• Non ci sono risultati.

• L’esperienza del lavoro in un contesto protetto, può apportare dei benefici alla persona con disabilità e quindi influire sulla sua QdV?

Dai dati dell’analisi, emerge come per la persona con disabilità, il lavoro sia fondamentale e sia considerato uno dei mezzi che permette di: crescere, sviluppare delle competenze (personali, cognitive, pratiche, organizzative, sociali, comunicative, relazionali), sentirsi utili ed orgogliosi, costruire una propria identità e personalità. Il lavoro rappresenta una fonte di grandi vantaggi; da un lato permette di sentirsi parte di un gruppo all’interno di un’azienda o un’organizzazione, evitando la nascita di un sentimento di isolamento, dall’altro permette la crescita del concetto di sé (identificazione, valore di sé e autostima), permettendo il rafforzamento della propria identità. Quest’ultimo aspetto permette di far fronte ad un’acquisizione o a un rafforzamento delle proprie capacità non solo per se stessi, ma anche nella relazione con gli altri, riuscendo sempre più ad inserirsi in una realtà sociale.                                                                                                                

167 Cfr. Allegato diario di bordo nr. 4. 168

Cfr. Allegato intervista operatore F.

169 Cfr. Allegato intervista utente E. 170

Cfr. Allegato intervista utente D.

171

Cfr. Alllegato intervista utente C.

172

  Grazie all’esperienza lavorativa si possono instaurare o incrementare delle relazioni interpersonali, favorendo la partecipazione sociale e l’acquisizione di un ruolo sociale valorizzato. Ciò emerge soprattutto in contesti lavorativi protetti, in cui le persone con disabilità, nel gruppo di lavoro in cui sono inseriti, possono esprimere le proprie idee nella realtà che vivono quotidianamente. Per tali persone avere un lavoro vuol dire sentirsi autonomi, più responsabili e sicuri di sé.  Lavorare in un contesto protetto, offre dei sostegni (educativi, fisici, emotivi, finanziari, sociali) mirati ed individuali per le persone con disabilità, caratterizzati dalla considerazione delle singole necessità. Inoltre, grazie ai sostegni e alle relazioni interpersonali, possono emergere dei feedback, che permettono alla persona con disabilità di sentirsi stimata, valorizzata, riconosciuta e di conseguenza ciò influisce sull’autostima e il valore di sé. Il lavoro permette inoltre di avere un reddito, elemento di riscatto che permette all’individuo di essere responsabile della sua vita. Nel contesto protetto preso in considerazione, emerge che quando le dimensioni della QdV sono soddisfatte, la persona riesce a trarre benefici dall’esperienza lavorativa, e ciò è molto probabile che si rifletta sul resto della sua vita. Grazie all’esperienza lavorativa, gli utenti acquisiscono alcune competenze e capacità che sono riportate anche nella vita quotidiana.

Risulta quindi evidente come l’esperienza del lavoro in un contesto protetto, può apportare dei benefici alla persona con disabilità e quindi influire sulla QdV; e seguendo la logica del modello ecologico/sistemico, si può affermare che vi possono essere dei benefici e un’influenza positiva sulla QdV anche al di fuori dall’ambiente lavorativo, cioè in vari aspetti della vita quotidiana.

• Quali potrebbero essere i sostegni da parte del contesto e degli operatori per favorire il raggiungimento di una QdV soddisfacente per gli utenti?

Da quanto emerge dall’analisi dei dati, per poter favorire il raggiungimento di una QdV soddisfacente per gli utenti, risultano fondamentali i sostegni educativi, emotivi, fisici, finanziari e quelli relativi ai feedback. In modo particolare, questi sostegni permetterebbero agli utenti di essere maggiormente motivati, valorizzati, sostenuti nei momenti di sconforto e litigio con i pari, e ciò influenzerebbe il benessere psicologico (ad esempio: soddisfazione, appagamento, concetto di sé, sviluppo personale) e sociale (ad esempio: contributo e integrazione sociale) degli stessi. Tutto ciò influenzerebbe inoltre, il benessere e la QdV degli utenti anche al di fuori dal contesto lavorativo.

Per rispondere a questa domanda risulta inoltre fondamentale prendere in considerazione il Profilo di competenze173 del laureato in lavoro sociale. Per migliorare la QdV e mettere in

atto una progettualità, risulta fondamentale come punto di partenza, il saper integrare

“nell’analisi del caso/della situazione il punto di vista dell’utenza e degli altri attori coinvolti

                                                                                                               

173

SUPSI, 2008, Profilo di competenza del laureato in Lavoro sociale SUPSI, Manno: DEASS, Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, pp. 6.

 

(contesto sociale, altre organizzazioni)”,174 infatti, grazie a ciò, si può dar voce agli utenti,

ascoltare i loro desideri, le loro aspettative ed i loro bisogni, per mettere in atto una progettualità co-costruita maggiormente mirata ed idonea. Quindi in questo caso, si riprendono anche le seguenti: “progetta e realizza, sulla base di una definizione della

domanda/bisogno e di obiettivi concordati, processi di sostegno adeguati, in collaborazione con l’utenza e altri attori coinvolti” e “struttura l’intervento operativo in modo da utilizzare al meglio le risorse dell’utenza e mantenere o rafforzare la sua capacità

d’agire”175. Per quest’ultimo aspetto, risulta opportuno integrare il concetto di

empowerment, ovvero la valorizzazione delle potenzialità del singolo. Come si è visto in precedenza, grazie alle interviste svolte sono emersi alcuni dei bisogni del singolo: fattore rilevante per fare emergere questi aspetti, risulta il sostegno educativo dell’operatore sociale; per permettere ciò, è necessario però costruire “con l’utenza relazioni

professionali basate sulla fiducia”.176 Questi aspetti risultano quindi rilevanti per permettere

un miglioramento della QdV dei singoli utenti.

Nonostante il lavoro apporti dei benefici, potrebbero esserci dei rischi e delle criticità. È emerso come la non soddisfazione completa di una o più dimensioni, potrebbe far nascere dei sentimenti di frustrazione o insoddisfazione negli utenti, e quindi di conseguenza influire negativamente sulla QdV. Queste criticità, risultano il punto di partenza per poter ipotizzare delle modifiche indirizzate alla struttura, permettendo così di ridurre queste criticità e poter migliorare la QdV degli utenti; e per adempiere a tale scopo, risultano fondamentali i sostegni da parte degli operatori e del contesto.

Documenti correlati