4. LA TRASFORMAZIONE DELLA BOLOGNINA 81
4.8 I COSTI SOCIALI DEL CAMBIAMENTO URBANO E LE FORME DI RESISTENZA ABITATIVA 162
4.8.1 Il displacement tra crisi economica e trasformazioni del welfare 164
La Bolognina rappresenta un contesto piuttosto particolare, nel quale la crisi economica scaturita a partire dal 2008 ha decisamente influenzato il mercato lavorativo e quello immobiliare. Gli andamenti del mercato immobiliare evidenziati nella Tabella 15 sembrano aver conosciuto solo in un periodo piuttosto recente dei leggeri rialzi, in seguito a una fase discendente che ha coinvolto tanto il settore della compravendita quanto quello dell’affitto. Un trend di questo genere sembrerebbe scongiurare la presenza di problemi abitativi dovuti alla crescita dei costi abitativi relazionati alla gentrification e, dunque, la possibile presenza di un displacement a leva economica. Se una tale considerazione potrebbe risultare in linea con la maggior parte della letteratura sul tema lo specifico contesto della Bolognina ci porta a dover allargare lo sguardo, concentrando l’attenzione sul mercato del lavoro. Il displacement di tipo economico, infatti, è un fenomeno che si registra in presenza di costi abitativi che non risultano più sostenibili per certe fasce della popolazione. Negli studi sulla gentrification tale fenomeno è stato principalmente osservato in relazione a una crescita dei valori immobiliari, stabilendo un nesso causale tra problematiche abitative e lievitazione di canoni e quotazioni. All’interno della Bolognina osserviamo però una tendenza specifica che sembra influire sui problemi abitativi: a fronte di valori immobiliari in discesa tra 2008 e 2014 si registra un contestuale aumento delle problematiche lavorative. Tra 2001 e 2011, d’altronde, si registra una considerevole crescita della disoccupazione in termini sia assoluti sia relativi (Tab.18).
Tab.18 – Disoccupati e tasso di disoccupazione specifico a Bologna e nella Bolognina
2001 2011
Disoccupati Bolognina 628 1.010
Disoccupati Bologna 8.157 14.469
Popolazione attiva Bolognina 14.090 16.310
Popolazione attiva Bologna 185.394 206.703
Tasso di disoccupazione specifico Bolognina 4,5% 6,2%
Tasso di disoccupazione specifico Bologna 4,4% 7,0%
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT119
Se andiamo a osservare come la disoccupazione viene a distribuirsi nel territorio oggetto di studio possiamo notare come tra 2001 e 2011 si registri un incremento complessivo del fenomeno in tutto il quartiere. Cresce, infatti, il numero delle sezioni di censimento con una percentuale di disoccupazione al di sopra del 10% (Fig.47). A fronte di una situazione che nel 2001 vedeva le aree con maggior concentrazione coincidere con quelle in cui insistono la maggior parte dei caseggiati
popolari e la storica immigrazione cinese120, nei dieci anni successivi assistiamo a un allargamento
a macchia d’olio della disoccupazione e a un aumento della sua intensità che arriva a coinvolgere anche alcune tra le zone più pregiate del quartiere.
Fig.47 – Mappatura del tasso di disoccupazione specifico su sezione di censimento (2001-2011)
Elaborazione GIS su dati ISTAT121
Il numero complessivo di disoccupati passa da 628 del 2001 a 1.010 del 2011, interessando circa il 6,2% della popolazione attiva. In un simile scenario, pur in presenza di un mercato immobiliare al ribasso, è plausibile ipotizzare che le problematiche di ordine economico coinvolgano un numero crescente di persone e che queste possano tramutarsi in difficoltà sostanziali nel sostenere i costi dell’abitazione.
Osservando i dati sulle richieste esecutive di rilascio degli immobili nel comune di Bologna la relazione tra incremento della disoccupazione e problematiche abitative sembra trovare confermata (Fig.48). Tra il 2001 e il 2011 si osserva un incremento delle richieste di sfratto su base annuale che trova un peso sempre maggiore nella morosità. Questi dati mostrano un nesso causale tra le difficoltà nel mercato del lavoro e la situazione degli sfratti. Si tratta infatti di un trend riscontrabile
120 Va tuttavia evidenziato che nel corso dei colloqui informali con i residenti e i commercianti è emerso a più riprese come i cinesi che abitano nella Bolognina appoggino la propria sussistenza a reti informali e sia presente in questo gruppo un deciso ricorso al lavoro sommerso.
a livello nazionale122, che permette di individuare nei problemi occupazionali degli ultimi dieci anni
il principale fattore di lievitazione degli sfratti.
Fig.48 – Andamento richieste di rilascio immobili residenziali nel Comune di Bologna (2001-2015)
Elaborazione su dati Comune di Bologna e Ministero dell’Interno123
Il fenomeno degli sfratti sembra quindi aver interessato l’intera città di Bologna, con andamento ascendente anche dopo il 2011. Il picco annuale più consistente si registra nel 2014, con oltre 1.400 richieste di sfratto. Sebbene non si disponga di questo dato per aree sub-comunali, secondo gli attivisti intervistati la Bolognina rappresenta una delle aree della città maggiormente interessate da questa situazione.
“Una parte considerevole dei provvedimenti di sfratto emessi in città si concentra proprio in quei quartieri come la Bolognina, in cui si registra la maggiore concentrazione di problemi sociali legati alla crisi.” (23BR_m_45anni)
Nel corso degli ultimi dieci anni il quartiere ha conosciuto una aumento sostanziale degli sfratti legati soprattutto a ragioni di ordine economico. La concentrazione di questa criticità all’interno della Bolognina ha favorito il manifestarsi di un displacement economico strisciante, che vede
122 Si veda, a tal proposito, “Gli sfratti in Italia”, Ministero dell’Interno 2016. Disponibile da:
http://ucs.interno.gov.it/ucs/download.php?f=Spages&s=download.php&id_sito=1263&file=L0ZJTEVTL2FsbGVnYX RpbmV3cy8xMjYzL1B1YmJsaWNhemlvbmVfc2ZyYXR0aV8yMDE2LnBkZg==&&coming=bmV3cy9OZXdzLTY2 NDQxMTkuaHRt
123 Dati disponibili da: http://www.comune.bologna.it/iperbole/piancont/dati_statistici/Indici/Edilizia/index.htm
principalmente interessate quelle persone di origine straniera che non possono contare su una rete di supporto famigliare capace di farsi carico della situazione.
“Il maggior impatto è quello sulla parte migrante della popolazione che non possiede un sistema di welfare familiare su cui contare in caso di bisogno.” (25BR_m_28anni)
In particolare, i più colpiti sono gli immigrati di origine magrebina ed esteuropea, che costituiscono anche le categorie principalmente coinvolte dai problemi lavorativi relazionati alla crisi economica. Se infatti andiamo a osservare i cambiamenti strutturali intercorsi nell’economia locale notiamo un calo considerevole sia degli occupati (Tab.12; Fig.19) sia delle unità locali (Tab.13) nel settore industriale e in quello delle costruzioni, che rappresentano gli ambiti occupazionali di maggior assorbimento per queste categorie di immigrati stranieri124. Si assiste quindi a una relazione tra la perdita di occupazione in certi settori e le difficoltà economiche di quella parte dei lavoratori stranieri che vi erano impiegati.
“Molti di loro sono stati licenziati da imprese edili o manifatturiere, oppure avevano una propria attività di elettricista o idraulico che è fallita.” (25BR_m_28anni)
La crisi economica, unita alla ristrutturazione dell’economia locale, ha contribuito ad aumentare la disoccupazione e ha ridefinito il peso dei settori lavorativi, creando effetti negativi sulla tenuta reddituale di specifiche categorie sociali. I soggetti residenti all’interno del mercato dell’affitto sono quindi andati incontro a difficoltà crescenti nell’onerare il canone e, dunque, nel mantenimento della propria abitazione.
“La maggior parte degli sfratti qua avvengono nel mercato privato e colpiscono soprattutto persone straniere che, a seguito della crisi, hanno perso il lavoro.” (25BR_m_28anni)
I problemi abitativi che interessano la Bolognina non sono tuttavia confinabili nel perimetro della locazione privata. Esiste infatti una quota di famiglie italiane proprietarie di immobili che in seguito alla perdita del lavoro ha conosciuto diverse difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo che aveva stipulato.
124 Si veda, a tal proposito, Cittadini stranieri in provincia di Bologna, Istituto Carlo Cattaneo 2014. Disponibile da:
http://www.cittametropolitana.bo.it/sanitasociale/Engine/RAServeFile.php/f/Documenti/Cittadini_stranieri_in_provinci a_di_Bologna_caratteristiche_e_tendenze_2014.pdf
“Considera che gli sfratti non riguardano solo l’affitto ma anche chi si è comprato negli anni una casa sottoscrivendo il mutuo. Questi sono italiani più che stranieri. Magari hanno perso il lavoro e la banca poi gli è andata a bussare a casa sfrattandoli e riprendendosi l’abitazione.” (23BR_m_45anni)
In questa situazione, le progressive trasformazioni che dagli anni Novanta hanno interessato il welfare italiano non hanno permesso di fornire risposte adeguate all'aumentare delle fragilità sociali indotte dalla crisi economica (Hong, 2014). Dal punto di vista delle politiche abitative assistiamo a un disallineamento tra domanda e offerta di protezione sociale che è andato aumentando (Tosi, 2014). A livello cittadino, questo fenomeno appare evidente guardando alle richieste per l’assegnazione di alloggi sociali. Nel Comune di Bologna, infatti, si registrano 6.920 domande inevase (dati 2014)125.
“Sono semplicemente soli e il Comune non è in grado di fornire molto aiuto anche a causa della contrazione delle risorse per il welfare abitativo e dei cambiamenti che ha conosciuto negli ultimi anni.” (25BR_m_28anni)
L’incapacità del welfare locale di affrontare esigenze abitative crescenti ha contribuito a inasprire la problematica degli sfratti. Il quadro nel quartiere appare piuttosto critico e si registrano tra i 100 e i 150 casi l’anno.
“La nostra percezione è chiaramente legata alle persone che si rivolgono ai nostri sportelli. Diciamo che qua nel quartiere registriamo otto o nove casi al mese di media. Ma sono numeri sottostimati perché non tutti si rivolgono a noi, la situazione è ben peggiore.” (25BR_m_28anni)
Gli abitanti interessati da queste problematiche seguendo strategie di carattere individuale e collettivo. Un atteggiamento tipico in caso di sfratto per morosità è la ricerca di immobili che presentino spese più sostenibili, solitamente collocati in quartieri meno costosi, ai margini della cintura urbana se non al di fuori di essa.
“Ti posso confermare che c’è questo trend, strisciante, statisticamente poco influente, ma comincia a manifestarsi e in passato non c’era. Ci sono immigrati solitamente minacciati di
125 Politiche per l'abitare ed emergenza abitativa, Comune di Bologna 2014. Disponibile da:
http://comune.bologna.it/sites/default/files/documenti/Politiche%20per%20l'abitare%20ed%20emergenza%20abitativa. pdf
sfratto che cercano costi abitativi minori e non trovandoli all’interno della città vanno a finire nelle zone rurali. […] Poi certo c’è chi è fortunato e trova qualcos’altro solitamente nella periferia. In linea generale in questi casi c’è uno sradicamento dal contesto abitativo precedente” (3BA_m_38anni)
Se in questo caso i soggetti sono costretti a lasciare il quartiere, con possibili ripercussioni sullo sgretolamento di quei legami sociali che hanno costruito nel corso degli anni di residenza, in altri casi si assiste a strategie individuali che tentano di mantenere la localizzazione residenziale nella Bolognina. Chi percorre questa strada va alla ricerca di soluzioni meno onerose, che tuttavia possono contribuire a produrre situazioni di sovraffollamento o condizioni abitative inadeguate.
“Non sorprenderti. Accade e accadrà sempre. Le famiglie soprattutto straniere che non ce la fanno più finiscono per condividere l’abitazione con altre famiglie con evidenti problemi di sovraffollamento. Nei casi peggiori finiscono in tuguri dalle condizioni inumane, ricavati da cantine e garage da proprietari senza scrupoli.” (23BR_m_45anni)
Tali fenomeni sono stati ampiamente osservati dalla letteratura sul displacement e fanno da contraltare a strategie di ordine collettivo indirizzate a garantire la permanenza del quartiere (Newman & Wyly, 2006). In questo caso, la mobilitazione sociale svolge un ruolo di primaria importanza. Riserveremo alle prossime pagine la trattazione di queste pratiche collettive. Quello che al momento ci interessa sottolineare è che la crisi abitativa che abbiamo appena descritto viene percepita e interpretata in modo assai diverso dai residenti della Bolognina. Tali differenze sembrano portare a una diversità negli approcci e nell’agire sociale in rapporto a questo tema, trovando connessioni nelle associazioni di significato che i vari gruppi di abitanti assegnano alla casa.
Nel comprendere la questione abitativa della Bolognina appare quindi importante contestualizzarla all’interno della gentrification, andando a vedere i vari modi con i quali i gentrifiers e i residenti di lungo corso si rapportano a una vicenda che presenta degli stretti legami con il mutamento sociale del quartiere.
4.8.2 I differenti significati che gli attori sociali assegnano all'abitazione
Negli studi sulla gentrification si rinviene una vasta letteratura che mette in luce come la casa possa essere interpretata quale elemento associabile alle preferenze di consumo e alle scelte individuali della nuova classe media (Atkinson & Bridge, 2005; Lees et al., 2008; Ley 1996). In questa visione, l’abitazione è essenzialmente concepita come un bene di consumo che risulta in grado di conferire