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Deviazione: se la traduzione non è motivata o è troppo ambigua.

TRADURRE IL LINGUAGGIO METAFORICO

9. Deviazione: se la traduzione non è motivata o è troppo ambigua.

La proposta teorica di Anne-Christine Hagström pone l‟accento sull‟importanza del testo come unità, insieme coerente di elementi linguistici e culturali. Lo stesso presupposto è alla base del testo tradotto. Il traduttore deve creare un testo che sia coeso a livello strutturale, semantico e stilistico. La metafora, «opération reine de l‟esprit»375, è una costruzione che non passa certo inosservata al lettore e, creando legami tematici all‟interno del testo, contribuisce notevolmente alla realizzazione della coerenza di quest‟ultimo.

375 M. G

RESSET, De la traduction de la métaphore littéraire à la traduction

comme métaphore de l‟écriture, in «Revue française d‟études américaines»,

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A questo proposito, Hagström elabora la nozione di qualità metaforica, «qualité métaphorique»376, ovvero la sensazione globale che l‟insieme delle metafore produce all‟interno di un testo. Potrebbe sembrare scontato affermare che un testo che contiene un alto numero di metafore abbia una qualità metaforica maggiore rispetto ad un altro che ne contiene di meno. Ma non è sempre così. Infatti, la qualità metaforica è data dalle immagini più innovative e creative e, quando si traduce, è necessario analizzare la forza metaforica di ogni singola metafora per poter ricreare nel testo di arrivo la stessa qualità metaforica dell‟originale. Per raggiungere questo scopo, secondo la studiosa svedese, il traduttore ha la possibilità, combinando liberamente le strategie da lei proposte, di creare un testo che abbia la stessa qualità metaforica dell‟opera originale, pur non riproducendo fedelmente tutte le metafore in essa contenute. Può darsi infatti che, per trovare un equilibrio tra il grado di “metaforicità” dei due testi, il traduttore decida di rendere una metafora innovativa del testo di partenza con una metafora lessicalizzata o con un‟espressione letterale, oppure potrebbe creare nuove metafore nel testo di arrivo, laddove nell‟originale lo stesso concetto era espresso letteralmente. Inoltre, secondo il modello di Hagström, la traduzione letterale di una metafora non sempre dà come risultato un‟espressione che ha la sua stessa forza metaforica, ma nella lingua di arrivo potrebbe essere ancora più innovativa, o attenuata o, addirittura, non metaforica.

Il traduttore, dunque, per tradurre accuratamente un testo a forte carica metaforica, deve avere innanzitutto una grande capacità

376 A-C. H

AGSTRÖM,Un miroir aux alouettes ?: stratégies pour la traduction

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interpretativa necessaria a cogliere la forza delle singole metafore e a discernere le strategie più utili per la loro traduzione, al fine di produrre un‟opera che sia il più vicina possibile all‟originale in fatto di qualità metaforica ma che sia anche e soprattutto unita e coerente al suo interno.

2.7 La traduzione degli idiomi e dei proverbi

Essendo le espressioni idiomatiche e i proverbi forme speciali della metafora, la loro traduzione comporta le stesse difficoltà. Infatti, così come le metafore conferiscono forza al testo che le contiene, anche le frasi fatte e i proverbi «give flavour to a text»377. Da ciò deriva che le diverse scelte traduttive potrebbero determinare sia il rispetto della carica figurativa del testo di partenza ma anche l‟impoverimento della traduzione rispetto all‟originale.

Prima di addentrarci nelle problematiche connesse alla traduzione delle frasi fatte, tuttavia, è bene ricordare la loro intensa specificità culturale: facendo essi parte del patrimonio delle tradizioni radicate nella storia di ogni singola comunità linguistica, riconoscerli non è un‟impresa tanto facile per chi appartiene ad un‟altra cultura. Insomma, «si avant de traduire, il faut comprendre, avant de comprendre, il faut reconnaître»378.

377 V.H

JǾRNAGER PEDERSEN, Description and Criticism: Some approaches to

the English translation of Hans Christian Andersen, in A.A.V.V., Text, typology and translation, a cura di Anna Trosborg, Amsterdam, Philadelphia,

J. Benjamins, 1997.

378 N. C

ELOTTI, La pratique traduisante face aux éléments chargés

culturellement, in A.A.V.V., Analisi comparativa Francese/Italiano: ricerca linguistica-insegnamento delle lingue, Atti del 1 congresso internazionale del

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Una volta riconosciute le espressioni idiomatiche, grazie anche all‟individuazione delle loro già citate peculiarità, come ad esempio il ritmo, l‟unione di forma e contenuto e la presenza di arcaismi al loro interno, la questione diventa un‟altra: «comment les reproduire avec la même force, intensité et valeur sémantique?»379.

I teorici della traduzione sono tutti d‟accordo nell‟affermare l‟estrema complessità di tradurre letteralmente le locutions figées e i proverbi in quanto, essendo questi caratterizzati da un alto grado di coesione interna tra forma e contenuto, il loro senso ultimo raramente deriva dalla traduzione delle singole parti che li compongono380. Inoltre, considerato che tali espressioni, essendo “idiomatiche”, sono elementi caratterizzanti una determinata lingua, viene a mancare l‟idea che una traduzione corretta debba rendere una locution figée necessariamente con un‟altra locution figée, per motivi che non dipendono dal traduttore ma dalle differenze tra i sistemi linguistici e culturali di partenza e di arrivo.

Ci troviamo quindi di fronte ad un paradosso: «Idiomaticity in translation sometimes means that idioms should not be rendered with idioms»381, a meno che, come sostiene Newmark, non esiste nella lingua di arrivo un‟espressione idiomatica perfettamente

Do.Ri.F.-Università, Marina di Grosseto 6, 7, 8 ottobre 1988, a cura di Enrico Arcaini, Padova, Liviana, 1989, p. 144.

379 A.S

ARDELLI, Critères pour l‟application des techniques de “traduction en

parémiologie” aux énoncés sentencieux. Études contrastive italien-espagnol,

in M. QUITOT,J. SEVILLA MUÑOZ, Traductologie, proverbes et figements, op.

cit., p. 185.

380 Cfr. M. T. R

OSETTA, Compositional translation, op. cit., p. 309: «Our

approach to the idiom problem is to treat idioms as non-compositional, i.e. the meaning of an idiom is not derived compositionally from its parts».

381 H.G

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equivalente382. Una simile ricerca mette a dura prova le capacità del traduttore il quale deve avere una conoscenza approfondita delle due lingue coinvolte nel processo di traduzione, in modo da poter cercare nella lingua di arrivo le corrispondenze con l‟espressione idiomatica del testo originale. Non è raro, infine, che questo lavoro risulti vano poiché l‟equivalente idiomatico tanto auspicato potrebbe anche non esistere. Quali sono, a questo punto, le possibili opzioni per tradurre una frase fatta?

Se ci si può lamentare della scarsa attenzione riservata alle metafore nella traduzione fino agli anni Ottanta, le locuzioni idiomatiche sono state ancora più trascurate. I linguisti che hanno trattato l‟argomento fornendo delle metodiche di traduzione sono stati Eckhard Roos nel 1981, Bo Svensén nel 1987 e Mona Baker nel 1992. Dalla sintesi delle loro teorie si possono elaborare delle strategie di traduzione delle forme idiomatiche383:

1. Congruenza. L‟idioma della lingua di partenza è reso con un