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Diario di bordo nr. 1- Stephanie Cardone

Contesto

Data: 22.03.2016 Ora: 13.00

Luogo: Vaglio, azienda agricola protetta, Fondazione La Fonte 4. Persone presenti: Stephanie (stagiaire) e operatore.

Descrizione dettagliata di un’esperienza significativa:

Durante la pausa pranzo ho posto la seguente domanda ad un operatore:

secondo te che differenza c’è a lavorare qui, quindi in un contesto protetto, rispetto a un contesto esterno?

L’operatore mi ha dato la seguente risposta:

C’è una differenza sostanziale, soprattutto per quel che concerne la protezione. Al di fuori di un contesto protetto non c’è la rete che ti salva nei momenti di crisi, nei momenti di sconforto, di litigio, ecc., qui c’è qualcuno che aiuta, che ascolta, che capisce. In un contesto protetto, come qui a Vaglio, si ha a che fare con persone beneficiarie di una rendita AI, dunque che presentano qualche problema, qualche limite, e vengono aiutate ed ascoltate dagli operatori, dagli stagiare, da chi c’è insomma.

Inoltre, lavorare in un contesto protetto permette agli utenti di essere tutelati e protetti anche nel loro agire quotidiano. Inoltre, gli utenti qui lavoreranno un attimino di meno, ma nel frattempo possono riprendere il controllo di sé e riprendere a stare bene.

Non tutti i datori di lavoro sarebbero disponibili ad assumere la persona anche con dei limiti di tipo lavorativo, ad esempio di manualità, o problemi di comportamento o di ritardo, mentre qui, questi limiti sono accettati nella specificità dei bisogni del singolo e della struttura. Non sempre tutti possono venire qui a lavorare, gli utenti devono avere un certo grado di autonomia e fattore fondamentale è la reattività, ovvero il fatto di essere in grado, attraverso gli operatori, di riprendere e di stabilizzarsi.

 

Diario di bordo nr. 2- Stephanie Cardone

Contesto

Data: 18.04.2016 Ora: 10.00

Luogo: Vaglio, azienda agricola protetta, Fondazione La Fonte 4. Persone presenti: Stephanie e utenti del settore falegnameria.

Descrizione dettagliata di un’esperienza significativa:

Mi trovavo nel settore della falegnameria e ho notato che due utenti stavano facendo lo stesso lavoro per ore. Mi è sorta una riflessione: non è un po’ monotono per loro fare sempre lo stesso compito? Non è frustrante?

A questo punto, ho voluto chiedere il parere agli interessati.

Questi ultimi mi hanno risposto che a loro piace fare questo tipo di lavoro. Dopo alcuni minuti ho provato a chiedere loro se avessero voluto aiutarmi a pitturare un oggetto di legno; inizialmente mi risposero di no, per cui ho detto loro che se avessero cambiato idea potevano raggiungermi. Dopo alcuni minuti, un utente è venuto da me dicendomi che avrebbe voluto provare. Ha eseguito il compito con molto entusiasmo ed i giorni seguenti ha espresso il piacere di pitturare nuovamente.

L’altro utente però, ha continuato a svolgere lo stesso lavoro.

La maggior parte degli utenti, invece, svolge quotidianamente numerosi e variati compiti e ciò, secondo loro, permette di sviluppare nuove competenze che possono riportare anche nella vita quotidiana.

Riflessioni personali:

Ho potuto quindi riflettere su come a volte, soprattutto in contesti in cui gli operatori vi lavorano da parecchi anni, sia fondamentale apportare delle idee, ma dall’altra parte, alcuni utenti, prediligono la routine e il sapere con anticipo i lavori da svolgere, in quanto ciò permetterebbe loro di essere più sereni e tranquilli. Dal fatto di sapere anticipatamente ciò che spetta loro, o di sapere che svolgeranno dei compiti già eseguiti molte volte, ne consegue una sensazione di prevedibilità e di essere in grado di gestire la situazione che si presenterà.

Prendendo in considerazione gli utenti che svolgono un lavoro più variato, emerge, dai loro racconti, l’importanza di questo aspetto. Infatti, ciò influenzerebbe sulla loro motivazione e soddisfazione personale.

 

Diario di bordo nr. 3- Stephanie Cardone

Contesto

Data: 4.04.2016 Ora: 11.00

Luogo: Vaglio, azienda agricola protetta, Fondazione La Fonte 4. Persone presenti: Stephanie e M.

Descrizione dettagliata di un’esperienza significativa:

Io e L. ci trovavamo al mercato e ad un certo punto la clientela è aumentata e ci siamo ritrovati davanti numerosi clienti da servire. In questo momento di stress ho percepito in M. un cambiamento dell’umore e del comportamento. Infatti, vedevo che era agitato e non rispondeva alle domande dei clienti. A quel punto chiesi a M. come stava e mi rispose che non stava bene e che si voleva fermare un attimo per riprendersi. Ho lasciato a M. il tempo per tranquillizzarsi e nel frattempo ho continuato a servire i clienti. Dopo alcuni minuti, quando la clientela non era più così numerosa, ho notato che M. stava meglio e che aveva ripreso il controllo di sé e della situazione.

Riflessioni:

Da questa situazione è emerso quanto sia importante, per gli utenti, il sostegno educativo, soprattutto nei momenti in cui la produzione e la clientela sono maggiori. Infatti, in questo caso subentra lo stress, fattore che può essere determinato dalle richieste ambientali. In queste situazioni, in cui vi è la richiesta ambientale discordante con le competenze del singolo, risultano fondamentali i sostegni educativi, che ascoltano, sostengono e motivano l’utenza.

Per cui, ciò mi ha fatto anche riflettere sull’importanza, per questi utenti, di avere l’occasione di lavorare in un contesto protetto, in cui il fulcro risulta l’attenzione ai singoli bisogni.

 

Diario di bordo nr. 4- Stephanie Cardone

Contesto

Periodo: Durante tutto lo stage.

Luogo: Vaglio, azienda agricola protetta, Fondazione La Fonte 4. Persone presenti: Tutti gli utenti e operatori, e alcuni famigliari.

Descrizione dettagliata di un’esperienza significativa:

Durante il mio stage ho potuto notare come molti degli utenti che lavorano presso l’azienda agricola siano autonomi, sia in ambito lavorativo sia al di fuori. Per quel che concerne l’autonomia al di fuori del contesto lavorativo, si è notato come molti di loro vivono soli e si spostano autonomamente. Infatti, questi si recano al posto di lavoro a piedi, con i propri mezzi, o con l’auto-postale (stessa cosa per il recarsi a casa).

Nonostante ciò, si è notato come, ogni tanto, alcuni di loro necessitano di un supporto per l’accompagnamento sul luogo di lavoro.

Inoltre, per quel che concerne l’autonomia della cura si sé, si è visto come alcuni utenti abbiano bisogno di un sostegno. Ad esempio, mi è capitato, alcune volte, di consigliare agli utenti di andare a lavarsi le mani prima di pranzo.

 

Diario di bordo nr. 5- Stephanie Cardone

Contesto

Data: 19.04.2016 Ora: 10.00

Luogo: Vaglio, azienda agricola protetta, Fondazione La Fonte 4. Persone presenti: Stephanie e due utenti nel settore dell’agricoltura.

Descrizione dettagliata di un’esperienza significativa:

Mi trovavo nel settore dell’agricoltura con due utenti, D. e F., ad un certo punto, mentre F. stava contando le uova, D. ha espresso il desiderio di voler migliorare le sue capacità di calcolo per poter svolgere, anche lui, questo compito. A questo punto, mi è sorta l’idea di pianificare un progetto per adempiere tale scopo. Confrontandomi con l’équipe, si è pensato a sviluppare degli schemi che facilitassero il conteggio. Dopo alcune bozze, e chiedendo a D. il suo parere, si è scelto di provare con uno di questi. Durante l’attività, fattore fondamentale, soprattutto all’inizio, era il sostegno educativo da parte di uno degli operatori. Per i primi mesi mi sono occupata io di questo progetto; D. si è dimostrato molto motivato e volenteroso nell’apprendimento. Periodicamente, all’incirca ogni due settimane, chiedevo a D. un suo feedback, ciò avrebbe potuto apportare qualche modica nell’attività. Il progetto però, è andato avanti senza apportare modifiche, in quanto D. era soddisfatto del compito e dei progressi personali che stava avendo. Dopo alcuni mesi, si è potuto notare che quest’utente aveva acquisito una certa autonomia nel fare i calcoli e nella fiducia delle sue potenzialità, aumentando così la sua autostima.

Riflessioni:

Molte volte in questo contesto ho notato che il parere dell’utente è preso in considerazione con la dovuta attenzione, inoltre ciò permette loro di prendere delle iniziative, di sentirsi valorizzati ed aumentare la fiducia in sé stessi.

 

Interviste

                 

 

Canovaccio di domande sottoposte

N.B.: Le domande da sottoporre agli utenti e agli operatori sono state strutturate utilizzando il linguaggio informale, in quanto durante lo stage l’utilizzo del “tu” era fondamentale. Per quel che concerne invece le domande da rivolgere ai famigliari e alla clientela esterna, ho utilizzato le domande formali.

Inoltre, per questioni di privacy, i nomi delle persone intervistate sono fittizi, mentre per quel che concerne le strutture lavorative o di cura si è mantenuto l’anonimato.

 

Domande per gli utenti:

Domande relative alla presentazione dell’utente:

Come ti chiami? Quanti anni hai? Che lavoro svolgi? Dove abiti?

Da quanto tempo abiti qui? Abiti da solo? O con chi?

Prima dove abitavi? Prima con chi abitavi? Con quali mezzi arrivi fino a Vaglio?

Prima di lavorare presso Fonte 4 cosa facevi? Da quanti anni lavori presso Fonte 4?

In che percentuale lavori? In che settore lavori? Perché? Con chi lavori?

Di cosa ti occupi? Quali compiti svolgi?

Domande più specifiche:

Come mai sei venuto a lavorare a Fonte 4? Hai delle responsabilità? Quali sono?

Ti senti soddisfatto delle tue responsabilità e dei tuoi compiti? Perché? Ti senti valorizzato? Da chi e perché?

Ti senti soddisfatto a lavorare qui? Perché? Hai un certo grado di autonomia nel lavoro?

Da quando lavori qui hai visto dei progressi nell’autonomia (relativa ad aspetti personali e della vita quotidiana)? Se sì, quali e secondo te come mai?

Hai la possibilità di esprimere la tua opinione su come svolgere il lavoro? Hai la possibilità di prendere delle iniziative?

Pensi che il lavorare presso Fonte 4 ti abbia creato dei benefici? Sapresti farmi degli esempi?

  Se non avessi questo tipo di contratto, cambierebbe la tua visione/motivazione/ il tuo interesse del lavorare qui? Perché?

Cosa ne pensi del tuo stipendio?

I soldi che guadagni lavorando, solitamente come li utilizzi? Se non guadagnassi, lavoreresti comunque qui? Perché? Cosa ne pensi del contatto con la clientela esterna?

Pensi che sia importante lavorare con clienti esterni? Perché? Ti senti soddisfatto del contatto che hai con i clienti?

Cosa ne pensi del lavorare con gli altri ragazzi?

Quando l’orario di lavoro finisce, hai ancora contatti con gli altri ragazzi? Se sì, in che momenti e in che ambiti?

Cosa ne pensi del lavorare con gli operatori (maestri socio-professionali, educatori, stagiaire)?

Il clima di lavoro è positivo? Perché?

Vi sono degli aspetti positivi del lavorare qui? Quali? Vi sono aspetti negativi o critici del lavorare qui? Quali?

Da quando lavori qui hai visto dei progressi nell’integrazione sociale? Se sì, quali e secondo te come mai?

Come vedi il tuo futuro o come ti piacerebbe immaginare il tuo futuro (lavorativo e non)?

Domande per gli operatori:

Da quanti anni lavori qui? Quale è la tua formazione?

Come mai hai deciso di venire a lavorare in questo contesto?

Hai visto dei cambiamenti negli utenti che sono qui da molti anni? Ad esempio? Hai notato degli sviluppi nelle loro capacità organizzative? Se sì, sapresti farmi un esempio?

Hai notato degli sviluppi nelle loro capacità relazionali? Se sì, sapresti farmi un esempio? Hai notato degli sviluppi nelle loro capacità comunicative? Se sì, sapresti farmi un

esempio?

Secondo te, il lavoro, presso Fonte 4, porta dei benefici agli utenti? Se sì, sapresti farmi degli esempi?

Secondo te, lavorare in questo contesto protetto presenta delle criticità o dei limiti per l’utenza? Se sì, quali?

Domande per i famigliari:

Come si chiama?

Da quanto tempo suo/a figlia/fratello/sorella/compagno/a* lavora presso l’azienda agricola?

Cosa faceva * prima di recarsi qui? Come mai * ha iniziato a lavorare qui?

Ha visto dei cambiamenti in * da quando lavora qui? Quali?

  Secondo lei * è autonomo/a? In che modo?

Come percepisce l’integrazione lavorativa di *? E quella sociale?

Come vede la prospettiva lavorativa futura di *? E la prospettiva sull’autonomia di *?

Domande per i clienti:

Come si chiama? Dove abita?

Da quanto tempo viene a comprare prodotti qui? Per quali motivi viene a comprare prodotti qui?

Quali sono gli aspetti positivi del contatto con l’utenza? Ci sono aspetti negativi o critici del contatto con l’utenza? Vi sono aspetti positivi del comprare i prodotti qui? Quali?

Vi sono aspetti critici o negativi del comprare prodotti qui? Quali? Secondo lei l’utenza è soddisfatta del contatto con la clientela esterna? Secondo lei l’utenza è sodisfatta a lavorare in un contesto protetto?

Secondo lei ci sono aspetti critici per l’utenza nel lavorare in un contesto protetto?

Secondo lei ci sono aspetti positivi/benefici per l’utenza nel lavorare in un contesto protetto?                                              

 

   

Utente  A:  

Domande relative alla presentazione dell’utente:

Come ti chiami? Stefano. Quanti anni hai? Ho 49 anni.

Che lavoro svolgi? Faccio l’utente in un negozio alimentari, sono un venditore. Dove abiti? A Sala Capriasca.

Da quanto tempo abiti qui? Da 2 anni e mezzo. Abiti da solo? O con chi? Abito da solo.

Prima dove abitavi? Prima con chi abitavi? Ad Agno, con mia moglie. Con quali mezzi arrivi fino a Vaglio? A piedi.

Prima di lavorare presso Fonte 4 cosa facevi?Ho lavorato in un contesto non protetto in

uno studio d’architettura e poi in un laboratorio protetto, nel reparto restaurazione mobili e servizio vendita.

Da quanti anni lavori presso Fonte 4? Da 3 anni. In che percentuale lavori? Al 100%.

In che settore lavori? Perché?nel servizo vendita, perché mi piaceva anche prima. Con chi lavori?con la responsabile e un altro utente.

Di cosa ti occupi? Quali compiti svolgi?Vari lavori, pulisco i banconi, taglio formaggi e

gli affettati, servo i clienti, ecc., è un lavoro vario che mi piace.

Domande più specifiche:

Come mai sei venuto a lavorare a Fonte 4?

Prima avevo lavorato in un laboratorio protetto per 14 anni. I primi 11 anni sono andati bene, poi però hanno cambiato capo e sono cambiate un po’ di cose, non mi trovavo più bene e mi sono licenziato. Ho provato anche in un contesto non protetto come aiutante, ma anche li ho dato le dimissioni. Mia moglie lavorava in un’altra struttura della Fonte e ho spiegato la mia situazione ad uno dei responsabili, dicendogli di chiamarmi in caso avessero bisogno. Così mi hanno chiamato, abbiamo fatto un colloquio e hanno deciso di prendermi, ho lavorato 2 mesi in azienda agricola, e poi sono venuto qui in bottega.

Hai delle responsabilità? Quali sono? Vedi sotto.

Ti senti soddisfatto delle tue responsabilità e dei tuoi compiti? Perché?

Ho delle responsabilità e sono soddisfatto di queste. Molte volte la responsabile arriva al pomeriggio alle 4 per mezz’ora io sono qui solo con l’altra ragazza (utente). Mi sento un po’ responsabile anche del negozio, anche la mattina rimango solo per mezz’ora, e mi occupo in questo caso della chiusura e devo controllare un po’ tutto: se il bancone è chiuso, se i frigoriferi sono chiusi, se è spenta la bilancia, se è spenta la radio, se sono chiuse le finestre, se è spenta l’aria condizionata, quindi ho delle responsabilità e sono soddisfatto di queste.

 

Mi definisco autonomo nel lavoro perché faccio sia la cassa, aiuto a contare la cassa, faccio gli affettati, taglio il formaggio, faccio tutto, faccio anche le comande: delle sigarette, del formaggio, del fornaio, mi sento autonomo.

Rispetto al contesto lavorativo non protetto di prima è cambiato l’atteggiamento del capo e prima mi criticavano, ma non mi spiegavano il motivo, qui invece se c’è qualcosa che non funziona me la spiegano, dandomi una risposta costruttiva. Qui la responsabile anche se sbaglio qualcosa non mi sgrida, ma mi dice come sarebbe meglio fare e mi spiega il motivo, non sono proprio critiche, ma consigli. Si può sempre migliorare ed imparare, tutti lo possono fare. Mi sento più responsabile qui rispetto a dove ero prima, mi sento più a mio agio perché c’è contatto con la gente, prima ero in un magazzino da solo e quindi non avevo molto contatto con la gente.

Ti senti valorizzato? Da chi e perché?

Sì, dalla mia responsabile perché ha fiducia in me, crede nelle mie capacità e valorizza le mie competenze, ad esempio chiedendomi pareri. Mi sento valorizzato anche dalla clientela, perché percepisco che i clienti sono affezionati a me, quando sono assente dal lavoro chiedono di me o vengono anche a casa a trovarmi, a portarmi i biscotti, mi chiamano chiedendomi come mai sono a casa? Inoltre, con alcuni di questi clienti si è instaurata un’amicizia e quando mi vedono mi abbracciano.

Ti senti soddisfatto a lavorare qui? Perché?

Sì decisamente sì perché faccio parte del negozio, e faccio parte del paese, cioè la gente che io vedo qua in giro è la gente che viene in negozio, quindi magari io sono in giro, mi fermo a chiacchierare con la gente che conosco grazie alla bottega, loro mi chiedono consigli di ricette, sono felice e mi sento meglio proprio per quello. Prima con la gente mi chiudevo sempre, mi sentivo solo, invece qui sono sempre più aperto, chiacchiero, sono in giro con il cane mi fermano tutti perché lavoro qui e conosco la gente del posto.

Hai un certo grado di autonomia nel lavoro?

Sì.

Da quando lavori qui hai visto dei progressi nell’autonomia (relativa ad aspetti personali e della vita quotidiana)? Se sì, quali e secondo te come mai?

Sì, rispetto all’inizio all’autonomia nel lavorare, ad esempio, prima ero lento perché non avevo mai affettato, non avevo mai fatto la cassa, o venduto il formaggio, molti dicevano che ero lento. Poi col tempo, grazie anche al sostegno della responsabile, è logico che tutto si velocizza e diventa tutto più naturale; anche la cassa all’inizio continuava a suonare perché sbagliavo a schiacciare i tasti e chiamavo spesso la responsabile, adesso invece se suona so che ho sbagliato qualcosa guardo e correggo, quindi si sono migliorato parecchio. Si può sempre migliorare e nessuno è perfetto. Al di fuori del lavoro devo dire che ho fatto dei progressi. Quando avevo divorziato non avevo più sentito mia moglie, ma da quando lavoro qui ho, quindi da 3 anni, ho ripreso i rapporti con mia moglie e ci siamo anche rimessi insieme. Quindi il lavoro qui mi ha aiutato anche a stare bene mentalmente e con gli altri. Prima ogni 2 mesi facevo avanti e indietro dalla clinica.

 

Sì sì, posso esprimere la mia opinione, la responsabile ad esempio mi chiede pareri sull’ordinazione dei prodotti, mi chiede dei pareri ad esempio sui tipi di biscotti che secondo me sono migliori.

Hai la possibilità di prendere delle iniziative?

Sì. La mia responsabile mi lascia abbastanza libero nel fare alcune ordinazioni di prodotti da solo, ad esempio delle sigarette. So che i clienti preferiscono determinate sigarette e comando in base a queste preferenze.

Pensi che il lavorare presso Fonte 4 ti abbia creato dei benefici? Sapresti farmi degli esempi?

Sì, da quando lavoro per la Fonte è 3 anni che non vado più in clinica, quindi i benefici si vedono, da 36 pastiglie che prendevo in 3 anni sono sceso a 9 e mezzo. Il mio psichiatra e anche la mia responsabile sono contentissimi di me e di come sta procedendo.

Cosa ne pensi del contratto di lavoro stipulato?

L’ho trovato giusto, c’è un contratto quindi sono tranquillo.

Se non avessi questo tipo di contratto, cambierebbe la tua visione/motivazione/ il tuo interesse del lavorare qui? Perché?

L’interesse di lavorare c’è, forse la sicurezza del firmare un contratto cambierebbe la visione, la firma mi da sicurezza di far parte della Fonte, quindi di essere sicuro di avere un lavoro per il futuro. Senza firma è un po’ insicuro, senza firma non c’è nessun contratto, quindi è un po’ incerto il lavoro, con la firma è sicuro che lavori. Penso però che lavorerei lo stesso.

Cosa ne pensi del tuo stipendio?

Non guardo tanto lo stipendio che prendo qui, guardo la somma dello stipendio, dell’AI e

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