• Non ci sono risultati.

MUSICI E CANTORI IN LUCIANO

3.1 Musici e cantori mitici 1 Orfeo

3.1.7 Dioniso e Menad

Nella tradizione Dioniso viene sempre accompagnato da donne danzanti e impazzite, le Menadi o Baccanti. Il dio viene descritto da Era, in uno dei Dialogi Deorum, in questo modo: ha la chioma fasciata da una cuffia, è quasi sempre in compagnia di donne impazzite ed è più delicato di loro, danza al suono di tamburi, di auloi e di cembali (uJpo; tumpavnoi" kai; aujlw'/ kai; kumbavloi" coreuvwn) e non assomiglia per niente al padre Zeus127.

Nella prolalia Bacchus Luciano descrive l’esercito che accompagno il dio alla conquista dell’India, tra le prime fila del suo esercito vi sono le Baccanti, donne vestite di pelli di capretto, munite di piccole lance e scudi che rimbombavano se qualcuno li toccava, i timpani infatti sembravano i loro scudi (ajspivsi ga;r ei[kazon, oi\mai, ta; tuvmpana)128

Sempre nei Dialogi Deorum si trova un breve scambio di battute tra Zeus ed Eros, incatenato dallo stesso padre perché colpevole di non averlo mai aiutato a conquistare una fanciulla. Le giovani mortali infatti hanno paura del padre degli dei e lui è costretto a trasformarsi in cigno o in toro per poterle sedurre. Il consiglio di Eros allora è quello di atteggiarsi alla maniera di Dioniso ballando e cantando al ritmo di flauti e tamburi (uJpΔ∆ aujlw'/ kai; tumpavnoi" eu[ruqma bai'ne) in modo da avere al seguito numerose donne come le Baccanti per il dio

126 Cat. 1.

127 D. Deor. 5(22).1. 128 Bacch. 1

dell’ebbrezza (o[yei o{ti pleivou" ajkolouqhvsousiv soi tw'n Dionuvsou Mainavdwn)129.

3.1.8 Apollo

Negli Amores, un’opera attribuita a Luciano, vengono paragonati l’amore eterosessuale e quello omosessuale. Analizzando la seconda tipologia amorosa sono descritte le attività che fanno parte della paideia di un ragazzo. Terminato l’elenco, lo scrittore pone una sorta di domanda retorica in cui si interroga su come sia possibile non amare un ragazzo che segue tutti gli stilemi della paideia paragonandolo tra gli altri ad Apollo citaredo come esempio di maestria nell’arte musicale:

Am. 46.4-5 Oujk a]n ajgaphvsai to;n ejn palaivstrai" me;n JErmh'n, jApovllwna de; ejn

luvrai", iJppasth;n de; wJ" Kavstora.

Come non amarlo se egli è Mercurio nella palestra, Apollo quando suono la lira, Castore quando cavalca130.

Nel Deorum Concilium Luciano immagina un’assemblea degli dei dell’Olimpo nella quale Momo, dio del biasimo, si fa portavoce del malcontento di tutti gli immortali per l’eccessivo numero di divinità nel pantheon ellenico. Tra queste sono presenti infatti tutti i figli di Zeus avuti da donne mortali, divinità barbare di aspetto e abbigliamento inconsueto, persino divinità egizie zoomorfe. Zeus allora emana un decreto grazie al quale si censiranno tutti gli esseri superiori e verranno ammessi all’Olimpo solo quelli che potranno comprovare una ‘certificata’ origine divina. Al termine del decreto è fatto esplicitamente notare come ogni divinità sia tenuta a espletare solamente le proprie mansioni e non abbia molteplici ambiti di azione come Apollo, che è profeta (mavntin), citaredo (kiqarw/do;n) e medico (ijatro;n)131.

129 D. Deor. 2(6).2

130 Trad. it di Luigi Settembrini. 131 Deor. Conc. 16.

Nei Dialogi marini due nereidi, Panope e Galene, si stanno raccontando l’ultimo fatto successo nell’Olimpo: la dea Eris al banchetto degli dei ha gettato sul tavolo la famosa mela che avrebbe dato poi inizio alla contesa per la bellezza tra le dee e successivamente alla guerra di Troia. Viene sottolineato che Eris è riuscita nel suo intento perché tutti i convitati al banchetto erano distratti dal suono di Apollo e della sua lira (ejnivwn de; krotouvntwn h] tw'/ jApovllwni kiqarivzonti) 132.

Mordace è il dialogo tra Era e Leto, in cui la moglie di Zeus in tono sarcastico si complimenta con la dea per la bellezza dei figli, avuti da un rapporto extraconiugale con Zeus, che tanto somigliano alla madre. Latona risponde che non tutte le dee possono partorire figli come Efesto, di cui è ben nota la poca bellezza e l’essere zoppo. Così Hera si lascia andare a un elogio dei propri figli e a una critica a quelli di Latona, ovvero Artemide ed Apollo. La prima viene additata come montanara, mascolina e cannibale mentre il secondo suppone di sapere fare tutto: di tirar con l’arco (toxeuvein), di suonare la kitharis (kiqarivzein), di essere medico (ijatro;") e predire il futuro (manteuvesqai)133.

Un ultimo richiamo ad Apollo e alle sue peculiarità musicali si può osservare nella vicenda di Neanto quando la lira di Orfeo, insieme alla sua testa, giunge sull’isola di Lesbo. Gli abitanto del luogo non hanno dubbi a dedicare lo strumento a corde nel tempio del dio Apollo (th;n luvran de; ajnaqei'nai eij" tou' Δ∆Apovllwno" to; iJerovn)134, depositario per eccellenza delle arti musicali.

3.1.9 Sileno

Un personaggio di rilievo dell’esercito di Dioniso nella sua conquista dell’India è il secondo luogotenente menzionato assieme a Pan: Sileno, descritto da Luciano nell’incipit del Bacchus come «basso, vecchio, un po’ pingue, con il ventre pronunciato, il naso camuso e grandi orecchie dritte, un po’ tremante, appoggiato a un bastoncello, per lo più in groppa ad un asino, in tunica color

132 D. mar. 7.1. 133 D. Deor. 18(16).1 134 Ind. 11.

zafferano». Non vi sono precisi riferimenti a Sileno mentre suona un particolare strumento ma è spesso chiamato in causa quando la situazione descritta è di tipo musicale. Troviamo un esempio esilarante nella sequenza descrittiva del famoso esercito di Dioniso ove Sileno è a capo di una parte delle truppe mentre sta per cominciare la battaglia contro gli Indi: mentre vengono battuti i timpani e i cembali danno il segnale di guerra, egli è in groppa a un asino che emette un proprio raglio (oJ tou' Silhnou' o[no" ejnuavliovn ti wjgkhvsato) per dare inizio ai combattimenti135.

Anche nel fantastico viaggio del filosofo cinico Menippo verso il cielo, viene narrato di un banchetto, a cui partecipa il novello Icaro, in cui sono presenti Apollo, le Muse e Sileno che balla il cordace mentre il dio suona la kitharis136.