Il latin jazz è il contributo dei musicisti latino-americani alla musica jazz. Divenne popolare negli anni 40, quando Dizzy. Gllespie e Stan Kenton iniziarono a suonare brani di musica afro-cubana con strumenti jazz, assemblando la parte melodica, suonata come gli standard, con la parte ritmica, suonata al modo latino-americano, enfatizzando poi il ritmo negli assolo. Stan Kenton realizzò un arrangiamento del brano afro-cubano The Peanut Vendor, che viene considerato come il primo brano di latin jazz registrato negli USA.
Laurindo Almeida Chitarrista Brasiliano, la sua carriera professionale ebbe inizio verso la fine degli anni quaranta, quando Laurindo entrò a far parte dell'orchestra di Stan Kenton. Nel ’50 suonò con il gruppo vocale Four Freshmen e in seguito con Pete Rugolo Nel ‘53 incise assieme al sassofonista Bud Shank una serie di dischi, un primo assaggio dello stile poi denominato "bossa nova", una fusione di musica popolare brasiliana con il jazz di matrice statunitense. Nel ‘59 collaborò nell'album The Versatile Henry Mancini And His Orchestra. Almeida alternò le sue esibizioni in stile latin jazz con quella della musica classica e leggera. In seguito si unì al pianista J. Lewis e poi al Modern Jazz Quartet.
Brasilliance vol.1 Più di sette anni prima che Stan Getz e Charlie Byrd presentassero la bossa nova di Jobim al pubblico americano, il chitarrista L. Almeida e il sassofonista Bud Shank registrarono l'intrigante musica di questo disco. Le esibizioni sono molto vicine alla bossa nova nella loro combinazione di jazz fresco e ritmi brasiliani; infatti, queste sono probabilmente le prime registrazioni della bossa nova, molto prima che persino Jobim e Joao Gilberto iniziassero a registrare. La cosa che colpisce è l’uso della chitarra classica e l’incastro perfetto del sassofono contralto su ritmi latini spesso anche lenti che già fanno pensare a ciò che sarà quel meraviglioso accento che Joao Gilberto con la sua chitarra riuscirà a sintetizzare più tardi quando i tempi saranno maturi per il nuovo stile Brasiliano. Il disco è strumentale e quindi non
può essere classificato come bossa nova ma ha tutti gli ingredienti della ricchezza straordinaria del mondo latino in generale.
Do The Bossa Nova with Herbie Mann Quasi due anni dopo la caduta di Cuba, nel
‘59, il Congresso approvò la Legge sul Mutuo Scambio Educativo e Culturale, che imponeva un aumento dei programmi governativi "per migliorare la comprensione reciproca tra Stati Uniti e altri paesi". Molti di questi "altri paesi" erano in America Latina. Nel luglio del ‘61, il promoter del jazz Monty Kay e Alex Valdes realizzarono l'American Jazz Festival al Ritz Theatre di San Paolo, in Brasile. Inoltre, la band itinerante dei musicisti sponsorizzati dal Dipartimento di Stato - tra cui il flautista Herbie Mann, il sassofonista Paul Winter e il chitarrista Charlie Byrd. H.
Mann aveva familiarizzato con la bossa nova del pianista e fisarmonicista João Donato, che viveva in California dal ‘60. Quando Mann tornò negli Stati Uniti dal suo tour del '61, fu affascinato dal suono melodico. Ma per sperimentare la musica da vicino, H. Mann voleva tornare in Brasile e registrare con musicisti brasiliani. Do The Bossa Nova, ottobre ’62, è stato registrato a Rio e ha incluso sessioni individuali con Sergio Mendes, Antonio Carlos Jobim, Baden Powell, Bossa Tres, Joao Gilberto e un gruppo di percussioni di 17 elementi.
Dischi dal ’62 in poi Molti jazzisti decisero di cimentarsi con questa nuova onda musicale, Ella Fitgerald, Dizzy Gillespie, Sara Vaughan e tantissimi altri nomi importanti della scena americana, che iniziava ad espandersi negli Stati Uniti, alcuni di loro avevano bisogno di confrontarsi con altri linguaggi e cercare energie per comunicare qualcosa di nuovo. Erano anni pieni di molte musiche diverse che si affacciavano alla ribalta e che iniziavano ad oscurare il jazz tradizionale. Da un lato si faceva sempre più largo il free jazz e la sperimentazione e dall’altro si era creato un vuoto e dunque nel ’62 uscirono molti dischi con stile bossa nova e jazz. Alcune di queste operazioni non furono molto fortunate sia per la realizzazione esecutiva che per impatto commerciale mentre altre furono dei veri capolavori che rimarranno nel tempo infinito. Ne citerò solo alcuni che hanno attirato la mia attenzione:
Cannonball Adderley con il disco Cannonmball’s Bossa Nova pubblicato dalla Riverside Records. Nonostante ci siano nomi importanti in questo disco, come Sergio Mendes e altri musicisti sudamericani, la musica che ne esce non ha molto mordente e risulta spesso statica e ripetitiva.
Desafinado di Coleman Hawkins il disco esce per la Impulse Records. In questo caso il sax di Colemann si adatta molto meglio allo stile bossa ma nonostante l’alto livello di esecuzione e registrazione i musicisti americani ancora non riescono a creare la “batida” giusta e l’atmosfera autentica del nuovo stile bossa nova
Soul Bossa Nova di Quincy Jones. Il musicista e arrangiatore Quincy Jones mise su una big band bossa nova per registrare questo disco che ha un’ impronta prettamente jazzistica americana orchestrale attingendo ai ritmi latini in generale, ossia, samba, bossa, son e altri. In questo disco già si percepisce lo stile e l’eleganza inconfondibile di Quincy. Nella Big Band Spiccano i nomi di musicisti come Roland Kirk, Clark Terry, Jim Hall.
Jazz Samba di Stan Getz e Charlie Byrd Jazz Samba è considerato il primo disco nel quale il jazz si fonde con i ritmi brasiliani della bossa nova e del samba vero e proprio. Nel ‘61, Charlie Byrd un chitarrista che lavorava a Washington fu invitato a effettuare una tourné di 12 settimane in Brasile con il suo trio per conto del Dipartimento alla Difesa statunitense. Per Byrd si trattava di una grande occasione:
fino ad allora aveva avuto una discreta carriera come chitarrista elettrico in varie orchestre sin dalla fine degli anni ’40 e aveva suonato con Woody Herman tra il ‘58 e il ’59. A Washington si era specializzato nella riproposizione in chiave jazz di standard utilizzando la chitarra classica. La chitarra, nel jazz, era però sostanzialmente ferma a Charlie Christian. Byrd, che aveva suonato con Django Reinhardt a Parigi negli anni della guerra e aveva studiato con Andres Segovia in Italia nel ’54, cercava ancora una strada per il suo strumento. Byrd conosceva già la
chitarra sudamericana ed in particolare lo stile cubano, ma, arrivato a Rio de Janeiro, rimase colpito dal modo, del tutto nuovo, con cui i brasiliani suonavano, era la
"batida" tipica della bossa nova inventata e resa popolarissima dal cantante chitarrista Joao Gilberto. In Brasile ebbe modo di conoscere e suonare con molti dei nuovi musicisti della "nuova onda": oltre a João Gilberto, fu molto impressionato dal talentuoso e virtuoso chitarrista Baden Powell, da molti considerato ancor oggi il miglior interprete del suo strumento e futuro compositore di molti classici della musica popolare brasiliana. Furono soprattutto i suoi due compagni di viaggio, Betts (bassista) e Depperschmidt (batterista), che approfondirono il nuovo ritmo e ne furono plasmati. Tornato negli Stati Uniti, con una valigia piena di dischi brasiliani, Charlie Byrd provò a proporre la bossa nova alle case discografiche, ma senza ottenere particolare interesse. Iniziò a suonarla in coppia con il chitarrista Herb Ellis suscitando soltanto qualche curiosità. Tentò di registrare dei pezzi a New York con una sezione ritmica che faceva fatica a capire il ritmo da tenere. Nel frattempo il sassofonista Stan Getz, da poco tornato da un soggiorno di alcuni anni in Danimarca dove si era anche risposato, faticava a sbarcare il lunario: il jazz stava attraversando una profonda crisi commerciale e il suo modo di suonare il sax, più vicino a Lester Young che a John Coltrane, era considerato superato e non interessava più. Alla ricerca di scritture e di una formazione stabile Getz arrivò a Washington e qui fu avvicinato da Charlie Byrd, che gli fece ascoltare i dischi di Gilberto, che aveva portato dal Brasile. Provando ad improvvisare sulle note di Chega De Saudade, Getz disse a Byrd: «Non riesco a suonare!». Secondo alcune fonti, fu l'ascolto di Desafinado a convincerlo. In ogni caso, dopo alcune prove, impressionato dalla musica, ma soprattutto dalla voce e dalle melodie di João Gilberto, disse: «Suoniamo questa musica.. Tornato a New York, Stan Getz si rivolse a Creed Taylor , produttore della Verve Records. Nell'ufficio di Taylor, i due ascoltarono attraverso il telefono i dischi brasiliani di Charlie Byrd, rimasto a Washington; Taylor fu convinto e acconsentì a produrre il disco. Getz e Byrd iniziarono a provare con varie formazioni, ma ancora una volta il ritmo "offbeat" della bossa nova non era facile da imparare per dei jazzisti abituati allo swing e al blues. Le battute non erano mai 16 o 32 come negli
standards e il batterista newyorkese ingaggiato non riusciva a tenere il tempo senza perdere il controllo della grancassa. Byrd propose allora di ricorrere ai suoi amici di Washington che l'avevano seguito in Brasile e che avevano avuto modo di sperimentare il nuovo ritmo con i suoi inventori. La mattina del 13 febbraio ’62, Stan Getz e Creed Taylor presero l'aereo da New York alla volta di Washington. La sessione di registrazione durò 3 o 4 ore al massimo, tanto che i due poterono tornare a casa per l'ora di cena. Il disco fu registrato da Taylor e dal tecnico Ed Green con un registratore portatile (Ampex o Sony 7 1/2 IPS), all'interno di una chiesa nel quartiere nero della città. La chiesa (Pierce Hall All Souls Unitarian Church) aveva un'ottima acustica e pare fosse stata suggerita da Bill Reichenbach, nuovo batterista di Charlie Byrd. Alla registrazione parteciparono due batteristi, Reichenbach e Deppenschmidt, Keter Betts al contrabbasso ed il giovane fratello di Byrd, Gene, alla sua prima esperienza discografica, alla chitarra e al contrabbasso. Con una così potente sezione ritmica, Getz e Byrd poterono fraseggiare e tessere le loro linee melodiche in completo rilassamento, sostenuti da una base che riusciva, finalmente, a suonare il ritmo ascoltato dal gruppo nei dischi di João Gilberto. Ricorda Charlie Byrd che decise di utilizzare due batterie perché «è così che facevano i brasiliani». Al ritorno a New York, Creed Taylor era preoccupato per la qualità delle registrazioni, effettuate in condizioni non "professionali"; in particolare il suono del contrabbasso pareva troppo cupo e rimbombante per il fatto che il microfono sembrava troppo distante dallo strumento. Durante la produzione del disco, ricorda Taylor, l'unica cosa
"stonata" pareva il titolo del pezzo Desafinado, che in portoghese significa appunto
"stonato". La preoccupazione di Taylor si rivelò infondata: Desafinado ebbe un successo clamoroso. Jobim e Mendoca avevano scritto la canzone, alla fine degli anni
‘50, dedicandola al gruppetto di nuovi musicisti che Jobim stesso aveva definito
"quelli della bossa nova" e che si riunivano a casa della "musa" Nara Leao a Rio.
“ Se insiti a classificare il mio comportamento come anti-musicale, mentirei a me stesso se non argomentassi che questa è bossa nova, questo è molto naturale ”
La scelta dei pezzi non fu facile: oltre al punto fermo Desafinado e all'esclusione di Chega De Saudade, indigesta a Getz, Charlie Byrd aveva a disposizione un enorme numero di pezzi tra cui scegliere. Nel disco furono inseriti un brano di Byrd stesso, Samba Dees Days, e uno del grande Ary Barroso, Bahia, già noto negli USA perché inserito nella colonna sonora del film della Disney “I tre Caballeros”, del’45.
Completano il disco un gruppetto di pezzi tratti dai dischi di Gilberto. Inoltre fu inserito un pezzo di Baden Powell: durante il suo soggiorno brasiliano, Byrd aveva chiesto al chitarrista carioca se esistevano canzoni di bossa nova in chiave minore.
Baden Powell rispose: «L'unico che conosco l'ho scritto io». Era Samba Triste.
Opportunamente, la retrocopertina del disco originale recita : "Two jazz soldist play, fresh, contemporary sounds from modern brasilian folk music". Ancora non si parla di bossa nova, ma è chiaro che si tratta di una musica che ha poco a che fare con la
"classica" musica brasiliana nota negli Stati Uniti per le performance di Carmen Miranda, per i film di Fred Astaire e i cartoni della Disney. La musica è lenta, soffice, rilassata e non assomiglia minimamente al carnevale e ai ritmi neri clichè del Brasile anni '40 e '50. La bossa nova deve qualcosa al cool jazz e molto all'impressionismo francese, ma il ritmo è incalzante, la musica si distende senza intoppi. Il fraseggio di Stan Getz, ma soprattutto il timbro nel registro medio del suo sax tenore, risaltano perfettamente sul tappeto ritmico offerto dal gruppo. La padronanza dell'armonia delle composizioni di Jobim non è ancora perfetta (lo diventerà dopo la frequentazione tra i due l'anno seguente). Ma il suono è rotondo e il vibrato fa da contraltare all'incalzare del tempo. Byrd interpreta con grande impegno le sue parti, ma solo a tratti riesce a sostenere la "batida". I suoi assoli sono pregevoli, ma ogni tanto si aggrovigliano senza riuscire a rendere la morbidezza dei migliori chitarristi di bossa nova (oltre a João Gilberto e Baden Powell, vale la pena confrontare la sua esecuzione con le prove di Luiz Bonfà e quelle, nel decennio successivo, di Toquinho). La sezione ritmica farà scuola, non solo nel jazz americano, ma anche nello stesso Brasile. Desafinado vede S. Getz protagonista, ma è la sezione ritmica che rende il pezzo immortale e attualissimo. Byrd nel suo Samba Dees Days esplora già oltre la bossa nova. Samba Triste è resa perfettamente dalla chitarra classica e
dalla vena "cool" del sassofonista. In Samba de Una Nota Só, la "batida", ancora incerta, è la più "brasiliana" del disco, il sax e la chitarra si alternano gli assoli in più di 6 minuti instancabili. Getz osa qui più che negli altri pezzi. Solo il ritornello, piuttosto complicato, del geniale Jobim, risulta dare qualche incertezza al sassofonista. Gli altri pezzi sono spesso divertenti e divertiti. Bellissimo il duetto alla fine di Bahia. Il virtuosismo di Getz è, come spesso definito, "empatico" e riesce a rendere la "Malinconia" tipica della musica brasiliana, nonostante non conoscesse i particolarissimi testi delle canzoni. Ha capito la musica suonandola.
Jazz Samba non è solo un disco di jazz suonato su una base ritmica "esotica". È vera fusione tra l'improvvisazione e l'essenza della musica brasiliana. Farà scuola, appunto, non solo nel jazz, ma anche nella bossa nova, che rimarrà perennemente influenzata dall'approccio avuto da questo gruppetto di musicisti americani. L'album divenne un successo. Raggiunse il primo posto della classifica di vendita Billboard 200, cosa mai accaduta prima per un disco jazz, mentre il singolo Desafinado divenne anch'esso un grande successo commerciale. Entrambi vendettero la ragguardevole cifra di 500.000 copie. Nel ‘62 la musica americana si trovava in un momento di grande transizione. Il jazz bianco, cool e californiano, era finito e non vendeva più:
solo l'avanguardia nera era in grande attività, era già nato il free jazz e John Coltrane imperava con il suo quartetto. La lunga onda del rock and roll era finita, Elvis Presley era appena tornato dal servizio militare, i Beatles dovevano ancora incidere Love Me Do e James Brown era agli inizi e faceva ancora una musica che era più vicina al Rhythm & Blues dei race records che alla musica soul della Motown. I grandi compositori americani come Cole Porter, G. Gershwin erano scomparsi. Nella musica e nel mercato americano c'era un vuoto e la bossa nova lo riempì per qualche anno allargando il linguaggio e gli orizzonti del jazz e della musica leggera in un modo che diventerà tipico negli anni successivi: la contaminazione di stili e generi fino alla
"fusion" vera e propria tra jazz, rock, pop, e musica popolare di ogni parte del mondo, fino alla musica classica. Da questo momento la carriera di Stan Getz riprese in modo vigoroso e il talentuoso sassofonista tornò ai fasti dei Four Brothers continuando a
percorrere la strada della bossa nova con ancora maggior successo. Presentando Desafinado durante i suoi spettacoli, Stan Getz la introduceva dicendo: «Questa è la canzone che pagherà gli studi all'università dei miei figli, tutti e cinque.» Jazz Samba ottenne varie nomination ai Grammy Awards e S. Getz vinse il Grammy for Best Instrumental Jazz Performance per Desafinado nel’63. Desafinado divenne uno
"standard" del repertorio jazz e Antonio Carlos Jobim, conosciuto negli Stati Uniti come "il compositore di Desafinado", visto il successo avuto, decise di andare a New York e vi rimase per molto tempo, sempre alla corte di Creed Taylor e della Verve Records che divenne la casa discografica che maggiormente spinse e trasse beneficio dalla "nuova onda". Lo stile jazz samba divenne consueto e parte integrante del linguaggio jazzistico come nei decenni precedenti lo erano stati il blues e la musica dei grandi compositori americani.
Bossa Nova Pelos Passaros di Charlie Byrd pubblicato nel ’62 dalla Riverside Records è un disco del chitarrista Charlie Byrd che dopo il successo di Jazz Samba continuò a immergersi nello stile brasiliano. Da sottolineare l’orchestra diretta da Walter Raim e l’uso dei fiati molto ben calibrati. Byrd sembra uno dei pochi musicisti che, con la sua chitarra classica, riesca ad unire il suo stile americano, ispirato a Django Reinhardt e Charlie Christian, al mood brasiliano in modo eccellente. Nel disco spiccano brani come Desafinado, Meditation, O Barquinho, Insensatez
Poema de amor di Elis Regina pubblicato dalla Continental nel ’62. La cantante fu incoronata come la migliore cantante brasiliana di quell’anno.
Elis Regina, al secolo Elis Regina Carvalho Costa (nata a Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul, in Brasile il 17 marzo 1945, morta a San Paolo, Brasile il 19 gennaio 1982)
Elis Regina Carvalho Costa è stata un’interprete cardine della musica brasiliana.
Visse, da protagonista, tutta l'epoca d'oro della musica brasiliana, sin dai primi anni Sessanta, quando la bossa nova iniziava ad imporsi a livello internazionale. Elis
dominò la scena brasiliana fino alla fine degli anni Settanta, attraverso tutta la fase più delicata della storia brasiliana recente (compresa la dittatura militare).
Il suo viso, sorridente o imbronciato che fosse, incorniciato dai caratteristici capelli corti che la rendevano dolce e ribelle allo stesso tempo, contrastava con l'energia del suo temperamento che la portava a dare in escandescenze per un nonnulla, soprattutto in sala d’incisione.
Fu proprio il suo temperamento, l'energia che esprimeva, che la resero popolare e le valsero soprannomi come "Furaçao" (uragano) e "Pimentinha" (peperoncino). Lei preferiva farsi chiamare Elis, perché Regina (secondo i suoi innumerevoli fan) lo era di fatto. La gran parte dei suoi dischi incisi dal ‘61 all ‘80 si intitolano, appunto, semplicemente Elis; quasi come Elis & Tom, l’album capolavoro del ‘74 che la vide duettare con Antonio Carlos "Tom" Jobim, maestro e co-inventore della moderna musica brasiliana.
Figlia di un brasiliano e di una portoghese, Elis cominciò a cantare a 7 anni, a 9 imparò a suonare il pianoforte (ma non poté comprarne uno per le ristrettezze della sua famiglia) e a 12, talento precoce (o "forza della natura" come la definifivano i suoi sostenitori), partecipò al concorso radiofonico per ragazzi Clube do Guri e lo vinse. A 13 anni firmò un contratto discografico con Radio Gaucha e a 15 pubblicò il primo long playing. Divenne presto una celebrità locale, nella sua città natale, Porto Alegre. Elis rimase influenzata da piccola sia dalla musica leggera e popolare brasiliana sia da quella trasmessa alla radio dalle stazioni della vicina Argentina.
Imparò presto a cantare in entrambe le lingue, portoghese e spagnolo.
Dopo alcuni dischi come cantante melodica, romantica adolescente, si trasferì a Rio de Janeiro dove iniziò a partecipare a vari spettacoli televisivi, iniziando a farsi conoscere.
Nel ‘65 vinse la prima edizione del più importante festival musicale brasiliano interpretando Arrastão, del grande Edu Lobo su testo di Vinicius de Moraes, canzone che fu successivamente censurata dal regime militare. Interpretò con passione gli ultimi versi del brano, a braccia spalancate come il Cristo Redentore, mimando la crocifissione, con le lacrime agli occhi e un disarmante sorriso.
Il I° Festival de Música Popular Brasileira, realizzato per la TV Excelsior, si svolse a
Il I° Festival de Música Popular Brasileira, realizzato per la TV Excelsior, si svolse a