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Musica come armonia e disarmonia del mondo

MUSICI E CANTORI IN LUCIANO

4.5 Musica come armonia e disarmonia del mondo

Nel viaggio fantastico narrato nell’Icaromenippus, il filosofo costruisce e utilizza per volare due ali, una di avvoltoio e una di aquila. Il primo punto di approdo nel suo volo è la luna, da dove può osservare ciò che accade sulla terra. Dal suo osservatorio panoptikon Menippo può vedere non solo quello che accade all’aperto ma anche ciò che accade dentro le mura delle case, quando le persone non pensano di essere viste: incesti, omicidi, tradimenti e tutta una serie di azioni riprovevoli commesse anche per il fatto di non essere viste apertamente290. Il cinico sottolinea come tutto questo trambusto gli procuri un divertimento, ma molto più ridicole gli appaiono le azioni degli uomini comuni che si tormentano per le più piccole facezie291. Alla vista di tutti questi comportamenti che avvengono allo stesso tempo Menippo propone una similitudine musicale per spiegare al suo interlocutore la sensazione che prova di fronte a tale spettacolo:

Icar 17.3-10 {Wsper a]n ei[ ti" parasthsavmeno" pollou;" coreutav", ma'llon de; pollou;" corouv", e[peita prostavxeie tw'n aj/dovntwn eJkavstw/ th;n sunw/divan ajfevnta i[dion a[/dein mevlo", filotimoumevnou de; eJkavstou kai; to; i[dion peraivnonto" kai; to;n plhsivon uJperbalevsqai th'/ megalofwniva/ proqumoumevnou < a\ra ejnqumh'/ pro;" Dio;" oi{a gevnoit j a]n hJ wj/dh.

Come se qualcuno, presentati molti coreuti, anzi molti cori, poi ordinasse a ciascuno dei cantori di trascurare l’accordo delle voci e di cantare un suo motivo; senonchè,

289 D. Deor. 4 (10). 2.

290 Camerotto 2009, p. 36. Non solo sul piano spaziale ma anche su quello temporale la visione di Menippo è totale, infatti egli può osservare, come nessun altro mortale può, azioni che si svolgono in luoghi molto distanti tra loro e in tempi diversi. Icar. 15.7-18 Ptolemai'on me;n sunovnta th'/ ajdelfh'/, Lusimavcw/ de; to;n uiJo;n ejpibouleuvonta, to;n Seleuvkou de; Δ∆Antivocon Stratonivkh/ dianeuvonta lavqra th'/ mhtruia'/, to;n de; Qettalo;n Δ∆Alevxandron uJpo; th'" gunaiko;" ajnairouvmenon kai; Δ∆Antivgonon moiceuvonta tou' uiJou' th;n gunai'ka kai; Δ∆Attavlw/ to;n uiJo;n ejgcevonta to; favrmakon, eJtevrwqi d jau\ jArsavkhn foneuvonta to; guvnaion kai; to;n eujnou'con Δ∆Arbavkhn e{lkonta to; xivfo" ejpi; to;n Δ∆Arsavkhn, Spati'no" de; oJ Mh'do" ejk tou' sumposivou pro;" tw'n doruforouvntwn ei{lketo e[xw tou' podo;" skuvfw/ crusw'/ th;n ojfru;n kathlohmevno".

291 Icar. 16.3-9 Kai; ga;r au\ kajkeivnou" eJwvrwn, JErmovdwron me;n to;n jEpikouvreion cilivwn e{neka dracmw'n ejpiorkou'nta, to;n Stwi>ko;n de; Δ∆Agaqokleva peri; misqou' tw'/ maqhth'/ dikazovmenon, Kleinivan de; to;n rJhvtora ejk tou' JAsklhpieivou fiavlhn uJfairouvmenon, to;n de; Kuniko;n JHrovfilon ejn tw'/ camaitupeivw/ kaqeuvdonta.

essendo ciascuno ambizioso e desiderando nell’eseguire il proprio pezzo di superare il vicino nella potenza della voce, ci pensi, per Zeus, come potrebbe risultare il canto?

Menippo, per descrivere questo guazzabuglio di eventi e comportamenti ricorre prima all’immagine delkukewvn, una bevanda composta da molti ingredienti che diviene il simbolo della mescolanza e della confusione292, poi ad una rappresentazione musicale davvero efficace. Egli immagina tutti gli uomini come fossero coreuti, o cori, che il maestro ordini loro di cantare una melodia in modo autonomo (tw'n aj/dovntwn eJkavstw/ th;n sunw/divan) senza cantare secondo una stessa armonia (ajfevnta i[dion a[/dein mevlo"). Per enfatizzare ancora di più l’immagine dissonante del mondo afferma che gli stessi mortali-coreuti hanno l’ambizione di far prevalere la propria melodia sulle altre cantandola con più forza possibile (to;n plhsivon uJperbalevsqai th'/ megalofwniva/ proqumoumevnou). Come risulti una tale performance, lo sottolinea l’interlocutore di Menippo con le definizioni di ridicola (paggevloio") e confusionaria (tetaragmevnh). Il cinico osserva come questa sia la realtà del mondo e davvero tutti i coreuti-mortali si comportino così e come la vita degli uomini sia una vera e propria disarmonia (ajnarmostiva") e il loro canto-vita risulta dissonante (ajpw/da; fqeggomevnwn). Non solo per quel che riguarda l’aspetto uditivo, ma anche dal punto di vista visivo gli uomini hanno tutti un aspetto diverso (ajnomoivwn ta; schvmata), si muovono in sensi opposti (tajnantiva kinoumevnwn) e non ragionano mai allo stesso modo (taujto;n oujde;n ejpinoouvntwn). Questa situazione persiste fino a quando il corego non caccia dalla scena ognuno dei coreuti, non avendo più bisogno di loro. Solo allora i coreuti-uomini sono tutti uguali (o{moioi pavnte")293 e nel silenzio (h[dh siwpw'nte") non discordano (ajpav/donte") più in quel loro canto confuso (th;n summigh' wj/dhvn) e sregolato (a[takton). La morte dunque, oltre a rendere tutti uguali, porta la fine di questa accozzaglia di rumori e canti disarmonici che sfociano nel silenzio, annullamento di qualsiasi suono; è utile rimarcare tuttavia che abbiamo potuto osservare come il

292 Un uso simile di questa immagine si trova in Vit. Auct.14.10-11 jAll jo{kw" ej" kukew'na ta; pavnta suneilevontai, in Salt. 85.11 connessa allo spettacolo della danza Su; de; uJf˘ hJdonh'" oujde; ojlivgon tou' kukew'no" a[llw/ metadwvsei" piei'n e in Nec. 11.14 Pavnta kukwvntwn ejn tw'/ bivw. 293 Camerotto 2009, p.126. L’isotimia è un motivo di grande rilevanza nell’opera di Luciano, l’uguaglianza viene portata dalla morte ed è presente soprattutto nei luoghi dell’ Ade, cf. Nec. 15- 16, Cat. 15, 22, Cont. 22, D. mort. 30(25).2.

regno dell’Ade non sia un luogo completamente afono, anzi è carico dei lamenti di condannati294.

A questa immagine sprezzante della vita degli uomini corrisponde in altri passi di Luciano un mondo-universo che rispecchia un’armonia legata alla musica. Nel De Astrologia Luciano racconta che Orfeo dopo aver costruito una lira, ne suona le sette corde, interpretando l’armonia degli astri295. Un motivo simile ma legato

alla danza, e di conseguenza probabilmente anche alla musica viene riportato nel De Saltatione il cui un’armonia viene rilevata in rapporto a «il movimento circolare degli astri, l’intrico dei pianeti e delle stelle fisse, i ben ritmati rapporti che li legano»296. Anche se queste due visioni del mondo-universo, armonica e disarmonica, sembrano in netto contrasto tra di loro è possibile individuare una coesistenza tra le due concezioni: verosimilmente da Luciano viene riconosciuta un’armonia in molte delle cose che non riguardano direttamente l’uomo, come in questi casi gli astri o la natura, mentre appare caotica, disarmonica, sregolata ogni attività che ha a che fare con gli uomini mortali, come abbiamo potuto osservare nell’immagine del coro.