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3.   METODOLOGIA DELLA RICERCA 59

3.4   S TRUMENTI DI INDAGINE 64

3.4.1   Le interviste semi-­‐strutturate e la selezione degli intervistati 64

fondamentali indirizzi che ho ricevuto, grazie ai quali ho meglio focalizzato la mia attenzione21.

La comparazione tra i casi mira a esaltare differenze, similarità e relazioni tra i due contesti analizzati, ponendo attenzione ai tempi e alle scale dei vari fenomeni che confluiscono nella gentrificazione dei quartieri considerati. Un approccio di questo tipo si inscrive all’interno del comparative urbanism e si pone l’obiettivo di produrre “knowledge, understanding, and generalization at a level between what is true of all cities and what is true of one city at a given point in time” (Nijman, 2007:1). Risponde inoltre a una necessità specifica degli studi sulla gentrification, legata al perseguimento di un approccio comparativo che non sia orientato alla semplice descrizione dei contesti studiati ma punti a porli in relazione, interrogandosi sulle interconnessioni tra le storie e le geografie che li hanno prodotti (Ward, 2010; Lees, 2012).

3.4 Strumenti di indagine

 

I dati che informano la ricerca sono essenzialmente di due tipi: qualitativi e quantitativi. Come abbiamo già accennato questi ultimi non sono rilevati ma solo elaborati. I dati qualitativi, invece, sono rilevati da molti soggetti e la loro raccolta ha fatto uso di differenti strumenti e tecniche di ricerca sociale. Possiamo suddividere i dati qualitativi presenti in questo lavoro seguendo la classificazione di Potter (2003) secondo la quale si distinguono tra quelli generati dall’intervento del ricercatore (researcher-provoked data) e quelli “naturalistici” (naturalistic data). I primi sono prodotti dalle interazioni tra il ricercatore e i soggetti studiati, mentre i secondi restituiscono interazioni sociali – e relazioni sociali – indipendenti dallo stimolo del ricercatore (Cardano, 2011). Ogni tipo di dato è legato a una specifica tecnica di ricerca messa in campo, di cui diamo conto nelle prossime pagine.

3.4.1 Le interviste semi-strutturate e la selezione degli intervistati  

Le interviste semi-strutturate rappresentano lo strumento di indagine privilegiato22. Nel complesso, 45 interviste23 tra i due casi studio. Queste, però, non risultano omogenee nei contenuti, poiché oltre ad essere incentrate su schemi di conduzione flessibili sono impostate su tracce diverse. In ogni caso si è ricorso a 6 tracce di intervista, indirizzate a raccogliere informazioni di varia natura da                                                                                                                

21 Si ringraziano, a tal proposito, Yuri Kazepov, Paola Bonora, Alfredo Alietti, Eduardo Barberis, Giuseppe Carta e Tom Slater.

22 L’intervista semi-strutturata è una particolare tecnica di ricerca sociale che prevede l’interazione fra intervistatore e intervistato determinata da un “copione” in cui compaiono vari argomenti e temi da affrontare. La struttura dell’intervista, tuttavia, non risulta rigida e predeterminata come nel caso di un questionario, bensì incentrata sullo sviluppo di un’interazione flessibile determinata dai contenuti e dalle contingenze. Questo strumento permette di raccogliere le informazioni che ci si propone inizialmente di ottenere, approfondendo quelle questioni di potenziale interesse che emergono nel corso dell’intervista a cui non si era pensato in un primo momento (Corbetta, 1999).

23 Di cui 25 nel caso di studio su Bologna e 20 in quello di Bristol. Si veda, per approfondimenti, la scheda in appendice.

differenti tipologie di soggetti (Tab.1). Tra di essi, troviamo attori che – con specifici ruoli – risultano coinvolti nei processi di gentrification, ma vi sono anche docenti universitari con una conoscenza approfondita del contesto urbano di riferimento che non fanno necessariamente parte degli attori direttamente interessati dalla trasformazione.

Ogni traccia di intervista risponde a uno specifico interesse conoscitivo ed è rivolta a determinati attori. Una tale articolazione vuole restituire la pluralità degli attori e delle pratiche sociali che influiscono sui processi indagati, la cui complessità viene rimarcata in ogni volume che affronta in maniera olistica l’argomento (Lees et al., 2008; Brown-Saracino, 2010; Semi, 2015).

Tab.1 – Scopi conoscitivi, soggetti intervistati e temi trattati nelle interviste (a ogni colore corrisponde una traccia)

Scopo conoscitivo Soggetti intervistati N. interviste Bologna N. interviste

Bristol Temi trattati nella traccia

Inquadramento

del contesto Studiosi 2 2

• Dinamiche di sviluppo della città • Cambiamento sociale del quartiere • Cambiamento economico del quartiere • Cambiamento spaziale del quartiere • Questioni sociali e politiche abitative • Rapporto con altri contesti

Visione istituzionale Amministratori pubblici e rappresentanti politici di quartiere 3 3

• Evoluzione storico del quartiere • Sviluppo urbanistico del quartiere • Caratterizzazione sociale del quartiere • Problematiche sociali del quartiere • Politiche sociali e abitative urbane • Riqualificazione del quartiere • Rapporto con movimenti sociali Visione

economico- immobiliare

Agenti

immobiliari 1 1

• Dinamiche insediative a scala urbana • Tendenze insediative del quartiere • Dinamiche del mercato immobiliare • Differenze tra aree interne al quartiere • Punto di vista sul cambiamento urbano • Profili residenziali degli abitanti

Tracciamento dei profili residenziali Nuovi residenti del quartiere 8 5 • Profilo demografico • Profilo socio-economico • Consumi • Caratteristiche abitazione • Reti relazionali • Vita quotidiana

• Opinioni su questioni sociali del quartiere • Punto di vista sul cambiamento

• Motivazioni spostamento nel quartiere (per nuovi residenti)

• Ricostruzione cambiamento quartiere (per residenti di lungo corso)

Residenti di lungo corso del quartiere 8 5 Forme di resistenza

Sindacati di base 1 1 • Obiettivi organizzazione

• Composizione e struttura organizzazione • Funzionamento interno

• Problematiche sociali del quartiere • Forme di intervento nel quartiere • Relazione con istituzioni Movimenti sociali con pratiche di riappropriazione 1 1 Attivisti politici e culturali 1 2

In entrambi i casi studio si è fatto uso della segmentazione tra tracce, soggetti intervistati e scopi conoscitivi sintetizzata nella Tabella 1, ricalcando per quanto possibile lo schema e il bilanciamento tra i differenti soggetti intervistati. Tuttavia, nel caso di Bristol, pur avendo mantenuto l’equilibrio tra le parti, il numero complessivo di intervistati è leggermente inferiore al caso bolognese. Questo disallineamento è essenzialmente dovuto a un minor numero di residenti con il quale sono entrato in contatto e ad altre difficoltà incontrate nel reperimento di persone disponibili all’intervista.

Il profilo dei partecipanti alle interviste è stato definito attraverso un processo di tipicizzazione (Schütz, 1932/1974) che identifica le categorie in base al disegno della ricerca. Ogni gruppo di intervistati è stato adeguatamente selezionato sulla base degli obiettivi prefissati. L’inquadramento del contesto ha quindi fatto uso di interviste rivolte a docenti esperti nell’ambito degli studi urbani, con una particolare conoscenza della città in cui è situato il caso studio. Per ottenere il punto di vista istituzionale si è scelto di concentrare l’attenzione sugli esponenti della pubblica amministrazione locale con competenze nell’ambito urbanistico e delle politiche abitative, così come sui rappresentanti istituzionali dei quartieri, coniugando in questo modo la scala urbana con quella di quartiere. La comprensione delle dinamiche del mercato immobiliare si è focalizzata su interviste ad agenti immobiliari con una lunga esperienza lavorativa nel contesto studiato. Le interviste alle organizzazioni che con le loro pratiche si propongono di contrastare le ripercussioni sociali della gentrification si sono rivolte a sindacati di base che operano nel campo abitativo, movimenti politici inclini alle occupazioni abitative, forme eterogenee di attivismo politico-culturale che leggono in maniera critica i processi di trasformazione del quartiere e situano al suo interno il loro intervento collettivo.

Un discorso a parte meritano le interviste ai residenti, poiché il campione è stato selezionato seguendo uno specifico criterio di classificazione interno al gruppo. I residenti sono stati suddivisi in due categorie: nuovi residenti e residenti di lungo corso. Il criterio utilizzato è di ordine temporale e si incentra sugli anni di residenza in rapporto alla cronologia della trasformazione del quartiere. Dato che in entrambi i casi studio i processi di gentrification presi in esame hanno cominciato a manifestarsi nel corso degli ultimi 8-10 anni si è cercato di stabilire negli 8 anni di residenza una demarcazione temporale tra vecchi e nuovi abitanti24. Il 2008 è quindi preso come anno di riferimento per classificare come nuovi residenti quelli che si sono stabiliti nel quartiere a partire da quel momento e, di converso, come residenti di lungo corso quelli che vi abitavano da prima. Questo ha permesso di tracciare i contorni di due categorie che ipoteticamente si rapportano in modo diverso con il cambiamento del quartiere. Il campione è stato poi raffinato cercando di tenere in considerazione le differenti caratteristiche socio-demografiche e socio-economiche                                                                                                                

24 Come vedremo meglio nel quarto e nel quinto capitolo il 2008 rappresenta un anno cruciale in entrambi i quartieri studiati, poiché costituisce il momento in cui – in accordo con quanto emerso nelle interviste – sono cominciati a manifestarsi segnali di cambiamento socio-spaziali evidenti.

presenti al suo interno, in modo da dare voce ai vari tipi di residenti che rientrano nell’una e nell’altra categoria. In questa operazione di segmentazione si è fatto uso delle interviste di inquadramento e dei dati statistici per tracciare il profilo dei soggetti ricadenti in ognuno dei due gruppi. Lo scopo è stato quello di rivolgere le interviste a frazioni di residenti che, pur rientrando nella medesima categoria, presentano caratteristiche diverse. Nei residenti di lungo corso, ad esempio, troviamo vari segmenti di popolazione come gli anziani, i giovani nati e cresciuti nel quartiere e gli immigrati stranieri arrivati da molti anni.

Nel selezionare gli intervistati si è posta attenzione anche alla loro localizzazione residenziale, cercando di formare un campione che risultasse distribuito all’interno del quartiere (Fig.7 e Fig.8). Una tale preoccupazione trova ragione nella discontinuità spaziale che può caratterizzare i processi di gentrification (si veda, Hwang & Sampson, 2014). Infatti, pur condividendo il medesimo contesto di residenza, gli abitanti di un quartiere possono avere percezioni diverse del fenomeno anche in base alle sue manifestazioni visibili a scala micro. Trascurare questo aspetto avrebbe significato porre in secondo piano il rapporto tra spazio e percezione, a cui invece si riserva una certa importanza.

Fig.8 – Localizzazione residenti intervistati nel quartiere St Paul’s e nelle aree circostanti

Andare alla ricerca di candidati per le interviste può essere frustrante. Molto spesso, infatti, la rete di contatti in nostro possesso è limitata e non tutte le persone cui ci si rivolge sono effettivamente disponibili a porsi nel ruolo dell’intervistato. Per reperire i soggetti da intervistare, in primo luogo, ho fatto riferimento ai contatti preesistenti di cui disponevo e, secondariamente, ho sfruttato il loro capitale sociale, chiedendo a ognuno di loro di indicarmi altre persone che potessero risultare idonee ai profili di cui ero alla ricerca, a cui a loro volta ho posto la stessa richiesta. Potremmo quindi riferirci a questa tecnica nei termini di uno snowball sampling (Goodman, 1961; Biernacki & Waldorfche, 1981) che è stato tuttavia indirizzato verso specifici gruppi di soggetti presenti all’interno delle categorie create a monte. L’utilizzo dello snowball sampling si adatta bene alle popolazioni difficilmente accessibili (Browne, 2005) e si è rivelato particolarmente utile nella parte di ricerca condotta a Bristol, dove trovare residenti disposti a concedere un’intervista è stato piuttosto complicato25.

Nella maggior parte dei casi il contatto con i partecipanti alle interviste è stato mediato da una persona intervistata in precedenza, che ha fatto da “ponte” tra il sottoscritto e il futuro soggetto da intervistare. Tuttavia, la creazione di questa catena di contatti non ha permesso di completare tutte                                                                                                                

25 Nel caso di studio inglese le difficoltà che ho riscontrato sono state di due tipi. La prima, riguarda le caratteristiche della rete di contatti che avevo inizialmente a disposizione. Essa, infatti, era poco consistente e legata principalmente all’ambiente accademico. Questo ha permesso di trovare facilmente alcuni nuovi residenti del quartiere studiato, poiché molti di loro lavoravano all’università di Bristol in cui mi recavo quotidianamente. Tuttavia, è stato più difficile trovare residenti di lungo corso del quartiere, dato che le interazioni tra vecchi e nuovi abitanti del contesto studiato si sono rivelate piuttosto sporadiche. La seconda difficoltà è stata invece di ordine culturale e linguistico. In Inghilterra, infatti, non è sempre scontato che si riesca a convincere qualcuno a fare qualcosa senza un corrispettivo, in particolar modo se chi avanza la richiesta è straniero e non madrelingua.

le interviste che mi ero prefissato. Ho quindi pubblicato alcuni annunci su gruppi Facebook di interesse locale, in cui spiegavo le motivazioni del mio studio e i soggetti di cui ero alla ricerca, reperendo in questo modo una parte minoritaria, ma fondamentale, degli intervistati.

Sul piano della conduzione è importante sottolineare che in base alla categoria di soggetti intervistati si è fatto uso di diversi gradienti di formalità. Le interviste con i residenti e con i “resistenti” si sono spesso trasformate in un dialogo con una forte nota di reciprocità, mentre quelle con agenti immobiliari, amministratori pubblici e docenti universitari si contraddistinguono per un certo formalismo nel porre le domande e nelle risposte ricevute. In entrambi i casi, tuttavia, si è cercato di ascoltare, accettare e sostenere i discorsi che l’interlocutore stava consegnando, facendo attenzione a non trasformare l’intervista in una conversazione ordinaria che non avrebbe potuto garantire il successo dell’incontro tra intervistato e intervistatore (Cardano, 2011).

L’audio delle interviste è stato catturato attraverso un apposito registratore e successivamente trascritto per essere utilizzato in fase di analisi. Tuttavia, in alcune occasioni la registrazione non è stata possibile. Questo è avvenuto esclusivamente nel caso di studio inglese per due distinte motivazioni: a) a seguito di espressa richiesta da parte di 4 residenti che desideravano tutelare ulteriormente la propria privacy nonostante fossero state fornite rassicurazioni sull’anonimato dell’intervista; b) a causa di un occultamento della mia identità con un agente immobiliare a cui ho rivolto – senza che lui lo sapesse – le domande dell’intervista26. In questi casi i contenuti del dialogo sono stati trascritti direttamente nel corso dell’interlocuzione o sia in separata sede.

3.4.2 L’importanza dei colloqui informali  

Uno strumento di ricerca che ha rivestito un particolare ruolo informativo è il colloquio informale, termine con il quale nel metodo qualitativo ci si riferisce a una serie di conversazioni e dialoghi sollecitati dal ricercatore. Tipicamente utilizzato nella ricerca etnografica (Atkinson, 2007), il colloquio informale ha permesso di raccogliere informazioni focalizzate da una pluralità di soggetti diversi con i quali sono entrato in contatto – intenzionalmente e non – nel periodo di ricerca sul campo. Attraverso questa tecnica si è sviluppata un’interazione con i residenti, gli utilizzatori e i commercianti dei quartieri studiati, così come con alcuni agenti immobiliari che operano nel contesto, “cavando” da ognuno di essi determinate indicazioni. Le conversazioni con i commercianti, ad esempio, hanno permesso di capire da quanto tempo una certa attività fosse aperta e a quale target di clienti si rivolgesse. Quelle con utenti e residenti del quartiere, invece, si sono concentrate su aspetti di volta in volta contingenti: in alcuni casi si è chiesto ai residenti in edifici palesemente di nuova costruzione da quanto fossero stati eretti e quali categorie di persone                                                                                                                

26 Le implicazioni dal punto di vista dell’etica della ricerca nell’utilizzare questa strategia sono trattate nella sezione 3.7 del presente lavoro.