come riserva di valore.

Un altro importante fattore che può condizionare tanto la fungibilità di una moneta quanto la sua fluttuazione in termini di valore è la sua copertura (backing), ossia ciò su cui si fonda e si sostiene la sua esistenza. In linea teorica, come afferma anche il testimone privilegiato Paolo Dini, «qualsiasi tipo di attività o prodotto che ha un valore per una comunità può diventare “backing” per una moneta»5.

Nel caso degli Stati nazionali, le monete emesse, per esempio, tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo avevano come copertura il metallo prezioso del quale erano composte o, nel caso della cartamoneta, le riserve auree o le future entrate dell’erario. Attualmente la loro esistenza si può basare anche solo sul fatto che lo Stato ne imponga l’accettazione sul suo territorio come mezzo di pagamento e a sua volta le accetti come saldo dei tributi dovuti dai cittadini.

Le banche private possono utilizzare i depositi dei correntisti o le linee di credito concesse dalla banca centrale come copertura parziale per i mutui che concedono, aumentando con questa semplice operazione la massa monetaria. Le imprese possono emettere obbligazioni coperte dagli asset che possiedono e le grosse catene del commercio vendere voucher non nominali con cui effettuare acquisti in futuro presso di loro, solo per fare alcuni esempi.

5 E-mail inviata da Paolo Dini (S_TP5) a Dario Lanzetti in data 10/4/2018.

70 Un aspetto a suo modo interessante riguardo al design di una moneta è quello connesso al, o ai tipi di supporto del quale è dotato il mezzo di scambio, al loro carattere prevalentemente materiale o tendente all’immaterialità. Volendo individuare due casi al limite di questa dicotomia si potrebbe considerare da un lato la moneta con interesse numismatico e dall’altro la moneta elettronica, o la più recente criptomoneta.

Condizione necessaria, ma non sufficiente, perché un oggetto desti interesse in campo numismatico è il fatto di essere o di essere stato moneta. Tuttavia agli occhi del numismatico il valore di una moneta non è unicamente - e nemmeno principalmente - legato alla quantità di denaro che essa rappresenta o ha rappresentato. Vi sono altri fattori che, in questo caso, possono suscitare interesse per una moneta: la rarità, la composizione metallica, il valore storico, la bellezza estetica o finanche il valore affettivo.

All’estremo opposto della dicotomia materiale/immateriale, di recente hanno fatto la loro apparizione le criptovalute, monete che esistono esclusivamente in forma digitale e circolano tramite catene di file crittografati (blockchain), allo stato attuale non modificabili né tracciabili da un’autorità di controllo.

Queste monete, il cui appeal è originariamente riconducibile all’assoluto anonimato che garantiscono ai transattori, sono presto divenute oggetto d’interesse per gli speculatori finanziari. Che copertura hanno queste monete? La risposta a questa domanda non è univoca.

Il Bitcoin, la più conosciuta e diffusa tra le criptovalute, ha come copertura il

‘Proof of Work’, che in questo caso consiste in cicli operati da processori di computer. I Bitcoin vengono infatti “messi in palio” in predefiniti intervalli di tempo e assegnati ai soggetti che, tramite processori molto potenti o, più spesso, tramite catene di processori dislocati nei luoghi più disparati del mondo, riescono a risolvere algoritmi sempre più complessi.

Questo sistema comporta un ingente dispendio in termini di energia. Ciò significa che la copertura del Bitcoin non è un valore in senso proprio, anzi, è un consumo di risorse, un disvalore che mette seriamente in dubbio la sostenibilità di questo strumento, quantomeno a livello ambientale.

71 Altre criptovalute hanno una copertura differente. Steemit, ad esempio, è una criptomoneta molto meno diffusa del Bitcoin, ma convertibile in Bitcoin, basata su post e commenti che si pubblicano all’interno di un particolare blog, cioè su delle informazioni, del “capitale culturale” messo in condivisione.

La società peer to peer implicata dalle criptovalute come il Bitcoin

è una società individualistica basata sul principio della inviolabilità dei contratti. È questa la conseguenza necessaria del ripudio incondizionato della fiducia in un terzo:

nulla può intervenire per modificare ciò che è stato deciso contrattualmente dalle parti, nemmeno se la situazione generale sembri esigerlo, nell’interesse delle parti stesse o anche semplicemente per la continuazione della possibilità di stringere accordi. Questo vale in particolare per i rapporti fra creditori e debitori, che sono quelli più strutturalmente messi in causa da inflazione e deflazione. Il valore della moneta è deciso dal mercato e nulla può interferire. Ma forse questa giustizia meccanica esige, come ricordavano i latini, una correzione fondata sull’equità (Amato e Fantacci, 2016: 201).

Dal 2009 - anno in cui venne ideato e lanciato sul mercato da un anonimo inventore noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto - ad oggi, il Bitcoin ha attraversato periodi di crescita esponenziale del suo valore rispetto al Dollaro e alle altre valute, così come periodi caratterizzati da grandi oscillazioni, mostrando un altissimo livello di volatilità, la grandezza che misura la predisposizione di una certa moneta, come di un qualsiasi genere di bene o titolo finanziario, a mutare il proprio valore nel breve termine.

Il sistema progettato da Satoshi Nakamoto prevede che nel tempo venga emesso un numero limitato e prestabilito di Bitcoin, a intervalli sempre più lunghi nel tempo. Questa caratteristica è piuttosto singolare nel panorama dei vari design delle monete. La maggior parte delle valute attualmente in uso prevedono infatti un costante e indefinito aumento nel tempo della massa monetaria che viene emessa.

Sul fronte opposto troviamo i sistemi detti a “camera di compensazione”, come quello che regge il circuito Sardex.net, nei quali la moneta viene di volta in volta creata in forma scritturale tramite linee di credito e fatta circolare fino al momento in cui verrà utilizzata per saldare un debito:

Le camere di compensazione sono sistemi monetari a misura d’uomo: in esse la moneta nasce, circola e muore. Tutta la moneta creata al loro interno finisce tendenzialmente per essere distrutta, nel momento in cui è spesa e le imprese creditrici, al pari delle imprese debitrici, riportano verso lo zero il saldo del loro conto (Amato e Fantacci, 2016: 201).

72 I sistemi a camera di compensazione non si fondano, come quelli delle fiat money, su un costante aumento nel tempo della liquidità e della massa monetaria, né prevedono una quantità prestabilita di circolante, come il Bitcoin. La somma algebrica dei saldi all’interno di una camera di compensazione è sempre zero, perché la moneta, creata sotto forma di credito a seconda delle esigenze, termina la sua esistenza quando il debito viene restituito. Questi sistemi, nel momento in cui azzerano il tasso d’interesse su debiti e crediti, non incentivano più, anzi, disincentivano l’accumulazione di moneta. Ne favoriscono, d’altra parte, la circolazione.

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