La Chitarra
(BadenPowell)
I primi documenti sulla storia della musica popolare brasiliana risalgono al secolo XIX. Tale materiale ha permesso agli studiosi di giungere alle seguenti conclusioni:
ai tempi in cui il Brasile era una colonia (1500 – 1822), ognuna delle etnie che lo popolavano - gli amerindî, i portoghesi e gli africani - aveva una propria tradizione musicale; col secolo XIX apparvero le prime tracce di una produzione musicale nazionale ancora prive, però, di una loro originalità e, soltanto nell’ultimo quarto del secolo, la musica popolare brasiliana iniziò a delinearsi come creazione originale e rappresentativa di tutto il popolo.
Il contributo maggiore alla cultura musicale brasiliana va, però, riconosciuto ai bianchi. Oltre alle forme musicali e ad alcune danze, furono importati dagli europei pure tutti gli strumenti tipici della musica solistica:
mandolino, violino, violoncello, flauto, saxofono, clarinetto e d’accompagnamento:
pianoforte, cavaquinho e chitarra.
Anche se, tra la fine dell’Ottocento e gli inizii del Novecento, le prime forme musicali caratteristiche (Lundù, Maxixe) si svilupparono col pianoforte (si pensi soprattutto all’opera di Ernesto Nazareth), fu, invece, la chitarra a meglio esprimere e far conoscere in tutto il mondo le complesse e variegate espressioni musicali del popolo brasiliano.
Tra i pionieri della chitarra brasiliana spiccano, soprattutto, due nomi: João Pernambuco (Olinda, 1873 - Rio, 1935) e Américo Jacomino detto “Canhoto”
(San Paulo, 1889 - ???, 1928). Un posto a sé occupa il grande compositore e polistrumentista Heitor Villa-Lobos (Rio, 1887 – Rio, 1959) che, meglio di chiunque altro, seppe sublimare nelle sue opere per chitarra (Suite Popolare Brasiliana, Studi e Preludi) i colori musicali del Brasile.
Le forme che si ritrovano in vario modo nelle composizioni dei primi chitarristi compositori sono la polka, il valzer, la modinha, la marcha, il foxtrot, lo schottish, il bolero, il maxixe, il lundù, il jongo, l’embolada, la toada, il coco; molte di esse sono di chiara impronta europea. Le chitarre variamente utilizzate in Brasile tra la fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri sono state: il violão o guitarra, il violão de sete cordas, il violão tenor, e la viola. La guitarra o violão, strumento cittadino a sei corde, è la chitarra classica importata dai colonizzatori portoghesi che aveva come padri nobili la musica e la didattica dei grandi maestri europei dell’Ottocento:
Fernando Sor, Mauro Giuliani, Dionisio Aguado e Francisco Tarrega. La chitarra a sette corde è uno strumento d’accompagnamento dello choro e del samba; fu ideata agli inizii del Novecento (quando montava corde d’acciaio) al fine di poter meglio realizzare la “baixaria”, l’accompagnamento contrappuntistico nel registro grave
caratteristico dello choro. La settima corda è intonata, generalmente, in DO ma può essere accordata anche in LA o in SI. Esponenti di rilievo del “violão de sete cordas”
furono Dino Sete Cordas (Rio de Janeiro, 1918 - Rio de Janeiro, 2006) e Raphael Rabello (Petrópolis, 1962 - Rio de Janeiro, 1995). Negli anni Ottanta del Novecento, Luiz Otávio Braga, (Belém do Parà, 1953) sostituì le sette corde metalliche con altrettante corde di nylon creando una consuetudine che sarà seguita da tutti i chitarristi contemporanei.
La viola è uno strumento, sempre di origine portoghese, a cinque o sei corde metalliche doppie; le accordature più diffuse sono "Mi, Si, Sol, Re, La" e "Mi, Si, Sol, Re, La, Mi". Il corpo è a forma di otto, stretto e allungato. È molto diffusa nelle zone rurali del Nord e del Nordest del Brasile.
Un altro tipo di chitarra molto usata in Brasile nella prima metà del Novecento fu il violão tenor una sorta di chitarra/banjo a quattro corde - con accordatura: La, Re, Sol, Do e di dimensioni inferiori al violão - che fu portata alla fama dal geniale compositore e polistrumentista Garoto (São Paulo, 1915 - Rio de Janeiro, 1955).
Intanto, sotto l’impulso di talenti come Pixinguinha (Rio de Janeiro, 1897 - Rio de Janeiro, 1973), Donga (Rio de Janeiro, 1890 - Rio de Janeiro, 1974) e Cartola (Rio de Janeiro, 1908 - Rio de Janeiro, 1980), nascevano e si diffondevano lo choro e il samba, con la variante moderata del “samba cançao”, progenitore del (la) bossanova.
Tra i grandi solisti, accompagnatori e compositori della seconda generazione si ricordano: Jayme Florencia Meira (Paudalho, 1909 - Rio de Janeiro, 1982), Garòto (São Paulo, 1915 - Rio de Janeiro, 1955), Dilermando Reis (Guaratinguetà, 1916 - Rio de Janeiro, 1977), Laurindo Almeida (San Paulo, 1917 - Van Nuys, 1995) e Luiz Bonfà (Rio de Janeiro, 1922 – Rio de Janeiro, 2001). Garòto ebbe anche il merito di aver scritto un samba cançao, Duas Contas, che aveva già, in embrione, i caratteri del(la) bossa nova.
Intanto, altre forme musicali si sono sviluppate e diffuse in Brasile: il baião, il frevo, il forrò e l’axé; stili che chitarristi compositori come Paulinho Nogueira (Campinas, 1929 - São Paulo, 2003), Baden Powell e Gismonti hanno fatto propri nelle loro opere.
Tra i chitarristi, compositori e cantanti più geniali della “terza generazione” si annoverano: João Gilberto (Juazeiro, 1931), che ammodernò il linguaggio tradizionale creando uno stile di armonizzazione, accompagnamento ritmico e canto, la bossa nova, apprezzato ed imitato in tutto il mondo, Baden Powell (Varre e Sai, 1937 – Rio de Janeiro, 2000), il più geniale e completo chitarrista brasiliano della seconda metà del Novecento, ed Egberto Gismonti (Carmo, 1947).
Tra gli attuali talenti si annoverano: Paulo Bellinati (São Paulo, 1950), Guinga (Rio, 1950), Marco Pereira (São Paulo, 1956), Fabio Zanon (Jundiaí, 1966), Yamandu Costa (Passo Fundo, 1980) e Marcel Powell (Parigi, 1982), figlio del grande Baden.
“Pandeiro”
Nella musica popolare brasiliana ci sono alcuni strumenti musicali che più di altri danno il senso del linguaggio marcando alcuni accenti particolari. Fra questi spicca il pandeiro che è un tamburo a cornice di forma rotonda tra i piu rappresentativi e importanti nel mondo della musica brasiliana. Esistono di varie forme e dimensioni come ad esempio l’adufe o adufo di forma quadrata priva di sonagli, usato in spagna e portogallo come tutti i tamburi a cornice che hanno accompagnato le piu grandi civiltà del passato, dalla mesopotamia all’Egitto, passando per la Grecia e Roma. Il pandeiro è molto usato sia nella musica popolare che in quella orchestrale. Era usato in origine anche in ambito religioso per accompagnare le varie processioni, e si può dire che sono stati usati per la prima processione religiosa mai realizzata in brasile, il 13 giugno del 1549 a bahia (corpus cristi). Quando si diffuse lo choro, alla fine del XIX secolo, il pandeiro si trovò a dare il tocco finale al ritmo marcato, inizialmente eseguito al piano e con strumenti a corda ed a fiato. Piu recentemente usato anche nella capoeira danza brasiliana bahiana praticata dagli schiavi africani prima come una lotta poi trasformatosi in danza molto conosciuta anche nel resto del mondo. Il
pandeiro negli ultimi anni ha avuto un evoluzione per quanto riguarda i materiali anche se i pandeiros costruiti ancora con i materiali naturali come il legno, per quanto riguarda il cerchio , la pelle di capra e i piattini di metalli, danno più valore allo strumento. Ritmicamente il pandeiro è presente in tutti generi musicali brasiliani, anche perchè racchiude in unico strumento la essenzialità della ritmica brasiliana.
Approfondendo la musica brasiliana e studiando a fondo la tecnica del pandeiro si può suonare e riprodurre in modo molto efficace qualsiasi ritmo brasiliano, tra cui il samba. Molto simile ad un tamburello basco, il pandeiro si differenzia per il suono della pelle di capra avendo un suono più caldo e profondo, per i piattini di ottone o di metalli nobili per un suono vivace e preciso e per la distanza tra i piattini e le fessure del cerchio molto vicini. Direi lo strumento principe delle percussioni brasiliane versatile ed universale. Nel Carnevale brasiliano, lo strumento viene molto utilizzato.
Il pandeirista molte volte suona lo strumento mentre una sambista danza di fronte a lui. Nella bossa nova per esempio, il pandeiro può tranquillamente accompagnare con il ritmo di samba lento.
“Berimbau”
Il berimbau è uno strumento a corda, di origine angolana. E' conosciuto come berimbau de peito in Portogallo e come hungu in Angola. Fu importato in Brasile dagli schiavi angolani ed è molto conosciuto per essere lo strumento che accompagna la capoeira. E' chiamato in diversi modi: urucungo, urucurgo, orucungo,oricungo. E' realizzato con un'asta di legno lunga 1,50 m ed un filo d'acciaio che unisce le due estremità. Alla base è legata la Cabaça, ossia il frutto di una pianta chiamata cabaceira, opportunamente lavorato che funge da cassa armonica. L'esecutore regge con la mano sinistra lo strumento e usa un movimento di avvicinamento e allontanamento dal ventre, usando una pietra o una moneta per far pressione sulla corda. La mano destra, con una bacchetta, fa vibrare la corda. Le origini del berimabu sono molto antiche, si stima che lo strumento nacque nel 1500 prima di Cristo.
Strumenti derivati da questo arco peculiare furono rilevati in diverse zone del mondo come nel Nuovo Messico, nella Patagonia, nell'Africa e in civiltà antiche come quella egizia, fenicia, persiana e assira. In Brasile fu introdotto dagli schiavi angolani e divenne lo strumento fondamentale nella pratica dell'arte marziale conosciuta come
capoeira, nella quale il suono del berimbau guida i movimenti dei lottatori. Ma lo strumento si diffuse anche in altre manifestazioni culturali come nell' afrosamba di Baden Powell e Vinicius de Moraes. Nella capoeira, addirittura, alcuni lo considerano uno strumento sacro. Gli atleti, nei loro movimenti, seguono il ritmo del berimbau;
appunto per questo sono dati diversi nomi ai diversi modi di suonare lo strumento, i più famosi sono Angola e Sao Bento Grande. Nella capoeira possono essere suonati fino a tre berimbau, ciascuno con una funzione differente.
“Cuica”
La cuica conosciuta in Angola anche come puita è uno strumento musicale molto simile al tamburo. Ha un'asta di legno fissata al centro della membrana nel lato interno. Il suono è ottenuto frizionando l'asta con un panno umido e facendo pressione sul lato esterno della cuica con un dito, così modulando il suo tipico suono.
Più la pressione si avvicinerà al centro, più il suono sarà acuto. La cuica è uno strumento avvolto dal mistero, le sue origini sono quelle meno conosciute. Fu importata in Brasile dagli schiavi africani ma alcuni sostengono che abbia delle origini legate anche al nord della penisola iberica. La cuica all'inizio veniva chiamata ruggito di leone o tamburo a frizione. Era un utilissimo strumento di richiamo utilizzato dai cacciatori per attirare i leoni. Da richiamo, la cuica è diventato uno degli strumenti più conosciuti e indispensabili nelle rodas di samba. Attualmente è utilizzato da tutte le scuole di samba ma possiamo ascoltare il suo inconfondibile suono anche nel Jazz. La cuica non ha una misura standard, esistono diverse misure e non è assolutamente una percussione. La tecnica per suonarla è frizionare l'asta interiore con pollice, indice e medio utilizzando un panno umido. Il ritmo è dato dallo scivolamento delle dita sull'asta. L'altra mano regge la cuica e con le dita esercita una pressione sulla membrana. Più lieve sarà la pressione e più i toni saranno bassi, viceversa, più forte sarà la pressione e più i toni saranno alti.
Cavaquinho
Il Cavaquinho è uno strumento a corda che viene suonato con i polpastrelli, le unghia o un plettro. E' uno strumento molto utilizzato nelle orchestre popolari. Il manico ha 17 tasti. Le quattro corde del cavaquinho sono di metallo o di budello. Il suono è molto simile a quello del mandolino. Il cavaquinho fu creato per la prima volta in Portogallo, nella città di Brega. Non a caso il cavaquinho di Brega è famoso per l'accordatura re-la-si-mi. Lo strumento ha seguito gli spostamenti dei portoghesi, appunto per questo è utilizzato, oltre che in Brasile, anche a Capo Verde. In Brasile, il cavaquinho è utilizzato nelle congadas (feste create dagli Africani deportati che evocano la guerra tra la regina angolese Cinga ed i Portoghesi) insieme al mandolino, al flauto ed alla chitarra per eseguire gli choros. Uno dei più grandi musicisti di cavaquinho fu Waldir Azevedo che lo introdusse per la prima volta nello choro.
Nelle Hawaii abbiamo il "cugino" del cavaquinho: l'ukulele con quattro corde, introdotto dai Portoghesi nel 1879. Il cavaquinho, strumento irrinunciabile nel samba, dona particolare allegria al Carnevale e alle rodas diffuse in tutto il mondo.
Surdo
Il Surdo è un tamburo cilindrico bimenbranofono di grandi dimensioni. È costituito da un fusto di legno o, più spesso, di metallo munito di pelli di capra o, in tempi recenti, sintetiche. Si suona con una mazza e una mano nuda oppure, specie nel
nordest, con due mazze dalla testa imbottita. Il suo suono grave e profondo lo qualifica come il vero basso del samba. La sezione tipica è costituita da tre ordini di strumenti: il surdo de marcaçao (il più grande), il resposta (medio) e il cortador (piccolo).
Caxixi.
Fino agli anni ’60 veniva suonato solo con il berimbau. Poi il percussionista Airto Moreira ebbe l’idea di farne uno strumento a sé. Oggi grazie a grandi interpreti quali Nana Vasconcelos è uno strumento ampiamente conosciuto e diffuso. Suonato a coppie o anche a gruppi multipli permette ritmiche complesse.
Repenique
È un tamburo cilindrico bimembranofono della stesa famiglia del surdo. Fu aggiunto alla sezione dei surdo negli anni ‘60 per sostenere maggiormente il ritmo. Ha un’accordatura molto alta ed un timbro chiaro e squillante che ne fanno uno strumento solista e deputato all’esecuzione di alcuni segnali fondamentali per la direzione della bateria di samba. Viene suonato con una bachetta e una mano nuda tranne che nel Nordest dove viene suonato con due bacchette flessibili di legno o nylon.