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Capitolo 3. Da giugno ad agosto 1917

3.4 Gli eventi di luglio

Il problema della partecipazione della Russia alla Guerra Mondiale fu la principale causa delle insurrezioni che si scatenarono a Pietrogrado a

36 «ЛОГИЧЕСКИЙ ВЫВОД. На один митинг, устроенный большевиками, явился скромный господин с интеллигентым приятным лицом и сдержанными манерами. Это был я. Когда я приблизился к председателю митинга, он спросил меня: - Чего вам? - Хочу говорить, Запишите меня оратором в очередь. - Хорошо. Как ваша фамилия? - Виктор Гюго. Он был ошеломлен. - Что-о-о?!! Я приятно улыбнулся ему и твердо повторил: - Моя фамилия - Виктор Гюго. - Но...ведь...Виктор Гюго...давно уже умер. - Разве? Какой удар. Впрочем, я что-то такое слышал об этом. Да-а...Не живут на свете талантливые люди. - Как же вас записать? - Виктор Гюго. Председатель с расширенными от удивления глазами и суеверным ужасом на лице встал и дрожащим голосом обратился к аудитории: - Товарищи! Происходит что-то странное: явился человек и говорит, что его зовут Виктор Гюго. Сотни глаз впились в меня и вдруг среди тишины прозвучал чей-то голос: - Да позвольте: Я его знаю. Это - Аркадий Аверченко. Председатель бросил на меня взгляд, полный упрека: - Как же вы говорите, что вы - Виктор Гюго, когда вас зовут Аркадий Аверченко? - О, могильные черви! - Завопил я. - У вас не хватает даже крохотного, микрокопического мужества - быть сраведливым!! Если ваш Бронштейн называет себя Тротцким, Андельбаум - Зиновьевым, Розенфельд - Каменевым, Нахамкес - Стекловым, Гиммер - Сухановым, Гольдман - Горевым, Гольденберг - Мешковским и Лурье - Лезиным, если все вы изменили свои немецкие фамилии на русские, то почему же мне не изменить сбою малороссийскую фамилию на французкую!? Только вкуса-то у меня будет побольше, чем у вас!! Виктор Гюго!! Разве плохо? Я пожал плечами и повернулся, чтобы уйти...И услышал за своей спиной: - Меняет фамилию...Гм! Наверное, провокатор. Трудно быть справедливым в революционной России.»

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luglio. Principalmente nelle giornate dal 3 al 5 luglio si sviluppò uno tra i più importanti scontri che diede un forte contributo alla futura presa del potere dei bolscevichi in ottobre. Il 2 luglio 1917, appresa la notizia della controffensiva tedesca, tra i soldati della guarnigione della capitale, che erano per la maggior parte anarchici e bolscevichi, iniziò a diffondersi un forte e giustificato timore che il governo li avrebbe spediti al fronte. I soldati decisero quindi di organizzare un’insurrezione, i cui obiettivi principali erano:

«[…] arrestare il governo provvisorio, occupare innanzitutto il telegrafo e le stazioni, unirsi ai marinai di Kronštadt, considerati “rivoluzionari”, formare un Comitato rivoluzionario provvisorio, guidato dai bolscevichi e dagli anarchici.» (Werth 1993, p. 126)

L’indignazione dei manifestanti fu ulteriormente aggravata dalla notizia che i ministri cadetti avevano dato le dimissioni perché contrari all’accordo che il governo di coalizione aveva raggiunto con la Rada Ucraina37. Il 3 luglio ebbe inizio la protesta, alla quale presero parte i soldati, gli operai e i marinai giunti dalla vicina Kronštadt. I dimostranti, furenti e incattiviti dal non vedere cambiamenti nelle loro precarie condizioni di vita, si diressero verso il palazzo di Tauride, sede del soviet, chiedendo ai partiti socialisti di prendere subito il potere. Il ministro dell’agricoltura Černov uscì dal palazzo nel tentativo di dialogare con la folla in rivolta, ma rischiò il linciaggio e fu salvato grazie all’intervento di Trockij. Gli scontri furono piuttosto violenti, molti dei partecipanti erano armati e vi furono all’incirca quaranta morti e più di ottanta feriti. Ignorando volontariamente una delle cause principali scatenanti la protesta, ovvero il fortissimo malcontento popolare per la grande carestia e mancanza di qualsiasi bene di consumo, il governo non perse l’occasione per accusare il soviet come organizzatore dei disordini. In realtà Lenin in quei giorni era

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Una volta giunta a Kiev la notizia della caduta dello zarismo, iniziarono anche lì a formarsi soviet di operai e soldati seguiti da scioperi e proteste. Contemporaneamente si formò in Ucraina un Consiglio Centrale (Rada) al quale aderirono prontamente socialdemocratici e socialisti rivoluzionari. Il neonato movimento patriottico chiedeva a Pietrogrado la creazione di amministrazioni locali indipendenti, che avrebbero comunque fatto riferimento al governo centrale della capitale. La risposta del governo provvisorio fu negativa, mentre tra i pochi favorevoli all’autonomia ucraina vi fu Lenin.

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assente dalla capitale, segno quindi che non ci si aspettavano incidenti nell’immediato. Oltretutto qualche giorno prima era stata pubblicato sul giornale del partito bolscevico, la “Pravda”, un articolo di Kamenev38 nel quale si esortava il proletariato a non procedere con manifestazioni disorganizzate, giudicate inutili e ridicole. E’ però innegabile che diversi dirigenti bolscevichi, recepita la notizia dei disordini, sperarono in una vittoria degli insorti, auspicando la caduta del governo di coalizione e la perdita di popolarità dei partiti socialisti. Comunque il governo, con l’intento di guadagnarsi la fiducia dell’opinione pubblica, indicò i bolscevichi come unici responsabili dei tumulti. In più Pereverzev39, ministro della giustizia, rese pubblici alcuni documenti che provavano i legami di Lenin con il Kaiser. Zinov’ev40

tentò di convincere il soviet che i bolscevichi non tentarono mai di rovesciare il regime, ma non fu creduto. Soviet e governo decisero quindi di prendere in mano la situazione reprimendo i tumulti e arrestando Trockij, Zinov’ev e Kamenev, mentre Lenin fuggì in Finlandia.

Il partito bolscevico si ritrovò quindi in una situazione di isolamento, poiché il soviet era dominato da menscevichi e socialisti rivoluzionari, mentre il governo passò un periodo di crisi. L’vov affidò quindi a Kerenskij il compito di riorganizzare e presiedere un nuovo gabinetto, la cui nascita fu ufficialmente annunciata Il 22 luglio. La nuova formazione risultò più moderata della precedente, anche se comprendeva un maggior numero di ministri socialisti.

Nelle pagine del “Novyj Satirikon”, nel ventisettesimo numero a luglio, compare un testo in cui emerge chiaramente la posizione dei

38 Lev Borisovič Kamenev (Mosca, 18 luglio 1883 – Mosca, 25 agosto 1936): Dopo la

Rivoluzione di Febbraio si ritrovò a dirigere il partito bolscevico insieme a Stalin e Muranov, in attesa del ritorno in Russia di Lenin. Al ritorno del leader fu eletto al Comitato centrale del Partito, rappresentò i bolscevichi nel Comitato esecutivo del soviet di Pietrogrado e poi nel Comitato esecutivo centrale panrusso dei soviet. Dopo le agitazioni di luglio cadetti, socialrivoluzionari e menscevichi attuarono una vera e propria campagna di diffamazioni nei suoi confronti, che si conclusero con il suo arresto.

39 Pavel Nikolaevič Pereverzev (Fatež, 6 novembre 1871 – Francia, 28 giugno 1944) 40 Grigorij Evseevič Zinov'ev (Kirovograd, 23 settembre 1883 – Mosca, 25 agosto 1936):

da Parigi tornò in Russia dopo la Rivoluzione di Febbraio insieme a Lenin ed altri nel famoso “vagone piombato”.

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collaboratori della testata giornalistica a proposito degli eventi avvenuti in città tra il 3 e il 5 luglio. Continuando a mantenere una posizione chiaramente antibolscevica, Buchov, che in questo testo si firma con lo pseudonimo da lui spesso usato di L. Arkadskij, critica fortemente il modo in cui i marinai di Kronštadt e gli altri rivoluzionari in genere hanno gestito la protesta. Associandosi quindi alla visione del governo provvisorio, qui i bolscevichi vengono dipinti come gli artefici dei disordini, il tutto reso con un tono sarcastico che sembra sminuire la gravità dell’accaduto, anche se è evidente che si intende il contrario. Il testo, scritto sotto forma di un referto letto in occasione di una riunione dei collaboratori del giornale, contiene dei piccoli incisi in cui il presidente riprende alcuni dei partecipanti, in quanto si spingono a commenti denigratori verso i responsabili dei tumulti.

«3 - 5 luglio

(Rapporto che è stato letto durante la riunione dei dipendenti del Novyj Satirikon)

Compagni! Come disse una cantante zingara: il destino si prende gioco dell’essere umano. Ma questo fatto non è del tutto vero. A volte il destino si prende gioco di una intera città, di una capitale del grande paese. Vi dico di più, a volte succede che a dare le regole del gioco non è il destino, ma una piccola isoletta. Certamente capite che io mi riferisco a Kronštadt e Pietrogrado, e proprio a questa strana alleanza dedico il mio rapporto. Cosa è successo in questi giorni? Niente di particolare, dico associandomi a “Novaja Žizn’”, la quale è stata fatta fuori insieme con le edizioni di Suvorin. E’ stata organizzata una manifestazione pacifica dei bolscevichi e degli abitanti di Kronštadt con fucili e pistole.

La morte precoce di 50 cittadini pacifici e 400 feriti hanno dato motivo a uno dei più grandi rappresentanti del bolscevismo, Trotckij, di poter pronunciare una frase storica, piena di orgoglio verso gli abitanti di Kronštadt: «siete la bellezza e l’orgoglio della rivoluzione russa!».

(Presidente: “chiedo di non parlare dal posto. Chi ha detto idiota?”

Dipendenti: “nessuno!”

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In realtà, in questo momento quelli che sono stati definiti “la bellezza della rivoluzione russa” stavano strappando la giacca al ministro Černov. Ma ognuno interpreta la bellezza a modo suo. Non è il tempo di criticare, facciamolo fare ad altri al posto mio.

Gli abitanti di Kronštadt mi hanno fatto ricordare i belli e leggendari vichinghi, i quali si avvicinavano con le barche alle coste... qua c’era una totale analogia; i vichinghi quando scendevano dalle barche, emettevano il grido di battaglia; i bolscevichi locali e non, sono andati oltre…10 negozi e 4 enoteche all’improvviso sono rimasti senza merci…È una bella testimonianza.

(Presidente: “compagno relatore, vi chiedo di non confondere le perquisizioni negli appartamenti privati con la deplorevole e innegabile sparizione di oggetti di valore”

Relatore: “non sto parlando di questo”

Presidente (dopo avere pensato un po’): “peccato invece, bisognerebbe

parlarne”)

Penso che non mi convenga soffermarmi su a chi sparavano in quei giorni. Dovreste capire da soli che all’inizio si sparava con le mitragliatrici sulla folla disarmata. Poi ancora con le mitragliatrici e ancora sulla folla. Soltanto alla fine, al secondo giorno, quando il popolo si è indignato, in seguito a un costruttivo dibattito, hanno cominciato a sparare con le mitragliatrici, ma questa volta non sulla folla ma sulle singole persone.

Non voglio incolpare tutti i bolscevichi. Tra di loro ci sono tante persone rispettose, tantoché alcuni di loro si scambiavano lettere con i tedeschi. […] In questo caso i bolscevichi non c’entrano niente. Uno dei leader ha detto che lui non è responsabile di questa coda che è stata attaccata alla corrente di pensiero (di coloro che la pensano nello stesso modo).

Questa situazione mi fa tornare in mente una frase di Edgard A. Poe. (Collaboratore: “dovete dire il vero cognome. Al diavolo questi scherzetti dei bolscevichi! Cognome!”

Rumori)

…La frase di Poe è che la cometa ha la coda, ma anche l’asino ce l’ha. Penso che qui si parlasse proprio della coda di un asino imbevuta di sangue…[…]»41 (N. S. 1917, n°27, luglio) 41 «3 - 5 ИЮЛЯ. (Доклад, прочитанный на собрании сотрудников "Нового Сатирикона"). Товарищи! По данным, опубликованным одной цыганкой певицей, судьба играет человеком. Эти сведения не полны; иногда судьба начинает играть

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