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Capitolo 3. Da giugno ad agosto 1917

3.2 Discorsi e riunioni: l’operato dei ministri

In questo periodo di grande fermento per la capitale, la vita politica di Pietrogrado era contraddistinta da un gran numero di riunioni e discorsi. In tali occasioni, i rappresentanti del governo erano tenuti a presentare i punti di vista del comitato esecutivo alla folla riunita nella sale da concerto e nei teatri, nelle caserme e nelle fabbriche. Gli incontri nelle sale da concerto e nei teatri erano di solito organizzati dai cadetti e in generale avevano per scopo quello di svolgere propaganda antisovietica. La politica veniva qui mischiata con il divertimento, assumeva la forma di uno spettacolo ed era molto comune che coloro che sedevano in prima fila lanciassero dei fiori all’oratore in questione (cf. Woytinsky 1966, p. 339).

Specialmente analizzando le pagine pubblicate nel mese di giugno, si nota come il “Novyj Satirikon” dedichi diversi articoli all’operato dei ministri del governo di nuovo stampo. Si evidenzia una sorta di “sarcastica” empatia nei loro confronti, tant’è che Arkadij Buchov intitola il suo feuilleton dedicato a questo tema Nesčastnye [Poveretti]. Il testo compare a giugno nel ventunesimo numero del settimanale e propone un’analisi, sempre in tono canzonatorio e sottile, della situazione in cui si ritrovavano a operare i rappresentanti dello stato. Fin dall’inizio l’autore mette in luce le differenze con il vecchio sistema, sostenendo un senso di irriconoscenza per le conquiste che la Russia era riuscita a guadagnarsi

народа. В Саратовской губернии у священника родилась дочь шести лет, сразу заговорившая по-французки и предсказавшая близкую гибель России и возвращение к власти Распутина. В Вятке местные реалисты объявили себя большевиками и заключили сепаратный мир с Болгарией. В городе ликование. Ходят манифестации с портретами Николая II, Игоря Северянина, Кшесинской и других коронованных особ. Фрейлина Вырубова получает ежедневно массу приветственных телеграмм со всех концов России. Получена посмертная телеграмма от Мечинкова: "Поздравляю с достижением заветных мачтании. Здоров. Пишите...". Говорят, что бывшие министры каждую ночь ездят из Петропавловской крепости в Ливадию на совещание с великими князьями. Керенский распорядился ни к каком случае не давать им отдельных вагонов. Говорят, что Ленин, прочтя резолюции казаков и черноморцев, срочно подал прошение в школу прапорщиков. На бирже переполох. Впрочем, напрасно. По слухам эти слухи не подтверждаются».

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con l’avvento del nuovo assetto politico e un conseguente abuso della disponibilità dei ministri:

«Prima con questa leggerezza non chiamavano neanche il gendarme. […] Adesso però i ministri sono diventati pubblicamente accessibili. In più, è avvenuta la socializzazione dei ministri, che è molto simile alla socializzazione programmata delle terre. Il ministro non appartiene a nessuno, come l’aria. Si pensi a suddividerlo equamente, e dividerlo in base ai comizi. Ciò significa che lo si richiede per un incontro grande. Poi per quelli più piccoli. E di notte per la consulenza privata.»28 (N. S. 1917, n°21, giugno)

In effetti i ministri, in seguito alla Rivoluzione e alla grande e motivata richiesta di chiarezza da parte dei cittadini, erano tenuti a presenziare a numerose riunioni comunali nella varie città della Russia. Buchov ironizza sul modo in cui questi incontri sono percepiti, poiché vissuti come eventi che hanno sostituito l’opera, in cui c’è una vera e propria lotta per accaparrarsi i posti nelle file migliori. Tuttavia, ciò su cui si focalizza è più che altro lo sforzo fisico a cui i ministri sono sottoposti, poiché le capacità intellettuali richieste per svolgere le loro mansioni sono, a suo parere, alquanto minime:

«Fare un discorso, per un ministro del nuovo potere, non è difficile, all’inizio serve solo capire lo scopo di quell’incontro e che ruolo lui ha, poiché, nell’incontro nel Teatro Marinskij, parlare delle pretese dei lavoratori e degli stipendi non va bene; così come parlare all’assemblea dei bolscevichi di Narva della creazione del club e della biblioteca per i fabbricanti che non hanno figli. In entrambi i casi, ciò non creerà una particolare popolarità e non causerà un’esplosione di entusiasmo.»29

(ibidem) 28 «Раньше с такой легкостью не звали даже постового городового. [...] Тепер министры сделались общедоступны. Больше того. Произошла быстрая социализация министров, похожая на програмную социализацию земли. - Министр- то он ничей. Как воздух. Взять его, значит, и разделить на уравнительных началах, а делить его по митингам. Который, значит, митинг больше, на тот его и требовать. А потом, который поменьше к себе потребует. А к ночи на частное пользование пустит.» 29 «Речь произнести опытному министру нового строя, конечно, не трудно. Нужно только сначала осведомиться о целях митинга и кем он устраивается, потому что на митинге в Мариинском театре заговорить о требованиях рабочих в области заработной платы так же несвоевременно, как проводить на собрании большевиков

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L’importante è che il rappresentante del governo sappia entusiasmare la gente, dimostrare che non si è venduto ai capitalisti e mettere insieme “due frasine storiche” per rispondere a tutte le richieste, sia scritte che orali, che gli giungono da ogni angolo del paese. Buchov fa notare come le richieste scritte siano delle più disparate, possono riguardare precise indicazioni sulla suddivisione dei terreni o motivazioni riguardo al blocco della produzione dello zucchero. Poi, in un espressione dal carattere iperbolico, aggiunge che probabilmente presto saranno addirittura scritte delle lettere in cui si richiedono indicazioni stradali, evidenziando ancora quanto i compiti dei ministri siano stati, a suo parere, largamente fraintesi e ridicolizzati.

Di nuovo la causticità regna sovrana quando nel testo si fa riferimento alla possibile corruzione dei governanti:

«[…] ogni straniero che è venuto in Russia deve essersi reso conto che in Russia ancora oggi esiste la vergognosa vendita delle persone […] Venduti praticamente tutti. Basta dare un’occhiata alla succosa produzione fumettistica e possiamo capire che Lenin, per pochi soldi, è stato venduto ai tedeschi. L’allegro giornale dei bolscevichi vi racconta ovviamente che quello venduto è Skobelev, e addirittura non all’estero, come un buon prodotto d’esportazione, ma agli imperialisti locali. […] altri invece discutono dell’acquisto da parte degli inglesi della solida risorsa Miljukov.»30 (ibidem)

Le insinuazioni riguardo al legame di Lenin con il kaiser Gugliemo II, avvalorate dal fatto che il leader per tornare in Russia era salito a Zurigo su un vagone piombato che aveva attraversato tutta la Germania con il beneplacito tedesco, erano risapute e molto diffuse. Il riferimento a Miljukov è invece motivato dallo scalpore che fu generato dalla sua

Нарвского района резолюцию о создании клуба и библиотеки для бездетных фабрикантов в центре города. И в том, и в другом случае особенной популярности это не создаст и взрыва энтузиазма не вызовет.» 30 «[...]иностранец, попавший сейчас в Россию, должен вынести такое впечатление, что в Росси до сих пор сохранился позорный торг людьми [...] Проданы решительно все. Стоит заглянуть в сочную бульварную газету, и сейчас же можно убедиться, что Ленин за совсем не крупную сумму продан немцам. Веселая большевистская газета охотно разскажет, что если кто и продан, так это Скобелев и не за границу, как хороший кусок экспорта, а в руки местных империалистов.[...] последние поговаривают о закупке английскими фабрикантами солиднаго запаса Милюкова.»

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posizione bellicista e la conseguente volontà, espressa nella nota e condivisa dai liberali, di rispettare gli accordi presi con Italia, Francia e Inghilterra. Il testo si conclude con la constatazione che, probabilmente, i ministri rimpiangono il vecchio regime, in cui il loro lavoro era meno oneroso e dare le dimissioni era certamente più semplice che nella “nuova” Russia.

In un altro articolo, comparso nel ventiduesimo numero del “Novyj Satirikon” sempre a giugno, Boris Mirskij (pseudonimo di B. S. Mirkin- Gecevič) affronta nuovamente il tema dei ministri del governo provvisorio. Ciò che emerge è di nuovo la grande difficoltà di esercitare questo lavoro in un periodo di forte cambiamento e instabilità per la Russia. L’autore propone una situazione in cui, durante un importante incontro del ministro con i capi delle province, fa irruzione un uomo evidentemente sovraeccitato e probabilmente ubriaco. L’uomo chiede al ministro di dare le dimissioni, poiché aveva fatto una scommessa con l’amico Petr il quale gli aveva garantito che addirittura «i ministri possono essere cambiati per telefono. Entri nella cabina telefonica, paghi i soldi alla cassiera, pigi il bottone e via…» (N. S. 1917, n°22, giugno). Ma, poiché il telefono del ministro risultava staccato da tutto il giorno, l’uomo aveva ben pensato di recarsi personalmente alla riunione per esortarlo a lasciare il posto, «ma non per davvero, per finta!» (ibidem). L’articolo sembra mettere in evidenza che i governanti avevano a che fare con masse ingestibili che, non curanti della situazione politica del momento, erano solo intenzionate a creare trambusto e ubriacarsi, oltretutto permettendosi di giocare su questioni piuttosto serie. L’uomo viene arrestato, ma in definitiva la responsabilità ricade su “Petr il provocatore”, responsabile di aver istigato l’amico a certi comportamenti. Non manca in ultima analisi lo scherno nei confronti delle autorità, infatti a conclusione del testo troviamo la seguente dichiarazione del posol’ sojuznoj deržavy [ambasciatore di una potenza

alleata]:

«Gli ultimi eventi a Pietrogrado hanno creato una grande confusione. Dai ministri arrivano agitati i cittadini e con le

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lacrime agli occhi raccontano delle cospirazioni provocatorie di un certo Petr. Penso che questa persona sia un membro della dinastia. Questo deve essere saputo sia a Londra che a Parigi. Per le strade è tutto tranquillo.»31 (ibidem)

I riferimenti all’Inghilterra e la Francia sono probabilmente da ricollegare agli accordi bellici che la Russia aveva stabilito con i membri dell’Intesa. Non va infatti dimenticato che, nonostante il rimpasto del governo a seguito dello scandalo creato dalle dichiarazioni di Miljukov, la formazione del gabinetto vedeva ancora una maggioranza di nove ministri borghesi contro sei tra menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Un’ultima testimonianza delle condizioni in cui si ritrovavano ad agire gli uomini del governo viene fornita da un trafiletto pubblicato sul ventunesimo numero del settimanale. Nel testo, intitolato Rukovodstvo k

obrašeniju s narodnym ministrom [Manuale per l’appello con il ministro del popolo], viene raccontata la visita del ministro dei trasporti N. V. Nekrasov

(cadetto) a Ekaterinoslav. L’intenzione è chiaramente quella di porre l’attenzione sulla villania dei bolscevichi, ancora una volta dipinti come rozzi, chiassosi e intellettualmente limitati.

«Manuale per l’appello con il ministro del popolo

[…] Un’accoglienza molto strana è stata organizzata a Ekaterinoslav per il ministro Nekrasov. Il pubblico, radunatosi per l’incontro nel teatro Grande, si comportava come fosse al circo. Urlavano: “è arrivato il momento…è arrivata l’ora!”…Alla fine comparve il ministro, ma non aveva ancora pronunciato neanche una parola di saluto da parte del governo provvisorio, che i bolscevichi locali si diressero rumorosamente verso il palco con dei manifesti, che contenevano dei pungenti slogan. Si creò una grande confusione. Assordato dal rumore, al ministro fu impedito di aprir bocca. Passarono all’incirca dieci minuti perché il pubblico si placasse. Dopo il discorso del ministro prese la parola il signor Pavlovskij, il quale per tre quarti d’ora argomentò e parlò perché l’Ucraina dovesse essere indipendente. Il ministro controllava di nascosto l’ora, poiché Pavlovskij continuava a parlare sostenuto dai forti applausi del pubblico. Terminò il 31 «Последные собития в Петрограде произвели большое смятение умов. К министрам являются взволнованные граждане и со слезами на глазах разсказывают о провокационных подговорах какого-то "Пети". Полагаю, что это кто- либо из членов династии. Циркулярно сообщил в Лондон, Париж. На улицах спокойно."

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discorso con il desiderio che il ministro dichiarasse e riconoscesse subito l’indipendenza dell’Ucraina. Mancavano 10-15 minuti alla dipartita del ministro Nekrasov. Il pubblico voleva scegliere un presidente. Però nessuno voleva esserlo, tutti candidati cercavano scuse per rifiutarsi. Il presidente del soviet dei deputati lavoratori motivò così il suo rifiuto: lui non può essere il presidente di un’assemblea in cui non ci sono solo proletari, ma anche borghesi, e aggiunse che addirittura anche il ministro è un borghese. Questo fu l’ultimo saluto degli abitanti di Ekaterinoslav al primo ministro del popolo. Il pubblicò applaudì con forza le parole di Orlov.

Per questo pubblico, invece del ministro si sarebbe dovuta mandare una semplice guardia del vecchio regime. Lui avrebbe fischiato con il suo fischietto, preso qualcuno per la collottola, e tutti avrebbero fatto un sospiro di sollievo e tutto sarebbe tornato a posto.»32 (N. S. 1917, n°21, giugno)