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Le differenze di genere nel turismo

La letteratura turistica ha cominciato a rivolgersi solo recentemente alla tematica della diversità di genere: infatti, i primi studi in merito alle differenze di comportamento tra uomo e donna in ambito turistico hanno origine circa trent’anni fa negli Stati Uniti. Il generale disinteresse che per lungo tempo ha riguardato questa tematica è stato determinato principalmente da due fattori: dalla diffusa concezione che l’attività turistica non fosse influenzata dalle differenze di comportamento e di interessi tra donna e uomo e dall’idea spesso confusa ed errata del concetto stesso di “genere”, usato come sinonimo di “donna” e di “universo femminile”. In realtà questo termine racchiude una duplice natura: quella femminile, per l’appunto, ma anche quella maschile. Soltanto tramite l’analisi dell’influenza reciproca e dell’interazione tra mascolinità e femminilità è possibile capire cosa singolarmente queste due sfere rappresentino (Richter, 2005).

Il genere è una costruzione sociale che nasce dall’incontro e dai rapporti d’interdipendenza tra ciò che è maschile e ciò che è femminile. E’ la rappresentazione, la definizione e l’incentivazione di quei comportamenti che danno vita allo status uomo/donna; esso, pertanto, non è innato bensì viene appreso, poiché è il frutto di un continuo e incessante rinforzo sociale e culturale delle identità, creato quotidianamente dalle svariate relazioni che ciascuno di noi instaura con persone e luoghi. Infatti, a livello sociale è necessario testimoniare costantemente la propria appartenenza ad un genere, per esempio attraverso il linguaggio e l’abbigliamento (Dell’Agnese et al., 2005).

Nel sentire comune il termine “genere” viene utilizzato erroneamente come sinonimo di “sesso”, concetto, quest’ultimo, che riguarda esclusivamente le differenze biologiche ed anatomiche tra maschio e femmina, il corredo cromosomico e le forme dell’apparato sessuale, aspetti che non si acquisiscono ma che caratterizzano un individuo sin dalla nascita. Sesso e genere non devono,

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inoltre, essere confusi con l’orientamento sessuale, ovvero con ciò che innesca la risposta erotica della persona e che può essere di tipo eterosessuale, omosessuale o bisessuale (Maltagliati, 2010). Alla luce di queste considerazioni, la letteratura scientifica afferma che le differenze sostanziali tra uomo e donna sono riscontrabili a due livelli: quello legato alla sfera fisica e biologica e quello avente a che fare con il genere. Quest’ultimo è un vero e proprio processo che trasforma tali peculiarità fisiche e fisiologiche in differenze sociali. L’educazione e la cultura portatrice di specifici valori e ideali, norme e principi sono determinanti per poter distinguere femminilità e mascolinità. Il genere, quindi, è la costruzione sociale dell’appartenenza sessuale. Lungo questo processo si creano i modelli di comportamento attesi e condivisi dalla società che si collegano alle caratteristiche prettamente fisiche dei corpi maschili e femminili. La biologia e lo studio della fisicità dell’uomo e della donna hanno portato ad interpretazioni e a considerazioni che hanno notevolmente influenzato la società e la cultura: la differenza biologica ha determinato le diverse attribuzioni di ruolo delineando in maniera molto marcata le attività di competenza femminile e quelle di competenza maschile nella sfera lavorativa e familiare. Sin dalla prima infanzia, i più piccoli apprendono quali sono i comportamenti consoni costruendo così l’identità di genere; ciò accade nel contesto familiare, nel sistema scolastico e tramite i mezzi di comunicazione, oggi ancora più influenti rispetto al passato (Ruspini, 2005).

Gli studi di genere si occupano di esaminare proprio le relazioni che si stabiliscono tra la componente maschile e la componente femminile all’interno della famiglia e della comunità, soffermandosi sui rapporti che derivano dalla divisione del lavoro e dall’assegnazione di specifici ruoli. Questi sono rappresentati da una serie di norme comportamentali che sono associate allo stereotipo maschio/femmina. Si tratta delle relative posizioni nella divisione delle responsabilità, dei diritti e dei doveri, dei poteri e delle mansioni. Le relazioni di genere fanno parte delle norme più o meno esplicite e codificate che la società ha prodotto, elaborato e stratificato nel tempo e questi sistemi di relazioni umane hanno un legame molto stretto con l’ambiente geografico inteso anche come costruzione sociale (Gentileschi, 1996).

Bisogna ricordare, però, che la cultura muta nel tempo, la storia, gli eventi sono in costante evoluzione e, per tale ragione, anche l’identità di genere subisce delle trasformazioni. Il rapporto tra sesso e genere varia fortemente a seconda delle aree geografiche, delle epoche storiche e della cultura di appartenenza perché ciascuna società definisce quali valori riferire alle identità di genere, definendo così in cosa consiste essere uomo o donna. Alla luce di ciò, mascolinità e femminilità sono due concetti relativi (Maltagliati, 2010).

Per secoli la donna è stata oggetto di costrizione e numerose sono le attività da cui è stata esclusa. Una di queste è proprio il viaggio. Il movimento, la scoperta dei luoghi come strumento di crescita personale, lo spirito dell’avventura sono stati a lungo considerati delle prerogative esclusivamente maschili, in contrapposizione alla chiusura, alla segregazione negli spazi domestici visti come attributi naturali della donna. Come già ricordato nel precedente capitolo, la libertà di lasciare la propria casa e la propria famiglia per partire alla ricerca di nuove realtà rappresenta il primo aspetto della connessione tra genere e turismo (Dell’Agnese et. Al, 2005).

Al di là della dimensione storica che si affronterà ampiamente nei paragrafi successivi, è necessario sottolineare che il mondo del turismo rientra nella sfera del tempo libero anch’esso orientato e guidato da stereotipi di genere e da precise aspettative sociali. Uomini e donne hanno diverse esigenze ma anche differenti opportunità sia nella fruizione che nella gestione delle attività turistiche. L’influenza reciproca tra turismo e relazioni di genere ha assunto notevole importanza, per questo la geografia e le scienze sociali hanno cominciato ad esprimersi in merito, anche se spesso risulta complesso separare la componente femminile da quella maschile poiché tendenzialmente i comportamenti demografici come la mobilità, la fertilità, la mortalità e, appunto, il turismo, hanno luogo all’interno del nucleo familiare e per questo sono di difficile analisi (Gentileschi, 1996). “I modelli esplicativi creati dalla prospettiva di genere s’integrano con quelli del gruppo di appartenenza, dalla cellula familiare fino alle comunità locali e regionali” (Gentileschi, 1996, p.15).

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Nello specifico la disciplina che si occupa di questa sfera è la geografia di genere10 che, già a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ha cominciato a soffermarsi sullo studio delle relazioni tra uomo e donna poiché queste, mutando ed evolvendosi, portano ad un cambiamento anche della forma in cui i due generi creano, riproducono e trasformano i contesti in cui vivono. L’ambiente dello spazio costruito, a sua volta, riflette e riproduce le mutevoli relazioni tra la sfera femminile e quella maschile. Alla luce di ciò, la prospettiva di genere vuole dedicarsi allo studio sia delle donne che degli uomini, sia degli spazi femminili che di quelli maschili, sia del concetto di mascolinità che di femminilità, valutando le ricadute sull’ambiente (Garcia-Ramón et al., 2005).

In virtù di queste considerazioni, analizzare il rapporto tra turismo e genere è di grande rilevanza per tre aspetti: innanzitutto il turismo è un processo costruito dalla società che, come si è visto, è ampiamente divisa in ruoli e differenze di genere, di conseguenza anch’esso risente di queste interazioni e le incorpora. In secondo luogo, le relazioni di genere s’inseriscono in differenti aspetti e ambiti della vita: dall’economia alla politica, dalla società alla cultura e all’ambiente, tutti aspetti e settori che il turismo coinvolge essendo un fenomeno trasversale e complesso. Infine, il turismo è determinato dal controllo e dal potere di certe culture su altre, sul dominio e sulla gestione degli spazi, poteri che non sono determinati solo dalla razza e dalla classe ma anche dal genere. Alcuni studiosi affermano che il turismo è, infatti, una forma d’imperialismo in cui le culture dominanti e i centri metropolitani esercitano un controllo sullo sviluppo del fenomeno stesso sia nelle destinazioni sia nelle aree che fungono da bacino di domanda (Kinnaird et al., 1994).

Il settore turistico può mutare anche radicalmente i rapporti tra generi nelle varie generazioni influenzando la gestione e il controllo sulle risorse materiali e simboliche di cui esso è carico (Ruspini, 2005). Inoltre, è importante valutare il fenomeno anche per le sue ricadute economiche                                                                                                                

10La geografia di genere è un ramo della geografia che prende in considerazione la struttura della società in

riferimento al genere ossia esamina la forma in cui i processi socio-economici, politici e ambientali creano, riproducono e trasformano i luoghi della vita, le relazioni sociali tra gli uomini e le donne che in vivono in quei precisi contesti e, viceversa, studia come le relazioni di genere hanno un impatto su questi processi e sulle loro manifestazioni nello spazio e nell’ambiente. La geografia di genere, si vuole precisare, è opera tanto dei geografi quanto delle geografe, poiché è la società nella sua interezza ad essere segnata dal genere; portare ad un isolamento di questo ambito di studio porterebbe a una sorta di “ghetizzazione” (Garcia- Ramón, 2005).

poiché uomini e donne sperimentano diversamente le attività turistiche e hanno interessi e motivazioni spesso divergenti. Da un punto di vista prettamente promozionale e di marketing è necessario rivolgersi al target femminile, essendo esso un mercato in costante crescita che non può essere ignorato (Hughes, 2006).

Questa premessa è doverosa poiché tutti i temi che si affronteranno nei successivi paragrafi e capitoli, si fondano proprio sulla distinzione di genere in diversi ambiti e aspetti del turismo: dal ruolo della donna viaggiatrice nella storia e al suo rapporto con la scrittura, al fenomeno del turismo delle donne single; dai più complessi temi del turismo LGBT con un occhio di riguardo al turismo lesbico, fino al turismo sessuale femminile, per concludere poi con il tema delle pari opportunità, spostandosi, così, dalla prospettiva della domanda turistica a quella dell’offerta, cercando di comprendere le differenze e le peculiarità della donna nel mondo del lavoro.