6.4 Altre rappresentazioni grafiche
6.4.2 Diagramma di Nichols
•I diagrammi di Nyquist presentano l’informazione sull’andamento della cur- va G(ω) in modo pi`u compatto dei (due) diagrammi di Bode, ma hanno due grandi limitazioni legate al fatto di non usare scale logaritmiche: non permettono una visualizzazione dettagliata degli andamenti alle basse fre- quenze e non consentono la derivazione dell’andamento di f.d.t. combinate per prodotto mediante somma dei contributi.
•A tali inconvenienti risponde il diagramma di Nichols, che riporta sulle ascisse la fase di G(ω) (in radianti o gradi) e sulle ordinate il modulo di G(ω) in decibel. I diagrammi di Nichols sono graduati nelle pulsazioni.
•I diagrammi di Nichols possono quindi essere ottenuti per somma di contributi elementari, quali:
6.4. ALTRE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE 157
• G(s) = K: il diagramma si riduce ad un punto, di modulo pari a 20Log|K|, e di fase pari a 0 se K > 0, −π se K < 0;
• G(s) = s−h: il diagramma `e una retta parallela alle ordinate, di ascissa
−hπ2;
• G(s) = 1
τ s+1: il diagramma inizia con fase 0 e modulo 0db, e tende
asintoticamente alla retta di fase −π
2 sign(τ ), con ampiezze sempre
decrescenti e tendenti a 0 (−∞ in db.);
• G(s) = τs + 1: il diagramma `e analogo al precedente, ma ribaltato rispetto all’origine;
• G(s) = s2 1 ω2n+2
δ ωns+1
: Il diagramma inizia con fase 0 e ampiezza 0db, e tende asintoticamente alla retta di fase −π sign (τ), con ampiezze tendenti a 0 (−∞ in db.). Le ampiezze sono sempre decrescenti per δ >√2/2, altrimenti si ha un massimo (per ω = ωR) di ampiezza MR.
• G(s) = s2 ω2
n + 2
δ
ωns + 1: il diagramma `e analogo al precedente, ma
ribaltato rispetto all’origine.
•La somma dei contributi ai diagrammi di Nyquist deve essere ottenuta vettorialmente, sommando, pulsazione per pulsazione, i vettori che uniscono l’origine al punto (φ1(ω), M1(ω)) col punto (φ2(ω), M2(ω)) etc. Tale som-
ma `e meno agevole di quella fatta sul diagramma di Bode (in cui si sommano semplicemente le ordinate corrispondenti alle stesse ascisse). Inoltre, l’assen- za di una significativa approssimazione asintotica al diagramma di Nichols ne rende l’uso meno immediato rispetto a quello di Bode.
Capitolo 7
Retroazione
7.1
Generalit`a
Lo scopo del controllo dei sistemi dinamici `e molto spesso quello di otte- nere caratteristiche di funzionamento desiderate a fronte di condizioni di funzionamento non perfettamente predicibili.
La configurazione di un sistema dinamico con gli ingressi di controllo u e di disturbo d, e le uscite di riferimento yre misurate ym, `e riportata in figura.
Nel caso lineare, il sistema P sar`a caratterizzato nello spazio di stato dalla matrice dinamica A, dalla matrice degli ingressi di controllo Bu e da quella
dei disturbi Bd, dalla matrice delle uscite di misura Cm e di riferimento Cr,
e dalle quattro matrici di accoppiamento ingresso-uscita Du,m, Du,r, Dd,m,
Dd,r.
Alternativamente, un sistema lineare pu`o essere caratterizzato mediante le funzioni di trasferimento tra i diversi ingressi e le diverse uscite. In forma compatta, indicando le trasformate di Laplace di una variabile con la lettera maiuscola corrispondente, si avr`a
Yr(s) Ym(s) = Gru(s) Grd(s) Gmu(s) Gmd(s) U (s) D(s) 159
160 CAPITOLO 7. RETROAZIONE
dove naturalmente vale Gru = Cr(sI − A)−1Bu, etc..
Ad esempio, si consideri il semplice modello di un asservimento di as- se meccanico, costituito da un motore in corrente continua comandato da un amplificatore di transconduttanza (che regola cio`e la corrente di uscita sulla base della tensione di entrata), e connesso ad un asse meccanico con proprie caratteristiche inerziali e di smorzamento. Il segnale di tensione a bassa potenza u viene dunque amplificato in una corrente c dall’azionamento elettrico, il quale possiede una dinamica descritta da
τ ˙c(t) + c(t) = Ku(t).
La corrente immessa nell’armatura del motore in CC genera una coppia Kmc,
che agisce sul carico meccanico secondo la legge J ¨θ(t) + f ˙θ(t) = Kmc(t) + d(t)
dove J, f sono l’inerzia e lo smorzamento meccanico all’asse del motore, e d(t) `e una coppia di disturbo (generata ad esempio dagli sforzi di taglio di un utensile). Se lo scopo del sistema `e quello di ottenere un certo profilo temporale dalla posizione dell’asse, si dovr`a considerare la posizione angolare dell’asse θ come uscita di riferimento. Per quanto riguarda le misure, si potranno avere casi diversi, nei quali siano misurabili la sola θ, o anche la velocit`a ˙θ e/o la corrente di armatura c.
Il modello nello spazio di stato di questo sistema si pu`o dunque ottenere dal sistema delle due equazioni differenziali (di ordine uno e due, rispetti- vamente). Ponendo ad esempio come stati x1 = θ, x2 = ˙θ, e x3 = c, si
avr`a ˙x = Ax + Buu + Bdd yr = Crx ym = Cmx dove A = 0 1 0 0 −b J Km J 0 0 −1τ ; Bu = 0 0 K τ ; Bd 0 1 J 0 Cr = 1 0 0 ; Cm= 1 0 0 0 1 0 0 0 1
Naturalmente, la matrice Cm sopra scritta vale nel caso in cui tutte le
grandezze sopra elencate fossero disponibili per la misura. La seconda e terza riga devono essere rimosse se si hanno solo misure di posizione dell’asse,
7.1. GENERALIT `A 161
cosa che assumiamo: pertanto, d’ora in poi, considereremo semplicemente Cm= Cr.
In termini di funzioni di trasferimento, considerando che l’uscita di posi- zione `e allo stesso tempo uscita di riferimento e di misura, si pu`o scrivere
Gru(s) = Gmu(s) = s(τ s+1)(Js+f )KKm ;
Grd(s) = Gmd(s) = s(Js+f )1 .
In generale, il comportamento dinamico del sistema cos`ı come viene da- to non soddisfer`a ai requisiti. Il problema del controllo sar`a dunque quello di progettare un altro sistema, che diremo genericamente controllore, capa- ce di usare le informazioni contenute nelle uscite misurate per determina- re un ingresso di controllo opportuno, e tale che il sistema risultante dalla interconnessione verifichi le specifiche.
Nella figura, viene evidenziato anche il ruolo di un eventuale nuovo ingresso r al controllore, che pu`o servire per far seguire al sistema desiderate traiettorie. Il controllore `e in generale esso stesso un sistema dinamico, con un numero di stati nc la cui scelta `e uno degli obiettivi del progetto, il cui ingresso sono
le uscite di misura del sistema, e la cui uscita viene usata come ingresso di controllo del sistema. Nel caso di un controllore lineare, questo pu`o venire caratterizzato dalle matrici Ac, Bc, Cc, Dc, ovvero da una f.d.t. C(s).
Nel caso frequente di sistemi SISO in cui l’uscita di misura e di riferimento coincidono, lo schema del sistema controllato pu`o essere tracciato in qualche maggior dettaglio come riportato in figura
162 CAPITOLO 7. RETROAZIONE
Figura 7.1: Schema a blocchi di un sistema controllato
Il significato dei blocchi in figura `e il seguente:
P(s) indica la f.d.t. dell’impianto da controllare tra l’ingresso u e l’uscita y; D(s) indica la f.d.t. tra il disturbo d e l’uscita y;
R(s) `e la f.d.t. della catena di reazione. Con questa f.d.t si pu`o modellare la dinamica di trasduttori non istantanei (come ad esempio accelerometri, inclinometri, giroscopi, etc.). In alcuni casi, R(s) pu`o anche rappresen- tare un sistema dinamico per la compensazione che il progettista pu`o intenzionalmente inserire in questo tratto dell’anello;
C(s) indica la f.d.t. del controllore, o compensatore, in catena diretta, il cui progetto `e oggetto del nostro studio;
F(s) indica una f.d.t. di precompensazione, o di “azione in avanti” (feedfor- ward), talvolta usata per adattare il riferimento esterno v al riferimento diretto r.
Nel caso dell’azionamento elettrico di un asse meccanico si ha ad esempio:
P (s) = KKm
s(τ s + 1)(Js + f ); D(s) = 1