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La bossa nova è nata a Rio de Janero perché i protagonisti che l’hanno creata vivevano qui in contatto con quella natura bellissima che esiste ancora. Il sole, il mare, le spiagge, le belle donne. Erano ragazzi spensierati che hanno cominciato a sentire nella chitarra una strada che non poteva che portare a tanta bellezza. La culla di questo stile è stato il bar del Plaza, a Rio, dove Johnny Alf suonava il pianoforte fra il ’52 e il ’54 e tutti quei ragazzi come Carlos Lyra, Baden Powell, Menscal andavano per sentire la musica di Alf. Il brano “Rapaz de Bem è stato scritta nel ’53 molto prima dell’esplosione del movimento bossa nova. Il piano di Alf aveva già il DNA della bossa nova fin dagli anni ‘50. Lui è stato la grande scintilla di questo nuovo percorso. La bossa nova nasce da una gioventù di ceto medio con una struttura familiare, emotiva e culturale. Erano quasi tutti studenti universitari che convivevano negli anni ‘60 in Brasile con un’evoluzione culturale molto grande. Rio de Janero era la capitale del Brasile, qui si riuniva il mondo culturale, la politica, musicisti, pittori, scrittori. Il brasile esplodeva negli sport, atletica, calcio (campione mondiale nel ’58 e nel ’62), pallacanestro, pugilato, pesca subacquea e tutto ciò era come un’aurea che circondava tutta l’ispirazione per mostrare nella musica questo senso rivoluzionario, per creare qualcosa di nuovo, ed è questo che è successo. Rio era una città bella, litoranea suscitava una certa felicità legata alla natura e la bossa nova nasce in questo ambiente felice in contrapposizione con la musica che c’era prima dove tutto era molto pesante i testi delle canzoni parlavano soprattutto della notte, della donna che tradiva, dell’uomo che beveva. Molti ritengono che l’anno di nascita della bossa nova sia il ’59 quando Joao Gilberto registrò il primo disco con il brano “Chega de Saudade” dove ci sarebbero tutti gli elementi della prima generazione di questa fusione musicale. Volendo fare una sintesi possiamo dire che gli elementi che caratterizzano e contribuiscono alla nascita della bossa nova sono il ritmo e la cadenza che Joao Gilberto riuscì ad imporre con la sua chitarra, le melodie e armonie di A. Jobim, Luiz Bonfà, Carlos Lyra, Roberto Menescal e tanti altri compositori.

João Gilberto

João Gilberto do Prado de Oliveira nacque il 10 giugno del 1931 a Juazeiro in Brasile.

Nonostante fosse un ragazzo molto intelligente, il giovane João mostrava poco interesse per lo studio, a dispetto della volontà del padre. Già in età precoce, João si interessava soltanto di una cosa, la musica. Una chitarra avuta all’età di 14 anni segnò il suo futuro. Egli è cresciuto sotto l’influenza del samba brasiliano, assorbendo i ritmi e le melodie tradizionali, ma è stato sedotto dal jazz, l'altro ingrediente nella ricetta di bossa, ascoltando le stazioni radiofoniche che trasmettevano la musica nord americana. Le prime influenze includono tra gli altri Duke Ellington ("Caravan") e

"Song of India" di Tommy Dorsey. All'età di 18 anni, João si trasferì a Salvador per intraprendere la carriera di cantante radiofonico, tuttavia non gli andò molto bene. Ma fortunatamente, venne in contatto con il gruppo vocale Garotos da Lua. Il gruppo paragonò la sua voce a quella di Lucio Alves e Orlando Silva e Gilberto fu presto invitato ad unirsi al gruppo a Rio. Nel ‘50 si trasferì a Rio de Janeiro; tuttavia, il suo comportamento poco professionale lo condusse a separarsi dal gruppo l'anno successivo. Per sette anni, la vita di Gilberto prese una brutta piega. Dormiva tutto il giorno e giocava tutta la notte. Senza una sede, preferiva vagare di casa in casa da un amico all’altro. Ancora peggio, divenne cronicamente depresso e cominciò a usare la marijuana in modo pesante. La sua ragazza, Sylvia Telles lo lasciò e lui finì per passare le sue notti attendendo fuori dei night che i suoi amici musicisti finissero gli spettacoli. Tra i suoi amici c’erano João Donato, Johnny Alf, Luiz Bonfa, Dolores Duran, Lucio Alves e naturalmente Antonio Carlos Jobim. Nel ‘55, un amico che lo aveva a cuore, lo portò a Porto Alegre, via dagli ambienti corrotti di Rio. Presto divenne popolare nella città, per il suo modo ipnotico di suonare la chitarra. Sette mesi più tardi si trasferì a casa di sua sorella a Diamantina dove rimase per otto mesi.

Fu lì, nella stanza da bagno della sorella Dadainha, che João ha sviluppò il suo famoso stile: cantando tranquillamente senza vibrato per generare il proprio tempo rispetto alla sua chitarra, creando un fresco, morbido e intimo stile di canto inimitabile. Contemporaneamente smise con il consumo di marijuana ed altre

sostanze. La famiglia di João preoccupata per la sua instabilità emotiva lo fece ricoverare in un sanatorio psichiatrico a Salvador. Ma, non era pazzia, era il suo genio artistico che attendeva di essere liberato. Nel corso di una visita psicologica, guardando dalla finestra, João osservò, "Guarda il vento, fa cadere i capelli agli alberi". Lo psicologo disse: "ma gli alberi non hanno capelli, João" al che rispose: "...

e c’è gente che non ha poesia". Fu dimesso dal sanatorio dopo una settimana. Nel ‘56, João ritorna a Rio De Janeiro, dove la miscela culturale multicolore già stava ispirando il brillante compositore Antonio Carlos Jobim, con il quale presto cominciò a collaborare. Jobim stava lavorando come produttore arrangiatore per la Odeon.

Jobim rimase profondamente colpito dalle canzoni "Bim-Bom" e "Ho-Ba-La-La" di João. I due, nel luglio del ‘58, registrarono per la voce di João "Bim Bom" e "Chega de Saudade". Le canzoni incontrarono un considerevole successo, la coppia aveva coniato il suono della Bossanova. Nel ‘61, lo U.S. State Department organizzò un tour in america latina. Il chitarrista americano Charlie Byrd rimase immediatamente affascinato da Jobim e dalla musica di Gilberto, presentando questa musica al suo amico Stan Getz, geniale sassofonista. Getz più tardi ricorderà "Mi innamorai immediatamente... Charlie Byrd provò a vendere un disco di questa musica a molte etichette discografiche ma nessuna di loro accettò. Quello che volevano era una voce.

Getz e Byrd portarono il suono della Bossanova negli Stati Uniti con il disco 'Jazz Samba', che divenne immensamente popolare. Il successo di Gilberto cominciò con 'Jazz Samba’, che conteneva composizioni di Jobim e Gilberto; ma fu nel ‘63 che il classico ‘Getz/Gilberto’, rese João Gilberto una superstar internazionale. L'album a cui lavorarono con Getz sia Jobim che Gilberto, diede al pubblico americano il primo assaggio del cantare sofisticato e romantico di João, del suo morbido accompagnamento di chitarra e delle liriche portoghesi. Ma la sorpresa fu anche il successo della moglie di João, Astrud Gilberto che cantò ‘La ragazza di Ipanema’, che divenne presto un successo internazionale. Il suono delicato e sofisticato di João Gilberto fu assorbito nella corrente principale del jazz, insieme con un discreto numero di composizioni molto amate, sue e di Jobim. L'album Getz/Gilberto è una pietra miliare della musica degli anni ‘60, insieme con il live alla Carnegie Hall

registrato nel ‘64, quando era al picco della popolarità. Pubblicato come Getz/Gilberto 2, l'album include una serie di notevoli performance di Getz, con il trio Gilberto e con Astrud che appare come ospite per cantare, fra le altre cose, la Hit dell’anno The Girl from Ipanema.

L’incontro di Antonio Carlos Jobim con Vinicius de Moraes segnò la svolta musicale e letteraria, l’arrivo di Joao Gilberto a Rio de Janeiro ne definì la cadenza.

Si erano come per incanto realizzati i tre stilemi della Bossanova, i tre caratteri distintivi:

A armonia, con una sequenza di accordi derivati dal jazz, mai banali, con una caratterizzazione incentrata sulle alterazioni di 6/9 maggiore As letras, il testo, che in tutte le composizioni di bossa nova non si occupa di grandi temi sociali o politici, ma fa delle piccole cose e dei sentimenti con elementi di assoluta poesia

O balanço, è quella cadenza che rende identificabile il genere ai primi istanti di ascolto. João Gilberto intuì che poteva condensare e perfezionare il ritmo del samba usando la sola chitarra, con un movimento alternato di pollice (sui bassi) e di dita (sull’accordo): si sostituiva, con le note di “bordao” (cioè i bassi), la funzione che nel samba era affidata al “surdo” (il tamburo più basso) e si creavano diverse figure ritmiche in quattro quarti con spostamento degli accenti. La chitarra veniva ad acquistare quel ruolo di protagonista che non aveva nel samba, diventava lo strumento del nuovo modo, della Bossanova. Una sera Tom Jobim chiese a Joao Gilberto dove avesse trovato quel ritmo così diverso, così unico, dove si fosse ispirato. E Joao rispose : "dal movimento del sedere delle lavandaie di Juazeiro, Tom!" Risposta bizzarra, enigmatica, ma estremamente seria! In effetti quelle grandi donne negre che nello stato di Bahia andavano al fiume a lavare i panni con i cesti di biancheria sulle teste avevano un modo di camminare paragonabile a una danza, con un bilanciamento del posteriore quasi assoluto.

Joao aveva guardato, spiato, studiato la camminata di quelle donne, ne aveva ripetuto mentalmente la cadenza fino a farne una danza e successivamente aveva creato la rappresentazione visiva di tutto ciò con un intreccio di accordi che avrebbe cambiato la grammatica, le regole, gli atteggiamenti della musica brasiliana.

L’altra innovazione che portò João Gilberto fu il modo di cantare “baixinho”

(silenzioso) cioè quasi sottovoce: la melodia non sovrastava l’armonia globale del brano, anzi si fondeva con essa e rotolava. Non più virtuosismi di canto, interpretazione melodrammatica, enfasi, voce in primo piano, al contrario la voce era un sottofondo quasi discorsivo, senza il bisogno di rime al finale di battuta, dolce, melodioso come poteva essere il canto di Billie Holliday o la tromba di Chet Baker nel jazz. In Brasile come in nessun’altra parte del mondo si ascoltano decine di migliaia di persone che in uno stadio cantano all’unisono melodie e testi tanto complessi quanto appartenenti a una generazione trascorsa! Tutti conoscono a memoria i brani della Bossanova, dalla prima all’ultima parola, brani complessi come Desafinado, Corcovado, Chega de Saudade, Insensatez, Agua de Beber.

Antonio Carlos Jobim

Nella musica esistono legami indissolubili che tramandano nel tempo l’accoppiamento onomatopeico di un artista e la sua musica. Se questo è successo per Presley ed il Rock&Roll, i K. Crimson ed il Progressive Rock, G. Moroder e la Disco Music, ancor di più il connubio è stretto tra Tom Jobim e la bossa nova. Così come Presley non inventò il Rock&Roll, anche Tom Jobim non inventò la bossa nova ma ne fu il più grande esponente e le sue composizioni sono diventate standard di numerosi musicisti jazz e grandi interpreti come Ellis Regina e Frank Sinatra. Ogni grande musicista ha sentito il bisogno di cimentarsi in questo genere che fonde le caratteristiche della musica popolare brasiliana (MPB) ed il Jazz, dando origine ad armonie e fraseggi decisamente accattivanti. E’ difficile definire l’anno esatto della

nascita della bossa nova. La metà degli anni ’50 vede le prime registrazioni di successo di Carlos lyra e Tom Jobim. Il produttore Aloysio de Olivera colse qualcosa di nuovo in quel genere che non era né Samba né Samba Cançao né Ballata. Era nata la bossa nova, ovvero la “nuova onda”. L’incontro tra Jobim , Joao Gilberto e Vinicius de Moraes rappresenta l’inizio di un nuovo modo di fare musica in Brasile, come testimonieranno le numerose collaborazioni tra questi artisti.

Antônio Carlos Brasileiro de Almeida Jobim, detto Tom, nasce il 25 gennaio del

‘27 a Rio de Janeiro. Tom era figlio di un diplomatico, professore, poeta e scrittore, Jorge Jobim, e di una professoressa, Nilza Brasileiro de Almeida Jobim, direttrice di una scuola femminile. L'appellativo di Tom gli fu dato dalla madre, ispirandosi ad una canzone francese, perché la piccola sorellina non riusciva a dire il nome completo del fratello maggiore. A 14 anni Tom scoprì un pianoforte nel garage di casa, e da quel momento la sua vita prese una strada diversa. Iniziò a prendere lezioni, svogliatamente, ma abbastanza per apprendere velocemente le basi, e non solo, della teoria musicale e della tecnica strumentale. Il pianoforte gli servì solo per iniziare a comporre scale e armonie: suonare lo strumento era per Tom un fatto tutto sommato secondario. Era la ricerca di soluzioni armoniche originali che gli interessava innanzitutto. In seguito si dedicò in fatti alla composizione e imparò a suonare il flauto e la chitarra. Agli inizi degli anni ’50 formò un gruppo di cui faceva parte anche Newton Mendonça, suo primo grande partner musicale. Così Tom suonò ogni genere e stile musicale che si potesse ascoltare in Brasile a quell'epoca: samba, tango, swing, canzoni francesi e americane. Con questa gavetta iniziò a farsi un nome e a perfezionare il suo particolare stile armonico. Nel ‘52 iniziò a lavorare alla casa discografica Continental. Assunto perché sapeva leggere la musica, inizialmente il suo compito era quello di trascrivere sul pentagramma la musica composta dagli artisti dell'etichetta. Jobim stravolgeva i pezzi, non solo li arrangiava, li riempiva di accordi che nessuno all’epoca era in grado di interpretare. Nel ‘56 il poeta e musicista Vinicius de Moraes propose a Jobim di musicare il suo poema “Orfeu da Conceição”.

I due si conoscevano solo perché frequentavano lo stesso locale di Ipanema, il Clube

da Chave, dove Tom suonava il piano e che fu la vera fucina della musica brasiliana degli anni '50. Nacque così un’ amicizia e una collaborazione che fece la storia della musica brasiliana. La simbiosi tra i due si rivelò incredibilmente costruttiva. Jobim e Vinicius si dedicarono con abnegazione alla realizzazione di “Orfeo”, versione brasiliana del mito classico. Sebbene il disco non ebbe un grande successo commerciale, si trattava pur sempre dell'opera di uno dei più considerati intellettuali brasiliani. La carriera di Jobim come compositore ebbe una considerevole spinta in avanti. Le sue canzoni furono incise da tutti i più importanti interpreti dell’epoca. Nel

‘59 esce il disco “ Canção do amor demais” e conteneva due pezzi nei quali la chitarra era suonata da João Gilberto. Uno era “Outra vez”, del solo Jobim, l'altro era la bellissima e armonicamente complessa “Chega de saudade”. Dal quel momento tutti i principali cantanti brasiliani, tra il ‘59 e il ‘60, incisero canzoni e interi album con le sue canzoni. Tra questi, ovviamente, João Gilberto, che con la sua voce nasale, monocorde, ma particolare, aggiunse l'ultimo ingrediente mancante alla bossa nova.

Oltre che con Vinicius, Jobim ebbe modo di lavorare anche con altri parolieri. In quel periodo compose, tra i tanti, pezzi come “Desafinado” e “Samba de uma nota só”

(con Newton Mendonça), “De você eu gosto”, “Dindi”, “Demais” e “Eu preciso de você” (con Aloysio de Oliveira). Oltre alle canzoni già citate, dalla collaborazione con Vinicius furono composti autentici capolavori come “Insensatez” (che divenne uno standard jazz), “Sem você”, “Brigas, nunca mais” e la struggente “Eu sei que vou te amar”. Nell'agosto del ‘62 con Vinicius, João Gilberto partecipò al memorabile spettacolo ‘Encontro’ a Copacabana. In quell'occasione, la prima in cui Vinicius si esibiva dal vivo, furono presentate alcune nuove canzoni rimaste nella storia della bossa nova: “Só danço samba”, “Samba do Avião” e, la mitica “Garota de Ipanema”, che diventerà la canzone emblema della genere. Il battesimo ufficiale di questo nuovo genere avvenne nel ‘62, durante un concerto di Jobim alla Carnegie Hall di New York, durante il quale vennero eseguiti brani che diverranno storici quali “Samba de uma nota so”, “Garota de ipanema”. Proprio in quel periodo, il sassofonista Stan Getz e il chitarrista Charlie Byrd fecero uscire l’album “Jazz Samba” con il quale i ritmi brasiliani iniziarono a conquistare gli Stati Uniti. Il successo dell'album fu

accompagnato da quello di una versione strumentale di “Desafinado” che divenne la prima hit di bossa nova al di fuori del Brasile. Tom dal ‘62 rimase negli Stati Uniti, insieme a Gilberto e Mendes, esibendosi alla tv con Gerry Mulligan. Il suo primo album americano, è lo strumentale “The Composer of Desafinado Plays” per la Verve Records e partecipa all'incisione di “Jazz Samba Ancore” con Stan Getz e Luiz Bonfá e, infine, al celebre “Getz Gilberto”, disco cult che lanciò nel mondo la sua The Girl From Ipanema nell'interpretazione vocale di Astrud Gilberto, moglie di João. Alla fine del ‘66, Jobim mentre si trovava a Rio de Janeiro, nello stesso locale di Ipanema nel quale nacque l'idea di Garota de Ipanema ricevette una telefonata dagli Stati Uniti da Frank Sinatra, il quale gli propose di interpretare alcune sue canzoni. Il disco fu registrato nel ’67 a Los Angeles tra le bizze personali di Sinatra alle prese con problemi coniugali e Jobim che compose nei tempi morti due pezzi nuovi: “Wave” e

“Triste”. Sinatra registrò i pezzi di Jobim tra le quali spiccano “Insensatez”, “Dindi"

e una bella versione di “The Girl From Ipanema” con Tom che canta in portoghese.

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